martedì 22 febbraio 2011

Lacrime

Sono le 20h30 e sono lì che lavo i piatti e non mi accorgo che squilla il telefono, per via della suoneria silenziosa. Poi tra una insaponata e l'altra voltandomi noto il lampeggiare blu del cellulare. Vado per rispondere.... non faccio in tempo. Già due chiamate perse da mio cugino... "se è importante richiama!", non ho tanta voglia di sentirlo. Finisco di lavare i piatti ed ecco che il cellulare riparte, questa volta rispondo. E' di nuovo mio cugino.

Alle sue parole piombo in uno stato di incredulità e modesta tristezza: il fratello di un mio amico è deceduto a Roma in un incidente con il motorino. Mi terorrizza dicendomi che il mio amico era con lui che l'hanno trasportato all'ospedale, ma non ha niente.

Sono proccupata e addolarata.

Stamane cerco con google qualche notizia. Qualche frammento. Inizio ad avere gli occhi lucidi. Trovo il suo profilo my space.
Leggo la sua biografia. Finalmente piango. Per il dolore. Per la paura. Perchè aveva solo 29 anni compiuti 4 mesi fa. Perché lui era un tipo simpatico, divertente, pieno di vita che amava la musica e lo sport. Bello.
Non lo conoscevo bene. Molte cose le ho apprese da my space, altre erano solo dimenticate. Ora non riesco a togliermi dalla mente la sua voce, il suo modo si scherzare, i suoi occhi azzurri, quei pochi momenti che abbiamo condiviso.

Poi il gazzettino del mio paesello, finalmente dà i dettagli sull'inicidente. Il mio amico non era con lui, suo fratello era da solo. Ma è stato lui che è dovuto correre all'obitorio.

Soprattutto non ho la forza di sentire il mio amico, che dovrà seppellire un fratello e andare avanti.
Vorrei poter comunicare con lui, ma non trovo la strada.
Il telegramma è per i conoscenti. Suo fratello era un conoscente.
Il mio amico si merita più di un telegramma.
Gli telefono? Non sono tra i suoi amici più cari. Siamo vecchi amici che quando si vedono si salutano si scambiano battute e cortesie e se hanno molto tempo prendono un caffè al più.
Gli scriverò una lettera quando mi sentirò pronta.

lunedì 21 febbraio 2011

nella tana del lupo...


Come Cappuccetto Rosso mi avventuravo guardinga per le strade che conducevano al luogo dell'incontro. Sembrava già campagna, eppure non mi ero allontanata molto.
Anche se mi avevano informata all'ultimo, ero riuscita ad organizzarmi. Il cestino pesava parecchio, ma ero quasi arrivata. Tutto quel che mi restava da fare era svoltare lungo il sentiero, senza guardare giù dal burrone alla mia destra.
Avrei potuto rischiare di perdere l'equilibrio.
Raggiunsi la casetta; era un posto piccolo, carino ed accogliente, con foto di viaggi alle pareti e un angolo per i giocattoli e i vecchi libri, non troppo distante dalla cucina, da cui provenivano suoni e profumi familiari, pur non essendo mai stata lì.
Stava aspettando solo me, a quanto pare. La tavolata era quasi al completo, aveva tenuto ancora un posto, accanto al suo.
Mi liberai con fatica del pesante fardello e della mantella rossa, al tavolo erano tutti presi dalle chiacchiere. Mi sedetti e mi presentai ai miei vicini. Di fronte a me sedeva la nonna. Sorrise.
Mentre mangiavamo, ad un certo punto osservò:
"Noto che non mangi la carne." "Si, signora, da oltre un anno."
Guardò il nipote, poi tornò a posare lo sguardo sul mio piatto, e ancora su di me:
"E hai intenzione di non farla mangiare nemmeno ai tuoi figli?"
"...."

(tratto da una storia vera)

domenica 20 febbraio 2011

martedì 8 febbraio 2011

Assioma d'agronomo

La merda c'entra,
sempre.


Un'altra sera a casa
a masticare noia e surgelati
La tv vomita vacui colori,
la luce dei pensieri è spenta
Programmerò il mio umore artificialmente
e scriverò un saggio su come perdere
tempo
senza sprecare nemmeno un minuto.
Vieni a farmi compagnia
fiamma di carta,
perditi
con me nel labirinto di un monolocale
a coltivare il miraggio di stare
con i piedi per terra
sopra il pavimento
di un quinto piano condominiale


E non so come ma arriverò puntuale.


Mi manca un kilo di pace integrale
e due etti di comprensione
e un cartone d' amore a lunga conservazione
non rimane che fare la spesa,
continuare a pagare
per quello che voglio
e quello che non ho ancora


E non so dove ma arriverò puntuale


Oh che vasta scelta
mi si presenta
che sceglierò
ma voglio di più
per riempir la cesta
che sceglierò
vorrei essere io
una volta
scelto


"Sai di vivere una vita che è contronatura,
dove un giorno è per la notte
dove la paura va scacciata via in un attimo,
in un gesto attento di quell'anima un pò scura che ti
porti dentro.
O forse è naturale inseguire il destino,
perder l'innocenza per sentirsi bambino
e dalle facce appese alle circostanze fai uun sorriso beffardo e non ti accorgi neanche"

"...Di spalle
o col viso rivolto
alla mia ermetica gravità,

so di aver Dio dentro,
ma non è nient'altro che un piacevole stupro,

un fulmine,
un fulmine dentro la schiena!"







La lavatrice del PD

Enrico Letta: "Fini tra i possibili alleati".
Sorge spontanea una domanda: come classificare il PD allora?

SINISTRA? per alcuni sembra un insulto... rinnegare il proprio passato è di moda: basta con i vecchi capi! ormai il rosso è superato, demodè, lo usa soltanto più Valentino!

CENTRO-SINISTRA? effettivamente dopo tanti lavaggi i capi perdono il loro colore originale e ci ritroviamo con del rosso pastello... praticamente rosa! per quanti sforzi faccia però non sembra ancora pronto per sostenere il rosa, che tra l'altro secondo alcuni è un colore che sbatte...

CENTRO? qualcuno deve aver sbagliato candeggio, ma nessuno confessa il reato che ha trasformato il rosa in... bianco! come il colore della vecchia DC... quindi vintage, e il vintage è semplicemente divino!

CENTRO-DESTRA? ops! il bianco sporco dopo il lavaggio è diventato... grigio! Si vede che c'era un calzino nero sfuggito tra le lenzuola e non hanno usato il salvacolore...

Caro PD, quando si hanno crisi di identità e di guardaroba la cosa migliore da fare è riflettere su se stessi ponendosi delle domande, osservare attentamente i propri difetti, capire come cambiarli, quindi stilare una strategia programmatica e infine sostituire i capi difettosi con dei nuovi che siano però adeguati e con un certo stile.

Ecco la soluzione, non certo un mischione!
Lo sanno tutti che bisogna separare gli scuri dai colorati e dai bianchi!

lunedì 7 febbraio 2011

(Fossati - Lamberti Bocconi)



L'Accusa:

Durante gli interrogatori è riuscito
che le imputate
in tempo di luna al primo quarto
hanno rinunziato al sacramento
del battesimo
seducendosi l'una per l'altra
a commettere tale mancamento
permettendo per maggiore dannazione
delle loro anime
di essere ribattezzate
con una nuova infusione d'acqua
sopra il capo
essendosi sottoposte a tal legame
di obbedienza
al Nemico del genere umano.

Che in tempo di luna piena
a ore comode, ai malfatti propizie
erano portate in aria
invisibilmente
in maledetti congressi
dove venivano compiute
diversità e quantità di incantagioni, sortilegi
giochi bestiali ed ereticali.

Che in luna di ultimo quarto
hanno esse confessato le violenze
i venefici, i danni infiniti
le infermità incurabili
alle persone, agli animali.

In luna nuova di settembre
la distruzione dei raccolti
nelle campagne
mediante la sollevazione
di venti e tempi
impetuosi.

Dialogo fra l'inquisitore e un'imputata:


Ma tu chi sei
cos'hai perché non parli
non argenti di stelle
questo scialbo mattino
non sei tu stessa
a incasellarli
gli astri lucenti
nel grande albo del cielo
o sei anche tu una figurina
senza potere
se non nelle notti
di ferire i viandanti
come spina.

Ahi signore
se potesse tutto il male
che mi consuma
mutare la spada tua
in un giro di scale armoniche
ascendenti
o in una strada
che via mi conducesse.
Ma non vale niente che io faccia
che resista o che cada
tu non capisci
è questo il grande lutto
che oscura le mie vesti
ma voglio dirti la verità
dal lato brutto a cui non si rimedia
tu non capisci
è questo il grande male
io non ti amo
è questa la tragedia.



La sentenza:

Visto il processo
coi testimoni esaminati
dove manifestamente si comprova
il corpo dei diversi delitti
per essere stati commessi
viste le dottissime difese
per parte delle dette rappresentate
viste finalmente
le cose che devono vedersi
e considerate
quelle che devono essere considerate
avuto il parere decisivo
dei molti illustri e chiari signori
commissari di questa giurisdizione
affinché non abbiano a gloriarsi
delle loro pessime opere
ad esempio di altri
in via definitiva
sentenziamo e condanniamo.



Il 14 aprile 1647, nel luogo designato
davanti ai contadini obbligati ad assistere al supplizio
vengono decapitate:
Lucia Caveden,

Domenica,Isabetta e Polonia Graziadei,
Caterina Baroni,

Ginevra Chemola

e Valentina Andrei


i corpi sono bruciati,

i resti seppelliti alle Giarre in terra maledetta.
I beni delle donne confiscati.





mercoledì 2 febbraio 2011

maaaa...zurka?

Donne! è arrivato l'arrotino!
Che fate questo sabato sera?
Se non avete programmi, ci vediamo alle 23.30
in Galleria San Federico.
Con quel che vorreste trovare
e una gonna lunga...

martedì 1 febbraio 2011

la stampella

ancora tentenni
sulle gambe malferme,
dopo l'incidente.
senti che puoi,
provi un passo.
un altro,
l'equilibrio si perde,
ti sbilanci in avanti.
pensavi di poterne
fare a meno da subito,
forse però ti serve ancora
la stampella.