mercoledì 30 settembre 2009



"Papà...io non credo che mi sposerò..."


"Ceo el temp l'è restà da maridar par far quel che'l vol!"


Il tempo non si è sposato per poter far quello che gli pare





Oggi mi sento un temporale





domenica 27 settembre 2009

scelte

Partire,
per scoprire nuovi mondi oltre l'orizzonte,
per affrontare nuove avventure,
o per sfuggire alla realtà.
A volte, per affrontare la realtà,
guardandola da un'altra angolazione.
Altre volte, partire è un appello,
il desiderio sopito e inconscio
che qualcuno ti dica
"Resta"
"Resto qui", "Sono qui", "Ti aspetto"
Questa volta partire,
sarà affrontare l'ignoto,
anche se lo conosci già.
Non puoi sapere cosa aspettarti,
quando passa del tempo,
e migliaia di chilometri,
di pensieri, esperienze, memorie, storie,
vite.
Intrecciate in un passato,
dipanate o sciolte le maglie che le tenevano insieme.
Oggi, partire,
sarà un nuovo annodare,
un tentativo in più
per ritornare felice.
O la conferma del fatto
che, così, non ci sarà felicità.
Non ci si può aggrappare al presente,
se si pensa che non sia abbastanza per il proprio futuro
Boa Sorte y Bom Viaje





oddio è vero...come ho potuto dimenticare i piranha divoratori di cranio!!!!
Craniofagi? cervellofagi? mah....

Squadra olimpica di slittino in cerca di una risposta...



Dedicato a chi pensava di non comprare niente di usato.

A chi è rimasta chiusa in bagno, ha dovuto scavalcare in balcone
e siamo arrivate in ritardo.

A quella stessa che c'ha poi offerto un caffè conciliatore.

Ai miei pantaloni tirolesi in loden.

Alla bigiotteria da 4 soldi.

A chi mi sveglia dicendomi: "Buongiorno principessa!!!"

A chi odia le sue ovaie
quando diventano un vincolo.

A chi "E basta guardare libri!!!"


A tutto a un euro.


A chi regala slittini

Alla lampada sul surriscaldamento globale
e alla cassettiera dei cucchiai

Alle vecchie chiavi arrugginite dal tempo

Al prete, alle stalliere, alle lucertole di ferro,
alle vecchie macchine foto, al francese che non so parlare,
alle bici coi freni a bacchetta e alla carrozza.

A chi per strada ci chede con infantile candore
"Ma cosa state facendo??"


Già, cosa stiamo facendo?

Stiamo andando a cercare la risposta con in spalla degli slittini!!!










sabato 26 settembre 2009

Le nuove promesse dell'idromele...con la dama di verde vestita!




"Cara femmina,

se non dici al tuo uomo che sei entusiasta del fatto che ha ritrovato la strada di casa nonostante la pioggia lui ci resta male. È un fatto genetico: ha bisogno di essere gratificato.

Non è veramente un duro, fa solo finta. Il suo cervello ha la semplicità disarmante di un ferro da stiro. Se vuoi qualche cosa di più raffinato sposa una donna......"




Jacopo FO "La corretta manutenzione del maschio"


Ah...ecco ora mi sono moooolto più chiare alcune cosette!!!!!

venerdì 25 settembre 2009

"Pronto?"
"Lui ha un figlio..."
"Beh,
ormai
alla nostra età
è da mettere in conto che
ci si potrebbe anche invaghire
di uno che è già papà"

"...eh...cazzo!!!
Cazzo
cazzo
cazzo cazzo"



A tavola:
"Propongo un minuto di silenzio"
"...Per la LIBIDO...
che ci ha lasciate,
e vorremo ricordarla così..."






martedì 22 settembre 2009

Il nostro corpo è abitato, quello che sperimentiamo non finisce nel cervello, ma si miniaturizza da qualche parte nell'organismo, nelle ossa, sotto ai denti


La gelosia mi balza addosso al'improvviso come una bestia feroce poi scompare nel buio della foresta, mi lascia a terra sanguinante


Perchè il passato sta tornando?

Cosa vuole da me?



Non c'è nessuno che vuole vedere la mia magia



Qualcuno mi aiuti a scoprire cosa abita nel mio corpo



“Sta ballando con un altro”

“E vieni, balliamo io e te. Nel tango si dice che l'uomo propone e conduce e la donna dispone e seduce e insieme improvvisano. E' questa la magia.“

“Non c'è più magia nella mia vita, zio Nino, solo una magia...magia cattiva.”

“La magia è una sola Antò, è magia. Anche il dolore è magia. Se non li sai guardare certi dolori ti fanno perdere il mondo ma se li riconosci possono anche ristabilire un contatto”



E' questo continuo bisogno di essere amati che ci fa diventare fragili e violenti



Cosa nascondono i miei denti?

Quali segreti?



Esiste una memoria stomatologica?




lunedì 21 settembre 2009






A volte quando le cose si fanno da soli, vengono meglio....

COSMONAUTA



Perchè mi fai questo???
Perchè sono COMUNISTA!


Ma voi non avete il diritto di venire qui a trattarci come dei criminali!


Nessuno si fidanza con quelle come te...




domenica 20 settembre 2009

giovedì 17 settembre 2009


" Ho scoperto che le mele avvelenate

uccidono le principesse...
alle streghe invece
fanno venire il cagotto!!
Edmundo...pietà!!!"




mercoledì 16 settembre 2009

"Ricordati: corajo e mai passion, capito? Nella vita ci vuole coraggio, e poi ricorda anche questo: quando fai il risotto aggiungi sempre due pugni di riso in più, per la pignatta, non si sa mai che capiti qualcuno a cena!"



A volte c'è solo bisogno di un pò di riso in più

conflitti intestini

Questo è un annuncio di protesta formale contro il mio subconscio, che ha deciso di ribellarsi al suo conscio (nella forma di mie decisioni più o meno razionali), ostinandosi a reinviarci messaggi subdoli e subliminali, e colpendoci alle spalle, nel modo più vigliacco che il sopracitato conosce: il sogno.
Adesso basta. I sindacati del mio conscio minacciano lo sciopero del sonno se continueranno queste azioni di violenza gratuita a scapito del benessere dei miei neuroni e della mia salute mentale.
La caffettiera ha già dichiarato solidarietà e aspettiamo adesioni da parte di alcuni autori di romanzi e di altre personalità del mondo del cinema.
Consapevoli del rischio della campagna intrapresa contro quest'inaudito sopruso ai danni del raziocinio, invitiamo la cittadinanza a procurarci sonniferi più potenti del volume "Ascesa e Declino delle Grandi Potenze" di P. Kennedy. Perchè quello l'abbiamo finito e non ha fatto effetto.

I cobas dentro il mio cervello

martedì 15 settembre 2009

sarà...

...sarà ma la femmina qui presente
si sente poco in pace e poco pacifista
in questo momento.

lunedì 14 settembre 2009

cavallo bianco

Eccolo!

Arriva!

Il principe azzurro sul cavallo bianco. Il vento gli scompiglia dolcemente la lucente chioma bionda, sotto il velluto ceruleo si intuiscono pettorali guizzanti. Sorride, sì, sorride... sorride a me!?
No, non ci credo! tra tutte le altre, egli, bello come il sole, non ha occhi che per la sottoscritta. Ma forse mi inganno! forse i miei occhi vedono solo ciò che vogliono...
O magari è lui che è strabico...
E invece no!
Lui è perfetto ed io non sono in fallo: viene nella mia direzione! Fende la folla noncurante e punta dritto dalla mia parte!
Ecco che mi ha quasi raggiunta, mi sento svenire, ho le gote in fiamme, il cuore è un passero intrappolato in una gabbia troppo piccola.
Ecco che è proprio davanti a me, sorride ancora, ma la sua splendida fronte è solcata da una piccola ruga di preoccupazione.
Forse teme di non trovare le giuste parole, forse l'amore priva lui della favella come priva me dello stesso fiato!
Ecco che apre la bocca, ecco che trova la forza di parlarmi:
" senti un po' dai un'occhiata a Fulmine qui, che è un po' fiacco?... sai domani dobbiamo salvare una principessa imprigionata, non vorrei che gli venisse una colica!"
mi riprendo straordinariamente in fretta
" certo... prendo il guanto da ispezione e sono subito da voi!"

Del resto sì sà: il mondo è diviso in due, a chi toccano i principi azzurri a chi i cavalli bianchi!

Poteva andarmi peggio: chiedetelo ai veterinari dei nazcul!

domenica 13 settembre 2009

Bianca




E' nata
.
E' Bianca
.
E' vita
.
E' un'altra femmina
.

Benvenuta.
Abbiamo davvero bisogno di pace
.


Interno, cucina Imladris

Due streghe:

"Evvai, mi sono buttata nel turbinoso giro del sesso!"

"Grande!!!"


"Già...ho ricominciato a fecondare vacche!"

sabato 12 settembre 2009


Aula studio

Due tizi mi fermano chiedendomi qualcosa sul calcio,
di cui non so nulla

Faccia stranita
"Non saprei, non seguo il calcio..."
"Ehi come mai hai una forchetta al braccio??"
"Beh, per le mie scelte alimentari..."
e attacco il pippozzo sul vgetarianesimo/veganesimo

Uno dei due mi guarda stupito e mi dice
"Eh, sai m'è capitato di conoscere una ragazza vegana una volta"
Come se fossimo creature mitologiche,
ma non metà scarpe e metà mestruo come tutte le altre donne...
Allora l'altro, sornione
mi guarda e chiede

"e se t'invitassi a cena, che cosa mengeresti??
Sai...se t'invitassi, così,
giusto per sapere cosa cucinare..."

... una vocina dal divano di Imladris più tardi,
mi suggerirà la battuta

"Se proprio vuoi andare sul sicuro...
NON INVITARMI PROPRIO A CENA,
tanto meno a uscire!"


Il regalo che m'ha fatto Cardi







Io Biancaneve così buona la odio


Ho ascoltato notti cantare.
Chiusa dentro una bara trasparente ho capito che Biancaneve era solo un bluff. Quando mangi la mela avvelenata, muori.
E di solito è il principe azzurro ad avertela regalata. Altro che bacio. Il bacio te l'ha dato prima. E pure altro. Poi si è stancato e siccome è anche vile dà la colpa alla strega. Ma la strega, con tutto il da fare che ha - scappare dai roghi, rincorrere gatti neri, corteggiare il demonio cosa vuoi che gliene freghi di Biancaneve? Una badante di nani. ..
Biancaneve è bella, dicono. È pura. È innocente. Nessuno è innocente, men che meno una che rincoglionisce un guardacaccia e lo convince a scambiare il suo cuore con quello di un cerbiatto.
Dico, un cerbiatto. Un animalino che persino quel nazista di Walt Disney c'ha fatto un film ...
E lei cosa fa? Imbambola un guardacaccia, fedele alla regina, e lo convince a mentire per lei. Lei, Biancaneve. E come ha fatto a incantarlo non essendo strega? Dai, non cercate di imbrogliare noi che guardacaccia non siamo.

Ho ascoltato notti sciogliersi.
Trasportare lontano sogni come il vento le foglie.
Tutti i sogni fatti di giorno, che sono più resistenti di quelli fatti la notte, perché li fai a occhi aperti e li costruisci bene.
Li monti, li smonti, li rimonti.
Poi arriva la notte e, ffffffff, via i sogni. Sospinti lontano.
Come le navi a vela.
Lontano.

Io l'ho sempre odiata Biancaneve.
Con quella faccetta da Maria Goretti e l'aria perennemente stupita.
Qualunque cosa vedesse lei faceva «Oh!». «Oh! Un uccellino!», «Oh! Un coniglietto!» Come se un uccelletto o un coniglio fossero la roba più stupefacente del mondo. Vai in qualunque fattoria e ne vedi a carrettate di conigli. È che poi magari ti tocca pure lavorare in una fattoria e, secondo me, la Biancaneve voglia di lavorare ...
In vita sua, l'unica volta che ha fatto le pulizie è stata quando ha riassettato la casetta dei sette nani e poi è stramazzata esausta sui loro sette lettini. Ora: quanto poteva essere grande la casetta dei nani? Non avevano neanche i doppi servizi. ..
E anche i nani. Fossi un minatore vedi che cosa gli farei a questi che cantano felici «Andiam, andiam, andiamo a lavorar ... ».
Dopo che hai passato quattordici ore sotto terra, senza sapere nemmeno più che odore ha l'aria, che colore ha il cielo quando è giorno. È sempre nero. Nero sotto. Nero quando esci che ormai è buio e il sole è scivolato da un' altra parte. Nero dentro i polmoni che non tossisci nemmeno più: scricchioli. Altro che cantare. Nemmeno più a parlare riesci.


Ho visto notti spegnersi come sigarette.
Notti in cui non c'era nemmeno un cane a parlarmi, in cui anche la favola di Biancaneve sarebbe andata bene, in cui avrei creduto a tutto, persino ai principi azzurri.
Notti in cui ho guardato la pioggia dietro i vetri cadere senza sosta, per ore.
Come se anche il cielo stesse piangendo tutte le sue lacrime.
Un cielo che assomigliava a me che da ore piangevo tutte le mie lacrime.
Talmente tante da aver paura di dover mettere gli stivali di gomma per poter girare nelle stanze.
Piangere per l'ennesima storia d'amore finita.
Farei scambio, potessi.
«lo ti do un M. se mi dai un S.»
Alcune sono scartine, roba di poco conto, ma ne ho di preziosissime, vere chicche.
Celo celo celo, manca manca manca.
Di fintamente contorti e splendidamente egoisti ne ho una serie.
Uomini bambini: ti vogliono come un giocattolo, ma ne hanno già una vagonata e si stancano subito.
Uomini pirati: rubano, essenzialmente rubano. Uomini poeti: scrivono, essenzialmente scrivono.
Uomini razzo: non fai tempo a dire «Ah» che sono già nello spazio.

In verità, tutte le favole mi danno sui nervi.Cercano di imbrogliarti sin da quando sei bambina. Cenerentola. La bella addormentata nel bosco. La bella e la bestia ...
Allora, la storia è sempre la stessa: una fanciulla bellissima, povera e scarognata, vessata da una matrigna altrettanto bella ma di una cattiveria senza confini. Naturalmente, nella storia, appare un tipo belloccio, con l'occhio da marpione e il cavallo bianco.
E cosa vogliono farci credere? Che si innamora non della matrigna bellona, scollacciata e disponibile. No, di quella beghina, buona, dolce e remissiva con la faccia da pancotto. Così tu cresci con l'idea che le donne devono essere così: tutte Biancanevi dolci e servizievoli. Ci credi e ti alleni. Sennonché la prima volta che metti il piede fuori di casa, ti ritrovi un plotone di belve scatenate che cercano in tutti i modi di portartelo via il principe. Lui, la calzamaglia azzurra, il gonnellino e tutto il resto.
Che poi, questo presunto principe azzurro ...
L'ho già detto: è lui che regala le mele. Ti imbambisce con parole su parole e quando finalmente sei pronta a mollare gli ormeggi - perché in realtà non aspetti altro - e a seguirlo anche in capo al mondo, lui molla te. E va con la matrigna bellona e scollacciata.


Ho annusato notti di zucchero.
Dolcissime, come caramelle.
Notti in cui ho galleggiato come una zattera. Piccola, senza meta, ma sopra il mare, non sotto.
Notti in cui tra me e le stelle c'era solo il cielo.
Notti miracolo, in cui tutto è accaduto ed è stato mio.

Ho visto notti nascondersi dalla vergogna.
Le ho viste.
Mentre io stavo alla finestra a scontare l'ennesimo sonno mancato.
Notti furtive come ladre bambine.
Notti mendicanti, con la mano tesa.


E intanto Biancaneve sta nella sua bara di cristallo ... ma non è morta, secondo me.
Fa finta. Aspetterà che i nani si levino dalle palle, tirerà fuori il suo completo di pelle, tutto borchie e cerniere, salirà sulla moto che ha nascosto dietro un cespuglio e ciao a tutti: streghe, nani, principi, generazioni di bambine che hanno pensato che le donne dovessero essere così: coglione con una ramazza in mano in attesa di un bacio. Del bacio.
Ecco, così mi sta già più simpatica.
La voglio bastarda 'sta Biancaneve.
La voglio che taglia la notte con la sua moto rombante.
Senza casco, capelli al vento.
La voglio che scappa, senza voltarsi indietro.
La voglio che piega la notte fino a farla diventare giorno.
Così, lungo una strada deserta, silenziosa e senza curve.
Attorno, la campagna.
Nessun suono, nemmeno un grillo.
Che anche dei Grilli Parlanti non ne possiamo più.

Barbara Garlaschelli

da "Cuori di pietra"
Racconti di donne sul disamore
Oscar Mondadori


E ora scusate, sono intenta a rincorrere gatti neri (s'intenda, per lavoro!), preparare pozioni con erbe trovate in montagna e a sedurre il demonio...(chissà dove ho messo il suo numero di cellulare!!!) Vogliate perdonarmi, ma ste principesse per me possono continuare a dormire sul loro pisello...
La vita della strega non ha pari!

venerdì 11 settembre 2009

11 Settembre

Gli ultimi messaggi del Presidente Salvador Allende al popolo cileno

Santiago del Cile, 11 settembre 1973

7.55, "Radio Corporaciòn"

Cittadini cileni, parla il Presidente della Repubblica dal palazzo della Moneda. Viene segnalato da informazioni certe che un settore della marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata.

Ciò rappresenta una sollevazione contro il Governo, Governo legittimamente costituito, Governo sostenuto dalla legge e dalla volontà del cittadino. In queste circostanze, mi rivolgo a tutti i lavoratori. Occupate i vostri posti di lavoro, recatevi nelle vostre fabbriche, mantenete la calma e la serenità.

Fino ad ora a Santiago non ha avuto luogo nessun movimento straordinario di truppe e, secondo quanto mi è stato comunicato dal capo della Guarnigione, la situazione nelle caserme di Santiago sarebbe normale.

In ogni caso io sono qui, nel Palazzo del Governo, e ci resterò per difendere il Governo che rappresento per volontà del Popolo.

Ciò che desidero, essenzialmente, è che i lavoratori stiano attenti, vigili, e che evitino provocazioni. Come prima tappa dobbiamo attendere la risposta, che spero sia positiva, dei soldati della Patria, che hanno giurato di difendere il regime costituito, espressione della volontà cittadina, e che terranno fede alla dottrina che diede prestigio al Cile, prestigio che continua a dargli la professionalità delle Forze Armate. In queste circostanze, nutro la certezza che i soldati sapranno tener fede ai loro obblighi.

Comunque, il popolo e i lavoratori, fondamentalmente, devono rimanere pronti alla mobilitazione, ma nei loro posti di lavoro, ascoltando l’appello e le istruzioni che potrà lanciare loro il compagno Presidente della Repubblica.

Lavoratori del Cile:

Vi parla il Presidente della Repubblica. Le notizie che ci sono giunte fino ad ora ci rivelano l’esistenza di un’insurrezione della Marina nella Provincia di Valparaiso. Ho dato ordine alle truppe dell’Esercito di dirigersi a Valparaiso per soffocare il tentativo golpista.

Devono aspettare le istruzioni emanate dalla Presidenza. State sicuri che il Presidente rimarrà nel Palazzo della Moneta per difendere il Governo dei Lavoratori.

State certi che farò rispettare la volontà del popolo che mi ha affidato il comando della nazione fino al 4 novembre 1976. Dovete rimanere vigili nei vostri posti di lavoro in attesa di mie informazioni.

Le forze leali rispettose del giuramento fatto alle autorità, insieme ai lavoratori organizzati, schiacceranno il golpe fascista che minaccia la Patria.

Compagni in ascolto:

La situazione è critica, siamo in presenza di un colpo di Stato che vede coinvolta la maggioranza delle Forze Armate. In questo momento infausto voglio ricordarvi alcune delle mie parole pronunciate nell’anno 1971, ve lo dico con calma, con assoluta tranquillità, io non ho la stoffa dell’apostolo né del messia. Non mi sento un martire, sono un lottatore sociale che tiene fede al compito che il popolo gli ha dato.

Ma stiano sicuri coloro che vogliono far regredire la storia e disconoscere la volontà maggioritaria del Cile; pur non essendo un martire, non retrocederò di un passo.

Che lo sappiano, che lo sentano, che se lo mettano in testa: lascerò la Moneda nel momento in cui porterò a termine il mandato che il popolo mi ha dato, difenderò questa rivoluzione cilena e difenderò il Governo perchè è il mandato che il popolo mi ha affidato.

Non ho alternative. Solo crivellandomi di colpi potranno fermare la volontà volta a portare a termine il programma del popolo.

Se mi assassinano, il popolo seguirà la sua strada, seguirà il suo cammino, con la differenza forse che le cose saranno molto più dure, molto più violente, perché il fatto che questa gente non si fermi davanti a nulla sarà una lezione oggettiva molto chiara per le masse.

Io avevo messo in conto questa possibilità, non la offro né la facilito.

Il processo sociale non scomparirà se scompare un dirigente.

Potrà ritardare, potrà prolungarsi, ma alla fine non potrà fermarsi. Compagni, rimanete attenti alle informazioni nei vostri posti di lavoro, il compagno Presidente non abbandonerà il suo popolo né il suo posto di lavoro.

Rimarrò qui nella Moneda anche a costo della mia propria vita.

In questi momenti passano gli aerei. Potrebbero mitragliarci. Ma sappiate che noi siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo paese ci sono uomini che sanno tener fede ai loro obblighi. Io lo farò su mandato del popolo e su mandato cosciente di un Presidente che ha dignità dell’incarico assegnatogli dal popolo in elezioni libere e democratiche. In nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi per dirvi di avere fede.

La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine. Questa è una tappa che sarà superata. Questo è un momento duro e difficile: è possibile che ci schiaccino.

Ma il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori.

L’umanità avanza verso la conquista di una vita migliore.

Pagherò con la vita la difesa dei principi cari a questa Patria.

Coloro i quali non hanno rispettato i loro impegni saranno coperti di vergogna per essere venuti meno alla parola data e ha rotto la dottrina delle Forze Armate. Il popolo deve stare in allerta e vigile.

Non deve lasciarsi provocare, né deve lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le proprie conquiste.

Deve difendere il diritto a costruire con il proprio sforzo una vita degna e migliore.

Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi. La Forza Aerea ha bombardato le antenne di Radio Magallanes.

Le mie parole non contengono amarezza bensì disinganno. Che siano esse un castigo morale per coloro che hanno tradito il giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l’ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell’Armata, oltre al signor Mendoza, vile generale che solo ieri manifestava fedeltà e lealtà al Governo, e che si è anche autonominato Direttore Generale dei carabinieri.

Di fronte a questi fatti non mi resta che dire ai lavoratori: Non rinuncerò!

Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di Cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza.

La storia è nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, per la fiducia che avete sempre riservato ad un uomo che fu solo interprete di un grande desiderio di giustizia, che giurò di rispettare la Costituzione e la Legge, e cosi fece. In questo momento conclusivo, l’ultimo in cui posso rivolgermi a voi, voglio che traiate insegnamento dalla lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinché le Forze Armate rompessero la tradizione, quella che gli insegnò il generale Schneider e riaffermò il comandante Ayala, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando, con aiuto straniero, di riconquistare il potere per continuare a difendere i loro profitti e i loro privilegi.

Mi rivolgo a voi, soprattutto alla modesta donna della nostra terra, alla contadina che credette in noi, alla madre che seppe della nostra preoccupazione per i bambini. Mi rivolgo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che continuarono a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni di professionisti, dalle associazioni classiste che difesero anche i vantaggi di una società capitalista.

Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che cantarono e si abbandonarono all’allegria e allo spirito di lotta. Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo ha fatto la sua comparsa già da qualche tempo; negli attentati terroristi, facendo saltare i ponti, tagliando le linee ferroviarie, distruggendo gli oleodotti e i gasdotti, nel silenzio di coloro che avevano l’obbligo di procedere. Erano d’accordo.

La storia li giudicherà.

Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più.

Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi.

Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria.

Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve farsi annientare né crivellare, ma non può nemmeno umiliarsi.

Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino.

Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore.

Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.


mercoledì 9 settembre 2009


La donna ha un solo mezzo

per superare l'uomo:
essere ogni giorno più donna

lunedì 7 settembre 2009

Loro

Loro.
Che non capiscono perchè mi volto a guardare.
Che non sanno che le storie si possono intrecciare
in modi diversi e imprevedibili.
Che non sanno chi sono. O forse si.
Che non mi hanno mai vista. O forse si.
E se mi hanno vista, sono stata il brandello di un'ombra,
o il fantasma di qualcuno che non c'è più,
o che non c'è mai stato.

Ogni volta che guardo, è sale sulla ferita.

Ogni volta, è strazio che si perpetua.

Cosa vi permette di vivere più a lungo?

Di premere più a fondo, di restare nella memoria?

Sono leggera, inconsistente.

Anche se ferisco, non vado a fondo.

Non lascio il segno.

Io

non sono

Loro

Aula studio, freddo becco, siamo nel reparto frigo, magari ci manteniamo più giovani. Mi stanno venendo i geloni ai piedi. Testa bassa sui libri e " mi raccomando non dire a nessuno che m'hai vista qua che c'è un tizio a cui devo degli appunti e questi appunti disgraziatamente al momento sono in un paese extraeuropeo...una storia lunga...già mi sento una merda..."
Si fa sera, non sentiamo più le estremità del corpo. Il delirio da studio detronizza il mio cervello. Lei fa scivolare verso di me un libro dalla copertina gialla.




Tutte mi prestano libri quando sanno che non faccio più sesso e il mio letto si riempie di amanti di carta.
Sorrido e accolgo benevola il dono.
"Passi il testimone?! Brava!!così adesso io leggo e magari tu fai sesso!!"
Lo sfoglio e leggo a caso...

Il suo rapporto con Rachel era un po' bizzarro, o almeno, Will lo considerava bizzarro, cioè molto diverso da ciò che, secondo lui, David Cronenberg o quel tizio che aveva scritto The Wasp Factory (Iain Banks N.d.T) avrebbero considerato bizzarro. La cosa bizzarra era che non avevano ancora fatto l'amore, anche se erano alcune settimane che si vedevano. Ma l'argomento non saltava mai fuori. Era quasi sicuro di piacerle, nel senso che sembrava che a lei facesse piacere vederlo e che non sembravano mai rimanere a corto di cose di cui parlare; lui era più
che sicuro che lei gli piacesse, nel senso che gli piaceva vederla, che voleva stare con lei per tutta la vita e che non riusciva a guardarla senza sentire che le pupille gli si dilatavano in maniera esagerata e anche un po' comica. Insomma, si piacevano entrambi in modi diversi.
Da ultimo, lui aveva sviluppato l'impulso quasi irresistibile di baciarla quando lei diceva qualcosa di interessante, e lo considerava un segnale positivo, dato che non aveva mai, prima di allora, voluto baciare una donna solo perché era stimolante; di questo stesso segnale lei invece cominciava a diffidare, anche se non sapeva realmente, secondo lui, cosa stava succedendo.
Quel che succedeva era che lei parlava in modo dìvertente, appassionato, intrigante, con vivacità e intelligenza di Ali (la figlia), o di musica, o dei suoi dipinti, e lui cadeva in una sorta di
fantasticheria, forse sessuale ma sicuramente romantica, poi lei gli chiedeva se stava ascoltando e lui, imbarazzato, esagerava nelle proteste a tal punto da far pensare di non essere stato attento perché lei lo annoiava a morte. In realtà era un po' un doppio paradosso: gli piaceva così tanto chiacchierare con lei che a) sembrava dallo sguardo che stesse glissando e b) voleva farla smettere di parlare coprendole la bocca con la sua. Così non andava e bisognava fare qualcosa, ma non sapeva proprio cosa: non si era mai trovato in una situazione di quel genere.
Non gli dispiaceva avere un'amica; l'essersi reso conto durante la serata con Fiona di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto con una donna che non avesse desiderato sessualmente
lo disturbava ancora. Ma il problema era che lui aveva davvero voglia di fare l'amore con Rachel, tanta, e non sapeva se sarebbe riuscito a sopportare di rimanere seduto sul divano con gli occhi che gli si dilatavano esageratamente per dieci o vent'anni ancora, o almeno quanto avrebbe resistito un'amica (e che ne sapeva lui di quanto avrebbe resistito un'amica?) mentre lei era così inconsapevolmente sexy raccontando di come si disegnavano i topi. Per essere più precisi, non sapeva se lo avrebbero sopportato le sue pupille. Dopo un po' non avrebbero cominciato a far male? Era quasi sicuro che non gli avrebbe fatto un gran bene tutto quel dilatarsi e quel contrarsi, ma con Rachel sarebbe ricorso al mal di pupille solo come ultima spiaggia; esisteva una remota possibilità che lei potesse voler far l'amore con lui per salvargli la vista, ma avrebbe preferito trovare un'altra strada, più convenzionalmente romantica, verso il letto di Rachel. O verso il proprio. Non gli importava in che letto lo facevano. Il punto era che non succedeva e basta.
E poi quella sera successe, così, per motivi che al momento non gli riuscì di afferrare, anche se più tardi, ripensandoci, gli vennero in mente un paio di idee che sembravano quadrare, ma che avevano anche implicazioni un po' allarmanti. Un momento stavano parlando, il momento successivo stavano baciandosi e il momento dopo ancora lei con una mano lo stava conducendo di sopra e con l'altra si stava sbottonando la camicetta di jeans. E la cosa bizzarra era che non aveva sentito aria di sesso, almeno per quel che poteva dire lui; era andato a trovare un'amica solo perché si sentiva un po' giù. Ecco quindi la prima delle implicazioni allarmanti: se finiva col fare l'amore quando non era riuscito a capire che era già nell'aria, era ovvio che le sue abilità di detective in campo sessuale lasciavano parecchio a desiderare. Se, subito dopo una chiacchierata apparentemente priva di allusioni sessuali, una donna bellissima ti conduceva verso la camera da letto cominciando a sbottonarsi la camicetta, era evidente che qualcosa, da qualche parte, ti stava sfuggendo. Iniziò con un colpo di fortuna cui, al momento, Will non fece caso: Ali restava fuori a dormire, a casa di un suo compaguo di scuola. Se in qualsiasi altra fase del loro rapporto Rachel gli avesse detto che era momentaneamente libera dal fardello del figlio psicopatico affetto da complesso di Edipo, lui, allora, avrebbe preso la cosa come un segno mandato dal Signore Dio Onnipotente per dirgli che stava per essere scopato, ma in quel momento Will non ci pensò neppure. Andarono in cucina, lei fece del caffè e ancora prima che l'acqua avesse iniziato a bollire lui si lanciò nella storia di Fiona e Marcus e del senso.
« Che senso ha? » fece eco Rachel. « Cristo. »
« E poi considera che io non ho un Ali. »
«Tu hai un Marcus. »
« è dura pensare a Marcus come al senso di qualcosa. So che è una cosa orribile a dirsi, ma è vera. L'hai conosciuto. »
« è solo un po' confuso. Ma ti adora. »
A Will non era mai venuto in mente che Marcus (il finto figlio di Will) provasse qualcosa nei suoi confronti, soprattutto sentimenti visibili a terzi. Sapeva che a Marcus piaceva andare a casa sua, e sapeva che parlava di lui come di un amico, ma questa per Will non era che la prova dell'eccentricità e della solitudine del ragazzino. Ciò che aveva detto Rachel sul fatto che Marcus sentisse dell'affetto vero per lui cambiava un po' le cose, proprio come succedeva ogni tanto quando scoprivi che una donna che non avevi notato era attratta da te, cosicché finivi col riconsiderare la situazione e col trovarla molto più interessante di quanto non avessi mai fatto prima.
«Tu credi? »
«Ma certo.»
«Non è comunque lui, il senso. Se stessi per ficcare la testa nel forno a gas, e tu in quel momento mi dicessi che Marcus mi adora, non necessariamente la tirerei fuori. »
Rachel rise.
« Cosa c'è di così divertente? »
«Non so. L'idea stessa di potermi trovare in una situazione del genere. Se al termine di una serata tu finissi col ficcare la testa nel forno a gas, dovremmo concludere che la serata non
è stata un successone. »
«Non... » Will si interruppe, e poi riprese a fatica, con tutta la sincerità che riuscì a chiamare a raccolta, e con molta più sincerità di quanto la frase potesse esprimere. «Non ficcherei
mai la testa nel forno a gas alla fine di una serata con te. »
Nel preciso istante in cui lo disse si rese conto di aver fatto un grave errore. Lo pensava davvero, ma fu proprio questo a provocare l'ilarità: Rachel rise e rise ancora finché gli occhi le si riempirono di lacrime.
«Questa » disse tra una boccata d'aria e l'altra, « è... è la... cosa... più... romantica... che mi abbiano mai detto. »
Will rimase lì seduto senza sapere cosa fare e con la sensazione di essere l'uomo più stupido del mondo, ma quando le cose si calmarono sembrarono arrivati in un luogo diverso, un posto dove riuscivano a essere più affettuosi e meno tesi l'uno con l'altra. Rachel fece il caffè, trovò qualche vecchio biscotto alla crema e si sedette con lui al tavolo di cucina.
«Non hai bisogno di un senso. »
«No? A me pare di sì. »
«No. Vedi, ho pensato a te. A come devi essere tosto per fare quello che fai. »
«Cosa? » Per un momento Will fu del tutto disorientato.
«Tosto», « Fare quello che fai »... Queste non erano frasi che venivano usate troppo spesso parlando di lui. Cosa cazzo aveva detto a Rachel che faceva? Che lavorava in miniera? Che
insegnava a giovani delinquenti? Ma poi si ricordò di non aver mai raccontato a Rachel alcuna bugia, e il suo disorientamento assunse un aspetto diverso. «Che cosa faccio? »
«Niente. »
Questo era appunto ciò che Will pensava di fare. « Quindi com'è che devo essere tosto per fare questo? »
«Perché... la maggior parte di noi pensa che il senso abbia a che fare col lavoro, o i figli, o la famiglia, o cose del genere. Ma tu non hai nessuna di queste cose. Tra te e la disperazione
non c'è niente, eppure non sembri una persona molto disperata. »
« Sono troppo stupido. »
«Non sei stupido. Quindi com'è che non metti mai la testa nel forno?»


E poi, lo sfoglia lei, mentre sto ancora sghignazzando.
"Leggi qua" dice:


«Questa è la goccia che fa traboccare il vaso, però» disse Katrina.
« Idem. »
« Almeno fino alla prossima goccia. »
Risero entrambe, ma era vero, pensò Will. Ci sarebbe sempre stata un'altra ultima goccia. Ellie stava uccidendo Katrina, e Marcus stava uccidendo Fiona, e avrebbero continuato per anni e anni a ucciderle. Loro erano le Morte Viventi. Non riuscivano a vivere, non come si deve, e non riuscivano a morire;

"Sono d'accordo a pieno!!!I rapporti a due sono lentamente depauperanti: ti succhiano forza, energia, tempo...bene o male ci riducono a delle morte viventi! Gli uomini veramente bravi, mossi da pietà, almeno t'uccidono!"

"Eeeehm...in realtà si sta parlando del rapporto madre-figlio, non uomo-donna!!!"

"Opssss!!!"

sabato 5 settembre 2009

consiglio cinematografico

faccio pubblicità ad un film appena uscito per fare un favore ad una mia amica (il regista è suo cugino), e anche perchè credo ne valga davvero la pena =)
http://www.mymovies.it/film/2009/lamoreebasta/trailer/

venerdì 4 settembre 2009




"...Ulrike e Maggie erano invece due “galline da brodo”. L’estate scorsa avevo fatto un salto al mercato di Alessandria, e lì c’era una bancarella con tante gabbie strettissime piene di galline. Su una di queste c’era scritto “Galline da brodo, 1 anno, 1,60 euro l’una”.

Credevo di non vedere bene. Le galline da brodo provengono dalle fabbriche delle uova, dove, dopo un anno o due, non rendono più abbastanza e sono buone solo per essere bollite. Non potevo prenderle tutte, ne ho scelte due. Il venditore le ha afferrate nel solito modo rozzo e le ha messe in una scatola. Me le sono portate a casa. Ho aperto la scatola in mezzo al pollaio..., e non ci sono voluti nemmeno due minuti perché Maggie ed Ulrike capissero che qualcosa di fondamentale era cambiato nella loro vita. Si sono immediatamente scrollate di dosso tutto il pesante passato.

Tutto era buono, tutto era, per loro, bello: il sole, la pioggia, tutto, specialmente il gallo... Sono state, finché sono vissute, le galline può gioiose ed allegre che ho avuto. Erano curiose e avevano “una marcia in più” delle altre. Non davano nulla per scontato, sapevano cosa vuol dire vivere. Alla prima pioggia, affascinate dall’evento inusuale per loro, sono rimaste fuori a bagnarsi fino all’osso. Allegre come bambini.

Anche il gallo sapeva che erano diverse, era incantato dal loro carattere affettuoso, intraprendente e avventuroso. Scappare dal recinto per mettere sottosopra le aiuole e sradicare il praticello era il loro passatempo preferito. Erano fiduciose e il loro amore era puro. Non so che motivo avessero di amare gli umani. Sono vissute con me per un anno e sono morte a causa di un uovo che, avendo il guscio troppo sottile (come sempre accade alle ovaiole), si è rotto prima di essere espulso e le ha infettate, io amo tutte le mie galline, ma queste due sono, nel mio ricordo, speciali..."



Tutti abbiamo un'anima,
tutti abbiamo diritto alla vita.
La vita non è una merce.
Tutti abbiamo il dovere di guardare un pò più in là del nostro piatto.
Io non so spiegare cosa gli animali possono dare, io ci lavoro con loro, per salvarli, per aiutarli, ma sono coinvinta che sotto sotto siano loro che stanno salvando me...