giovedì 27 settembre 2007

la gru di carta viola

Ciao a tutti.
Scrivo solo per dirvi che in questo momento avrei davvero, davvero, davvero bisogno che un amico mi riportasse la mia gru.
Per chi non sapesse la storia della gru di carta viola può chiederla ad E. o a Betty Bum...
Ne ho davvero bisogno.
Grazie a tutti i miei amici.
Firmato Devi, che per la terza volta ha fatto qualcosa che non voleva fare, e che per la terza volta ha ferito se stessa ed una persona che proprio non lo meritava...

mercoledì 26 settembre 2007

Dialogo

Sean: Pensavo a quello che mi hai detto l'altro giorno, riguardo il mio dipinto.
Will: Ah.
Sean: Sono stato sveglio tutta la notte a pensarci. Poi ho capito una cosa, e sono caduto in un sonno profondo, tranquillo, e da allora non ho più pensato a te. Sai che cosa ho capito?
Will: No.
Sean: Sei solo un ragazzo.Tu non hai la minima idea delle cose di cui parli.
Will: Grazie tante.
Sean: Non c'è di che. Non sei mai stato fuori Boston?
Will: No signore.
Sean: ...Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti..: Michelangelo. Sai tante cose su di lui: le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali, tutto quanto vero? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto….. mai visto. Se ti chiedessi sulle donne, probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze, potrai perfino aver scopato qualche volta… ma non sai dirmi che cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici. Sei uno tosto. E se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh? Ancora una volta sulla breccia cari amici??.... ma non ne hai mai sfiorata una. Non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto….se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile.. non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno. Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro. Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te. Non sai cos'è la vera perdita, perché; questa si verifica solo quando ami qualcosa più di te stesso: dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo, e non vedo un uomo intelligente, sicuro di sé, vedo un bulletto che si caga sotto dalla paura. Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo? Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto Oliver Twist? Basta questo ad incasellarti? Personalmente, me ne strafrego di tutto questo, perché sai una cosa non c'è niente che possa imparare da te che non legga in qualche libro del cazzo. A meno che tu non voglia parlare di te, di chi sei. Allora la cosa mi affascina.. ci sto. Ma tu non vuoi farlo vero Campione?....Sei terrorizzato da quello che diresti....... A te la mossa Capo.

TASSE UNIVERSITARIE

Attenzione attenzione a tutti coloro che frequentano l'università degli studi,
ecco le cose da fare per le maledette tasse universitarie:


Prima rata: scadenza 5 ottobre 2007
Importo € 300,00 a cui vanno aggiunti:
- imposta di bollo sull'iscrizione € 14,62
- contributo per iniziative sportive gestite dal C.U.S. € 12,00;
- tassa regionale per il Diritto allo Studio € 110,00.
- tassa per diritti SIAE € 3,00

quindi il totale della I rata è 439,62 euro

L’importo della sanzione amministrativa da versare per il ritardato pagamento è di €70,00.

Per ottenere la riduzione tasse bisogna

  1. compilare il modulo EDISU per la riduzione tasse che trovate all'indirizzo http://www.edisu.piemonte.it/bandiebenefici07/dwd/unico.pdf e il modulo conferma situazione che trovate all'indirizzo http://www.unito.it/documenti/Dichiarazione_conferma07_08.pdf
  2. consegnare i moduli all'ufficio Tasse e Rimborsi - divisione didattica e studenti in vicolo benevello 3/a oppure
    tramite fax al n 011/6704958 allegando copia del documento di identità per maggiori informazioni http://www.unito.it/documenti/Regolamentoinserimentofascecontributive1a.a.2007-2008.pdf

avete tempo fino al 30 novembre

martedì 25 settembre 2007

S.O.S. Donna Teresa risponde

Cari amici e amiche di sempre e nuove,
se avete un dubbio su quali parti compilare il modulo edisu, entro quale data bisogna pagare le tasse universitarie, come calcolare la media ponderata, e altri dilemmi amletici di vita come creare la cena perfetta con il frigo vuoto, non esitate a
chiamarmi dal lunedì al venerdi dalle 21 alle 23,
scrivermi al mio indirizzo mail
incontrarmi previo appuntamento

Per il momento ecco le news:
MEDIA PONDERATA, QUESTO NEMICO SCONOSCIUTO

La media ponderata è la somma dei voti degli esami superati moltiplicati per il numero di crediti corrispondenti, esempio



media= (5x23+7x18+4x24+6x25)/22

*gli esami senza voto valgono 25 oppure 24 secondo le regole della propria facoltà

La prossima puntata... Domanda riduzione tasse come dove e quando

Hot CHOCOLATE!

D: Ore 18.00-Giungo a Imladris dopo varie peripezie, che mi apprestavo a raccontare ad E. davanti ad una tazza di the(che sofisticate!). MA mi accorgo ad un certo punto di non avere la sua completa attenzione… sul suo viso si era infatti disegnata un’espressione rapita che stonava con il mio racconto. Volgo gli occhi per capirne la causa e… lo vedo!

…I believe in miraclesWhere you from you sexy thing
I believe in miracles
Since you came along you sexy thing
Where did you come from, baby
How did ya' know I needed you
How did ya' know
I needed you so badly
How did ya' know
I'd give my heart gladlyYesterday,
I was one of a lonely people
Now you're lying close to me
Making love to me….

E.: Bello! Anzi FIGO! Irrompe la sua immagine nel salotto di Imladris come se fosse sul grande schermo….un fusto in vertina tutto per noi fuori dalla finestra!

D: Prendo a schiaffi gli ormoni di E. per riottenere la sua attenzione, ma anche la mia sta vacillando:
Il figliolo che sta montando una luce sul terrazzo dirimpetto Ha proprio un bel paio di spalle! Ed anche il culetto che gli ha fatto mamma non è male per nulla!

…I believe in miracles
Where you from you sexy thing
I believe in miracles
Since you came along you sexy thing…

E: Fermoimmagine su due zitelle moderne con tazza di the,
rivoletto di bava….

S: Ma poi stoicamente ci riprendiamo…. continuiamo la nostra discussione interrotta,
anche se teniamo d’occhio la situazione con nonchalance.
…ma se a miss Italia è il lato B che fa scandalo, qui è il lato A ad essere leggermente… come dire… insolito? Inquietante?
E:Eh, si all’improvviso il nostro poster vivente si gira! EEEEeee….
è
TRUCCATO!
Occhi-Rimmel, matita….labbra, cazzo ma ha anche il rossetto!!!!!Ma DAAAAIIIII!
D:Non è possibile che abbiamo sbavucchiato dietro ad uno che si trucca più di noi due messe insieme!!!
E’ vero che ci vuole poco…però!
E:Come direbbe mia madre: MA DOVE SONO FINITI GLI UOMINI VERI?
QUELLI COME JOHN WAYNE???
Ma dico io te lo vedi Clint EstWood truccato…
..o Blak Macigno con le meches!!!
D:Ed ora ci vorrebbe proprio un fumettino del buon vecchio Tex che dice: ma certo! Anche i veri duri si truccano: come fai a rinunciare a quel buon vecchio tocco di fondo tinta per togliere lo sgradevole effetto lucido dal naso durante una sparatoria sotto il sole!??!

E:Ok ma ora, visto che ormai si va di fantasia:
<< REWIND
Esterno-giorno-scena 2-L’elettricista
...Where did you come from, angel
How did ya' know that
I'd be the one
Did you know you're everything
I've prayed for...
L’Elettricista figo traffica per cambiare la lampadina,
le sue spalle sudate guizzano nella luce crepuscolare incorniciate dalla canotta succinta da vogatore, egli si china impugna con fare maschio un trapano, il tutto tassativamente
SENZA girarsi

(..e senza motivo alcuno….sudi solo per cambiare una lampadina???e il trapano esattamente a che ti serve??Ehi tipo che ti serve una mano?mi sa che come elettricista te la cavi un po’ male…

SHHHT! Ehi, postfemminista ipercritica, non rovinare la fantasia!)
….
...
Did you know evey night and day for
Every day needing love and satisfaction
Now you're lying next to me, giving it to me
I believe in miraclesWhere you from you sexy thing
I believe in miraclesSince you came along, you sexy thing
Kiss me, you sexy thing
Touch me, baby, you sexy thing
I love the way you touch me, darlin'
You sexy thing, it's extasy
Yesterday,
I was one of a lonely people
Now you're lying close to m
eGivin' it to me
I believe in miracles
Where you from you sexy thing
I believe in miracles
Since you came along, you sexy thing
Touch meKiss me, darlin'
I love the way you hold me, baby
It's extasy,
It's extasy
Kiss me, baby
I love the way you kiss me, darlin'
Love the way you hold me
Keep on lovin' me, darlin'
Keep on lovin' be, baby...

Hot chocolate-You sexy thing…gran canzone!Grande Film!

domenica 23 settembre 2007

.G:Una strega in Cina!

Vi posto le mail del nostro avamposto cinese!
E.
10/09/07-Bejing-Cina
Ciao eli!!!!!! Come va? State tutti bene? Traggedia e catastrofe! Il computer non mi apre nè il nostro blog nè quello di Fulvio... l'impero ce li ha oscurati!!!
Tutta colpa di quel dissidente di Fulvio!
Comunque qua è spettacolare: mi aspettavo una Cina supemoderna, mentre invece ci sono ancora tantissime cose della Cina tradizionale. Come dicevo a Silvia (giusto perchè io non riciclo lemie idee...), è come se vecchio e nuovo avessero instaurato una bellicosa convivenza.
Ti vedi i muri bassi degli hutong che si vanno a schiantare contro i grattacieloni e i centri commerciali, i ciclisti che sulle loro biciclettevecchio stile (assolutamente NON MOUNTAIN BIKE!) sfrecciano sul cofano deinumerosissimi taxi che ormai infestano Pechino. Anche le persone in sè sono particolari: si svegliano prima dell'alba (alle 6.00 c'è lo stesso casino che c'è a mezzogiorno), ma poi ad una certa ora ti trovi un casino di gente sulla sdraio pieghevole che ronfa.
Inoltre hanno una concezione molto.... comedire... elastica?! degli obblighi stradali, suonano il clacson un casino, ma non si insultano. MAI.
Oggi ho visto due tipi che avevano tamponato: sonoscesi, hanno guardato il danno, si sono guardati, sono risaliti sulle auto sisono spostati poco più in là per parlare il tutto con una serenità che sconfinava nel marmoreo! Poi se cammini per gli hutong puoi vedere che oltre il portone si allunga uno strettissimo viottolo, sempre in questa pietra grigia,che si dirama in tante porticine con il davanzalino, lo stendibiancheria, e poici sono questi tetti bellissimi tipici, sai un pò ad arco...Magari a dirla così sembra una cavolata, ma dà un'impressione di intimità, di vita un pò rurale che è bellissima!E' come se ogni casa fosse un villaggetto, con le vie arzigogolate, la pietra della pavimentazione dello stesso grigio scuro delle case. Poi fuori puoi vedere questi signori che riparano le biciclette, tutte vecchie e un pò arruginite... Boh, ormai parlo da guida turistica, perdonami. Voi come state a casa (in patria, sigh!)? Fammi sapere, baciiiiii
16/09/07-Bejing-Cina

Ciao bella!!!! Scusa ma qua sono giornate un pò frenetiche, e in linea con la filosofia portante di questa città in cui le vie di mezzo sono inesistenti, anch'io vedo che si stanno succedendo stati d'animo altissimi o al contrario bassissimi.

Altissimi perchè questo posto è spettacolare:una mattina mi sono alzata prestissimo per andare a correre e c'era già un casino di gente per il parco del collegio che faceva tai ji quan, si esercitavano con la spada, e c'erano anche degli strafighi che giocavano a basket a petto nudo (l'uomo asiatico effeminato??????MA DOVEEEE??????????), la mia compagna di stanza è una giapponesina dolcissima, e infine ho incontrato delle mie compagne italiane dell'università che sono state fin da subito gentilissime, siamo uscite a ballare l'altra sera, e oggi abbiamo passato tutta la giornata insieme al palazzo d'estate (fra l'altro siamo anche andate sul lago con una barchetta a motore, che ci ha prodotto una serie di attacchi di panico e squackueramenti vari prima di riuscire a capire come funzionava). Bassissimi perchè a volte mi prende un pò l'ansia di non riuscire a cavarmela, che la lavattrice mi risputifuori per l'ennesima volta vestiti ritinteggiati, e perchè i miei incontri col cesso sono ogni giorno di più una lotta senza esclusione di colpi. Tu come stai? Tutto aposto? Novità? Fammi sapere, BACIIII

20/09/07-Bejing-Cina

Ciao bella!!!!! Goditi questa mia mail, perchè non so tra quanto te ne potrò mandare un'altra: la meccanica pechinese si sta ribellando a me, già il frigo mi ha surgelato l'unica misera banana che mangio per colazione, il televisore non rispone al telecomando e ora internet continua a saltare. Comunque, seguendo il tuo consiglio mi sono iscritta a un corso di Tai-ji...
[...责备只为妇女...E.:mi trovo costretta a censurare per non urtare la sensibilità e l'amor proprio del pubblico maschile...eheheh... ]
Per me va bene che pubblichi le mie mail sul blog, anche perchè passando per il mio profilo posso finalmente vedere almeno i vostri post (ovviamente non i commenti sovversivi di Fulvio!). Come se la sta cavando Silvia? Nelle ultime due mail che mi ha mandato sembrava fatta di crack[....non mi preoccupo della sensibilità di Devi perchè è lei stessa ben conscia di apparire talvolta fatta di crack...ma è tutta natura!e qualche funghetto delle streghe....insomma fà parte del suo fascino;-)]
Qua io dormo pochissimo, studio fino a tardi e devo svegliarmi presto la mattina, che palle! A parte questo, tutto bene. Fammi sapere di voi, baciiii

giovedì 20 settembre 2007

BATTAGLIA PER LE TERRE DI SONDRA- Donne di poca fede...è con immenso gaudio...che....vi annuncio....che la dura battaglia volge ormai all'agognata

FINE!!!
L’attesa durò a lungo. Sembrava che le Creature, le Condizionamenti, non volessero arrivare.
Le principesse cominciarono a sentirsi stanche. Ogni tanto sollevavano la testa per vedere se Aurora cadeva addormentata, ma insolitamente sembrava quella più allerta di tutte.
Antanuka sollevò la testa, strofinandosi gli occhi con la mano
“ ho un po’ di fame…” disse, la voce impastata di sonno “ è mica avanzata un po’ di torta?” le altre scossero la testa sbadigliando “ se ti va, ti aiuto a farne una Ele…” disse la cavernicola. Eleonora fece spallucce
“ mi mancano gli ingredienti…” disse “ non saprei proprio con cosa farla…” Antanuka guardò l’amica con aria sorpresa… durante tutto il viaggio aveva visto Eleonora preparare torte con qualsiasi cosa, e non le aveva mai sentito dire che mancavano gli ingredienti… Ma forse nemmeno lei poteva fare una torta di nebbia… o di marmo…
La donna delle caverne si rassegnò e si assestò in una posizione più comoda: dopotutto aveva più sonno che fame.
“ ho un sonno tremendo…” disse Eleonora “ forse se facessimo quattro passi a visitare questa specie di tempio…” propose, ma nessuna, nemmeno Sikandra che di solito era sempre pronta a ficcare il naso, la assecondò. Eleonora si grattò la testa… non sapeva perché ma tutto quel sonno le sembrava strano, guardò Antanuka accasciata contro l’edicola, priva di forza…
“ acciderbolina!” disse Neve “ quanto ci mettono le Creature?!” Antanuka, Eleonora e Sikandra si voltarono sconvolte verso Neve.
Acciderbolina? C’era qualcosa che decisamente non andava! Anche Neve pareva essersene accorta, e si portò una mano sulla bocca. D’istinto le quattro amiche si voltarono verso Aurora, aspettandosi di vederla addormentata. Ma non era così. Aurora faceva su e giù, in uno strano stato di agitazione.
Fu allora che le videro.
Erano ai margini del basamento di marmo.
Non avevano forma ne colore o consistenza. Erano come una vibrazione dell’aria, come zone in cui l’aria si coagulava fibrillando. E tutto intorno l’atmosfera era cambiata senza che loro cinque se ne rendessero conto. Era come se un sole fortissimo stesse scaldando dell’asfalto. Il venticello fresco che spirava nel chiostro era svanito, come pietrificato. Ora l’aria era ferma, eccetto per quell’impercettibile vibrazione, che deformava lo spazio. Le principesse non poterono fare nulla. Non ne avevano la forza. Quell’aria palpitante le aveva imprigionate, le sprofondava nella stanchezza e nel sonno, le spingeva a smettere di lottare, ad abbandonarsi. Ed era irresistibile, rendeva le loro membra pesanti come piombo, tanto da rendere ogni respiro una fatica immensa. Penetrava nelle loro menti come un fluido, e cancellava i pensieri, cancellava la determinazione di resistere, la coscienza, i ricordi… le sprofondava nell’oblio…

Antanuka sentì suonare alla porta. Si alzò per andare ad aprire… Dragoberto doveva essersi distratto di nuovo.
La principessa guardò nell’occhiolino, aspettando di trovarsi di fronte il solito, ennesimo, principe azzurro, in carne, ossa, calzamaglia e cappello con piuma.
Ma si sbagliava.
Davanti alla sua porta, in piedi sul ponte levatoio c’era un omino in giacca e cravatta, molto elegante. La principessa aprì la porta stupita
“ Posso esserle utile?” domandò all’omino. Questo sfoderò un sorriso che metteva in mostra uno per uno tutti i suoi bianchissimi denti
“ lei è la principessa Antanuka?” domandò
“ sì…” replicò questa, sempre più sconcertata
“ mi presento: sono Ermogene Smith dell’agenzia per modelle Principe Azzurro!” disse facendo un piccolo inchino “ sono qui per scritturarla!” Antanuka si grattò la testa
“ per scritturarmi?” domandò. Ermogene fece un secondo inchino
“ certo!” disse facendo brillare i suoi denti bianchissimi “ vorremmo che lei diventasse la testimonial della nostra nuova linea di vestiti primavera-estate!” Antanuka non disse nulla. Rimase sulla soglia con la mano sulla porta. Stava provando una strana sensazione… felicità… ma era una strana felicità, come un involucro che non si approfondiva, come se sotto nascondesse qualcosa di molto diverso. “ allora cosa ne dice?” continuò l’omino “ accetta? Lo stipendio è da favola!” Antanuka sospirò
“ okay…” disse titubante “ vado… a fare le valige…” Una volta in camera sua, cominciò a raccogliere le sue cose, mentre lo faceva vide la sua immagine riflessa nello specchio affianco al letto. Fissò il suo riflesso, come per vedere se qualcosa non andava… Era tutto a posto, perfetto: l’aspetto magro e longilineo, fino quasi a sembrare malaticcio, le sopraciglia ben disegnate, il nasino all’insù… eppure… epurre c’era qualcosa che non le piaceva… Qualcosa che decisamente non andava. Antanuka tirò su il braccio e provò a gonfiare il bicipite. L’immagine non rifletté nessun cambiamento nel volume del muscolo, ed Antanuka sospirò, delusa.
“ signorina?” chiamò la voce dell’omino che era salito “ è pronta?” Antanuka annuì, ed afferrò la maniglia della valigia. Tirò, ma questa non si spostò nemmeno di un millimetro… la cosa la fece sentire molto male
“ faccio io, non si affatichi!” disse Ermogene sollevando la valigia senza troppo sforzo nonostante le sue piccole dimensioni. I due uscirono dalla camera, Antanuka d’improvviso si sentiva estremamente depressa, senza sapere il perché: forse stava commettendo uno sbaglio... forse non avrebbe dovuto accettare. Quando furono davanti alla porta Antanuka aveva cambiato idea: non voleva fare la modella!
“ senta…” disse “ io non posso venire con lei!”
“ e perché mai?” chiese Ermogene, con la mano libera dalla valigia già sulla porta. Antanuka si guardò intorno in cerca di una scusa
“ perché… non sarebbe legale!” disse “ perché una principessa possa essere libera di uscire dal proprio castello qualcuno deve uccidere il drago!” Ermogene tornò a esporre i suoi denti tirati a lucido uno per uno col sidol, poi spalancò la porta.
Antanuka sbiancò: a pochi metri al ponte levatoio, circondato da uomini in armatura, giaceva immobile la figura blu di Dragoberto, con una lunga lancia conficcata nel petto.
Era morto.

Eleonora si guardò in torno. La grande cucina in cui si trovava aveva uno strano aspetto patinato, come se fosse finta.
Ed infatti lo era.
La principessa si trovava sul set di un programma televisivo. Indossava un grembiulino bianco, inamidato ed aveva un’acconciatura scolpita, rigida come il marmo, in più la pelle sugli zigomi le tirava, ed aveva problemi a smettere di sorridere.
“ Tre minuti e andiamo in onda!” disse l’assistente di scena. Eleonora annuì, e si posizionò dietro il bancone della cucina “ tre, due, uno…” disse il cameraman, poi si accese una lucina rossa e la principessa seppe di essere in onda
“ Buon giorno amici telespettatori!” disse sorridendo tanto che le facevano male le guance “ ben venuti all’Angolo della Torta!” ci fu una serie di applausi provenienti dal pubblico, poi Eleonora continuò. Parlare le veniva facile, come se stesse recitando qualcosa di imparato a memoria, e probabilmente era così, anche se non si ricordava quando lo avesse imparato… “ oggi prepareremo insieme la…” fece una pausa di suspance poi disse “ …torta di mele!” nel dire quelle parole, torta di mele, qualcosa le si contorse dentro “ allora si devono prendere due uova…” disse afferrando due uova con una mano sola e rompendole abilmente in una terrina “ e sbatterle con dello zucchero a velo…” eseguì con grande maestria producendo un bel rumore ritmico “ poi grattugiamo la scorza di un limone…” Eleonora afferrò limone e grattugia e cominciò a darsi da fare, sempre con un gran sorriso. Ma non si sentiva affatto felice. E questo era strano, perché fare una torta per lei era da sempre una fonte di incredibile felicità.
Ma non questa volta.
Questa volta c’era qualcosa che non andava. Le parole le uscivano di bocca come una tiritera mandata a memoria, come se stesse leggendo una ricetta da un libro, ed in quella torta non c’era fantasia, non c’era niente di suo… “ ora prendiamo due belle mele…” continuò Eleonora afferrando due perfetti, lucidi pomi rossi, due mele da manuale… qualcosa decisamente non andava in quelle mele… qualcosa decisamente non andava in quella situazione…

“ Cinque minuti di pausa!” annunciò il fotografo. Sikandra si alzò dai cuscini e prese l’accappatoio per coprirsi, dal momento che indossava solo un costume da bagno. Che bello! Pensò, il suo sogno si era avverato: era una fotomodella! Passava ore ed ore a cambiare di posa ed a farsi fotografare, immersa in quell’atmosfera magica… Era meraviglioso! Meraviglioso! Meraviglioso! Sikandra rimase ferma nel suo accappatoio leopardato, con un’aria titubante…
Meraviglioso…
Era davvero poi così meraviglioso? Rigirarsi per ore sugli stessi cuscini e fare cinquemila foto nella stessa identica posizione? La principessa scosse il capo come per scacciare quell’idea molesta: ci avrebbe pensato dopo: ora era in pausa.
Si avvicinò alla macchina fotografica montata su un cavalletto. Ci girò in torno, poi guardò nell’obbiettivo… era piuttosto interessante…
“ mi spieghi come funzionano i tempi di esposizione?” domandò al fotografo che stava bevendo un caffè in un bicchierino di plastica. Questo rise e sputacchiò qualche goccia di caffè per aria
“ vuoi sapere come funzionano i tempi di esposizione?” domandò trattenendo un altro accesso di risa
“ sì…” rispose Sikandra che non capiva il perché di tutta quella ilarità
“ e perché mai?” le chiese il fotografo “ tu fai la fotomodella, il tuo compito e restare immobile e lasciarti fotografare… a cosa ti serve sapere come funzionano i tempi di esposizione?” Sikandra fece spallucce
“ ero solo curiosa…” disse “ mi sembrava una cosa interessante…” il fotografo tornò a ridere
“ sì, certo, certo…” disse col tono di voce di qualcuno che asseconda un bambino un po’ tardo “ ora rimettiti in posa che si ricomincia a lavorare!” Sikandra ubbidì, si sedette sui cuscini e si sfilò l’accappatoio.
I click della macchina fotografica ripresero, in rapida successione. Sikandra cambiava posizione, in maniera quasi impercettibile, e ad ogni click sentiva un microscopico qualcosa insinuarlesi nel cervello.
Click
click
click… non sapeva di cosa si trattasse, ma andava accumulandosi…
Click
Click
click… ad un tratto si accumulò a tal punto che Sikandra la riconobbe: era la sua nemica di sempre, la nemesi a cui aveva giurato di non arrendersi mai più…
la noia!


“ Sei pronta?” le domandò l’assistente di scena con in mano una copia della scaletta “ lo stacchetto comincia fra qualche minuto…” la principessa Lolly stava per rispondere di sì, quando gettò un urlo
“ acciderbolina!” strillò “ mi sono rotta un’unghia!” si sfiorò il dito con la mano, poi corse allo specchio più vicino, preoccupata che il suo aspetto potesse essere stato in qualche modo compromesso
Ed era vero: lo specchio restituì un’immagine che a Lolly non piacque. I lunghi capelli biondi stretti in due trecce ai lati della testa, il seno fasciato dal top rosa, con due cuori dipinti proprio in corrispondenza delle tette, la minigonna in tinta, con il disegno di un paffuto cupido con tanto di arco e frecce, il piccolo nasino, le labbra col rossetto color ciliegia…
con quell’unghia ora la perfezione era persa!
Lolly sentiva montarle in petto una disperazione terribile… forse esagerata, in fondo non si trattava di un brufolo, ma di un’unghia spezzata… poteva farsela ricostruire dall’estetista… e nello stacchetto nessuno l’avrebbe notata…
“ Lolly!?” chiamò l’assistente di scena “ hai ancora cinque minuti… e c’è Biancolingio per te…” Lolly si voltò e vide Biancolingio, il suo Principe azzurro-calciatore
“ pulcino caramellato? Cosa succede?” le chiese questo con voce affettata. Neve fu sopraffatta dalla disperazione. Biancolingio era biondo, ed indossava una vaporosa divisa da calciatore azzurra ed un cappello bianco, ornato da un’elegante penna di pavone. In mano teneva una scatola di cioccolatini a forma di cuore “ per San Valentino pucci pucci!” Neve, improvvisamente, senza motivo ebbe un conato di vomito. Sollevò la testa e vide la sua immagine nello specchio fare lo stesso. Guardò quelle trecce bionde, quelle labbra rosso sangue arterioso, guardò il vestitino di scena che indossava, e capì…
capì che il problema non era l’unghia spezzata, ma tutto il resto…


ed allora tirò un pugno violentissimo contro lo specchio, senza curarsi di ritrarre la mano mentre questo le andava in pezzi sul braccio, ed nel frattempo urlò!
Un urlo agghiacciante, un urlo ben diverso dallo strilletto da gallinella che aveva emesso poco prima, era un urlo che le risaliva da dentro le viscere, gravido di una disperazione profonda e giustificatissima.
Lei quasi non se ne accorse, ma al suo urlo se ne unirono altri tre.
Altrettanto disperati...


Antanuka urlava… e mentre urlava sentì la sua voce farsi sempre più profonda, sentì la vibrazione di quel suono percorrerle le vene, sentì i suoi bicipiti gonfiarsi, e sentì l’impatto del suo pugno, dalle nocche, tornate grosse come castagne, contro i bianchissimi denti del rappresentante della Principe Azzurro…

Sikandra sentiva il proprio urlo uscire dalla sua gola, e con lui tutti i click di noia, tutta l’inconsapevolezza, tutta quella beota contentezza! Sentì il rumore della macchina fotografica che si fracassava, schiantata dal cuscino che aveva tirato…

Eleonora, riuscì ad udire lo schianto da infarto della trota di mele contro la faccia di uno spettatore della prima fila, nonostante gridasse a perdifiato, come mai aveva gridato in tutta la sua vita…

Le quattro principesse aprirono gli occhi contemporaneamente, giusto nello stesso momento in cui Aurora li chiudeva e scivolava a terra addormentata.

“ Bene… bene… bene…” disse una delle Condizionamenti. Aveva una voce difficile da descrivere: poteva essere rovente come un tizzone o gelida come l’azoto liquido, ma comunque feriva l’aria che attraversava “ l’Analgesia non ha funzionato!” continuò, poi parve rivolgersi direttamente alle principesse “ avete perso la vostra ultima occasione di salvezza!” disse tagliente
“ ora…” continuò la Condizionamente che le stava affianco, con una voce altrettanto mortifera “ dovremo uccidervi!” non sembrava affatto dispiaciuta, anzi, era decisamente
impaziente.


Neve, che era tornata la Neve coi capelli rasati ed il drago tatuato sul collo, si osservava le braccia avvolte da cuoio nero con aria compiaciuta, e sulle labbra le comparve un sorriso
“ Certo! ” disse “ ma non crediate che sia facile, care le mie troiette!” Antanuka smise di toccarsi il naso, tornato, con suo grande sollievo, alle dimensioni di un melone, e si abbassò a brandire la sua mazza. La sollevò come se si trattasse di un ramoscello e la guardò con soddisfazione
“ già!” disse “ non crediate che sia facile!” Eleonora e Sikandra, avanzarono davanti ad Aurora. La prima incoccò una freccia nell’arco
“ e comunque sia…” disse ” è meglio la morte ad una vita passata a fare…” la sua voce divenne un sibilo disgustato “…torte di mele!” Sikandra sorrise, brandendo l’affilata spada d’argento
“ puoi ben dirlo!” disse, mentre anche Neve ed Antanuka andavano a schierarsi in difesa di Aurora, che dormiva con un sorriso beato sulle labbra.

La battaglia cominciò.
La mazza di Antanuka fu la prima a colpire, e spazzò via le Condizionamenti che volarono a diversi metri di distanza. Sebbene le Creature non avessero riportato alcun danno, questo diede il tempo alle principesse di mettere Aurora in salvo dietro l’edicola.
Poi cominciò il vero scontro.
Era difficilissimo contrastare le Creature, perché guardarle direttamente faceva male agli occhi, e disorientava. Anche seguire i loro movimenti era molto difficile, perché erano quasi trasparenti, e le loro spade di ghiaccio comparivano all’improvviso, come dal nulla.
Ma le principesse sapevano il fatto loro.
Antanuka parò un fendente proveniente dall’alto con l’impugnatura della mazza e spinse via l’avversaria con tutta la sua forza. Intanto Sikandra e Neve combattevano schiena contro schiena, con ferocia. Mentre Eleonora, arrampicata in cima all’edicola teneva a distanza due Creature facendo piovere su di loro cascate di frecce.
Le principesse sembravano assolutamente all’altezza delle avversarie, forse più abili. Ma le Creature non sembravano ricevere alcun danno dai colpi subiti, ne accusare fatica.
Ben presto Eleonora terminò le frecce e balzò giù dall’edicola col pugnale in mano, gettandosi su una delle due Creature.
La battaglia si fece più serrata.
Le quattro principesse affrontavano ciascuna una Condizionamente, in un feroce balletto di stoccate e parate.
La stanchezza cominciò presto a farsi sentire. Le quattro amiche erano sempre più sulla difensiva, mentre le avversarie guadagnavano lentamente ma inesorabilmente terreno, senza dar segno di fatica.
“ Dov’è la quinta?” urlò d’un tratto Neve, mentre schivava con agilità un affondo. Le compagne si voltarono con sgomento… nella confusione si erano dimenticate che c’era una quinta Creatura… quella di Aurora!
Antanuka menò un terribile fendente che gettò la sua avversaria a qualche metro, e corse dietro l’edicola…
“ Aur…” le parole le si strozzarono in gola per la sorpresa:

Aurora era sveglia, seduta su un gradino a parlare del Principio Azzurro, mentre la quinta Convenzione era conglutinata a terra, ed emetteva un ritmico suono russante.
“ Ciao!” disse Aurora rivolta ad Antanuka, alzando la mano in segno di saluto. La cavernicola rimase così basita che quando se ne accorse era ormai troppo tardi. Dietro ad Aurora era comparsa la Convenzione che fino a quel momento aveva combattuto con Antanuka.
Fu questione di un secondo.
La donna delle caverne non poté fare nulla.
La Condizionamente piantò la spada nella schiena di Aurora fino al fodero.
La principessa ebbe un tremito, emise un gorgoglio agghiacciante, poi crollò a terra rigida, digrignando i denti.
“ NOOO!!!”

gridò Antanuka, mentre la Creatura scoppiava in una rivoltante risata.

La cavernicola le piombò addosso, e per qualche secondo parve avere la meglio, ma poi, la Condizionamente di Aurora si svegliò, e la principessa si trovò in svantaggio numerico. Era stanca, sconvolta dal dolore, si gettò contro le avversarie con troppa foga, queste la evitarono e la colpirono insieme ai fianchi.
Antanuka serrò la mascella, fu percorsa da un brivido rovente e gelido al tempo stesso, emise un rantolo, poi cadde di schianto.
Neve, Sikandra ed Eleonora sopraggiunte in quel momento gridarono di orrore, e non ebbero il tempo di guardare le amiche a terra per più di un istante, che furono circondate.
Cinque contro tre.
Eleonora parò un colpo col pugnale ma perse la presa sull’arma e si trovò disarmata. La Condizionamente più vicina le menò un fendente al collo.
Eleonora sentì la lama di ghiaccio avvelenato trapassarle la gola da parte a parte, ed ebbe appena il tempo di stupirsi del fatto che la sua testa era rimasta ancora attaccata al resto del corpo, che crollò al suolo, con i muscoli contratti allo spasimo.
Sikandra fu la seconda a cadere.

Una delle convenzioni le piantò la spada dritta nel petto, sfondandole lo sterno.
“ NO!” gridò Neve, la faccia deformata in una maschera d’orrore ed odio “ NO!” le Condizionamenti risero, una risata che sembrava risalire dal profondo di una gelida cripta piena di corpi in decomposizione “ bastarde!” gridò Neve raccogliendo da terra il pugnale di Eleonora “ figlie di puttana!!”
Si gettò sulla Creatura più vicina, conficcandole il proprio coltello ed il pugnale dell’amica nei fianchi, uno da un lato e l’altro dall’altro.
Per un attimo non successe niente, poi la Creatura allungò il braccio ed afferrò Neve per la gola, ridendo.
Neve scalciò, ma la stretta di quella mano invisibile era solida come quella di una morsa d’acciaio.
Con lentezza estrema la Condizionamente infilò la spada nella pancia di Neve. Proprio sopra l’ombelico. La puntò verso l’alto e la spinse su, piano, quasi con dolcezza.
Neve sentì quel ghiaccio arroventato perforarle il diaframma, e strisciare lento fino al cuore, fino a trapassarlo in tutta la sua lunghezza. La Creatura sfilò la spada e mollò la presa.
Neve cadde, aveva la mandibola serrata ed i muscoli contratti, ed era scossa da un violento tremito.
Non aveva mai provato un dolore del genere. Le rimbombava in tutto il corpo, impedendole di respirare. In bocca aveva il sapore metallico del sangue. Le sembrava che presto i suoi stessi muscoli contratti le avrebbero spaccato le ossa, la avrebbero fatta crollare su se stessa… e non poteva nemmeno gridare.
Con uno sforzo sovraumano sollevò gli occhi fino a guardare in faccia le Creature… sempre se quella che avevano poteva definirsi una faccia… Stavano sorridendo…
“ Credevi che morire fosse una questione più veloce non’è vero principessa Lolly?” domandò una delle Creature. Neve ebbe uno spasmo, sputò un po’ di saliva e si sentì come se stesse per spezzarsi in due “ ma voi non siete mica creature viventi…” continuò la Creatura “ siete pensieri, emozioni, ideali… roba difficile da ammazzare!”

le Creature risero “ ma ormai è solo questione di tempo…” continuò l’essere “ ora vi spediremo lontano da qui, in un posto in cui nemmeno Sondra stessa potrà trovarvi… lì morirete.

Forse ci metterete mesi, forse anni, dipende da quanto siete forti, ma, non c’è fretta: prima o poi morirete, dimenticate da tutti!”

la Creatura tornò a ridere,

quella sua risata di morte “ neppure Sondra potrà più salvarvi!” disse sollevando la spada. Le compagne la imitarono “ non tornerete da dove vi manderemo!” aggiunse, e stava per calare la lama al suolo
“ F… tma” sibilò Neve tra i denti, e quella piccola parte della sua mente torturata dal dolore che ancora era sgombra pensò:
Se c’è un momento per un colpo di scena, quel momento è questo!

Sondra avanzava per la strada a testa china.
Tutto le era finalmente chiaro. Non poteva andare avanti così: qualcosa in lei era potentemente sbagliato.
Doveva darci un taglio.
Un bel taglio deciso.
Si guardò intorno, in cerca di qualcosa di drastico che suggellasse degnamente quella decisione. Qualcosa che la rendesse definitiva.
A qualche metro da lei, c’era un ragazzo di colore, con una bancarella. Sondra trasse un gran respiro, ed avanzò. Sapeva che lì avrebbe trovato ciò che cercava.
Guardò il banchetto. C’erano cappellini da base ball, magliette taroccate D e G, CD pirata, c’era insomma la solita fornitura tipica da banchetto di strada.
E c’erano loro.
Una montagnola intera.
Sondra li guardò con odio, anche se erano proprio il genere di cosa che stava cercando.
“ Solo un euro!” le disse il venditore. Sondra alzò gli occhi e lo guardò, presa alla sprovvista, avrebbe preferito avere più tempo, per riflettere… dopo tutto si trattava di una decisione importante…
“ ehm… “ borbottò “ stavo solo guardando…” il venditore le fece un gran sorriso
“ guarda, guarda!” la incitò. Sondra trasse un profondo respiro, come quello di un tuffatore su un trampolino di venti metri… nessuno in quel momento capiva il dramma che stava avvenendo nella sua testa.
Nessuno.
La ragazzina sentì le lacrime arrivarle a tradimento agli occhi, e premerli, come l’acqua contro una diga che sta per rompersi… osservò la montagnola di pupazzetti a forma di Winnie the poo…
Doveva farlo in fretta.
Altrimenti non ci sarebbe riuscita, e sarebbe scappata via…
Doveva farlo.
Il venditore la osservava con aria titubante… certo non sospettava cosa voleva dire per lei comprare uno di quei pupazzetti da un euro… non poteva sapere che equivaleva a firmare una resa incondizionata.
Sondra sospirò di nuovo, ed infilò la mano in tasca. Con le dita cercò fino a trovare una moneta. Ne percorse i margini, ne sentì scorrere le zigrinature sotto i polpastrelli sudati…
Era una moneta da un euro.
Un segno del destino…
La tirò fuori… e sollevò lo sguardo fino ad incrociare quello del venditore, che palesemente non capiva la drammaticità del momento…
Avvenne tutto come al rallentatore.
Sondra gli porse la moneta… Percepì ogni istante, ogni fotogramma del movimento che stava compiendo, il gomito che si estendeva, la distanza che si accorciava. Sentiva la moneta fra l’indice ed il pollice, ne percepiva con precisione il piccolo peso…Il venditore allungò la mano per prenderla… Sondra vide ogni linea sul suo palmo chiaro, vide l’anello di metallo che gli cingeva l’anulare, vide i braccialettini di corda che portava al polso…

Si udì un boato.


La terra tremò sotto i corpi paralizzati delle principesse. Le cinque amiche, con uno sforzo disumano ruotarono gli occhi verso la fonte del rumore. Le Creature alzarono lo sguardo, le braccia sollevate sopra le teste, pronte a calare le spade, pronte a spedire le principesse nel Luogo del Non Ritorno. L’immagine che videro ebbe il potere di bloccarle in quella posizione…
C’erano Fatima e Dragoberto.
La strega cavalcava il drago, ed indossava una lunga veste ed un mantello dorati che turbinavano nel vento, rifrangendo la luce in mille scintille.
Dragoberto, ruotò il poderoso collo, spalancò le ali e rampò. Poi sputò un fiume di fuoco che ricadde in un’incredibile fontana di lapilli.
Sembrava la scena di un film.
I movimenti del drago parevano studiati ad arte per ammaliare, ed erano perfetti ed impressionanti. Fatima dal canto suo se ne stava eretta, la schiena perfettamente dritta, il mantello turbinante, mosso da chi sa quale vento, illuminata in modo perfetto perché la veste dorata scintillasse in quella maniera incredibile…


Una visione!


Dragoberto sputò di nuovo fuoco, poi Fatima parlò
“ GUARDAMI!” ordinò con voce tonante “ GUARDAMI!” le principesse, sconvolte dalla sofferenza inferta loro dalle ferite non capirono: a chi stava parlando Fatima? Tutti gli occhi dei presenti erano già puntati su di lei.
La strega insistette “ DEVI ASCOLTARMI!” gridò.
Poi avvenne. La terra tremò di nuovo, questa volta in maniera più profonda, come se a tremare fossero le Terre di Sondra nella loro totalità. Dragoberto ricadde a terra, e perse gran parte del suo aspetto imponente assumendo un’espressione di terrore. Fatima deglutì “ DACCI UNA POSSIBILITA’” urlò la strega “ TI PREGO!”.


Tutto tacque d’improvviso.


Il terremoto cessò. Il vento cadde, e sul palazzo di marmo scese un’atmosfera di immobilità.
Dragoberto era accucciato e cercava, con scarsi risultati, di farsi piccolo. Fatima smontò e trattenne il fiato, la veste le ricadeva addosso immobile come un straccio. Le principesse sempre paralizzate, tremavano convulsamente, scosse da quel dolore divorante… e sopra di loro troneggiavano le Condizionamenti, sbalordite.


Nell’edicola era comparsa una ragazzina, di corporatura minuta, dai capelli rossi, gli occhi dorati umidi di lacrime che non volevano decidersi a scendere.

Le Condizionamenti ebbero un tremito, la ragazzina le guardò, poi sollevò la mano e queste restarono pietrificate. Immobili come statue di ghiaccio sporco.
“ Sei proprio sicura di quello che vuoi?” domandò Fatima con voce dolce, materna. La ragazza chinò il capo e guardò le sue cinque principesse, strette nella morsa dei crampi, agonizzanti sul pavimento di marmo gelido.
Una lacrima si staccò dalle sue ciglia e cadde per terra. Non appena toccò il suolo, le membra delle principesse si sciolsero.
Il dolore scivolò via, come se non fosse mai esistito, ed il respiro della vita tornò nei loro corpi, come un fluido benefico.
Mentre le principesse si rimettevano in piedi, con circospezione, la ragazzina si sedette sui gradini dell’edicola, le mani sul volto, scossa da singhiozzi silenziosi.
“ Perché piangi?” domandò con voce tenera Aurora. La ragazzina sollevò lo sguardo e si sforzò di sorridere alla principessa che la guardava con i suoi enormi occhi globosi, colmi di compassione
“ piango… perché non ci riesco….” Mormorò “ non riesco a cambiare!”
“ e perché vuoi cambiare?” domandò Aurora candida
“ perché il mondo vuole così!” singhiozzo la ragazzina “ ed io non ci riesco!” alle spalle di Aurora Neve sbuffò
“ te lo dico io perché vuole cambiare!” disse con tono severo “ perché è una codarda!” Eleonora mise una mano sulla spalla di Neve cercando di farla smettere, ma questa si scostò con violenza “ una codarda del cazzo!” insistette “ ecco perché!” la ragazzina strinse i denti ed assunse un’aria arrabbiata
“ non è vero!” disse “ io devo cambiare perché sono sbagliata!” Neve sbuffò
“ sì, e sono giuste le tue amichette coccodè!” disse sarcastica. Sondra incassò il colpo, ma poi digrignò i denti in un’espressione ferocemente simile a quella della stessa Neve
“ almeno loro non sono cattive quanto te!” ringhiò “ che spacci, tiri di coca come un aspirapolvere, sei più aggressiva di un pit bull, e dici più parolacce di uno scaricatore di porto!” Neve guardò Sondra in faccia… le sembrava di fissare la propria immagine in uno specchio… la principessa sospirò, e stupendo tutti, compresa se stessa, tirò fuori una voce calma e pacata
“ sì… io sono cattiva!” disse senza ombra di rimorso “ tiro di coca, spaccio, bestemmio e meno le mani… ma…” Neve fece una pausa “…non sono ipocrita!... e nel tuo mondo mi sembra che troppo spesso si confonda la bontà con l’ipocrisia!” Neve parve tornare in se all’ultimo ad aggiunse “ cazzo!!” tanto per darsi un tono. Sondra scosse la testa, sconfortata
“ no!” disse quasi gridando “ voi state cercando di fregarmi! Volete che resti così come sono per salvarvi la pelle… non vi importa nulla di me! Di quanto sono sola!” Sikandra si fece avanti
“ come puoi dire una cosa del genere!” disse “ noi siamo te! Certo che ce ne importa!”
“ e allora perché mi impedite di avere degli amici!” strillò la ragazzina diventando tutta rossa in faccia. Sikandra scosse la testa, triste
“ Sondra… “ disse con voce sottile “ guarda in faccia la realtà… i tuoi compagni non potranno mai essere tuoi amici. Se per farti accettare da loro devi cambiare fino al punto da ucciderci, da cancellare la parte più profonda di te… loro non ti saranno amici… non saranno amici di Sondra, perché Sondra non ci sarà più!” la ragazzina trasse un singhiozzo straziante
“ stai… stai dicendo che non potrò mai avere degli amici?” strillò strozzata dal pianto “ è questo che stai dicendo?” Sikandra scosse la testa
“ no, sto dicendo che non potrai mai avere loro come amici… potrai averne di altri… qualcuno che ti accetti per quello che sei!” Sondra si passò con rabbia una mano sotto il naso che le colava
“ nessuno mi accetterà mai per quel che sono ora!” urlò, fuori di se “ non con voi che mi girate per il cranio! Chi potrà accettare una stramba come te o…” la ragazzina si guardò intorno e gli occhi le caddero su Aurora che seguiva la scena sbattendo le palpebre “ o una svampita come lei!? ” concluse “ chi?” Aurora si guardò in torno
“ chi è che è svanito?” chiese. Sondra trasse un suono strozzato a metà fra un singhiozzo ed una risata
“ ecco…” disse nuovamente sopraffatta dalle lacrime “ appunto!”.
Le principesse si guardarono, lasciarono qualche secondo alla ragazzina per riprendersi. Antanuka toccò sulla spalla Aurora, che visibilmente non stava capendo nulla di quanto accadeva, e pareva piuttosto turbata dal pianto di Sondra.
“ guarda…” disse la cavernicola indicando Fatima che si teneva in disparte con Dragoberto “ mi pare di sentire che quei due discutano a proposito di un certo Principio Azzurro…” Aurora tirò su la testa “ perché non vai da loro?” la principessa annuì entusiasta e si mosse verso la strega ed il drago scivolando sul marmo come se avesse le rotelle.
“ capite cosa intendo?” domandò Sondra asciugandosi le lacrime, senza smettere di piangere “ non avrò mai nessuno come amico!” Sondra continuò a piangere, singhiozzando dolorosamente. Poi però sollevò la testa, e nella sua espressione di sofferenza comparve una decisione feroce “ comunque…” aggiunse con rabbia ” avete ragione! Lo so, l’ho sempre saputo: non posso sacrificarvi per avere degli amici!” ringhiò “ io non ho bisogno di amici! Io me ne starò qui con voi!” le principesse si scambiarono sguardi significativi
“ ehm…” disse Antanuka con tutta la delicatezza possibile “ non credo che sia questa la soluzione…” borbottò. Neve sbuffò
“ …a meno che tu non voglia finire in un manicomio con una candela di bava che ti cola dalla bocca!” sibilò feroce. Sondra stava per ribattere, ma Eleonora si intromise
“ ora basta!” disse talmente drastica che tutte si voltarono a guardarla “ piantala con questo dramma!” aggiunse con una certa severità, poi continuò con un tono decisamente più materno “ Il tuo problema è che vedi tutto in bianco e nero, come fanno gli adolescenti!” spiegò “ amici o nemici, vivi o morti, la normalità più banale o la pazzia più completa… la vita non è mica così, ci sono dei compromessi!” Sondra tirò su col naso ed ascoltò con attenzione “ sii un po’ critica! Asseconda dove puoi assecondare e non transigere dove non puoi farlo! È vero che i tuoi compagni non potranno mai essere tuoi amici, ma non è detto che tu debba per forza essere il loro zimbello o che debba scappare via a rifugiarti nella tua testa!”
“ e…” borbottò Sondra “ come faccio?”
“ smussa i tuoi angoli ma mantieni le tue convinzioni profonde!” disse Eleonora “ le tue terre non sono certo perfette, ma sono belle, non rinnegarne l’essenza! Tu sei una di quelle persone che hanno in sé il potere di fare cose grandi, il potere di cambiare il mondo, non buttarlo via!” Sondra, gli occhi rossi per il pianto, sorrise, un sorriso triste
“ io non posso cambiare il mondo…” disse con un filo di voce ed un gran rimpianto “ non c’è nulla che possa fare per rendere il mondo migliore!” Eleonora sorrise anche lei
“ certo che puoi!” disse “ se sarai te stessa, con la tua voglia di farlo!” Sondra scosse la testa
“ e invece no…” fece, poi parve cercare un esempio “ …non sono andata alla manifestazione contro il TAV…” disse “ ma se anche l’avessi fatto, non avrebbe fatto la differenza!”
“ e invece sì, cazzo!” si intromise Neve con durezza, Antanuka le posò una mano sulla spalla, e continuò lei, con voce calma e profonda
“ certo…” disse “ forse se fossi andata a quella manifestazione avrebbero comunque fatto passare il Treno ad Alta Velocità per la Val di Susa… ma nessuno, nessuno, avrebbe mai potuto far passare una Trivella ad Alta Voracità nei pascoli dei tuoi sognotti!” Sondra guardò Antanuka… aveva ragione ma…
“ e se non puoi cambiare il mondo…” continuò Sikandra “ almeno puoi impedire al mondo di cambiare te!”
“ e poi… tu sei una parte del mondo… se le tue terre restano belle ed incontaminate, per quanto in piccolo, avrai comunque reso il mondo migliore!” Sondra e le principesse si voltarono in cerca dell’origine di quella voce… era quella di Aurora, ma inspiegabilmente la principessa stava lontano, a parlare davanti a Fatima e Dragoberto che russavano accasciati l’una sull’altro. Sondra e le principesse fecero spallucce, poi si guardarono l’un l’altre… Sondra sorrise, aveva gli occhi ancora rossi ma aveva smesso di piangere
“ io… non so bene cosa devo fare allora…” borbottò. Eleonora sorrise
“ è facile, sii te stessa, ma non esagerare!” Sondra sorrise anche lei
“ sì… avevo capito… ma come?” Eleonora fece spallucce
“ beh, ti aiuteremo noi!” disse con entusiasmo “ ad esempio Antanuka cercherà di non ruttare dopo mangiato, e magari si spunterà il sopraciglio…” disse guardando Antanuka che arrossì violentemente toccandosi le sue sopraciglia unite in un’unica entità “ Sikandra magari cercherà di tralasciare almeno un paio di punti della sua lista…” Sikandra sospirò ed acconsentì anche se senza troppo entusiasmo “ io vedrò di rifare la stessa torta qualche volta… Neve…” Eleonora fissò l’amica che si era voltata con gli occhi ridotti a fessure “ Neve potrà cercare di dire meno parolacce…” Neve grugnì, ma poi parve cedere
“ okay…” disse “ ma niente robe del tipo acciderbolina o poffarbacco,
cazzo!” poi saltò sù “ minchia ho detto cazzo!” e di nuovo “ cazzo ho detto minchia!" poi assunse un’aria contrita, le mani sulla bocca “ pardon…” borbottò. Eleonora si portò una mano alla fronte
“ sarà più difficile del previsto…” disse, mentre Sondra rideva, suo malgrado “ e per Aurora…” Eleonora si grattò il mento cogitambonda “ …per Aurora non so proprio cosa consigliare…” disse. Sondra fece un sorriso
“ vuol dire che Aurora me la terrò così com’è…” disse. Poi guardò le sue principesse, voleva dire qualcosa per ringraziarle, voleva far loro capire quanto fosse stato importante per lei quel discorso, ma Antanuka la precedette
“ ricordi la questione del manicomio…” chiese “ della bava alla bocca… e quelle cose lì?” Sondra non capì… certo che se ne ricordava, ne avevano parlato tre secondi prima
“ certo che mi ricordo!” disse
“ allora sarà meglio che ti dai una mossa…” disse Neve “ prima che il venditore ambulante chiami la neuro!” Sondra trasalì, poi scomparve con un piccolo schiocco.

Fatima si svegliò con un gran sbadiglio
“ com’è andata?” domandò stiracchiandosi
“ bene direi!” disse Sikandra
“ già!” confermarono le altre “ sembra che siamo giunte ad un compromesso accettabile…” Neve osservò Fatima
“ senti…” disse, mentre le altre, Antanuka in testa, andavano a salutare Dragoberto “ avrei un paio di cose da chiederti…”
“ dimmi pure…”
“ prima di tutto…” Neve sospirò “ prima di tutto non capisco come mai, se le Terre di Sondra erano così libere, noi all’inizio eravamo comunque praticamente prigioniere!” Fatima sorrise
“ beh…” disse “ nessuno è davvero libero dai condizionamenti… tutte le terre soggiacciono a qualche regola dettata dalla società stessa… ma chi ha più spirito critico riesce a scavalcarle, ad eluderle, e se queste regole non sono radicate troppo in profondità nella terra a cambiarle, almeno dentro di sé… e spesso questo avviene durante l’adolescenza, che è un periodo di transizione, di ribellione molto importante, durante il quale si forma, o si rimodella, il vero Io di una persona…” Fatima sorrise “ purtroppo l’adolescenza è anche un momento di estrema delicatezza, e chi non è abbastanza forte fugge da una prigione e va a rifugiarsi in un’altra!” Neve rimase in silenzio, come per interiorizzare questa verità. Poi tornò a parlare
“ e posso chiederti come hai fatto ad evocare Sondra?” Fatima sorrise con aria di grande orgoglio
“ beh… si può dire che ho sfruttato un vecchio metodo: il Metodo del Drago Rampante… nessuno resiste al fascino di un drago sputafuoco rampante, tanto meno poteva resistergli Sondra che ha una vera e propria infatuazione per i draghi…” Fatima fece una pausa poi continuò “ ed ammetto che ho sfruttato qualche trucco che spesso usano le stesse Condizionamenti, per far presa sulla gente… per questo si sono distratte pure loro…”
“ che trucco?” chiese Neve, che non aveva notato nulla
“ un pizzico ben dosato di teatralità… in stile spot pubblicitario… sai, una buona illuminazione… il vento che mi agitava la veste… sono mesi che io e Dragoberto proviamo, abbiamo studiato ogni mossa per renderci il più carismatici possibile!”

Neve era piuttosto ammirata
“ beh…” disse “ siete stati davvero grandi!” Fatima assunse un’aria compiaciuta.
“ avrei ancora un’ultima domanda…” disse Neve. Fatima annuì. “ perché Aurora non è svenuta come noi altre davanti alle Condizionamenti?”
“ beh…” cominciò la strega titubante “ credo che sia per il fatto che Aurora è così non convenzionale… così libera e stramboide, da non ubbidire a nessuna regola… ma proprio nessuna… nemmeno a quelle dettate dalla scrittrice del libro…” Neve guardò la strega senza capire
“ la scrittrice del libro? Ma chi…”

Fatima pareva sentire di essersi sbilanciata,

e si affrettò a stroncare il discorso
“ beh… forse questa te la spiego un’altra volta…” disse “ per oggi mi pare che ci sia già troppa carne al fuoco!” e così dicendo si unì in fretta e furia alle altre principesse. Neve rimase qualche secondo cogitabonda, poi fece spallucce, dopo tutto Fatima aveva ragione: aveva già abbastanza roba su cui riflettere senza indagare su libri e scrittrici. Andò a congratularsi con Dragoberto.

“ Tutto bene?” chiese il venditore
“ eh?” chiese Sondra sussultando “ oh… sì, tutto bene!” disse la ragazza ritraendo la mano con la moneta come se si fosse scottata. Il venditore la guardò sconcertato
“ non lo compri più?” domandò titubante l’uomo
“ no!” disse secca Sondra. Poi parve ripensarci “ anzi…” disse “ ho cambiato idea… prendo questo!” fece porgendo la moneta da un euro e prendendo un Winnie the Poo travestito da rinoceronte “ grazie!”
“ prego…” rispose il venditore fissandola poco convinto.

Sondra andò a casa. Si sedette alla propria scrivania e prese il portapenne. Sgusciò il piccolo Winnie the Poo di plastica dal suo involucro di gomma a forma di rinoceronte, e lo mise da parte.
Poi prese una penna e disegnò un minuscolo rettangolo sulla gomma dell’involucro. Dentro ci scrisse – torno subito, sono al bagno – e poi lo appese alle chiavi di casa.

EEEETUUTTOGGENTEEE!!!!!!!




FINE!

mercoledì 19 settembre 2007

BATTAGLIA PER LE TERRE DI SONDRA-Alla DIVERSITA'!

Era come trovarsi in una spessa nuvola. Non si vedeva nulla, tutto era candido e fresco, e le cinque non riuscivano nemmeno a vedersi. Il silenzio era così totale da sembrare una presenza materiale, neppure i loro passi risuonavano in quell’atmosfera ovattata.
Avanzarono come un unico essere. Passo dopo passo, immerse nella nebbia.
Nessuna delle cinque sapeva dove erano dirette, cosa avrebbero trovato, cosa avrebbero dovuto fare, ma continuavano ad avanzare. Un’unica certezza: le risposte che cercavano si trovavano lì.
Avvenne così gradatamente che le principesse non se ne resero quasi conto. La nebbia si diradava piano piano. Restava una foschia diffusa, ma rarefatta. Lo capirono più che altro perché riuscivano nuovamente a vedersi l’un l’altra. Per il resto l’ambiente restava bianco, assolutamente bianco. Era come camminare nel nulla.
“ Come facciamo a capire che non stiamo girando in tondo?” chiese Neve. La sua voce era quasi un bisbiglio
“ non lo so…” rispose Antanuka con un fil di voce, quasi per non turbare l’assoluto silenzio che regnava in quello strano luogo.
Le principesse si lasciarono le mani. Il fatto che la nebbia fosse diradata ma che non si vedesse ugualmente nulla era ancora più strano. Sembrava che in quel posto non esistesse nulla. In quel posto non c’era nulla. Non c’era neanche un terreno su cui camminare, non c’era un sotto, non c’era un sopra… Solo una vaga nebbiolina fluttuante, che vorticava in strane spirali, come soffiate da un fumatore invisibile. Sikandra sobbalzò quando vide che Aurora stava camminando a testa in giù rispetto a lei
“ interessante…” borbottò, vedendo che invece Neve era inclinata ci circa quaranta gradi, ed avanzava con naturalezza, come se ubbidisse a leggi completamente diverse da quelle che governavano la gravità delle sue amiche.
Poi videro un laghetto. O almeno era quello a cui somigliava di più ciò che videro. Si trattava di una sorta di pozza, sospesa di sghimbescio nella nebbia…
Si avvicinarono camminando su piani completamente diversi, e si affacciarono sulla superficie argentea dello specchio di quella che sembrava acqua.
In verità non poteva essere acqua… era una sostanza argentata, vorticante, di consistenza mai vista, ne liquida ne gassosa. Sikandra ne sfiorò la superficie col dito. Lo ritrasse spaventata quando la strana sostanza cominciò a vorticare più rapidamente, usando il dito come centro. Le principesse si ritrassero, la sostanza girava sempre più velocemente, e si tingeva di strani colori.
Poi tutto si bloccò.
Fu come se il laghetto si fosse gelato all’improvviso. La superficie rimase immobile, congelata per qualche istante.
Poi al suo interno comparve un’immagine.
C’era una ragazza che piangeva seduta sui gradini di una scalinata. Aveva all’incirca quindici anni, portava una maglietta scura, una gonnona zingaresca ed un paio di stivali apache.
Le principesse rimasero bloccate davanti a quella immagine. Quella ragazza aveva qualcosa di estremamente famigliare…
“ I capelli…” bisbigliò Neve fissando gli occhi gonfi di lacrime della ragazzina “ Sikandra… ha i tuoi stessi capelli!”
In effetti era vero. La ragazzina aveva gli stessi indomabili riccioli rossi di Sikandra.
“ ed ha il naso di Aurora…” disse Sikandra “ lo stesso piccolo naso…” era vero. Ma non finiva lì, quella ragazza in lacrime sulla scalinata aveva la stessa identica corporatura minuta di Neve, lo stesso identico viso ovale di Eleonora e gli occhi di Antanuka.
Antanuka aveva degli occhi molto particolari, scuri ai bordi dell’iride e chiari e dorati verso la pupilla, erano l’unica parte del suo aspetto fisico ad essere guardabile, e quella ragazzina in lacrime li aveva uguali…
“ Ma chi è?” chiese la cavernicola, col cuore stretto nel petto. Veder piangere quella ragazza colpiva le principesse in modo violento. Perfino Aurora che di solito si estraniava da quel che la circondava, e non smetteva mai di sorridere, guardava nello specchio con un’espressione di sofferenza
“ piange…” disse, ed era evidente che questo la faceva sentire male.

Le cinque amiche ci misero un po’ ad allontanarsi dallo strano specchio. E la strana sensazione che le aveva colpite non le abbandonò.
Si sentivano tristi.
Camminavano tutte su piani assolutamente diversi.
E si sentivano sole.

Pochi metri dopo le principesse incontrarono un altro laghetto. Neve che ora era a centottanta gradi dalle altre toccò la superficie col dito. Tutte trattennero il fiato mentre la sostanza argentea vorticava e si inchiodava come congelata.
Nello specchio comparve un’altra immagine.
C’era sempre la stessa ragazza. Si stava infilando un paio di pantaloncini corti, verdi acido, con una complicata fantasia di disegni neri. Non era sola. Con lei c’erano altre ragazze all’incirca della sua età, sedute su una panca intente a vestirsi. La ragazza si legò le scarpe e poi si allontanò, diretta verso un bagno. Si chiuse dentro.
“ L’avete avete vista?” sibilò una ragazza bionda rimasta seduta sulla panca. Le altre ragazze soffocarono delle risatine “ quei pantaloncini mettono i brividi!” rincarò la ragazza bionda
“ e poi avete visto? “ chiese con aria da cospiratrice una seconda ragazza che indossava un paio di pantaloncini blu, molto attillati “ non si depila!”
“ già!” replicò la bionda con un sorrisetto malevolo “ sembra un cane!”
“ e poi, se fossi in lei, mi guarderei bene dal mettere i pantaloncini corti!” aggiunse la ragazza che indossava i calzoncini blu passandosi negligentemente una mano sulla coscia “ ha delle gambe orribili!”
“ sembrano dei rami!” cicalò una terza ragazza ridacchiando.
Le principesse non sapevano come mai, ma sentivano un enorme peso nel petto, come se una mano invisibile stesse stringendo i loro cuori in una morsa. Non sapevano come mai, ma erano certe che la ragazza chiusa nel bagno avesse sentito tutto, e che ne stesse soffrendo immensamente…
e per qualche strano motivo loro… soffrivano con lei…
“ è ora di andare!” disse la ragazza bionda alzandosi ed uscendo seguita dalle altre “ speriamo che la Maneri non ci faccia di nuovo giocare a basket!” L’immagine rimase ferma sulla panca vuota per quale secondo, poi la porta del bagno si aprì. La ragazza guardò la porta dalla quale erano uscite le sue compagne, come considerando di seguirle, aveva un’aria estremamente abbattuta. Fece un lungo sospiro poi si guardò le gambe.
Le principesse tornarono a sentire quel peso nel petto, quella mano che stringeva loro il cuore. Sapevano perfettamente a cosa stava pensando la ragazza… sapevano ben più di quanto si potesse capire dall’immagine che stavano guardando.
Quei pantaloncini verdi li aveva dipinti lei. Ci aveva messo una giornata intera a disegnare e ritagliare gli stencil con un motivo di draghetti. Le piacevano molto. Eppure adesso li stava odiando. E stava odiando se stessa. Perché li aveva messi? Perché non si era portata una tuta lunga che coprisse le sue gambe a forma di ramo ed i suoi orribili peli biondi?
Perché?
Le principesse videro la ragazza deglutire, mentre le lacrime le si affacciavano a quei suoi occhi così straordinariamente uguali a quelli di Antanuka … Ma la ragazza non pianse. Strinse i denti ed uscì di corsa…
Il laghetto rimase vuoto e le principesse vi si scostarono, ancora percorse dalle strane, estranee, sensazioni che avevano appena provato.

Le cinque amiche si allontanarono in silenzio, ognuna camminando su un corridoio spaziale diverso, ognuna persa nei propri pensieri, come stordita. E quando videro un terzo laghetto vi si avvicinarono come automi, tutte insieme.
Questa volta fu Antanuka a toccare la superficie del liquido, che vorticò e si pietrificò su una nuova scena.

La ragazza stava camminando per strada, affianco alla stessa ragazza bionda che c’era nell’immagine precedente
“ La Menegazzi sarà pure stronza…” diceva la ragazza “ ma l’idea di mettere in scena uno spettacolo teatrale e bella no?” La ragazza bionda non rispose. Stava guardando con attenzione un piccolo aggeggio scuro, da cui pendeva un ciondolo… un ciondolo a forma di orsetto travestito da mucca
“eh?” domandò sollevando la testa “ dicevi qualcosa?” domandò la bionda. La ragazza sospirò
“ no, nulla!” disse abbassando lo sguardo
“ manca molto a casa tua?” chiese poi la bionda “ è un’ora che camminiamo… ho male ai piedi!”
“ siamo arrivate!” rispose la ragazza indicando col dito un edificio bianco “ le altre vengono in macchina?”
“ sì… le accompagna il padre di Katia!” disse la bionda “ spero che si sbrighino altrimenti si perdono l’inizio del Grande Fratello!” la ragazza sollevò un sopraciglio
“ ma non dovremmo cominciare subito?” domandò “ per recitare bene insieme bisognerà provare un po’ di volte!” la bionda sbuffò
“ ma sì, che pizza che sei… resterà tempo!” Le due entrarono nella casa
“ Questa è camera mia!” disse la ragazza. La bionda entrò guardandosi intorno con aria piuttosto indifferente
“ che roba è questa?” domandò fermandosi davanti ad un paio di quadri appesi al muro, che ritraevano due maestosi draghi sullo sfondo di un’alba
“ li dipingo io…” disse la ragazza “ mi piacciono gli animali fantastici… i draghi in particolare…” la ragazza attese che la bionda facesse un commento, ma questa si limitò ad assumere una faccia tra il perplesso e lo schifato
“ certo che sei proprio strana tu…” disse. In quello stesso momento si sentì suonare un campanello
“ eccole finalmente!” fece la bionda senza sforzarsi di mascherare il sollievo, ed uscendo di corsa dalla stanza per aprire la porta. “ ciao raga!” disse andando ad abbracciare la prima della quattro ragazze che erano entrate. Ci fu uno scambio di baci sulle guance e di commenti sul vestiario del tipo… ma che bella maglietta… ma quanto l’hai pagata?...
“ entrate pure…” disse la ragazza
“ oh… ma non è mica che non c’hai la tele tu vero?” le domandò con apprensione una delle quattro. La ragazza sospirò
“ se volete la tv è in salotto ma…” non riuscì a terminare la frase perché le cinque compagne si stavano già dirigendo nella stanza affianco
“ sta per iniziare!” cicalò la bionda
Poco dopo le cinque erano sedute sul divano e fissavano la tv ridacchiando e scambiandosi commentini.
La ragazza prese una sedia.
Questa volta ci volle più tempo perché le principesse riuscissero ad allontanarsi da quella immagine. E lo fecero solo per convergere poco più in là su un terzo laghetto, come in trance.
C’era sempre la ragazza di prima. Era in una strana stanza, con tanti tavolini, come se fosse un bar, ma c’era una sola sedia per tavolino, ed un tavolo più grosso vicino ad una parete, a cui era appesa una grossa lastra nera. Questa volta c’era molta altra gente, tutti ragazzi sui quindici anni
“ Ma voi restate in classe?” domandò la ragazza agli altri
“ non lo so…” rispose la solita bionda titubante “ se escono tutti… esco anche io!” aveva dei vestiti molto simili a quelli che l’elfo aveva venduto alle principesse e che loro erano state costrette ad indossare
“ e voi?” domandò la ragazza rivolta agli altri
“ beh…” borbottò un ragazzo con una maglietta a righe “ se escono proprio tutti…” lasciò la frase in sospeso poi ammiccò “ certo non me ne resto da solo con la Menegazzi!!” gli altri risero, tranne la ragazza che pareva piuttosto tesa
“ bene!” disse “ allora usciamo tutti!” disse, poi aggiunse “ io comunque esco!” fra i ragazzi si sparse un mormorio “ …conviene muoverci se non vogliamo incontrare i prof!” aggiunse
“ dai, svigniamocela!” disse il ragazzo con la maglietta a righe. Ci fu un gran tramestio. I ragazzi afferrarono i loro zaini, raccolsero giacche ed infilarono la porta come una mandria di buoi. La ragazza uscì per ultima, un sorriso soddisfatto sulle labbra.
L’immagine si spostò. Seguì i ragazzi che scendevano le scale… le stesse che, nella prima pozza, avevano fatto da sfondo al pianto della ragazza. Tutti si ritrovarono all’aperto in un grosso cortile recintato e si spostarono rapidamente verso un grande cancello.
“ bene!” ora che si fa?” domandò il ragazzo con la maglietta a righe
“ il quindici arriva proprio nella piazza dove parte la manifestazione!” disse la ragazza. Ci fu un momento di silenzio, poi gli altri scoppiarono a ridere
“ tu pensi che siamo usciti da scuola per andare ad annoiarci da un’altra parte?” chiese beffardo il ragazzo con la maglia a righe. La ragazza non disse nulla, rimase immobile, un’espressione difficile da interpretare
“ andiamo alle Gru!” disse la ragazza coi capelli biondi
“ sì dai!” fecero eco un paio di altre ragazze
“ io me ne vado in sala giochi!” disse il ragazzo con la maglietta a righe, e si allontanò seguito da un paio di amici.
“ tu vai davvero a manifestare contro il TAN?” chiese la bionda in tono querulo rivolta alla ragazza.
“ TAV…” disse questa “ Treno ad Alta Velocità…” la bionda fece un gesto con la mano, come per scacciare una mosca
“ sì, sì… quella roba insomma…” poi guardò la ragazza con la stessa espressione con cui si guarda un animale strano “ non capisco proprio a te cosa te ne frega del TAV… mica lo fanno sotto casa tua!” la ragazza aprì la bocca per rispondere, ma una compagna la precedette
“ cosa vuoi Domenica… sai com’è fatta lei… è tutta matta!” la ragazza pareva molto turbata, la mascella serrata, gli occhi lucidi “ vuol sempre fare la separatista!” la bionda fece un risolino
“ dai… “ disse “ vienitene con noi al centro commerciale… così ti compri un vestito decente… che sembri sempre evasa da uno zoo ” le altre ragazze risero “ ti facciamo vedere un negozio di jeans davvero fico!”
“ e poi…” disse la stessa che aveva parlato prima “ sai che differenza fa se vai o no alla manifestazione… mica puoi cambiare il mondo da sola!” la ragazza deglutì “ se ci vai o non ci vai non glie ne frega niente a nessuno!” la ragazza aprì la bocca per parlare, ma non le diede fiato
“ ci muoviamo allora?” domandò Domenica alla combriccola, e si incamminò lungo la strada.
la ragazza rimase ferma, le guardò andare svoltare l’angolo ridacchiando. Restò sola. Sola sul marciapiede davanti alla scuola.
Sola.
Sola.
Sola.
Le principesse potevano quasi vederla tutta quella solitudine gravarle sulle spalle. La sentivano come se fosse loro. Era quella la sensazione che provano le pecore nere. Che prova chi è un po’ diverso. Che provano i brutti anatroccoli.

Quella sensazione che ti fa capire che sei anormale. Che nel mondo… in questo mondo… per te non c’è spazio. Quella sensazione che mette chiaramente in evidenza che c’è qualcosa di storto in te. Qualcosa di sbagliato. C’è qualcosa di anormale nel modo in cui ti vesti, nel modo in cui parli, nelle battute che fai… Qualcosa che se non correggerai ti condannerà ad essere abbandonato da tutti. Il mondo te lo fa capire piano per volta. Ma te lo fa capire in maniera inesorabile. Goccia a goccia. Ogni giorno una nuova lezione. Ogni giorno che passa ti insegna che così come sei… non vai bene.

Le principesse si scostarono dal laghetto con forza. Una stranissima sensazione di estraniazione le pervadeva. Era stato come finire risucchiati nella mente di un altro. Provare le sue emozioni, farsi carico di tutte le sue esperienze passate. Una corrente di sensazioni che provenivano dalla ragazza nel laghetto percorreva le loro teste riempiendole di nausea.
Neve scosse la testa, come per scacciare quelle sensazioni che le erano estranee eppure così familiari. La consapevolezza di essere emarginati da un gruppo. Quel desiderio di essere accettati che ti stringe le viscere…
“ andiamo via di qua!” disse Neve barcollando lontano dal laghetto. Le altre la seguirono, altrettanto provate
“ ma cosa sta succedendo?” domandò Eleonora tremante “ chi diavolo è quella ragazza?” le altre non risposero. Neve scosse nuovamente la testa
“ non capisco…” la frase rimase a metà, mentre l’ennesima pozza di liquido attirava irresistibilmente a se le cinque amiche. Era come una droga. Come uscire dal proprio corpo e provare sensazioni non tue… ed anche se non si trattava di sensazioni piacevoli le principesse sentivano di doverle provare… sentivano un legame fortissimo con quella ragazza che trasmetteva loro le proprie sofferenze.
Nel liquido si cristallizzò un’immagine.
Era la stessa stanza del laghetto precedente, ma la situazione era diversa. Tutti i tavolini erano occupati. Ad ognuno c’era un ragazzo od una ragazza, con l’aria tesa ed un foglio davanti. Il grande tavolo sotto la lastra nera era occupato da una donna di mezza età, dal cipiglio severo
“ bene!” disse la donna “ consegnate i cellulari e mettetevi al lavoro!”
“ ma prof!” si lamentò un ragazzo in prima fila “ ci fa consegnare i cellulari anche per il tema adesso?” la donna sbuffò
“ non si sa mai!” disse in tono definitivo la donna, e tutti i ragazzi sfilarono davanti alla cattedra lasciando i propri telefonini. “ bene… eccovi le tracce!” disse la donna passando a distribuire dei foglietti “ avete tre ore!”
Le principesse osservarono la ragazza. Stava leggendo la prima frase del foglietto
- Provate ad immaginare cosa può voler dire essere diversi, emarginati. Analizzate il concetto di xenofobia esposto dal libro di Ditrinski alla luce di quello che provereste voi nei panni del protagonista.-
Le principesse videro la ragazza fare un sorriso beffardo, un sorriso di cui potevano sentire l’amarezza sulle loro stesse labbra. La ragazza sollevò la testa e guardò la cattedra. Guardò la riga di cellulari schierati come tanti piccoli soldatini. Guardò i ciondoli che pendevano oltre il bordo del tavolo. Erano tutti pupazzetti di Whinnie the poo travestiti da qualcosa. Quello di Katia era travestito da canarino, quello di Danila da mucca, quello di Gabriele da zebra… Erano diciotto cellulari con diciotto ciondoli di Whinnie the poo…
Ma quella era una classe con diciannove alunni…
Le principesse sapevano tutto questo senza che nessuno lo avesse detto loro. Sapevano che il cellulare ed il pupazzetto mancanti erano della ragazza. Le principesse sapevano cosa stava pensando la ragazza in quel momento. Le principesse sapevano cosa c’era dietro quello strano sorriso…
- Provate ad immaginare cosa può voler dire essere diversi, emarginati… già… provate ad immaginarlo! -

Neve era completamente permeata dalle sensazioni che in quel momento attraversavano la ragazza, completamente estraniata dal proprio corpo… fu per questo che non la sentì arrivare.
Il colpo sulla testa la fece tornare in sé.
“ haia!” mugolò massaggiandosi il cranio… a colpirla era stata una sfera ripiena di nebbia vorticante, che ora fluttuava a un metro di distanza da lei. Neve si scosse, mentre le amiche osservavano la scena cercando di togliersi di dosso il torpore in cui erano scivolate
“ M…Mariacarla?” domandò Neve. La sfera si mosse convulsamente su e giù, come una testa che annuisce “ dov’è Fatima?” chiese Neve. La sfera roteò su se stessa un paio di volte, poi al suo interno comparve il volto della strega. Le principesse, finalmente lucide si avvicinarono
“ Fatima ma cosa…” cominciò Neve. Ma da dentro la sfera la strega la zittì
“ è giunto il momento che sappiate come stanno le cose!” disse “ ora vi spiegherò tutto!” Mentre una qualsiasi persona sarebbe rimasta in attento ascolto Neve sbuffò
“ mi piacerebbe sapere perché non l’hai fatto prima, cazzo!” disse arrabbiata
“ non avreste capito!” disse Fatima per nulla irritata “ prima di aver attraversato la Terra delle Nebbie non eravate pronte ad accettare la verità!” spiegò. Eleonora si fece avanti. Aveva un’aria assorta, e sembrava ancora provata da quello che aveva visto nei laghetti
“ chi è la ragazza delle immagini?” domandò alla strega nella sfera. Fatima sorrise
“ sono contenta di arrivare subito al punto!” disse “ quella ragazza è Sondra!”

Le principesse rimasero attonite
“ Sondra?” domandò incredula Sikandra “ la Sacra Creatrice? La Padrona delle Terre di Sondra?” Fatima annuì
“ lei!” disse. Le principesse non si mossero, pareva che la notizia necessitasse di parecchio tempo per essere assimilata
“ ma… è una ragazzina!” balbettò Antanuka “ come può aver creato tutto questo?” Fatima sorrise
“ lo ha fatto!” disse “ e quello che voi avete visitato non è che una minima parte delle Terre di Sondra… e tra l’altro quella più colpita dai recenti mutamenti… la parte che per così dire è meno sua…” la strega lasciò cadere nuovamente il silenzio, perché le cinque amiche rielaborassero ciò che avevano ascoltato
“ ma…” cominciò Neve, ma Fatima non la fece finire
“ statemi a sentire!” disse la strega con aria decisa “ cercherò di essere breve… tutto quello che vedete, le terre che avete attraversato, le persone e le creature che avete incontrato, io… voi stesse… sono opera di Sondra…” Fatima tornò ad interrompersi, e scrutò le principesse, come per capire se fossero pronte ad ascoltare il resto di ciò che aveva da dire
“ ma allora …” cominciò Sikandra “ se Sondra è un maga così potente… perché nei laghetti sembrava tanto in difficoltà?” Fatima sorrise
“ Sondra non è una maga potente… non è neanche una maga… è semplicemente una ragazzina di quindi anni che frequenta l’istituto tecnico!” le principesse incassarono il colpo in attonito silenzio “ tutto ciò che ci circonda... non è altro che la sua mente!” continuò la strega ” …le immagini che avete visto negli specchi sono una sorta di finestra sul suo mondo: i suoi ricordi… che vengono immagazzinati qui, nella Terra delle Nebbie… voi, che siete strettamente legate a Sondra, li percepivate in parte come vostri…”
“ ma…” tentò di nuovo Neve, e di nuovo Fatima non la fece continuare
“ in quelle immagini c’è la spiegazione a ciò che sta capitando!” disse “ la spiegazione di tutti i cambiamenti che sconvolgono Le Terre di Sondra, ed il motivo per cui le cinque Creature vi inseguono!”
“ ma…”
“ Sondra è una ragazzina molto sensibile…” spiegò Fatima “ dipinge, ama la lettura e l’arte, ha degli ideali, ha molti sogni… anche voi li avete visti nelle grandi praterie… Sondra è una ragazzina particolare… le sue terre sono più vaste ed aperte del normale, sono popolate di creature più strane… Ci sono le città invisibili degli halfling, pub gestiti da topi, ci sono draghi buoni, folletti… ci siete voi, la quintessenza della non convenzionalità… Ma Sondra ha quindici anni, è nel pieno dell’adolescenza, ed ha avuto la sfortuna di finire in una classe popolata di personaggi alquanto diversi da lei…” Fatima sospirò “ l’avete visto anche voi: è diversa da tutti i suoi compagni, non viene accettata da loro e si sente sbagliata… Sondra ha quindici anni: a quindici anni non essere accettati è come aver una lancia che ti trapassa il cuore.” Fatima si fermò, ma nessuna delle principesse parlò. Stavano ricordando quella sensazione di inadeguatezza, quell’oppressione costante nel petto, quel sentirsi fuori posto, come un animale di un’altra specie. Stavano ricordando le sensazioni provate guardando nei laghetti i ricordi di Sondra.
“ E per essere accettati la via è una sola…” continuò la strega, con voce più bassa, triste “ …uniformarsi. Cedere alle Creature, ai condizionamenti, alle Condizionamenti se vogliamo chiamarle così! “ Fatima sospirò “ per questo Sondra le ha lasciate entrare… le Condizionamenti faranno sì che venga accettata, o meglio, che la parte che resterà di lei venga accettata… Le Condizionamenti daranno a Sondra quello che desidera più di ogni altra cosa: l’accettazione del gruppo…” di nuova Fatima sospirò “ Ma il prezzo da pagare sarà alto. Il prezzo da pagare è l’appiattimento. Le Condizionamenti livelleranno, cancelleranno, annulleranno ogni diversità. Appianeranno ogni discrepanza… le Condizionamenti renderanno Sondra più simile alle sue compagne… prima con una certa sofferenza, con attrito, poi sempre più fluidamente… fino a quando la Sondra che conosciamo non sarà spenta per sempre” Neve non resistette più
“ ma quelle ragazzine sono delle deficienti!” ringhiò “ sono matte!” Fatima rise
“ sì, lo sono!” Neve scosse la testa
“ e vogliono che anche Sondra diventi matta anche lei!” sbottò fuori di se per la rabbia. La strega tornò a ridere
“ Sondra è già matta!” disse “ in quanto a pazzia guardare il Grande Fratello e disegnare draghi su ogni superficie piana si equivalgono! ma non è questo il punto, non è per questo che non viene accettata.” Fatima fissò per qualche secondo le facce stravolte delle principesse, poi riprese “ Sondra non viene accettata non perché è pazza, dal momento che ogni uomo lo è… Non viene accettata perché è pazza in maniera originale. Sondra è pazza in maniera propria, personale, in maniera diversa da tutti gli altri. Capite la differenza? I suoi compagni sono pazzi tutti nello stesso modo, nel modo dettato dalla televisione, dal cinema, dalle convenzioni, in quel modo rassicurante, canonizzato, che li fa sentire normali…” Fatima riprese fiato
“ ma quindi Le Terre di Sondra sono ormai perdute?” chiese Eleonora in un lamento “ le statue delle dee abbattute, i villaggi sotto il Grande Occhio, la Trivella ad Alta Voracità… “
“ No!” disse Fatima “ non ancora! Certo ci sono stati dei cambiamenti nelle Terre di Sondra, ma lei non ha ancora gettato le armi, non ha annullato la sua capacità di critica, non si è sottomessa! Ogni cambiamento, per quanto brutto è ancora permeato dalla fantasia e dall’estrema originalità di Sondra e poi…“ Fatima fece una pausa di grande suspance “ e poi ci siete voi! Voi avete affrontato tutti i cambiamenti, avete attraversato il villaggio del Grande Fratello, combattuto gli orsi travestiti, avete superato il fosso della Trivella ad Alta Voracità… Voi siete il suo spirito più profondo e combattivo, fin che ci sarete voi vaste zone delle Terre di Sondra resteranno immutate, incontaminate, e tutti i cambiamenti saranno comunque in qualche modo affrontati, o quanto meno analizzati con criticità!” Fatima rimase in silenzio qualche momento, poi riprese, con un tono più basso “ è per questo che le Condizionamenti vogliono le vostre teste!” disse “ sconfitte voi, Sondra cadrà, cederà completamente. Col tempo spariranno tutte le disuguaglianze. Tutto sarà uguale a come gli altri si aspettano che sia, privo di sorprese… e Sondra avrà una mente globalizzata, priva di biodiversità, un cervello Mc Donald, uguale a mille altri! Nelle sue terre non ci saranno più draghi buoni, non ci saranno più pub gestiti da topi, non ci saranno più re che si chiamano Ugo di soprannome, non ci saranno più badanti capaci di usare la magia… ogni irregolarità, ogni originalità verrà appianata: i sognotti si estingueranno, le streghe perderanno potere o diventeranno cattive, e le principesse sposeranno calciatori e parteciperanno a selezioni per diventare Veline!”
“ ma perché?” domandò Sikandra “ perché succede tutto questo?” Fatima abbassò gli occhi
“ perché Sondra… o almeno una parte di lei, vuole così!” disse in tono grave “ perché solo così sarà accettata…”
“ Ma lei potrebbe impedire tutto questo?” domandò Neve accorata. Fatima sospirò
“ pagherebbe un prezzo molto alto: perderebbe l’accettazione delle sue compagne!” disse Fatima, e Neve emise un ringhio
“ bella perdita: l’amicizia di un branco di troie!” Fatima sorrise, il sorriso di una madre verso la figlia
“ non si tratta nemmeno di amicizia… ma solo di accettazione, di un antidoto alla solitudine, che per un adolescente è più importante dell’aria!” Neve sbuffò, sdegnata
“ non pensare che sia facile per lei!” ammonì Fatima “ voi siete la sua anima più profonda… ferendo voi, ferisce se stessa!”
“ ma… ma c’è un modo…? ” balbettò Eleonora
“ c’è qualcosa che possiamo fare?” rincarò Antanuka
“ tutto dipende da Sondra!” disse Fatima “ per ora mi ha permesso di sviare le Condizionamenti, di non farle arrivare fino a voi, ma ora sta per cedere…”
“ stai dicendo che siamo spacciate?” ringhiò Neve arrabbiatissima “ che non c’è nulla che possiamo fare?”
“ potete resistere, potete confidare in Sondra e… ” disse Fatima, ed un brillio le attraversò gli occhi “… e sperare che il mio asso nella manica non fallisca!” le principesse guardarono Fatima con aria interrogativa
“ asso nella manica?”
“ sì!” disse Fatima “ lo sto preparando dal giorno in cui ho lasciato Lacsmy , ma non posso svelarvi di cosa si tratta: la sorpresa è la chiave di tutto!” Neve sbuffò
“ e ti pareva!” mormorò fra i denti
“ fate tesoro di quanto vi ho detto…” disse Fatima “ vi servirà!” detto questo Mariacarla schizzò via rapidissima. Le principesse rimasero in silenzio, gli occhi persi nel vuoto, nel punto in cui era sparita la sfera.
“ quindi…” cominciò Sikandra titubante “ se ho ben capito noi siamo… emanazioni della mente di una quindicenne…”
“ già…” borbottò Antanuka
“ mmh mmh!” confermò Aurora
“ così pare…” fece Eleonora. Neve sbuffò
“ bella situazione del cazzo!” disse.

Non sapendo cosa fare le principesse si rimisero in cammino. Neve era inferocita, assolutamente intrattabile. Avanzava in mezzo al nulla a passo di guerra. Sikandra, Antanuka ed Eleonora la seguivano, immerse nei loro pensieri. Ed Aurora sembrava più spaesata del solito.
D’un tratto, all’improvviso comparve un’immensa costruzione. Era integralmente fatta di marmo candido. Una costrizione poderosa ma al contempo leggera, per via di numerosi archi e sottili guglie. Posava su un basamento, anch’esso di marmo, e, non appena le principesse vi misero piede, le leggi della fisica parvero ricostituirsi d’improvviso. Tutte tornarono a posare i piedi sullo stesso piano.
L’immenso palazzo non aveva pareti, ma solo archi aperti, che originavano un vastissimo, arioso chiostro, con al centro una piccola, elaborata edicola a base circolare, anch’essa di marmo bianco.
Neve marciò verso l’edicola e si sedette sui gradini alla sua base.
“ Che hai intenzione di fare?” le chiese Sikandra cercando di non irritarla. Neve sbuffò
“ aspetto!” disse “ aspetto che quelle cazzo di Condizionamenti arrivino!” Neve alzò lo sguardo, aveva gli occhi fiammeggianti “ e poi gli faccio un culo così!” aggiunse. Sikandra sospirò
“ credo anch’io che sia inutile scappare!” disse Eleonora “ prima o poi ci troveranno… tanto vale affrontarle subito!”
“ ben detto!” disse Neve sfoderando il coltello e la balestra e disponendoseli al fianco “ io sono pronta!” Antanuka non disse nulla, ed Aurora sollevò lo sguardo sui soffitti altissimi
“ c’è tanto marmo!” osservò
“ siete con me?” domandò Neve alzandosi in piedi e porgendo il braccio in avanti
“ sì!” disse Eleonora mettendo prontamente il braccio su quello dell’amica. Sikandra fece un sorriso ed allungò il braccio
“ certo non voglio perdermi una battaglia del genere!” disse
“ io non vi lascio!” disse Antanuka porgendo la sua mano grande come un prosciutto. Le principesse girarono gli occhi a guardare Aurora, che aveva il suo solito sguardo svanito, ma che comunque allungò il braccio
“ come si gioca?” domandò, le altre sorrisero.
“ All’avventura, ai cavalieri neri, alla cocaina, alla morte della carineria, alla diversità!” disse Neve
“ Alla curiosità, alla sperimentazione, ai cibi esotici, alla fine della noia, alla diversità!” disse Sikandra
“ Alla forza, alle ossa grosse, ai culi grassi, alla morte delle cure dimagranti, alla diversità!” fece Antanuka
“ All’amicizia, alla cucina creativa, al divorzio, alla fine del maschilismo, alla diversità!” disse Eleonora, poi gli occhi di tutte si puntarono su Aurora, che ricambiò gli sguardi con aria di pacata sorpresa
“ Alla svampitudine!” disse Neve
“ Alla bontà ad oltranza!” aggiunse Antanuka
“ Al Principio Azzurro!” fece Eleonora
“ Alla fine di ogni odio e rancore… ” aggiunse Sikandra. Aurora sorrise
“ ehi… ho capito come si gioca!” disse “ …alla diversità?!” aggiunse poi in tono interrogativo
“ ALLA DIVERSITA’!!” urlarono le altre, ritirando le braccia e portandosele al cuore in un sol gesto.

Le cinque amiche restarono quindi in attesa. Le armi disposte, pronte ad essere utilizzate, i cuori rivolti alla battaglia.