venerdì 30 novembre 2007

FARMER JOHN

Ecco qui una chicca reperita dal web... Sarebbe carino riunirsi e vedere questo film che sembra davvero interessante! Io sto provando a recuperarlo da Internet, ma se qualcuno avesse contatti con CinemAmbiente, se riuscissero a farci avere l'originale, io lo compro!
Un baset e un strucon



Fuori dal Massimo, nel clima internazionale di questi giorni, tra cassonetti della raccolta differenziata sistemati davanti al cinema come monumenti alla Dea Ecologia, si aggira un individuo bizzaro, con una sciarpa pelosa di piumette colorate svolazzanti..

I suoi occhi mi sorridono, si avvicina e mi rivolge la parola.

Subito non capisco, parla veloce, in americano; mi sforzo di seguire prima che le brevi e rapide parole finiscano. Colgo e traduco mentalmente solo il termine della sua frase: lo fisso, vedo che mi tende una cartolina.

Mi spiega che è la locandina di un film su di lui e che lo stanno per proiettare in sala.

In testa all’immagine leggo il titolo scritto in caratteri gialli, solari; ci metto un po’ a realizzare che è proprio il documentario che ho scelto di vedere stasera.

Non ho ancora ben realizzato che ne è il protagonista, che è l’artista di cui ho letto nella micropresentazione che c’è sul programma della rassegna:

“Il racconto epico di John Paterson, anticonformista contadino del Midwest americano. Dopo la morte del padre, negli anni Sessanta, John trasforma la tradizionale fattoria di famiglia in un esperimento d’arte e agricoltura.”

Man mano che guardo il film, nel buio gremito di spettatori, capisco.

E’ lui il motore di tutta la luce che questo documentario emana. E’in sala, seduto una fila dopo la mia. Lo riconosco dalla sagoma, dal suo andare e venire dal posto che ha scelto per sedersi. Si alza, esce, rientra, ride prima che alcune delle scene siano comprese da tutti, sorride con la voce, conoscendo già ciò che sta per succedere nel film.

La sua storia è quella di un amore vero, da seguire, da curare, da coltivare. E’ l’amore per la terra e per i ricordi che ogni zolla porta con se’.

John è un viaggiatore nostalgico e irrequieto, quando fugge lontano dalla sua fattoria è solo per risentire- ogni volta- la spinta interiore del ritorno. Ritorno alle volte massacrante.

John è un artista: il che non significa solo aver fondato nel Settanta una comune; non significa solo produrre oggetti con materiale di recupero, fare teatro o cinema.

Il suo progetto attuale è sbalorditivo, le immmagini di persone di tutto il mondo che si recano alla fattoria di John parlano da sole.

John è un artista della Vita, della Natura, dell’esplosione solare che lo porta di volta in volta a recuperare sentimenti profondi. Come se dal suo buio non potesse che nascere sempre un luccichio.

Penso sia il documentario vittorioso.

Lo spero e aspetto le parole che mi permettano di raccontare a tutti la vita di un uomo con le antenne.

Chiara

mercoledì 28 novembre 2007

Vi siete mai sentite sole?
S O L E
E basta.
Pensare a qualsiasi cosa e pensare che non hai il tempo per farla. Non avere il tempo materiale di tirare su la cornetta e di sentire i tuoi amici, che comunque da tempo hanno smesso di chiamarti. Sentirti sola a combattere, con qualsiasi tempo, con qualsiasi mezzo. Dover difendere con le unghie e il sangue le tue idee e i tuoi progetti giorno dopo giorno contro chiunque ti si pari davanti perchè per tutti, indistintamente, stai facendo la cosa sbagliata, anche se correggi il tiro e aggiusti e ricominci da capo e butti via tutto mille e mille e mille e mille volte. Sentirti solo e sempre disprezzata, isolata, sola.
Sola. Irrimediabilmente.
"Colpa tua, è stata una tua scelta, sapevi che sarebbe stata dura."
Sapevo che sarebbe stata dura, cazzo. Lo sapevo. Ero pronta a tutto. Sono pronta a tutto. Ma non ad essere sempre da sola.
Ho smesso di cercare di difendermi. Ho smesso di far sapere alle persone che ho intorno quello che mi passa per la testa. Annuisco e sto zitta, prima o poi smetteranno. Ho teso la mano a tante persone che credevo amiche, solo per sentirmi rispondere che è stata una mia scelta e devo farcela da sola. "Non capisco a cosa ti serve una cosa inutile come il master... se avessi fatto la specialistica, invece..." "Ma devi proprio perdere la vita appresso ai sordi? E' una cosa inutile, dove vuoi che ti porti?" "Non capisco perchè spendi tanti soldi per quel corso di LIS..." "Ma alla fine 'sto servizio civile a cosa ti serve?" "Ecco, vedi, hai mille idee e alla fine non ne porti a compimento neanche una. Sei incostante..." "Quando scoprirai che ho ragione non venire poi a piangere da me..."
Oh, sapete una cosa? Avete rotto.
ANDATE TUTTI A DARE VIA IL CULO
Stressate qualcun altro con le vostre paranoie. Io ho chiuso. D'ora in avanti non sprecherò più parole. Sorelle streghe, è stato un piacere e un onore, tornerò su queste pagine e alle vostre vite quando le acque si saranno calmate. Da adesso in poi devo andare avanti da sola.

lunedì 26 novembre 2007

Beata anche tra le capre


E ci voleva proprio, ma davvero.
Fuggire.
Dalla città.
Dall'asfalto, dal cemento.
Dalla puzza di Torino.
Ma per andare dove?
TRA LE CAPRE

Sarà la deformazione professionale, ma io tra le bestie sto bene.
Partiamo dopo lauto pranzo sulla mitica punto rossa di Sere che fa rumori che scoraggerebbero il più impavido dei piloti, e ha il bagagliaio che non si chiude bene.
Ma non è tutto...

Parcheggio di corso Regina.
Brain storming.
Quattroi giovani promettenti cercano di capire come riappendere uno specchietto.
Ebbene, la punto ha persino perso lo specchietto retrovisore....concordiamo che non dovrebbe essere legale viaggiare senza e ci applichiamo per trovare una soluzione.
Fonzy sacrifica un laccio della scarpa, ma lo specchietto dondolante dà ancora più nell'occhio di uno specchietto che non c'è.
Decidiamo di viaggiare senza, e un pò per prudenza, un pò per risparmiare ci dirigiamo in valle d'Aosta in statale.
Care amiche non fatelo.
MAI!!!!
E' la statale più lunga del mondo!tutta una rotonda, una nausea infinita!
Ma la sfiga non termina qui, arrivati a Montalto ...coda.....lunghissima
Martino comincia a delirare su dei cartelli gialli e una deviazione, ma conoscendo il pollo seguiamo la strada sull'Atlante.
Ahimè la n0stra Cassandra!!!!
Avremmo dovuto darle ascolto!!!
E invece ci infiliamo dritti dritti nel cuore della SAGRA DEL CAVOLO VERZA, che ci ha inghiottiti per almeno mezz'ora.
Ora d'arrivo prevista 15.
Ora d'arrivo effettiva 17.

Felice ci accoglie sghignazzando pensando di sicuro "cittadini questi..."(ovviamente in patuà valdostano)
Sani salvi un pò provati dalla sagra del cavolo, arriviamo appena in tempo per goderci un magnifico tramonto tra le montagne e la neve!!
La neve
La mia prima neve di questa stagione!!!

Respiro il freddo, sento mucose che ti si seccano.
Il freddo che non arriva mai a Torino.
Il mio primo vero freddo di questa stagione!!!

Felice cerca di rinfocillarci subito
"Bianco o Rosso?" chiede
Sere "ehm...io devo guidare..." coscienziosa, già abbiamo almeno 12 buoni motivi per farci sequestrare il mezzo...
Felice"non so se ho analcolici..."

E si parla di allevamenti di capre, di come si fa il formaggio, delle leggi e i finanziamenti della valle d'aosta, e si va a vedere la capre.



Belle, fiere , dispettose, puzzolenti, scaltre....che bestie! Felice le alleva solo per portarle ai combattimenti. Il becco ha delle corna enormi. Nella stalla ventiquattro ore su ventiquatro va radio zeta a manetta "così si abituano per i combattimenti, lì c'è sempre fracasso"
In mezzo ai capretti c'è Pagnotta, una saannen gravida.
E' lei.
La nostra.
Alessia ci spiega che quella razza non le piace perchè sì son buone da latte, ma son stupide!
Non capiscono!Invece le camosciate (la varietà Valdostana, quella col manto nero) son sveglie intelligenti.
Pagnotta è tranquilla, acorne, ha una curiosa area pelata sulla testa che ,Felice ci spiega, è dovuta al fatto che i capretti la prendono a testate.
E' incinta, dovrebbe.

La prendiamo e consci del fatto che se per caso ci fermano ci fanno un culo.....sequestrano macchina, capra, patenti ecc....la carichiamo sul bagagliaio.
Felice cerca di propinarci anche il gatto e il cane, ma per il momento va ben così.

Ci salutiamo, con la promessa di tornare presto a trovarli, e con una capra e mezza forma di fontina ci dirigliamo nella bassa padana.

Pagnotta all'inizio è un pò inquieta, ma capisce che non le sta succedendo niente, si accuccia, le mettiamo una coperta sopra (non si sa mai, un pò per coprire il pungente odore caprino, un pò perchè se ci fermano forse non la vedono....forse, ma di sicuro la sentono!)
E stavolta autostrada!!!!

Arriviamo alla stalla di Sere, scendiamo e Pagnotta fa 12 litri di pipì che si è tenuta per quasi tutto il viaggio....
la lasciamo coi bocin, le vacche, i maiali, i cani e gli altri 2 capretti (Montagna e Iuccio...)

Salvato capra e cavoli???

sabato 24 novembre 2007

Ho sentito .G!!!!!

Cioè avete capito l'ho proprio sentita!
Lei proprio lei, la nostra emigrata cinesofila!!!
In spirito ma soprattutto, in VOCE direttamente dalla grande muraglia!!!!
Telefonata intercontinentale!
Cosa mi ha detto?
Beh che stà bene si sentiva!
Mi ha chiesto preoccupata come andava a me
(io vorrei sapere chi è che porta l'eco distorto dei casini nostrani più o meno gravi fin là, qualche sospetto cè l'ho....Devi?!???...comunque anche questo stesso blog forse non nè è del tutto estraneo...
.G fregatene delle notizie di quà, non ti preoccupare!!!Ti racconteremo poi tutto con calma quando torni...)
Altro:
E' bruciata la mensa universitaria di Pechino!!!!;
Fà freddo;
I famosi guerrieri di terracotta visti dal vero non sono granchè, ma la città che li ospita è bellissima;
Il cappuccino è molto apprezzato e diffuso in Cina ma ovviamente è una ciofeca dal punto di vista di ogni italiano degno di tale nome.
e poi?
e poi basta è ccccaduta la linea!
Ciao Giuly!!arrrisentirci!

martedì 20 novembre 2007

Tu

Mentre stai chiudendo gli occhi
mentre scavi dentro te
e il rumore si dissolve
senza farsi attendere
senza farsi vincere
ti sfioro con le dita
e voglio che sia tu ad addormentarti
lasciando che il sonno ti liberi

Tu soltanto tu
chiudi gli occhi con i miei
Tu soltanto tu
senza paure
Tu soltanto tu
rallenti il tuo battito con me
Tu soltanto tu
dormi e poi sognami

Mi sveglio con te
vivendo e volendo ogni giorno di più
senza più limiti
non fermarti non bruciarmi
non c'è motivo sai
per mettere in dubbio ciò che hai

Tu soltanto tu
chiudi gli occhi con i miei
Tu soltanto tu
senza paure
Tu soltanto tu
rallenti il tuo battito con me
Tu soltanto tu
dormi e poi sognami

Mentre stai chiudendo gli occhi
mentre scavi dentro te
e il rumore si dissolve
senza farsi attendere
senza farsi vincere
ti sfioro con le dita...
E' meglio lasciarsi avvolgere

Tu soltanto tu
chiudi gli occhi con i miei
Tu soltanto tu
senza paure
Tu soltanto tu
rallenti il tuo battito con me
Tu soltanto tu
dormi e poi sognami

lunedì 19 novembre 2007

Se la natura potesse parlare

Invidia del pene??NO della Cina!

Ciao
E' da un pò che non ci si sente vero?

Beh, ho sognato che tutti andavamo a prendere .G in Cina.
La Cina è bella, ma non c'è nemmeno un cinese, solo zebre che fanno la cacca in riva al mare...(d'altronde nei sogni dei veterinari c'è sempre una connotazione animalesca,nei miei la cacca)

Ah sapete poi come ci si arriva???Ma con le scale mobili, ovvio, e poi in Cina è sempre tramonto.
Bello, davvero bello....Ci torniamo?

sabato 17 novembre 2007

Quando l'alluvione ti travolge...

...e come se non bastasse il rubinetto perde e la vicina sbaglia mira e innaffia te invece dei gerani e se esci trovi pure qualcuno pronto a tirarti i gavettoni....





FATTI UN BAGNO!
...l'acqua tanto non ti manca.

venerdì 9 novembre 2007

Gelo e disgelo










Stamattina ho aperto gli occhi e c’era la neve
Neve sui secchi abeti dell’ospedale
E ho pensato: beh anche loro invecchiano
Anche loro provano il morso di questo inverno
Come me, albero disseccato disteso in un letto
Con la flebo in un ramo e una chioma incolta di foglie
E non importa, alberi miei, se voi avrete la primavera
E io forse no.
Vi auguro sole e scoiattoli
E vi ringrazio perché avete voluto assomigliarmi
Fred stanotte è venuto a tenermi compagnia
Mi leggeva Melville e le sue poesie di guerra
Poesia e diarrea mi accompagnano spesso la notte
E ho imparato che nessuna può niente contro l’altra
Se la poesia mi incanta, la diarrea grida: basta
E chiede giustamente un attimo di attenzione
Ma all’uscita del bagno la poesia aspetta
E dice: ora ascolta anche la tua anima
Ho letto un fascicolo di Wildlife sugli orsi
Di come è dura la loro vita, al polo
Bianchi e terribili ma anche loro si ammalano
E muoiono e spesso non hanno da mangiare
E mi sono sentito come un vecchio orso
Sperduto nel polo di questi bianchi corridoi
E se un giorno arriverò a vedere il disgelo
Mi metterò in cammino verso nord
Andrò a pescare col mio amico Fred l’orso bruno
Da due mesi sto in ospedale, non so se ne uscirò
Ma forse quando uscirò non ci sarà più la neve
Saluterò gli alberi e dirò: tenete duro ragazzi
Anch’io tengo duro e Fred, e gli orsi
Lontano da qui, dove non arriva la metropolitana
E il vento gelido urla e non c’è riparo
Un po’ come andar contro ai dati delle analisi
Ma l’orso si alza scrolla la neve e riparte
Verso qualche miraggio o tana o nuova avventura
Perché vedete, se la vita diventa più corta
C’entra più vita dentro, ed è come se un ramo
Si riempisse di linfa, o un torrente si gonfiasse d’acqua
Non puoi dirgli che l’inverno incombe o il mare è vicino
Scorrerà forte, in un incredibile infanzia
Così siamo per metà decrepiti e per metà bambini
E un po’ poesia e un po’ diarrea
Un po’ vecchi alberi, e orsi, e numeri in una corsia
In un punto del Polo nord chiamato Montreal
E a te, proprio a te che affretti il passo
Davanti alla bianca scogliera dell’ospedale
Quasi temessi l’onda o il vento della malattia
Vorrei dirti: fermati, non aver paura
Bevi un caffè alla mia salute, compra un rivista di orsi
E non preoccuparti della piccole vendette e dei privilegi
Un giorno sarai davanti al bianco della tua anima
Davanti al ghiaccio e alla solitudine
Sii pronto a ridere, almeno una volta