venerdì 29 maggio 2009

domanda dal '68

Bend it like?
Sognando?


Quando ero solo un due.

"Per noi due stretti di fianco la ressa dei compagni, la confusione dell'osteria gremita era uguale a una nicchia di bosco, in cui stare invisibili, appartati. Ci parlavamo a due centimetri tra bocca e faccia, ogni parola era un mezzo bacio, arrivava all'altro con il gusto d'insalata, di minestra. Se ci scappava un bacio era per concludere un discorso. Un'allegria serissima sviluppava l'amore. Era leale, senza sforzo di fare bella figura, senza scuse né grazie e altre partite doppie. E se finiva te lo sbatteva in faccia che finiva, che uno dei due passava via e niente questionari, come mai, perché, com'è successo, ma tu m'avevi detto, scritto, fatto: niente, perché il mondo scoppiava di rivolte da seguire e tu con le tue coronarie costipate eri da schiaffi prima che da ridere. Giusto, ma intanto non mi era capitato ancora e non lo sapevo com'era il guasto della sua mancanza. La ragazza passava via da me e uno schifo di dolore mi pigliava, ero rincitrullito a indolenzirmi tanto, a lacrimare dietro i pugni stretti. Uno che sceglie di stare con la moltitudine, può mai farsi azzoppare dalla perdita di intimità con una persona sola? Non gli basta fare coppia con i molti? La sorpresa di non sedermi accanto, di sedermi e basta, di parlare agli altri e non guardarla mentre mi ascoltava, la sorpresa di parlare e basta, e tutto il resto del dafarsi senza una sua parola, il dafarsi e basta, mi faceva sbandare, la sorpresa. La solitudine che fa i peggiori agguati nella gioventù, l'avevo contrastata con lei o con la comunità dei molti arrabbiati di giustizia? Allora non lo sapevo e oggi non lo so più, ma ci dev'essere stata un'ora mia per conoscere di cosa era fatto il rovescio delle solitudini, il contrario di uno."





Provando a essere il contrario di uno.


"Siamo venuti per questo, ci mettiamo impegno e lo passiamo. Siamo a metà parete, sotto lo strapiombo che chiamano schiena di mulo. La nuvola è fitta, non sappiamo che tempo sta facendo fuori di lei. Ci guardiamo: usciamo. In gergo vuol dire: in vetta, si va dritti, si prosegue la scalata. Ci affidiamo alla tenuta della nostra nuvola che non si disfi in pioggia e bagni roccia e corda.

Siamo due: in parete è molto più del doppio di uno. Attacco le vertebre basse della schiena di mulo, sbuffo su prese viscide, metto corda in tutto quello che offre la via, anche un cuneo di legno che è lì da cinquant'anni. Supero la difficoltà, lei segue, in crescita di agilità. Fuori dalla sezione dei tetti ha più sicurezza. Mi raggiunge. Siamo in un camino spaccato che non mostra fine, dritto e stretto. Mi tiro su scansando la sua testa, il nostro due si distacca di nuovo a dipanare una bava di corda tra noi: siamo un'unica bestia che s'infila, si ritrae, s'attorciglia intorno a un ancoraggio e poi si sfila verso l'alto. In cima al camino lei perde un appoggio, scivola di piede, s'aggrappa con uno strappo di nervi, le scappa di dire: "tieni," certo che tengo stretto, ma non serve, neanche stavolta s'appende alla corda, recupera invece da sola.


...


Andiamo dritti sopra, dove la parete s'inclina e la linea di salita è meno evidente. La nuvola insacca il pilastro, andiamo un po' a tentoni, trovo qualche traccia, consumo tutto il tratto di corda che ci separa, cinquanta metri, mi accorgo che non me ne può più allungare, mi fermo a uno spuntone. Il sacco della nuvola perde una pioggerella che stuzzica gli occhi, vedo il suo punto rosso che arriva luccicante risalendo dal fondo grigio di vapore e pietra. Ci guardiamo le facce gocciolose. Siamo quasi fuori, anche se non si vede la cima. Siamo due, il contrario di uno e della sua solitudine sufficiente.

La corda s'ammucchia sopra i piedi, lei si avvicina e io le guardo il nodo stretto in vita. Non per controllare se è a posto, ma per affetto verso un'alleanza di corda. "Che stai guardando?" dice la sua voce. "Guardavo il tuo nodo." Se lo controlla: "È a posto, no? Si può sapere a che pensi?"."Al numero due," rispondo.


Tutti i nostri passi hanno seguito un desiderio. Per esaudirlo abbiamo dovuto metterci i piedi sopra e calpestarlo."


Erri.

martedì 26 maggio 2009

Negozio Leggero

"Negozio leggero" è il primo a Torino, in via Napione 27 (vicino a Imladris), che vende detergenti e detersivi, vino, alimentari non deperibili (dalla pasta ai legumi e alle caramelle), cosmetici, prodotti per la cura del corpo: tutto rigorosamente sfuso, qualcosa anche a chilometri zero come vino e alcuni detersivi.
Si arriva con la bottiglia (la prima volta si acquista, se non la si possiede già) e la si riempie.
I prezzi.
I detersivi, innanzitutto. Ce ne sono di quattro tipi. Il “primo prezzo” (piatti 0,55 euro; bucato 0,80; ammorbidente 0,45; pavimenti 1). Gli “Ecogoccia” a basso impatto ambientale sono un po’ più cari (al massimo 1,30 il detersivo da bucato); con qualche centesimo in più c’è la versione a basso impatto ambientale e con olio di canapa, che funge da emolliente: arriva a un massimo di 1,45 al litro.

I prezzi dei detersivi “a chilometri zero”: piatti 1,10 euro; bucato 2,30; ammorbidente 1,10; multiuso (per pavimenti, ad esempio) 0,90.

Qualche esempio dei prezzi degli alimentari. Vastissimo l’assortimento di legumi secchi, tutti attorno ai 20 centesimi l’etto: fagioli, soia, lenticchie, ceci, piselli spezzati… Diverse varietà di caramelle morbide, da 0,92 a 1,85 l’etto; pasta e pastina in vari formati, 1,40 al chilo.

Ci sono vini Doc (ad esempio il Nebbiolo delle Langhe, 3,50 euro al litro) e non: con 1,90 si porta a casa un Barbera del Piemonte da tavola. Il prezzo più alto che ho visto è quello dell’Arneis-Favorita, 3,60.


venerdì 22 maggio 2009

Il nostro esercito

















Verbale del sabba...



«Abbiate il coraggio di amare il vostro corpo. Smettete di aggiustarlo. Non è mai stato rotto»





Il nostro corpo è portatore delle storie
Del mondo
Della terra
Della madre.
Il nostro corpo è la madre.
Il nostro corpo è la nostra casa.
Piangiamo qui.
Ci siamo trovate.
Siamo donne.
Siamo troppo.
Siamo vuote.
Siamo piene.
Viviamo in un corpo giusto.
Viviamo nel corpo giusto.
Corpo giusto. Corpo giusto. Corpo giusto.




"
Immagini, immagini, e poi ancora immagini. Sui manifesti pubblicitari, sulle prime pagine dei giornali, negli spot televisivi, nei trailers cinematografici. Corpi, corpi e poi ancora corpi. Corpi di donna. Corpi filmati, corpi fotografati, corpi velati,corpi svelati, corpi suggeriti, corpi intravisti, corpi sfiorati, corpi toccati,corpi in vetrina. Ma soprattutto corpi perfetti. Assolutamente ed artificiosamente perfetti perché altrimenti mai e poi mai potrebbero essere svelati suggeriti intravisti sfiorati toccati , mai e poi mai potrebbero essere in vetrina piuttosto che filmati piuttosto che fotografati. Corpi che se non fossero perfetti mai e poi mai potrebbero apparire. Mai e poi mai potrebbero risultare vincenti in un tessuto sociale che ama e premia i vittoriosi vessando gli sconfitti. Tutto ciò costruisce in ogni donna il desiderio di avere un corpo “giusto”. Desiderio che nasce esiste e mai muore al di là di qualunque arbitrio, perché tenuto costantemente in vita da un martellamento mediatico che suggerisce/ impone un corpo senza rughe , senza cellulite, senza pancia, con seni vigorosi, labbra carnose, fianchi invisibili. Bisogna essere perfetti. Anzi giusti come “Il corpo giusto” che ispira la piece. Mi piacerebbe che “Volevo diventare Brava !” diventasse una fotografia in cui identificarsi per tutte quelle donne e non(anche i maschi sono sempre più spesso costretti a vergognarsi di “maniglie dell’amore” che fanno capolino sulla cintura dei pantaloni) che hanno in cima ai propri pensieri l’emulazione di modelle perfette perché possano intravedere nel percorso della protagonista la possibilità di rinunciare a quel desiderio semplicemente perché tuttaltro che necessario. Perché, come ci insegnavano quando eravamo bambini, “piccolina, l’unica cosa importante nella vita è che tu diventi brava!”.

La violenza è un fatto quotidianamente accettato che lei, insieme al movimento V-Days, contesta con una straordinaria forza rivoluzionaria, chiedendo di sprigionare e liberare l’energia di corpi oppressi in gabbie di pensiero e comportamenti (auto) punitivi.
“Non ho mai capito – ci racconta – come sia possibile non essere femministi. È come essere contro la felicità”. Un principio così elementare che risulta incomprensibile e di cui l’artista newyorkese ha saputo mostrare a tutti la semplicità attraverso racconti di diete e tapis roulant. Eve Ensler ha subito e compreso appieno la banalità del male, quella che si incontra nei processi per crimini contro l’umanità, quella dei padri di famiglia o dei ragazzotti un po’ annoiati che sono diventati torturatori professionisti macchiandosi dei più efferati crimini di guerra, o quella della ragazzina obesa che odia le Stronze Magrissime o della modella che lascia che il suo carnefice-chirurgo la mutili all’infinito per ‘amore’
...

“Non penso – scrive nel suo libro più noto - di essere estremista. Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo ad essere piegato, sterile e domato”. Eve Ensler è una newyorkese con un “corpo politico” che sembra fatto apposta per contraddire i dettami del sogno a stelle e strisce. Pioniera nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili, ama le frasi ad effetto, quelle che stordiscono e fanno pensare, sa entrare nel linguaggio comune e far passare idee di libertà anche sui più insospettabili mezzi di comunicazione. È un’artista straordinaria, una grande comunicatrice ma anche una ‘cattiva ragazza’ determinata, forte, un po’ sfacciata. Il suo nome è associato ai Monologhi della Vagina, un testo letto, recitato e raccontato da migliaia di persone in tutti gli angoli del pianeta. Attrici e personalità di tutto il mondo hanno dato voce ai corpi di cui parla nei suoi scritti e incontrandola non si può fare a meno di immedesimarsi con lei. Eve è una donna normale, libera, che ha subito violenze e si è spesa nel mondo “affinché – ci spiega – altre donne non debbano passare attraverso lo stesso inferno”.


http://www.vday.org/



"Dite ai creatori di immagine, ai venditori di riviste femminili e ai chirurghi plastici che non avete più paura di essere voi stesse. E che quello che più temete è la perdita delle differenze, la morte dell'immaginazione e dell'originalità".
Dobbiamo restituire spessore e morbidezza a questo Mondo così piatto in cui regna l'omologazione. Ricordiamo che c'è stato un tempo in cui la bellezza femminile era associata alla carne, all'abbondanza...Le donne più sexy sono quelle che vivono bene il loro corpo, che lo apprezzano, lo curano come un preziosissimo tesoro, quelle che si sentono a loro agio nella propria pelle...Allora le dimensioni non contano più.




...di ritorno dal Sabba:

AG: c'è un fico dietro l'ascensore!

Devi: ...?

AG: ...fico inteso in quanto albero di fichi...

Devi: ...

Devi: Basta, non c'è giustizia per il regno animale!




ps:

Tipe robuste


Conoscere l'individualità di qualcuno significa in fondo capirne il contesto. Oltre alle caratteristiche botaniche, mediche e aromatiche, le spezie portano con sé molti mondi possibili. Quello in cui viviamo è un mondo di plastica, in cui le spezie possono rappresentare delle "micro oasi di resistenza", che riportano alla normalità, alla dignità al rapporto con la terra con il lavoro di chi le coltiva, alle mani e ai campi sotto il Sole.

giovedì 21 maggio 2009

E che cavolo di pace!!!




Perchè succede.

Si litiga.
Specialmente quando si è nervosette.
E allora c'è chi allenta sempre di più gli ormeggi della realtà.
E chi
non ce la fa a star ferma,
ma anzi, accellera sempre di più,

fino a lasciare indietro gli altri.

Ed è così che i cavoli
queste meravigliose brassicacee
racchiudono tra le loro
avvolgenti foglie
non solo il mistero della nascita dei pupi
ma anche quello della pace
in casa nostra

mercoledì 20 maggio 2009

domenica 17 maggio 2009

ALLORAAAAA!!!
STREGACCE MALNATE!!!

Che non rispondete ai post, alle email, agli sms... e una è in campeggio, e una ha gli esami, e una ha perso la testa e non sa dov'è finita... e io mi riduco a fare telefonate e a mandare sms a raffica alle 22.38 di una domenica sera...

Ma chi me lo fa fare di sbattermi per voi, EEEEHHH????

Come dite? Il fatto che anch'io sono così e sparisco per periodi di tempo eterni senza avvisare? Be', hem... ahem... eeehhh... be'... comunque... non era di questo che si stava parlando, ecco.

E' CONFERMATA LA SERATA LETTERARIA
PER GIOVEDI' SERA.

Per le più distratte ripeto i dati: giovedì 21 maggio,
casa mia (via don Murialdo 24)
ore 21.00.

Commentate almeno questo per dirmi se ci siete! A parte Devi che mi ha risposto ad un sms (Devi stai bene??? Mi preoccupi!), Saxifraga che ha commentato il post precedente e Cardus che si smarca con la scusa dell'esame venerdì ma sa già che la rapiremo perchè... quando mai si studia la sera prima dell'esame???

Le altre si facciamo sentire! Pliss...
Abbiamo
deciso di riprendere anche questa
coltivazione.

Nel pieno dello scorso giugno, ogni stelo si era rafforzato, credendo in se stesso, accomodandosi al sole, al vento, alla pioggia, aveva cominciato ad ondeggiare in ogni direzione, quasi a voler sorprendere quelli che – come me – si soffermavano a guardarlo.

Quel campo di grano duro l’abbiamo voluto davanti casa per noi, per la nostra dignità.

E’ la nostra resistenza a quanti continuano a ripeterci “non siete competitivi”.

Coltivare la terra è la nostra vita, non una gara”.
Sono sott'acqua. Cazzo. Perchè gli esami mi fanno questo effetto? Lotto per mantenere una posizione eretta o vagamente dignitosa, ma l'unico risultato che ottengo è che fluttuo maldestramente a mezz'acqua, cercando di avanzare.
Il cervello è stanco, una mano intorpidita stretta intorno ai caratteri cinesi e alle nozioni di grammatica, così che la percezione della realtà è totalmente falsata, come l'allucinazione di un drogato. "Quando soffri d'insonnia non sei mai realmente sveglio" (Fight Club) Anche adesso guardo fuori dalla finestra, e non vedo montagne o case, ma solo una donna che stende le lenzuola, e mi viene da chiederle, signora, ma si rende conto dell'allucinante effetto cromatico? Stende un lenzuolo arancione con una maglietta verde acido, insomma... Che delirio. Mi stendo un attimo fra i materassi dell'asilo, ma ecco arriva He Yang, adulta in potenza, bimba di due anni nella realtà, che mi guarda intensamente per poi far partire un assolo tenorile che durerà almeno venti minuti. Mi dica Wen Li, lei fa parte di quella fetta di popolazione cinese che crede nella reincarnazione? Sa che sua figlia con ogni probabilità è la reincarnazione di Pavarotti? No, probabilmente non glielo chiederò, mi limiterò a cercare di consolare questa bimba. Qual'è il problema, He Yang? Forse il tuo nome, che significa "Mare di Pace"? Lo so, i genitori non si smentiscono mai nel dare i nomi. Può il destino di una persona venire scritto insieme al nome all'anagrafe? Adolfo il genocida, Benito il dittatore... Può venire scritto ancora prima, come vogliono fare ora certi politici con il cosiddetto "pacchetto sicurezza"?
E il tempo che intanto scorre irregolare, come un orologio arruginito che ogni tanto fa un balzo in avanti, improvviso. Domani è già il 18? Cosa mi chiederà? Una bottiglia di vino, presto, i miei dizionari per una damigiana.. in fondo sono pur sempre inDOvina veritas.. Presente, passato e futuro si accartocciano irregolari davanti ai miei occhi, e ogni tanto mentre cerco di riordinarli un loro frammento mi colpisce, mi striscia sul polpastrello e mi lascia uno di quei graffi da carta, che quasi non si vedono ma che danno un fastidio, cazzo! Guardiamo un pò questi graffi,e diamogli un nome: Siem! ma non potevi venire un pò di più a lezione? Me ne devo andare proprio ora che comincio a conoscerti? "Ce l'hai il ragazzo?" Smorfia:"Io odio i ragazzi! Però mi piace giocare a calcio", e mi sorridi, come a chiedermi se questo ti riscatta almeno un pò! Riscattarti?! Siem, ma mi hai già conquistata dalla prima frase. Aziz, che mi dici sempre che sono TROPPO vecchia, i tuoi pantaloncini scozzesi viola sono atroci quanto quelli dei tuoi coetanei italiani. Sei finalmente uguale ad ogni improduttivo adolescente italiano. Spero che tu sia contento. Ora potresti per favore studiare per dare questo benedetto esame di terza media? So che mi mancheranno questi adolescenti, massa di potenzialità (per lo più inespresse). Basta, è mezzanotte e cinque:domani ho un esame. Speriamo.

sabato 16 maggio 2009

Per un amico


Tranquillo!

per te...

anche baby sitters.

Solo sogno...(??)


Sogno...

Terra

Mia...







Da sgretolare tra le mani
.
Da odorare quando fradicia di pioggia
.
Da impastartici gli occhi dalla felicità
.
Da arare, zappare, seminare, annaffiare
.
Da guardare dalla finestra e commuoverti per tutto quello che la terra da sola sa fare
.
Da spazzolare via da sotto le unghie
.
Da bestemmiarci contro sotto il sole d'estate
.
Da calpestare scalza
.
Solo
Terra
.
Solo
Mia
.
Solo
Nostra
.

venerdì 15 maggio 2009

Chi muore (Ode alla vita)

Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle

che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno

di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore

chi non capovolge il tavolo,

chi e’ infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza

per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette

almeno una volta nella vita

di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente

chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare;

chi passa i giorni a lamentarsi

della propria sfortuna o

della pioggia incessante.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto

prima di iniziarlo,

chi non fa domande

sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde

quando gli chiedono

qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo

di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà

al raggiungimento

di una splendida felicita’.

Martha Medeiros

giovedì 14 maggio 2009

per te

Non ti ho visto piangere.
Mi hanno detto che stai male,
ma con me non parlerai.
Chissà a chi permetti di entrare,
a chi hai permesso di farti male.
Cucciolo d'uomo,
ti affacci al mondo e non so aiutarti.
Non ho nessuna verità da insegnarti,
nessuna saggezza da adulto da trasmetterti.
Da piccoli era più semplice.
Non posso dirti che andrà tutto bene.
So che starai male, ancora ed ancora.
E non ci potrò fare nulla.
A parte, come sempre, tenderti una mano.
E sai che mi troverai lì,
sai che ci sarò.
Ti voglio bene.

RETTIFICA - sabba letterario

ALLORA!

Rettifichiamo: il sabba letterario NON E' convocato martedi' 19, bensi' in una delle due seguenti date alternative: LUNEDI' 18 o GIOVEDI' 21 a casa mia, in via Don Leonardo Murialdo 24, che lo so che è in culo a Giove ma abbiate pazienza (se c'è bisogno ho due posti letto aggiuntivi per chi voglia dormire vicino alla facoltà).

Il sabba non è convocato martedi' 19 per il semplice motivo che sto lavorando per voi, e sto frequentando il corso "VAI A ... GAS!" organizzato dalla Tavola di Babele che si svolge tutti i martedi' sera in via Cumiana. E' poi previsto un sabba di aggiornamento sul tema, non temete...

Il tema del sabba letterario sarà: POMODORI VERDI FRITTI ALLA FERMATA DEL TRAM. Ovvero il cibo del corpo e il cibo dello spirito: amicizia, spezie, amore, fagiolini e pomodori secchi...

Riferimenti cinematografici per chi vuole acculturarsi prima della serata: "Pomodori verdi fritti alla fermata del treno" (Jon Avnet, 1991), "Chocolat" (Lasse Hallstrom, 2001), "Come acqua per il cioccolato" (Alfonso Arau, 1993) e "Il pranzo di Babette" (Gabriel Axel, 1987).

Chi conta di esserci lasci un commento con scritto se è disponibile solo lunedi', solo giovedi' o in tutte e due le date, e prometto che entro domenica sera pubblico la data definitiva e mando sms a tutte!

mercoledì 13 maggio 2009

lullaby


...dormire. Nient'altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest'è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare.

sabba letterario


Si convoca il Sabba per martedì 19 sera in luogo da destinarsi data indisponibilità di Imladris e con tema da destinarsi perchè è compito di Babi.
Allora streghe ci siete???
...che ci fate già lo sapevamo....

equilibri. su di un filo.


acquistare equilibrio per poi perderne subito un altro.
che poi, non è questione di equilibrio anche questo?
e allora, avanti, sempre.
Ho perso l'abitudine
di avere delle abitudini

lunedì 11 maggio 2009

Anche stamattina


Vorrei svegliarmi

e
fuori dalla finestra
foglie di frassino
.



Soffici lenzuola bianche
.

Un cappuccino di soja e tanto caffè
.



Un buongiorno sussurrato fra troppi capelli.
.

Un bacio in fronte











Per gli agronomi e forestali: prima di scatenare una diatriba in merito alle foglie di frassino, so che quelle dell'immagine non lo sono...non ne ho trovate!!!








domenica 10 maggio 2009

Per questo week-end ... basta treni!!

Il sabba aderisce al proposito


dal blog di falco silente
e dal blog del poirinese cagacazzo

Parabola metropolitana

La vita è come un gigantesco raccordo anulare, sul quale tutti procedono in auto più o meno grandi, rumorose e inquinanti.
Ora, troviamo 3 tipi di guidatori:
1. Quelli che guardano avanti e indietro, e vedono altre auto che si muovono nella stessa direzione. E si convincono che la vita sia quello che fanno.
2. Quelli che guardano in alto, e notano segnali che indicano le uscite, ma vedono altre auto avanti e dietro. E si convincono che nella vita convenga continuare a fare quello che fanno.
3. Quelli che guardano avanti e indietro, vedono i segnali, e provano a seguirli. Ed escono dal raccordo anulare, trovando a volte la strada per la città, altre volte sentieri sterrati nei quali l'auto non può passare e devono scendere e farsela a piedi.

Mi impegno ad essere sempre un guidatore n.3
E a tenere una bicicletta in auto.

Vostra,
Rompisassi

venerdì 8 maggio 2009

giovedì 7 maggio 2009


A ogni male ci sono due rimedi.



Il tempo.







Il silenzio.















Torte che passione!!!

Certe cose bisogna sbatterle in faccia alle persone.
Come una torta.
E più li cogli di sorpresa,
più eclatante è il tuo gesto
più sarà forte la loro reazione alle tue parole.
Verrai additata come un'estremista
(ma questo lo fanno da anni),
verrai accusata di essere una visionaria
(ma questo lo fanno da anni),
verrai accusata di essere una pessima comunicatrice
(ed è purtroppo una spietata realtà, con la quale fatico a fare i conti).
Ma di tutti quelli a cui tirerai una torta in faccia,
qualcuno si soffermerà,
non tanto sul gesto che potrà parergli solamente buffo,
ma magari sul sapore della torta che gli hai tirato,
che oltre a finire dentro alle narici è pure sulle labbra,
e comincerà a farti delle domande,
poi forse magari qualcosa in lei/lui scatterà.
In realtà tirare torte in faccia è faticosissimo
(se lo fai da anni poi...)
e mi sembra davvero l'unico modo per incidere sulle persone,
poiché tutto oggi scivola.
Coglierle di sorpresa.
Dire cose che non si aspettano,
mettere nuovamente in moto il loro pigro cervello.
Con ragionamenti semplici e diretti,
ma che dietro abbiamo delle solide fondamenta di informazione,
ma soprattutto le belle parole vanno accompagnate dai fatti.
Come disse Gandhi e come continuo a ripetere :


dobbiamo diventare
il cambiamento che vogliamo vedere.



Perché di discorsi pacati è pieno il mondo.
Le parole oggi sono solo parole e non più i significati per i quali sono state create.

Questo discorso verrà dimenticato alla prima sigaretta,
alla fermata del bus,
alla prima canzone sull'MP3.
Demagogia.
Sentiti ormai troppi...

Di discorsi infervorati è pieno il mondo,
e di discorsi pieni di urla anche.
M'è capitato giusto in questi giorni di guardare la televisione e ho ricordato perché non l'accendo più.
Mi sembra un mondo surreale popolato da isterici,
subdoli,
infami,
perditempo,
ignoranti,
quaquaraqua.
Sembrano tanti bambini che litigano e non sanno nemmeno per cosa. Però strillano tantissimo.
Inascoltabili.

E allora come fai a rimanere nel cervello della gente?
Come si può gettare i semi per un nuovo modo di pensare?
Con le torte in faccia!! ma gettate con PASSIONE.
La passione vera fa la differenza,
se ce l'hai allora si crea un canale di comunicazione preferenziale e quello che dici acquista autenticità.
Non puoi fingere una passione.
Non puoi mentire una passione.
E' un po' come l'amore, non puoi fingerlo.
E di passione si parlava proprio con di mestiere il vento
(una giovane ma saggia amica)
davanti a una birra e una pizza al tegamino.
Dov'è finita la passione?
La maggior parte delle persone che mi circondano sono mosse esclusivamente da automatismi dettati dalla grigia quotidianità nell'aver accettato passivamente che le cose non possono che essere così.
Sono le persone che hanno smesso di lottare o di crederci,
hanno smesso di guardare oltre la routine e il costume imposto dalla nostra società,
o che forse non hanno mai avuto la forza di guardare oltre quel muro di modus vivendi socio-economiche-culturali (anzi medio-basse culturali) che ci propinano.
Sono persone che non tendono a migliorare se stesse,
ma vogliono solo tendere al centro della curva a campana di Gauss della mediocrità,
e una volta raggiunta,
si sentono appagati della loro esistenza.
Un pò li invidio, forse sarebbe tutto più facile così.
Oppure ci sono persone che lottano,
ma per le cose sbagliate
(guerra, denaro, finanza, potere...
insomma i quattro cavalieri dell'Apocalisse in bicicletta del 1 Maggio!).
Questi sono pericolosi poiché in genere spietatamente intelligenti (ma ci sono palesi eccezioni ad esempio a capo del nostro Governo) sì tanto da calpestare qualunque valore in nome dei loro fini.
Oppure siamo noi a essere fuori luogo,
fuori tempo
e a rappresentare la DEVIAZIONE STANDARD
(deviate?
reincarnazione di rivoluzionarie suffragette,
di staffette partigiane,
di streghe bruciate al rogo?
io di sicuro sono una strega viola!)
Perché io non riesco ad accontentarmi a stare a guardare senza fare niente.
Proprio come voi...
Perché cantiamo fuori dal coro?
Perché proprio non ce la si fa a uniformarsi alla massa, ad accontentarci del nostro piccolo?
Perché così determinate a voler cambiare le cose?
Io sento che devo fare qualcosa per il mio paese,
per gli altri,
per il mondo,
per chi verrà.
Ma possibile che siamo così in pochi a volerlo?
E tutti gli altri? mi sto chiedendo...
cosa vogliono dalla loro vita?
O se vogliono quello che vogliamo noi, perché non lottano come noi?
“E allora?
Cosa vuoi fare?
Tanto siamo troppo pochi per poter cambiare le cose!”
Quante volte...

FALSO,
questa è una frase priva di PASSIONE


perché tutti sanno che seppur piccola un'insistente goccia,
con gli anni riuscirà a scavare la roccia.
E io voglio crederci.
Forse per ora siamo solo una piccola goccia, ma chissà...

Qua bisogna fare la rivoluzione,
bisogna fare la differenza,
bisogna mostrare a chi ha smesso di crederci che un altro mondo è possibile,
bisogna trasmettere la nostra passione come meglio riusciamo. Dobbiamo uscire dall'ottica individualista per cui il fine ultimo è il mio IO.

Il fine ultimo dev'essere il bene di tutti,
la giustizia,
l'equità,
la libertà di pensiero,
la pace,
la tutela dei diritti,
e potrei continuare a lungo.
Così a lungo
che una volta finito,
guardando giù,
dopo che si è puntato tanto in alto,
quasi mi verrebbe il capogiro da vertigine.

Così metto i sandali anche se sta per piovere e i pantaloni a zampa, e vado a comprare il Manifesto giù all'edicola quella vicino alla farmacia
(che ne ha in totale due copie per l'intero paese!!!
l'altra edicola proprio non lo tiene nemmeno!!
perché da me è già tanto se si legge l'Unità e già così ti comprometti assai...)

So che mi guarderanno male e sentirò serpeggiare maldicenze su di me,
perché vivere in montagna
in piccolo paese leghista-fascista
e cantare fuori dal coro significa questo,
ma sperando tanto che qualcuno attacchi bottone,
giusto giusto per aver il pretesto di tirargli una torta in faccia
e sperare che la mia passione possa bastare!!!

mercoledì 6 maggio 2009

Cambiamo le cose.

Come farlo? Sembra che il mezzo più diretto sia la politica.

Ma come farlo? Beh col voto, no?

Ci hanno però defraudato del nostro potere di voto. E pochi si rendono davvero conto della gravità di questo. Inoltre i più, hanno dimenticato (e taluni mai si sono davvero resi conto) cos'è il diritto-dovere di votare. Così facendo rinunciamo a un'arma a disposizione della collettività, mutilandoci da soli, e dimenticando a quale caro prezzo tante persone hanno dato la vita per sconfiggere una dittatura, regalandoci una repubblica (che ripudia la guerra, fondata sul lavoro....) e donarci una COSTITUZIONE che se davvero fosse punto cardine della nostra politica, immagino che saremmo tra le Nazioni più avanti di tutto il globo terracqueo.

D'altro canto è vero che chi fa la politica non ci rappresenta. E chi fa politica non ha ben chiari che i propri interessi.

Tragica verità che ho constatato quando mi sono scontrata con il microcosmo della politica universitaria, culla di coloro che un giorno forse vedremo negli scenari politici torinesi e nazionali (ma speriamo anche di no!) E mi sono chiesta: se nel “piccolo” di un Senato Studenti le robe funzionano così, nel “grande” del Senato della Repubblica cosa cazzo succede????

A questo giro però nelle Elezioni Universitarie c'è odore di nuovo, c'è chi ha aperto le finestre (e non mi riferisco al logo degli Obiettivi Studenti, che smettiamola di prenderci per il culo sono quelli di Comunione e Liberazione, alias Passione Veterinaria nella mia facoltà) per far cambiare l'aria di muffa del Senato Studenti. Perché allora non cominciamo dal ”piccolo”, dal basso, per poi portare pian piano ai vertici della politica un nuovo modo di fare e veder le cose? Una nuova prospettiva?

Io voto SI.

E spero davvero che stavolta le cose cambino, che la maggioranza non sia più spalleggiata da partiti , sindacati o quant'altro che non dovrebbero centrare con l'Università.

Che almeno la politica universitaria sia mossa da ideali che ormai sono andati persi chissà dove e non dal denaro, potere, vanagloria!!

Quanti scandali negli anni sono stati messi a tacere, sapientemente insabbiati anche da pezzi grossi del mondo accademico per proteggere i loro pupilli, nel Senato del nostro Ateneo? Firme false per avere il gettone di presenza (Obiettivo Studenti), accordi tra destra e sinistra su come spartirsi i soldi dei bandi, ancor prima di leggere i progetti e valutarli (tra tutte le componenti allora presenti nel senato). Chi è stato senatore spesso è stato un'interessante propaggine di organizzazioni a delinquere (e badate bene che non le chiamo politiche perché mi rifiuto di credere che la politica sia così inficiata) per ficcare il naso e rubare (definiamo le cose col loro nome) anche dal pentolone dell'Università.

Mi sono scoglionata di sapere che il Senato è popolato da tanti burattini i cui fili fanno capo a una ahimè non più ristretta egemonia di personaggi mafiosi, disonesti, corrotti che ormai hanno in mano l'Italia, o fanno capo a organizzazioni che hanno accettato le regole del gioco e che hanno smesso di lottare per la collettività.

Perché fa comodo avere pedine anche lì, perché le scuole si sa che sono spesso fucine di rivoluzionarie idee, di gente che impara a pensare con la propria testa, e il libero sapere è difficile da ingabbiare tra le sbarre di una dittatura, averne il controllo o rendere sempre più scadente l'istruzione, al potere fa comodo. E attenzione perché non sto esagerando, anche se per alcuni sono una visionaria, forse so solo guardare un po' più in là.

La rivoluzione forse comincia anche oggi, forse comincia anche da qui.

Forse è comunque cominciata anni fa, con quei pochi che hanno avuto le palle di presentarsi al Senato con dei valori , quelle belle persone incorruttibili che non si sono lasciate incantare per affluire a bacini più grossi, ma che hanno cercato di scardinare i meccanismi, che hanno votato NO. Ma erano troppo pochi.

Da allora comunque, passi in avanti ne sono stati fatti, ma non ancora abbastanza.

Forse comincia dal nostro Ateneo, dalle nostre Facoltà. Adesso, con queste elezioni.

Forse non sarà una rivoluzione in cui bisognerà imbracciare il fucile e salire sulle nostre montagne, forse basterà solo mettere una X al posto giusto.

Perché quando si parla di rivoluzione si pensa alla violenza, alla lotta, ma a volte si dimentica che la rivoluzione siamo noi stessi e le nostre scelte.

Spero davvero che quest'elezioni le vincano i SI (Studenti Indipendenti).

Lo spero davvero tanto, se siamo in tanti a sperarlo...allora, forse...

Perché ne abbiamo avuto i coglioni pieni. E ve lo dice una che c'è da parecchio all'Università e che si è sempre informata a riguardo. Che ha sempre sbattuto la faccia contro la disonestà, l'ipocrisia, i raggiri, i voltafaccia per interessi di potere di questa politica. Ma che ha anche trovato compagni che le hanno leccato le ferite e aiutata nelle lotte contro i mulini a vento, perché se insisti col tempo poi vedi realizzarsi quello per cui ti sei battuta tanto duramente. Lottare contro il sistema è sfiancante, lo so.

Per questo mi auguro con tutto il cuore che le elezioni le vincano loro, perché vedo nei candidati del SI la passione, gli ideali (e mi ci rivedo un po' anch'io) ma soprattutto finalmente i numeri giusti per poter cambiare le cose.

L'Università siamo noi studenti. Senza di noi crollano baracca e burattini. Senza gli studenti e la ricerca l'Università non ha senso di esistere. L'Università è nostra!

Non di Comunione e Liberazione (Obiettivo Studenti), non dei sindacati CIGL (Udu, che tra l'altro vi ricordo che in uno degli ultimi senati ha votato compatto con Obiettivo Studenti, contro gli studenti indipendenti, paura di perdere elezioni e poltrone, eh???)

E' legittimo che chi ci rappresenta nei Senati sia uno di noi e non una pedina, che sia lì per difendere i NOSTRI INTERESSI e non quelli del partito che rappresenta? E' legittimo che chi siede in Senato, non sia lì per scaldare la poltrona e portarsi a casa i soldi del gettone di presenza, ma sia lì perché ci crede? E' legittimo pretendere che chi fa politica abbia i COGLIONI e la COERENZA di portare a compimento il proprio programma elettorale? E' legittimo che la persona che ho votato non abbia secondi fini nel rappresentarmi ? E' legittimo chiedersi perché in Senato Studenti bazzichino certi soggetti benpensanti che sconsiglierei caldamente ai miei figli di frequentare? E' legittimo tappare la bocca a quella fastidiosissima e vaneggiante Sardina?

(...SI...)

E STAMATTINA non ce n'è per nessuno. E STAMATTINA siamo già fuori dalla campagna elettorale e non si potrebbe parlare di questo, perché da STAMATTINA si vota (ma sono un cane sciolto che ha bevuto troppo caffè...)

E se ci tenete per la par condicio vi parlo anche dei nazi-fascisti e dei leghisti, ma forse a questo punto non ce n'è bisogno ed è davvero meglio di no!

Vi ripeto solo che l'Università è nostra, ed è giusto che certe dinamiche e certi soggetti ne rimangano FUORI. Le potenzialità di quest'elezioni sono tangibili. Le cose si possono cambiare, anzi, siamo arrivati al punto in cui DOBBIAMO cambiarle, per cui prendi 5 cazzutissimi minuti del tuo dannatissimo tempo di studente e anziché andare a fumare una siga, a prendere un caffè alle macchinette, a cercare di baccagliarti quella stragnocca che tanto non te la dà (fidati è di CL, prima del matrimonio resta un miraggio, una volta tanto usa il cervello e non il pisello!), a fare le fotocopie di appunti che tanto l'esame è fra 1 mese e hai saltato solo una lezione, vai al seggio!!!

Pensa che hai la possibilità di scegliere da chi essere rappresentato negli organi centrali (quelli dove si prendono decisioni che poi incidono sulla TUA vita di studente, sulla TUA carriera universitaria, sulle dinamiche della TUA facoltà, sulla burocrazia di alcune pratiche che persino TU dovrai compilare) e poi non venirti a lamentare con me, tu, proprio tu, solo tu, nient'altro che tu (vitello dai piedi di balsa!!!) che non hai votato, perché t'infilo il fonendo nell'unico buco in cui sei ancora vergine (la narice sinistra)!!!

Io voto i SI.


E voto STAMATTINA!!!!!! (Dopo 7 ore di treno!!!)


E chissà che si spacchi per davvero qualche ruota di questo vecchio meccanismo e che si getti davvero il seme (spero infestante) di un nuovo modo di pensare, di fare le cose. Un modo coerente, giusto, solido e solidale, leale. Buon voto a tutti.


Una visionaria.