martedì 26 ottobre 2010

Karma

Non sapevo che il Karma
fosse maschio.
L'ho sempre immaginato con una grossa chiave inglese
(forse un pò per colpa del Temponi)
ma le mani erano nude.

E nemmeno pensavo che
avesse l'inflessione di chi parla le lingue cirilliche.

Forse polacco, o slavo?
Bello,
come la bellezza della semplicità
che ti sferza un pugno alla bocca dello stomaco.

E resti senza fiato.
Bello
come il giubbotto liso rosso e senza pretese
che indossava.

Bello
come le rughe che abbracciano occhi chiari

di chi non ha paura di mostrare i segni della vita
e sorride al destino nella notte.
E a me e Terra.
Vero come la carnagione color fango di uno zingaro.
Essenziale come le poche cose che si tengono in uno zainetto.
Non sapevo che il karma andasse così di fretta,
ma immagino che abbia tante cose da fare.
Quando mi ha parlato

mica ho capito tutto,
ma il senso,
quello l'ho inteso.

E mi ha lasciato gioia
nel mio petto vuoto.




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