giovedì 31 maggio 2007

BATTAGLIA PER LE TERRE DI SONDRA-PARTE seconda-

...Antanuka vide una ragazza accovacciata in mezzo al prato che doveva attraversare ed attese ad una certa distanza. Siccome pensava che si stesse liberando non voleva invaderne l’intimità.
Dopo qualche minuto la ragazza era ancora accucciata la principessa Antanuka cominciava a dare segni di impazienza
“ Forse è stitica…” propose Dragoberto
“ forse allora potresti avvicinarti…” fece Antanuka “ così la spaventi e la aiuti a risolvere il suo problema!”. Dragoberto sollevò le ali e si avvicinò alla ragazza
“ dovresti mangiare più fibre sai?…” le disse. La ragazza alzò i suoi stralunati occhi verdi
“ tu sei blu!” affermò senza scomporsi
“ ehm…” fece Dragoberto confuso “ sì, lo so…” poi il drago notò che la ragazza era sì accucciata, ma non stava facendo i suoi bisogni
“ cosa stai facendo?” le chiese
“ parlavo a questo bruco del Principio Azzurro!”
“ oh…” fece il drago “ parlavi al bruco…”
“ sì… del Principio Azzurro… vuoi che ti spieghi cos’è?”
“ allora si può sapere che sta succedendo?” intervenne Antanuka che li aveva raggiunti spazientita
“ sta parlando ad un bruco…” spiegò Dragoberto portandosi una zampa alla tempia con aria significativa
“ …del Principio Azzurro!” completò la strana ragazza
“ cos’è il principio azzurro?” domandò Antanuka incautamente
“ il Principio Azzurro consiste nella non violenza e nella resistenza passiva…” cominciò la ragazza.
Un quarto d’ora dopo la ragazza ancora parlava, con la sua voce velata, ma Antanuka e Dragoberto non potevano più sentirla perché giacevano addormentati una contro l’altro.
Quando la principessa Antanuka riuscì ad aprire un occhio era notte fonda.
“ Guarda…” le disse la ragazza con voce sognante “ ci sono un mucchio di cagnolini che ci guardano!” Antanuka balzò in piedi. Nel buio una serie di occhi gialli erano puntati su di loro, ma a preoccupare la Prima Principessa non erano gli occhi, bensì le bocche piene di zanne che c’erano sotto…
Antanuka agì con estrema rapidità. Afferrò la ragazza e la gettò con un braccio solo sulla groppa di Dragoberto che si svegliò di soprassalto.
“ Che succede?” domandò il drago appena uscito dal sonno
“ un branco di worlok!” disse Antanuka “ prendi il volo!” la principessa stava per afferrare la zampa del drago mentre questo spiccava il volo, quando metà del branco di worlok le fu addosso costringendola a lasciare la presa.
Dragoberto si librò in aria e stava per lanciare una fiammata verso terra quando si accorse che Antanuka aveva mollato la presa.
“ Antanuka!!” urlò sputando fuoco verso l’alto per fare un po’ di luce. La fiammata si spense in fretta ed il drago aveva appena avuto il tempo di vedere Antanuka sommersa dalle belve. Poi si sentì un urlo belluino. Dragoberto fece nuovamente fuoco, appena in tempo per vedere worlok piovere da tutte le parti
“ Antanuka!!! ” gridò di nuovo mentre la notte si riempiva dei guaiti delle belve messe in fuga
“ sono qui!” rispose la principessa. Dragoberto le atterrò vicino
“ stai bene?” domandò preoccupato “ come hai fatto?”
“ oh… ho solo usato il colpo del mammut… anche se di solito si usa contro le tigri dai denti a sciabola… come sta la ragazza?! ” il drago, che si era dimenticato della sua presenza voltò la testa per guardarsi la schiena. La ragazza giaceva immobile tra le ali del drago
“ cavoli… forse è morta!” Antanuka raggiunse a tentoni un ramo e lo sollevò
“ dagli fuoco… non si vede niente!” Dragoberto ubbidì. Armata di fiaccola Antanuka si issò sulla schiena del drago
“ allora… è viva vero?” domandò questo preoccupato
“ sì… respira… forse è svenuta…” Antanuka si interruppe ed accostò l’orecchio alla bocca della ragazza “ ehi ma… sta russando!”

Come tutte le volte che aspettava una grossa partita di cocaina dagli halfling, la principessa Lolly si recò da Fatima, sua chiaroveggente di fiducia.
Bussò e dall’interno della piccola bicocca dove viveva la strega giunsero uno strillo ed il rumore di una frana di oggetti. Poco dopo la porta si aprì ed apparve la maga. Aveva gli occhi sbarrati, il cappello da strega di sbieco sulla testa ed era percorsa da uno strano tremito
“ ti… ti senti bene?” domandò Lolly
“ eh? ” chiese Fatima con un sobbalzo “ benissimo! Benissimo! Mi sento benissimo!” la principessa storse il naso
“ cazzo, non si direbbe…” fece osservando con aria critica la donna “ sembra che ti sia sparata un litro di caffè!”
“ tre!” saltò su Fatima “ tre litri! Non uno tre! Non dormo da una settimana!”
“ hai bevuto tre litri di caffè?” domandò Bianca Neve incredula “ perché?”
“ sto studiando una nuova disciplina di chiromanzia!” affermò la strega, mentre il cappello le scivolava sempre più sbilenco lasciando intravedere una chioma che più di un pettine sembrava più il risultato dell’utilizzo di un petardo “ leggo i fondi di caffè!” continuò con orgoglio
“ e il caffè devi berlo per forza? non puoi buttarlo?” domandò Neve sollevando un sopraciglio. Fatima fece un saltino
“ buttarlo? Brava te! Poi leggerei il futuro dei tubi di scarico!”
“ oh… e non potevi farlo bere a qualcun altro?” Fatima rimase un secondo interdetta, oscillando leggermente sul proprio asse
“ non ci avevo pensato!” borbottò
“ capisco…” fece Neve sollevando gli occhi al cielo “ comunque ero venuta a farmi predire il futuro… ma forse ti ho presa in un brutto momento…” Fatima sbuffò
“ per te non ho brutti momenti Neve! Entra!”
Neve entrò, per farlo dovette scavalcare una massa di tegami, pentole e pestelli, per poi non sapere ugualmente dove posare il piede. Era abituata al caos della casa di Fatima, ma questa sembrava aver raggiunto nuove vette. Sul pavimento ogni singolo centimetro era occupato da qualcosa. Carte, libri, piante in vaso lasciate nel bel mezzo del corridoio, bocce di vetro con dentro uova di rana, stranissimi alambicchi circomvoluti, pieni di pozioni secche, rune magiche, mutande, tarocchi, calzini, un sacco di sabbiolina per gatti rovesciata… Ed anche lo spazio che stava sopra il pavimento non era meno occupato. Oltre alle molte cianfrusaglie che pendevano dal soffitto, tra cui un intero tonno imbalsamato, c’erano numerosi oggetti volanti. Piccole libellule, qualche pipistrello, ed ovviamente Maria Carla, la vecchia sfera di cristallo di Fatima.
Neve aguzzò la vista cercando di abituare gli occhi alla penombra e tentò di vedere dove posava i piedi Fatima. Ma questa si allontanava schivando tutto così velocemente che sembrava avere le rotelle. La principessa scansò con l’anfibio un grosso tegame e posò il piede a terra. Passo dopo passo, scostando a pedate gli oggetti più disparati, Neve raggiunse la cucina. Lì, sospesa a una decina di centimetri da terra ci trovò Fatima.
“ okay sgombro il futuro e ti predico il tavolino!” disse tutto d’un fiato, e col braccio spazzò via dal tavolo un centinaio di tazzine da caffè di tutti i tipi e di tutte le fogge che si schiantarono sul pavimento. Poi la strega evocò dal nulla due sedie, una viola con penne di pavone e l’altra di pelle, con lo schienale ergonomico, e si sedette. Neve la imitò.
“ Maria Carla?!” chiamò Fatima con una voce così stridula da far rizzare i peli delle braccia alla principessa, che si voltò appena in tempo per evitare di farsi colpire in testa dalla sfera di cristallo che arrivava sparata in volo. Maria Carla roteò su se stessa e planò sul tavolino
“ bene…” disse Fatima strabuzzando gli occhi ancor di più “ bene…” la strega si portò le mani alle tempie e cominciò a strofinarle osservando intensamente la densa nebbiolina che vorticava dentro Maria Carla. Poi, senza preavviso, lanciò un grido terribile e balzò in piedi ribaltando il tavolino e facendo cadere Neve dalla sedia
“SCIAAAAGUUUURA!!!” gridò con i lineamenti deformati dal terrore e le braccia levate al cielo “ CATASTROOOOFE!!!! DISAAASTRO!!!! APOOOCALIIISSE!!!” ululava la strega. Neve si rimise in piedi
“ cosa vedi?” interrogò, col cuore che le batteva sul diaframma come su un tamburo. “ CATACLIIIISMA… un’ombra nera incombe sul tuo fut…” Fatima bloccò a metà il grido
“ allora?!” incalzò Neve “ porca troia! cosa mi succederà?” la strega abbassò le mani e si schiarì la voce leggermente imbarazzata. Poi prese Maria Carla tra le mani. Neve non vedeva bene, ma udì distintamente un pop, come di una bottiglia di vino che viene stappata, poi la strega cominciò a picchiare sopra la sfera con la mano. Dopo un istante da un buco sul fondo di Maria Carla uscirono uno sbuffo di fumo ed un pipistrello con un accesso di tosse
“ Sigfrid! quante volte ti ho detto di non farti la tana dentro Maria Carla!?” ammonì la strega con aria di rimprovero. Neve, col cuore che le batteva ancora a mille, osservò la chiaroveggente rimettere il tavolino in piedi
“ devi scusarlo… sai sta attraversando un’età critica…” disse Fatima mentre rimetteva il tappo a Maria Carla ed il pipistrello volava via “ cosa vuoi… l’adolescenza…Ma dove eravamo rimasti?”
Neve si sedette traendo un gran respiro per calmarsi, mentre la strega tornava ad osservare le nebbie del tempo
“ allora… cosa v…” cominciò Neve, ma il grido di Fatima la interruppe sbalzandola nuovamente giù dalla sedia
“ SCIAAAAAGUUUURA!!! CATASTROOOOFE!!!! DISAAASTRO!!!! …”

Antanuka aprì gli occhi, fece un piccolo grazioso rutto e d’istinto cercò immediatamente Aurora. Quella ragazza era un guaio ambulante. Non sapeva badare a se stessa più di un bambino di un anno. La Prima principessa aveva deciso di riportarla da dove era venuta. Non aveva lasciato il suo castello per fare da balia ad una svitata!
La cavernicola provò una stretta allo stomaco vedendo che Aurora non era lì dove si era addormentata la sera prima.
“ Sveglia! ” fece Antanuka sferrando un calcione a Dragoberto che russava acciambellato lì vicino
“ hm? ” bofonchiò il drago svegliandosi di soprassalto “ che c’è? è già pronta la colazione? ” Antanuka lo fulminò con lo sguardo
“ dov’è andata Aurora? ” domandò. Dragoberto si guardò intorno ancora impastato di sonno
“ hm… non saprei…” disse badando bene di tenere la testa a debita distanza dalle mani della principessa
“ ti avevo detto di sorvegliarla!” ringhiò questa. Dragoberto fece una smorfia
“ beh… se fossi bravo a sorvegliare le principesse ora non saremmo qui non ti pare? ” Antanuka grugnì.
“ sarà meglio andare a cercarla prima che caschi in un burrone!” disse.
La ricerca non durò a lungo. Aurora se ne stava ai margini del bosco, vicina ad una piccola carriola piena di sacchi, ed agitava la mano in segno di saluto verso le piante
“ …è stato un piacere!...”
“ chi stai salutando?” domandò Antanuka arrivando a passo svelto e guardando tra le fronde “ è cos’è questa roba?” Aurora si voltò verso Antanuka e la guardò con i suoi occhi giganteschi e persi
“ gli elfi sono simpatici ” osservò
“ elfi? ” domandò Antanuka “ c’erano degli elfi qui?” la Prima Principessa non capiva, quello non era territorio elfico, ed il Popolo Sottile non amava sconfinare
“ tanti elfi!” fece Aurora sognante
“ dove sono andati ora?” chiese Antanuka insospettita, ma Aurora si era già distratta
“ guarda c’è una farfalla!” disse “ è bianca!”
“ Aurora... dimmi degli elfi: cosa ti hanno detto! ” Aurora si schiarì la voce
“ devo consegnare lo zucchero a velo a Bianca Neve!” disse citando a memoria
“ lo zucchero a velo?” Antanuka si voltò verso la carriola piena di sacchi. Erano pacchettini trasparenti pieni di polvere bianca. La principessa ne afferrò uno, lo aprì e assaggiò una puntina di polvere; divenne di colpo pallidissima.
“ questa è… è cocaina pura per la miseria! ” balbettò, poi riprese, molto turbata “ com’erano gli elfi? ” domandò “ com’erano fatti?”
“ erano bellissimi!” disse Aurora “ elfi bellissimi!”
“ sì, ma com’erano fatti?” chiese Antanuka sempre più concitata “ quanto erano alti? Cosa indossavano? Avevano delle armi?” Aurora parve pensarci un istante, poi levò la mano a circa un metro da terra e disse
“ portavano le balestre… guarda la farfalla è volata via…” Antanuka aveva assunto un colorito grigiastro, molto malsano, e si era lasciata scivolare a terra
“ balestre…” ripeté atterrita “ gli elfi non usano le balestre… quelli erano halfling!” Aurora, che evidentemente non aveva compreso la tragicità della rivelazione, si limitò a ripetere con la sua voce persa tra le nuvole
“ halfling… bellissimi halfling!” Antanuka emise un gemito
“ bellissimi un corno! Ora se non consegniamo questa roba quelli ci fanno pentire di essere nate!” Antanuka si potrò la mano alla fronte “ probabilmente ti avranno anche detto cosa ci faranno se la cocaina non arriva a questa Bianca Neve…”
“ a me hanno detto che non faranno nulla… dicono che gli sono simpatica…” fece Aurora per nulla turbata, Antanuka sollevò lo sguardo e fissò la principessa Aurora
“ …a te non faranno nulla? ” balbettò
“sì!” Antanuka tentennò, non era convinta di voler sapere ciò che stava per chiedere
“ e a me…?” domandò con un filo di voce
“ non lo so…” rispose Aurora candida “ mentre me lo spiegavano devo essermi appisolata…”

“ Fatima… ti prego…” supplicò Neve “ vuoi dirmi cosa succede?” ma la chiaroveggente sembrava fuori di se. Correva da una parte all’altra della sua caotica casa raccogliendo da terra gli oggetti più disparati e lanciandoli in un baule. “ cosa minchia hai visto nel mio futuro?” Fatima sollevò gli occhi su Neve, sembrava totalmente sconvolta “ nel tuo futuro?” disse tornando immediatamente a raccogliere oggetti “ nulla!”
“ nulla?! Ma fammi il favore! Hai urlato catastrofe… disastro… apocalisse…” sbottò Neve tallonando arrabbiata la strega
“ mi… mi riferivo al… al disordine di questa casa…” borbottò Fatima staccando il tonno imbalsamato dal soffitto e lanciandolo nel baule che lo ingoiò come fosse una sardina. Neve era al limite di sopportazione, con un balzo felino afferrò Fatima per le spalle e la costrinse a guardarla negli occhi
“ dimmi cos’hai visto!” ringhiò. La strega si guardò in torno in cerca di salvezza, ma poi sospirò
“ non posso!”
“ come sarebbe non puoi!?” sbottò Neve lasciandola andare “ mi hai sempre detto cosa vedevi nella sfera!”
“ sì, ma si trattava di cavolate! Questa è una cosa importante!” replicò la strega
“ un motivo in più per dirmi tutto, merda!” fece Neve
“ una legge magica vieta a tutti i chiaroveggenti di svelare i grandi avvenimenti del futuro se non mediante… cito testualmente… assurde frasi sibilline o versi incomprensibili ma molto poetici… quindi non ha senso dirti qualcosa che capiresti cosa vuol dire solo quando si sarà avverata!” disse Fatima con gli occhi bassi. Neve fece un gran sospiro
“ puoi almeno dirmi perché stai facendo i bagagli?” chiese
“ devo fare una cosa importante anche per te!” fece la strega a disagio “ non c’è bisogno che tu sappia molto di più!”
“ non puoi dirmi altro?” domandò Neve che soppesava l’idea di chiedere di ascoltare l’assurda frase sibillina o il verso incomprensibile ma molto poetico…
“ beh… forse posso darti qualche indizio …” borbottò la strega “ vista la situazione… dover pagare una multa è un male minore!”
“ grazie!”
“ avrai problemi con la legge!” disse Fatima. Neve storse il naso… ancora quei bastardi della antinarcotici! “ e poi fammi pensare…” continuò la strega “ la cosa più importante che ho visto in Maria Carla è di certo…” la chiaroveggente fece una piccola pausa e Neve trattenne il fiato per la tensione “ la nebbia! ” disse con voce profonda e mistica la strega “ ho visto la nebbia!”. Neve sollevò un sopraciglio facendo tintinnare i pircing, poi ruotò la testa e guardò la sfera di cristallo al cui interno fluttuava un densissimo nebbione
“ ma non mi dire!” fece
“ dovrai andare nella nebbia!” continuò Fatima ignorando il sarcasmo della principessa, poi, con tono molto più pratico aggiunse “ è tutto quello che posso dirti! Ed anche tutto quello che ti serve sapere per il momento… Quindi se vuoi scusarmi…” e cominciò a saltare di qua e di là acciuffando libellule ed infilandosele nelle tasche
“ cosa vuol dire che devo andare nella nebbia?” domandò Neve scocciata
“ vuol dire che devi andare nella nebbia!” disse Fatima gettando gli ultimi oggetti nel bagaglio “ … comunque se fossi in te mi nasconderei! Poi vedrò di aiutarti a risolvere la situazione…” aggiunse la strega chiudendo il baule
“ nascondermi? Dall’antinarcotici? Ma se sono dei…” ma Neve non finì la frase. Ci fu un’esplosione, e quando il fumo si fu disperso Fatima ed il baule erano scomparsi.

Antanuka girava in tondo in preda all’ansia. Come avrebbe fatto a trovare questa Bianca Neve? La conosceva a malapena per sentito dire… In più le sembrava pure di ricordare che fosse morta ammazzata per ordine di una regina cattiva che aveva preteso il suo cuore su un piatto d’argento… o un’altra cosa del genere splatter. Interrogare Aurora era stato inutile, a quanto pareva aveva dormito per la maggior parte dell’incontro con gli halfling… Mentre faceva l’ennesimo giro la Prima Principessa urtò per errore la carriola di coca, ribaltandola. Mentre rimetteva a posto i sacchetti di droga Antanuka trovò un foglio ripiegato molte volte. Lo aprì. Era una dettagliatissima mappa delle Terre di Sondra. La principessa strabuzzò gli occhi non credeva che i territori del reame fossero così vasti… Lesse alcuni nomi più grossi: Catena dei Monti Tanax, Terre Terse… poi aguzzò la vista e decifrò alcuni dei nomi scritti più in piccolo: Osteria il Pabulum, Bosco delle Corte Fronde… Antanuka rilesse il nome… era proprio lì che si trovava in quel momento, ai margini del Bosco delle Corte Fronde … poi l’occhio le cadde su una piccola croce, che segnava il centro di una radura nel mezzo del bosco. Affianco alla croce, con una calligrafia tanto obliqua da essere quasi orizzontale, c’era scritto: per stanotte, quando la luna sarà ad un quarto del suo corso, la roba deve essere qui! Consegnala di persona a Bianca Neve o chi per lei.
Antanuka non seppe se sentirsi sollevata… in fondo ora sapeva dove doveva consegnare la cocaina, ma questo non significava essere fuori dai guai. Se consegnava la roba, poteva finire in gattabuia per traffico di stupefacenti, ma se non la consegnava… Dio solo sapeva cosa le avrebbero fatto gli halfling! Quelle creaturine malefiche erano in grado di braccarla fino alla fine dei tempi! E poi c’era un problema… nessuno le aveva detto nulla sul pagamento… doveva farsi pagare da Bianca Neve? E quanto? E come avrebbe fatto poi a dare i soldi agli halfling?
Antanuka si portò una mano alla testa che le faceva un gran male: basta! Decise, avrebbe portato la roba nella radura e poi avrebbe deciso in base alla situazione. Ripiegò la mappa e chiamò Dragoberto ed Aurora“ riesci a trasportare noi due più la carriola per una o due yarde?” domandò. Dragoberto annuì, e la Prima Principessa gli caricò la carriola sulla groppa, poi aiutò Aurora a montare e la seguì con un balzo. Dragoberto emise un lamento insaccando la schiena sotto il peso di Antanuka
“ dovresti metterti un po’ a dieta sai?” disse accucciandosi per prendere bene lo slancio
“ non dire cavolate!” fece Antanuka punta sul vivo “ …non sono mica grassa!” Dragoberto si slanciò nell’aria e gemette per lo sforzo
“ oh… no, certo che no!” disse con sarcasmo non’appena ebbe faticosamente acquistato un po’ di quota “ ora dimmi da che parte devo andare!”
“ dritto verso il bosco!” rispose Antanuka “ e comunque non sono grassa… è solo che ho le ossa grosse!”

UNA NECESSARIA PRECISAZIONE


ALLORA! Data la quantità di commenti che si stanno accumulando sul post di Maniacalmente Maionese sul sesso, ed essendo stata io a suggerirle e comprarle il libro, mi sento tirata in causa.

Innanzitutto il titolo del libro è "La scopata galattica" di Jacopo Fo, e perché tutti lo sappiano, quella che ha postato M.M. è solo l'inizio dell'introduzione (MOLTO IRONICA, ma a quanto pare gli uomini tendono a prendere tutto sul serio, quando si tratta del loro pipino... tzé). Seguono consigli molto chiari e intelligenti su come risolvere i propri dubbi e patemi sessuali più alcune cosette che sui libri normali non si trovano...

Del tipo, voi ragazze, lo sapete che anche l'uomo ha la clitoride e l'equivalente del punto G? No? Beh, non diteglielo, tanto probabilmente non lo sanno neanche loro e vi prendono per cretine. Per voi maschietti, questo libro insegna a localizzare e trattare sia la clitoride sia il famoso punto G, che diciamocelo, trovare un uomo che lo sappia trovare e stimolare a dovere è un terno... no, una cinquina al lotto. E scommetto che non sapevate neanche che alcune donne possono eiaculare come gli uomini, e che anzi, il 90% delle cistiti che ci flagella è dovuto proprio al fatto che nessuno ce l'ha mai detto. Vi è mai venuto uno strano bisogno di fare la pipì proprio mentre...? Pensateci...

Altri argomenti intelligenti:
1) come respirare mentre si fa l'amore per ampliare le sensazioni (fare come nei porno che tirano tanti respiri brevi è una solennissima cazzata);
2) gli esercizi per rafforzare la muscolatura vaginale (lo sapevate che l'incontinenza può essere guarita completamente da due semplicissimi esercizietti quotidiani? E invece no... qui siamo in Italia, abbiamo il Vaticano, e quindi... Tena Lady!);
3) come si sciolgono le donne di ghiaccio (interessantissimo, sulla frigidità femminile... ma lo sapete che una donna su due non raggiunge l'orgasmo??? A me dopo averlo letto sono venuti dei dubbi...);
4) l'orgasmo multiplo maschile esiste!!! E non è neanche difficile da raggiungere. Ma sicuramente voi preferite continuare a prenderci in giro e non provare neanche... giusto?
5) per le ragazze: come coccolarLO - sottotitolo: anche il pipino ha bisogno di cocche. Questo leggetevelo di nascosto e mettetelo in pratica senza dirgli niente... risultati assicurati!
6) alzi la mano chi conosce l'orgasmo di valle. Bene, qui si parla anche di quello.
7) come superare le perversioni, ovvero tutte le perversioni nascono dalla repressione. Ovviamente c'è bisogno di superarle solo se vi danno fastidio, ça va sans dire.

Ma la parte migliore in assoluto è la terza, ovvero "Lo zen e l'amore". Come imparare a gestire le emozioni e il dolore, ovvero come superare la paura di amare... e qui scusatemi ma non anticipo niente, leggetevi il libro!!!

martedì 29 maggio 2007

BATTAGLIA PER LE TERRE DI SONDRA-PARTE PRIMA-

A tutti i miei amici,
perché, se li avessi avuti come compagni al liceo,
non avrei scritto questo libro.
A tutti i miei compagni del liceo,
perché, se li avessi avuti come amici,
non avrei scritto questo libro.
























E vissero per sempre insieme felici e contenti.
Eleonora ricordava di aver sentito una frase del genere al fondo della sua favola. Ne era sicura.




C’era una volta, in un regno molto molto lontano, una bellissima principessa di nome Eleonora.



La sua favola era iniziata così, ed era finita con vissero per sempre insieme felici e contenti. In mezzo lei non aveva fatto altro che aspettare di essere salvata dal principe azzurro, proprio in attesa del vissero per sempre insieme felici e contenti. Ora per sempre le sembrava un tempo decisamente troppo lungo da vivere felice e contenta col principe azzurro.
Agilelfo, il principe in questione, seppure abile scalatore di torri, era più noioso di quanto ci si potesse aspettare da un eroe salvatore di fanciulle in pericolo, e passava la maggior parte del tempo leggendo il giornale. In più ultimamente era ingrassato molto, e a letto perdeva un po’ i colpi.
Tutti i loro figli erano ormai cresciuti. I maschietti, dotati di cavallo bianco, giravano per il regno alla ricerca di principesse da salvare. Le femminucce attendevano i loro principi azzurri in altissime torri vigilate da draghi.
Insomma tutto andava come previsto… ed Eleonora viveva felice, contenta ed… annoiata!
Terribilmente annoiata.














“ Senti Agiluccio…” domandò una giorno al marito “ che ne diresti se andassi a trovare nostra figlia Serenella giù al suo castello? ”
“ eh?”
domandò il marito che se ne stava sdraiato in poltrona indossando il suo vecchio vestito di velluto azzurro slacciato sul davanti per fare spazio alla pancia “ sì… fa come vuoi…” Eleonora rimase qualche secondo in piedi a guardare la pagina di giornale che Agilelfo stava leggendo
“ potrei portarle qualche provvista…”
“ sì…sì… certo!” rispose il marito. Eleonora attese qualche secondo, poi domandò

“ e cosa ne diresti se prima di passare da lai mi facessi un giretto… una cosa tipo un po’ di trekking da sola nelle terre desertiche del Lutapur… e giù alle Paludi dello Sciacallo Morto? Poterei lavorare come pornodiva per pagarmi l’attrezzatura!”
“ certo… sì…. Per me va bene tesoro…”
Eleonora fece un sorriso triste… ed uscì dalla stanza.
Andare a trovare sua figlia l’avrebbe di certo fatta sentire un po’ meglio.



La principessa Sikandra era furiosa.
Tutto era successo giusto tre secondi prima del Vissero felici e contenti.

Al banchetto nuziale il suo principe azzurro era morto, strozzato da un osso di pollo.
Questo dopo aver lottato contro una strega malvagia, attraversato terre sconfinate e pericolose, sconfitto gloriosamente un drago cattivo eccetera eccetera…



A Sikandra sembrava una presa per i fondelli!
Ed ora? Cosa avrebbe fatto?


Lei un paio di idee lei le aveva…


























Allora…” le chiese sua madre vedendola preparare una grossa valigia “ ti sei decisa a partire per le Paludi del Languore Perenne?”
“ sì mamma…” rispose Sikandra con voce strascicata “ anche se proprio non capisco perché devo andarci!”
“ beh… tesoro mio… sei vedova…”
spiegò la madre profondamente addolorata “ è tuo dovere ritirarti nel tuo dolore e piangere tuo marito circondata da un’atmosfera adeguata alla tua sofferenza!”

“ ma quale sofferenza!”
ringhiò la ragazza col volto trasfigurato dalla rabbia circondato da indomabili riccioli rossi “ non lo conoscevo neanche!”
“ ma…”
cercò di dire la madre, ma la principessa era fuori di se dalla rabbia e non la lasciò parlare
… l’unica cosa che so di lui e che non sapeva usare correttamente coltello è forchetta!” sibilò
“ capisco cuore mio…” la blandì la madre “ ma devi rassegnarti… che altro vorresti fare? Nessun principe vorrà una principessa di seconda mano!”
;

gli occhi di Sikandra, dorati come quelli di un cerbiatto, ora sembravano quelli di un puma, “ principessa di seconda mano?” ringhiò. La madre capì il proprio errore tentò di cambiare rapidamente discorso
“ comunque… il pranzo di matrimonio è stato molto bello…” disse con voce più alta di un’ottava. Sikandra non aveva voglia di litigare, così tornò ad occuparsi del proprio bagaglio
“ sì, certo… prima che lo sposo crollasse a terra morto…” sospirò
“ cos’è questa roba?” domandò la madre sollevando una scatolina di cartoncino da sopra la roba della figlia. Sikandra gliela strappò di mano
“ niente, niente…” disse cercando di farla sparire
“ …erano palloncini?” indagò la madre cercando di riprendere la scatolina “ a cosa ti servono dei palloncini giù alle Paludi? Mica ci vai per fare festa!”
“ ehm… no, no… non sono palloncini…”
borbottò la principessa “ sono… sono caramelle!” poi mostrò rapidamente la scatolina alla madre “ vedi c’è scritto al gusto di fragola…” la madre osservò la figlia con aria dubbiosa
“ che strana forma per delle caramelle…”


disse tentando di riappropriarsi della scatolina. Ma Sikandra l’aveva già infilata in valigia e gliel’aveva richiusa sopra
“ si è fatto tardi!” disse “ è meglio che mi incammini!”




“ Hai litigato di nuovo con papà?” interrogò Serenella
“ ma no…” replicò Eleonora stringendo fra le mani l’involto pieno di torte che aveva portato alla figlia “ è solo che mi sono presa una piccola vacanza… tutto qui!” Serenella osservò con aria inquisitoria i bagagli della madre
“ a giudicare dalle valige che ti sei portata dietro… non si direbbe una vacanza tanto piccola!” Eleonora sbuffò
“ vedrai quando anche tu sarai sposata…” cominciò a dire, ma la figlia la interruppe
“ se continui a venire ad accamparti qui da me non mi sposerò mai!” sbottò “ fai scappare tutti i principi azzurri!” Eleonora assunse un’aria offesa
“ ma io…”
“ e poi sporchi tutta la cucina per fare cose assurde!”
rincarò Serenella molto arrabbiata
“ beh… se è così che la pensi…” borbottò Eleonora “ me ne ritorno a casa…”
“ ecco! Mi faresti un gran piacere!”
Eleonora chinò il capo e lasciò il castello.
Sulla strada di casa però le prese un tale sconforto che decise di rinfrancarsi in una taverna della zona con un buon pasto. Dal momento che lungo la via non c’erano osterie decise di abbandonare il sentiero.
La prima locanda che incontrò portava una grande insegna con su scritto Da Bianca Neve.
Eleonora entrò.
Il locale era scarsamente illuminato, e sul soffitto aleggiava una nuvola di fumo grigio. La principessa tossì e strizzò gli occhi aspettando che si abituassero all’oscurità. Ai tavolini sedeva la più sordida accozzaglia di pendagli da forca che avesse visto. Quattro ubriachi stavano disputando una partita a poker col morto, ed Eleonora pensò che non si trattasse di un modo di dire. Poco più in là un gruppetto di gnomi dall’aria arcigna fumavano lunghe pipe da oppio. Una fatina in pattini e calze a rete sfrecciò davanti alla principessa con un cabaret pieno di bicchieri di vodka. Ad uno dei tavoli contro il muro un mezzo gigante abbassò la testa, che arrivando al soffittò era avvolta dalla nube di fumo, la chinò sul tavolo e, tappandosi una narice col dito grande come una salsiccia, aspirò quella che sembrava una piccola montagna di zucchero a velo.
Eleonora era un po’ impaurita dall’aria malfamata del locale, e avrebbe preferito andarsene, ma era stanca, assetata ed affamata, così si fece coraggio e si avvicinò al bancone.
Il barman era un brutto orco con la faccia butterata dal vaiolo.
“ Che ti servo dolcezza?” chiese ad Eleonora con voce cavernosa
“ ehm… vorrei un panino, una fetta di torta ed un succo di frutta… “ disse la principessa inerpicandosi su uno degli instabili sgabelli che stavano davanti al bancone. L’orco per tutta risposta grugnì ed indicò un cartello giallo tutto macchiato che diceva:



– Cerkasi kuoco, gli aspiranti presentassino al Kapo, massima serietà–




“ quello che avevamo è stato mangiato dagli scarafaggi!” aggiunse “ posso servirti solo alcolici, e cocaina, di quella buona, che la fame te la fa passare… altrimenti puoi farti un tatuaggio o un pircing nel retro…” Eleonora scosse la testa
“ ehm… no grazie…” disse, poi, come colta da improvvisa pazzia aggiunse “ quanto verrebbe pagato il cuoco?” l’orco arricciò il naso simile ad un cespo di broccoli
“ non saprei… dipende da quanto piace al Kapo ciò che cucina… “ Eleonora parve rifletterci qualche secondo… in fondo se si fosse trovata un lavoro avrebbe potuto prolungare un po’ la sua vacanza lontano da Agilelfo…
“ dov’è che posso trovare il tuo capo?” domandò
“ beh… a quest’ora di solito è nel suo ufficio…”

Sikandra non era ovviamente andata alle Paludi del Languore Perenne. Non era infatti tipo da struggersi nella noia. Tutt’altro. La giovane principessa riteneva di essersi già annoiata più che a sufficienza. Ora era tempo di fare tutto il resto. E con tutto il resto intendeva proprio tutto il resto.
Sikandra voleva sperimentare ogni sensazione sperimentabile, fare ogni cosa fattibile, provare ogni cosa provabile, vedere ogni cosa vedibile, assaggiare ogni cosa assaggiabile e così via...
Per essere certa di non tralasciare nulla, la giovane aveva stilato una lunga dettagliata lista. Al momento, dopo aver completato la prima voce, e per farlo le erano servite molte scatole di caramelle alla fragola, si trovava vicina alla fine della seconda.
Sikandra aveva assaggiato ogni sorta di cibo. Aveva provato le orgles degli halfling, lo stufato di patate dei nani, l’ambrosia degli elfi, aveva anche provato il pasticcio di pelle di pollo, vermi e gorgonzola degli orchi, ed ogni altro cibo tipico o particolare le fosse riuscito di stanare. Ora si trovava davanti ad una taverna famosa per un piatto a base di tutti i tipi di formaggio della terra.
La principessa osservò l’insegna di legno della locanda, che recitava: Il Pabulum. L’aspetto esteriore della locanda le sembrava piuttosto anonimo, e la ragazza si chiese se le voci che aveva sentito sul locale fossero vere. Si diceva che Il Pabulum fosse un posto unico in tutte le Terre di Sondra. Sikandra scostò le ante della porta ed entrò. L’interno dell’osteria le sembrò del tutto normale. C’erano una decina di tavolini di legno, con tovaglie a scacchi e quattro seggiole ciascuno. Il bancone era anch’esso di legno, al centro portava un’imponente apparecchio per la birra alla spina, e davanti c’erano cinque sgabelli dalle gambe lunghe. Insomma tutto normale, forse un po’ più pulito e ben tenuto della media, pensò Sikandra.
Anche gli avventori sembravano piuttosto nella norma… La ragazza si diresse al bancone leggermente delusa. Prese posto su uno degli sgabelli e cercò con lo sguardo il gestore, ma sembrava non ci fosse nessuno. Stava per chiamare l’oste quando un forte squittio la fece girare. In piedi sul bancone c’era un grosso pasciuto ratto che la fissava con insistenza.
Sikandra non si scompose, ratti e topi non erano certo una novità nelle taverne, anche se di solito erano più riservati. L’animale squittì nuovamente, insistente.
“ Io me ne andrei se fossi in te…” gli consigliò Sikandra “ se il gestore ti vede sul bancone…” mentre lo diceva un uomo vestito di scuro si sedette accanto a lei. Immediatamente il ratto gli zampettò davanti, si alzò sulle zampette posteriori e squittì come aveva fatto a Sikandra.
“ Oggi prendo la zuppa di patate e ricotta…” disse l’uomo, il ratto squittì e schizzò via sparendo nel retrobottega. Poco dopo quattro robusti topastri arrivarono portando sul dorso una capiente ciotola e la deposero davanti all’uomo che iniziò subito a mangiare.
“ usano i topi come camerieri?” chiese Sikandra
“ uh?” domandò l’uomo alzando lo sguardo dal piatto che emanava un delizioso profumo “ no… la taverna è gestita da loro…”
“ interessante!” fece la principessa colpita “ e come hanno fatto a…”
“ i vecchi proprietari erano in lotta coi topi da sempre e… ad un certo punto semplicemente hanno perso ”
intanto che l’uomo parlava il grosso ratto era ricomparso davanti a Sikandra, questa volta trascinando un menù. Sikandra lo prese e lo sfogliò
“ lei cosa mi consiglia?” chiese. Il roditore fece un piccolo inchino ed indicò il primo piatto della lista “ benissimo… vada per la fonduta ai mille formaggi!” il ratto schizzò via come una saetta, e qualche minuto dopo Sikandra si trovò davanti un pentolino di rame che emanava un aroma celestiale.
“ E’ delizioso!” fece la ragazza assaggiando entusiasta
“ sì!” le rispose l’uomo che aveva già finito la sua zuppa e si stava pulendo la bocca nel tovagliolo “ ci sanno proprio fare, non c’è che dire!”.
Sikandra gustò la fonduta fino all’ultimo boccone, poi estrasse di tasca un foglietto ed una matita, era una lista di nomi di locali. Spuntò la penultima parola: Pabulum. L’ultima parola era Da Bianca Neve. Aveva sentito molto parlare di quel locale. Tutti dicevano che era assolutamente malfamato, ma che la cuoca era in grado di cucinare torte mai neanche concepite da mente mortale. In più Sikandra contava, una volta esaurita la seconda voce della lista principale, di iniziare la terza voce. La rinomatissima cocaina del Da Bianca Neve sarebbe stato un ottimo incipit.

La Principessa Lolly sedeva davanti al grande specchio, pettinandosi i lunghissimi e liscissimi capelli biondi. Tutto nel suo viso esprimeva tenerezza.




I suoi grandi occhi azzurri sembravano due dolcissimi laghetti, la sua carnagione pallida le donava l’aspetto di una creatura angelica, la piccola bocca sembrava fatta di petali di rosa. Il suo aggraziato corpicino era avvolto di morbide tulle rosa pastello, ed ai piccoli piedini portava deliziose scarpette bianche.
La dolce creatura, che emanava da ogni parte del suo essere grazia e gentilezza, candore e virginea bellezza, finì di pettinarsi ed osservò il risultato nello specchio. Sembrava una bambolina di porcellana… adorabile!
Ma la graziosissima creatura pareva non del tutto soddisfatta del suo aspetto. I suoi splendidi occhi azzurri ebbero un guizzo e scattarono di lato, come per controllare che nessuno la stesse guardando, poi la fanciulla tirò fuori la lingua.
Come le sarebbe stato un bel pircing? Si chiese osservando il proprio riflesso nel grande specchio. Secondo lei molto bene! E poi in fondo nessuno lo avrebbe notato, tranne forse il principe azzurro che fosse riuscito ad eludere il suo drago guardiano… sempre se qualcuno ci fosse mai riuscito.
Lolly sospirò ritraendo la lingua… sicuramente un pircing usciva un po’ dal suo personaggio… magari poteva comprarsene uno rosa, così sarebbe stato meno stridente col resto suo aspetto, pensò la ragazza. Oppure avrebbe potuto farsi fare un tatuaggio! Che ne so poteva farsi tatuare I LOVE PRINCIPE AZZURRO sulla natica… o qualsiasi altra cosa, le andava bene tutto,



pur di avere un tatuaggio!
Posò la spazzola ed osservò ancora il proprio riflesso. Sotto le lunghe ciglia gli splendidi occhi azzurri avevano un’espressione decisa: Sì! Sarebbe andata a farsi un tatuaggio!
Lolly si alzò ed andò alla finestra per vedere dove si trovava il suo drago guardiano. Come al solito sonnecchiava sotto la vecchia quercia. Lolly tirò fuori dall’armadio la lunghissima corda, che conservava nel caso al principe azzurro non fossero bastati i suoi capelli. La assicurò al letto e si calò giù dalla torre con silenziosa rapidità. Una volta toccato il suolo si allontanò nella notte, simile, nel suo vestito roseo, ad una nuvola di zucchero filato. Il drago si rigirò nel sonno.





Il principe azzurro sedeva sul divanetto stringendo nervosamente il cappello dotato di piuma in mano. Era vistosamente a disagio.
“ Allora… ti và qualcosa da bere?…” gli chiese la principessa Antanuka cercando in vano di farlo rilassare un po’
“ ehm… io… cioè… “ balbettò lui con gli occhi inchiodati a terra, Antanuka era così brutta che piuttosto che sposare lei avrebbe preferito accasarsi col drago cattivo “ io pensavo che…”




“ … che fossi una strafiga?”



domandò Antanuka accantonando ogni tentativo di essere rassicurante. Il principe giocherellò nervosamente col cappello… oltre ad essere brutta la principessa sembrava sufficientemente forte da mandarlo K.O. con uno schiaffo “ allora? Ti è caduta la lingua?”
“ beh… sinceramente…” cominciò il principe con la voce molto più acuta del normale “ sai… sei una Principessa … ero convinto che…” Antanuka emise un ringhio e stappò graziosamente una bottiglia di birra coi denti… era sempre la stessa storia!
“ sì…” disse dopo essersi versata in gola l’intero contenuto della bottiglia “ sono una principessa… una principessa brutta!!!” Il povero principe azzurro sollevò i suoi occhi cerulei ed un po’ vacui
“ …oh... ed è permesso?” domandò con voce infantile
Antanuka grugnì
" chi dovrebbe impedirmelo?" domandò
” Il principe sollevò ulteriormente lo sguardo, quel tanto che bastava per vedere Antanuka nella sua interezza. La principessa stazzava all’incirca 100 chili per chiappa, ed aveva dei muscoli da far invidia anche al principe azzurro Virtullio, che la mattina nel latte ci intingeva gli steroidi. Inoltre aveva la fronte a sbalzo, le sopraciglia a boschetto di latifoglie, unite in un’unica entità, il naso da pugile, grosso come un piccolo melone, i denti a mietitrebbia e due piedi lunghi quasi quanto una Cenerentola intera… altro che scarpina di cristallo…
Il principe si affrettò a riabbassare lo sguardo.
“ allora!” lo interrogò minacciosamente Antanuka “ immagino che tu non intenda sposarmi!” Il principino rabbrividì e scosse la tesa in un tremito “ bene… allora fuori dai piedi! ” concluse Antanuka, che era stufa marcia di questo tipo di dialoghi.
La principessa uscì sul ponte levatoio. Il principe azzurro stava spronando il suo cavallo bianco come se fosse inseguito da un esercito di orchi, ed era quasi all’orizzonte. Antanuka mise le mani intorno alla bocca e grazie ai suoi polmoni potenti come mantici lanciò un urlo incredibile
“ DRAGOBERTO!!!!!” qualche istante dopo uno splendido drago blu arrivò planando ed atterrò proprio davanti alla principessa

“ dove sei stato?” interrogò questa
“ a fare un giretto…” rispose la bestia sulla difensiva
“ beh… il tuo compito è impedire ai principi azzurri di entrare nel castello a venire a salvarmi! Mentre eri via ne sono arrivati ben tre!”
“ beh…” disse Dragoberto sollevando le ali “ non ti hanno salvata però…”
“ ma mi hanno dato fastidio!” tuonò Antanuka “ è poi è tuo dovere non farli entrare… il secondo nel vedermi uscire da sotto la doccia si è anche fatto la pipì addosso… ed io ho dovuto lavare il tappeto!” Dragoberto aprì la bocca per recriminare ma Antanuka glielo impedì “ e poi dovresti assicurarti anche che io non me ne vada! È scritto nel contratto!” Il drago a queste parole scoppiò a ridere
“ ma fammi il favore! Una principessa che se ne va da sola! Questa la voglio proprio vedere!”

La principessa Lolly se ne stava seduta con le gambe incrociate sul tavolo. Da quando era fuggita dalla torre per andare a farsi fare un tatuaggio il suo aspetto era un po’ cambiato. Prima di tutto non aveva più i capelli lunghi. Li aveva tagliati cortissimi e li portava dritti come aghi grazie a grandi quantità di gel, in più su un lato del cranio di era fatta rasare la parola bad. I suoi splendidi occhi cerulei erano sempre gli stessi, ma ora erano contornati da un pesante kajal nero, e dalle sopraciglia pendevano diversi pircing. Le labbra color petalo di rosa erano ricoperte di rossetto viola, e recavano anche loro una buona quota di metallo incastonato. Sul collo, anche se seminascosto da un collare da cane, si poteva vedere il tatuaggio di un drago e la frase I’m a bastard. L’esile corpicino della fanciulla non era più avvolto da morbide tulle rosa, ma da un gilet di pelle di drago irto di spuntoni sotto cui stava una maglietta viola con scritto Fuck you! Anche i piedini, negligentemente incrociati sul tavolo non avevano più delicate candide scarpine, ma portavano un paio di robusti anfibi.
Dopo essersi fatta tatuare I love principe azzurro, su una chiappa Lolly si era lasciata un po’ andare e non era più riuscita a tornare indietro. Così era diventata gestrice di un locale under-ground, aveva spostato un cavaliere nero e spacciava cocaina. Insomma la principessa Lolly era cambiata molto nell’aspetto, ed anche il suo modo di fare aveva subito delle piccole modifiche.
Qualcuno bussò alla porta.
“ Chi cazzo è?” chiese la ragazza estraendo rapidamente un grosso coltello dal fodero
“ ehm… “ disse una voce di donna dall’altro capo della porta “ sarei il nuovo aspirante cuoco…”
“ per tutti i diavoli dell’inferno!” grugnì Lolly “ era ora che si presentasse qualcuno! Porta dentro le tue luride chiappe!”
“ ehm… permesso…” disse Eleonora entrando timidamente
“ allora!” tuonò Lolly non appena Eleonora le fu di fronte, piantando il coltello nel tavolo “ dimmi un po’ che sai cucinare!”
“ beh capo… io… un po’ di tutto ecco…”
“ chiamami Bianca Neve!” replicò Lolly. Eleonora sollevò la testa per guardare Bianca neve
“ per via della pelle chiara?” domandò con voce molto bassa
“ eh?” chiese Lolly che non aveva sentito “ che dici?”
“ se è per via della carnagione… che ti chiami Bianca Neve…” ripeté Eleonora arrossendo
“ no! è per via dell’ottima qualità della mia cocaina!” spiegò la principessa Lolly come se fosse una cosa del tutto ovvia “ allora mi stavi dicendo cosa sai cucinare!”
“ sì… cucino un po’ di tutto… ma la mia specialità sono le Torte Fantasia…”
“ che cazzo è una torta fantasia?” domandò Lolly
“ beh…” spiegò Eleonora “ è una torta fatta con ingredienti diciamo diversi da quelli soliti… una torta un po’ alternativa …”
“ e che c’è dentro?” chiese Lolly non molto convinta
“ ah… dipende ogni volta c’è qualcosa di diverso… non ci sono due torte fantasia uguali!”
“ beh, la cosa mi stuzzica!” deliberò Lolly accendendosi una sigaretta “ ti prenderò in prova per qualche giorno! La cucina è in fondo al corridoio… e sta attenta agli scarafaggi!”

“ Co… cosa è successo…” domandò Dragoberto scrollando l’imponente testa “ mi è crollato addosso il castello?”
“ no… sono io che ti ho dato un pugno! ” rispose la principessa Antanuka
“ cosa?... e perché?”
“ è stato un impulso… il fatto è che sono stufa di stare qui!” replicò la cavernicola “ ho deciso di andarmene!” Dragoberto era stordito ed incredulo
“ andartene…? Senza principe azzurro? Non lo puoi fare!” Antanuka fece un sorriso mettendo in mostra la sua imponente dentatura
“ e perché?”
“ perché io devo impedirtelo!” replicò Dragoberto perentorio
“ posso ricordarti che sei appena rivenuto dopo un mio cazzotto?”



Dragoberto indietreggiò leggermente
“ sì beh… allora avresti dovuto approfittarne… perché non succederà più!”
“ ho aspettato che ti riprendessi perché avevi detto…” Antanuka si schiarì la voce e tentò di imitare quella profonda del suo drago “ questa la voglio proprio vedere! E sai… da svenuto potevi perderti qualche dettaglio!”
“ ma… ti caccerai nei guai! ”
“ preferisco un po’ di guai che la noia!” replicò Antanuka “ e poi pensaci… non ci sarà mai un vissero felici e contenti per me! scommetto che non va neppure a te di fare la guardia a questo castello fino alla fine dei tuoi giorni! ” Dragoberto guardò Antanuka negli occhi, che forse erano l’unica cosa decente del suo aspetto fisico…
“ ma sì…” disse massaggiandosi il mento fratturato dal pugno della principessa “ piantiamo tutto ed andiamocene alla ventura!”

La principessa Aurora era molto alta e molto magra, aveva due enormi occhi verdi, dall’aspetto globoso e dallo sguardo un po’ perso. I capelli erano divisi in due parti esattamente uguali da una scriminatura a metà del cranio e le ricadevano sulle spalle liscissimi. Quella mattina indossava una lunga veste celeste e portava una bella margherita dietro l’orecchio. Uscì sul ponte levatoio e lo attraversò canticchiando con aria trasognata, senza accorgersi che l’immenso dragone nero che la teneva imprigionata nel castello le si era parato davanti.
“ Dove credi di andare?” la interrogò l’orribile bestia
“ oh… ciao…” disse Aurora per nulla intimorita dall’immensa mole dell’animale che proiettava su di lei una minacciosa ombra “ non ti avevo visto…”
“ dove stai andando?” le domandò nuovamente il dragone nero
“ facevo quattro passi… non trovi anche tu che ci sia un sole magnifico oggi?” domandò Aurora. Il dragone sollevò gli occhi al cielo
“ tu sei mia prigioniera!” spiegò per l’ennesima volta “ non puoi andartene in giro fino a quando non verrà uno dei principi azzurri a salvarti!”
“ ma io ho già il mio Principio Azzurro!” rispose Aurora sorridente. Il drago si portò l’immensa zampa alla testa
“ principe! “ disse “ non principio!”
ma Aurora non dava segno di averlo ascoltato
“ il Principio Azzurro consiste nell’amare ogni creatura, nel…” Il dragone emise un getto di fuoco per l’irritazione, ma Aurora non parve farvi caso “ … credere nella non violenza e nella resistenza passiva e nel non inquinare… e…”
La principessa Aurora continuò a parlare per ore. Il dragone rimaneva ad ascoltarla impotente. La voce soffusa di Aurora era quasi un bisbiglio, ed aveva un chè di ipnotico, si insinuava dolcemente nella testa della bestia. Ogni tanto Aurora interrompeva la sua spiegazione del Principio Azzurro per fare commenti sulle farfalle che passavano o sulla forma delle nuvole. Quando la ragazza finì di spiegare, e si rese conto che il drago stava dormendo profondamente, decise di andare a prendersi una tisana giù in città. Si allontanò canticchiando, senza soffermarsi a pensare che strada dovesse seguire per trovare una città........

lunedì 28 maggio 2007

IL SESSO COSI' COM'E'!

Lo so che lo aspettavate!Eccolo l'estratto del magnifico libro che ho acquistato da Alcatraz!Leggetelo, Maschietti (così capirete anche parte del FEMMINISMO, questo spettro che incombe sulle vostre esistenze e che ogni tanto rapisce le anime delle vostre pulzelle!) e Femminucce...se volte ve lo presto anche!!!

Un Baset

Mavia


IL SESSO COSÌ COM'È


Spero che voi abbiate tutti dei gravissimi problemi sessuali perchè così vi divertirete di più. Quelli che non hanno problemi sessuali hanno sbagliato testo, però non si possono lamentare perchè sono stati fortunati sul resto.

Non sono nè un sessuologo, nè un medico, sono semplicemente uno sfigato pazzesco. Ho avuto tutti i problemi sessuali citati nei libri di sessuologia, anzi, alcuni li hanno inseriti dopo che li ho avuti io, perchè prima non si conoscevano. Quando e dove cominciano i problemi sessuali? Molto presto.

Verso i cinque anni già sei messo male, vorresti esplorare i corpi dei tuoi coetanei per vedere come sono fatti. Ma così infrangeresti almeno quattrocento leggi federali e verresti rinchiuso nel castello della bella addormentata con i sette nani che ti picchiano con i loro picconi, piccoli ma acuminatissimi.

QUANDO POI RAGGIUNGI L'ADOLESCENZA
INIZIANO I CASINI VERI.

Alle ragazzine, imiprovvisamente, scoppiano le tette e tutti gli uomini le guardano con aria lubrica e cercano di palparle. E anche noi maschietti siamo in una situazione del cavolo.
Le ragazze della tua età te le fregano quelli più grandi. Quelle più grandi non ti si filano proprio e quelle più piccole... sono troppo piccole.
Tra i 15 e i 18 anni c'è questo periodo treme ndo. Hai il massimo della potenza sessuale e il minimo delle possibilità. Potresti farlo cinque volte al giorno per tre anni senza problemi e invece se lo fai cinque volte in tre anni è grasso che cola.
È LA FAMOSA GUERRA 15-18.

Ne avrete sentito parlare. L'hanno addirittura messa nei libri di storia. Senza contare che, a causa dell'astinenza, l'acne ti esplode e la polizia ti ferma per strada per chiederti se hai il porto d'armi per girare con quei brufoli.

Quello che mi terrorizzava più di ogni altra cosa era la possibilità di incontrare una ragazza vergine. Mi avevano spiegato che, quando una ragazza viene deflorata, fa tutti quegli schizzi di sangue pazzeschi... E già mi immaginavo mia madre che, entrando in camera mia, guardava il soffitto tutto insanguinato e diceva: «Jacopo, cos'hai fatto oggi? Hai sverginato qualcuno?»
E allora avevo elaborato un piano: volevo preparare un saccone di cellofan fermato con lo scotch, tipo tenda canadese, e infilarmi dentro con la ragazza, così, se lei aveva un'emorragia, si evitava di allagare tutta la stanza. A scuola mi massacravano coi verbi irregolari di greco, ma non un cane che mi spiegasse che non è necessario andare all'assalto dell'imene come se si trattasse di una carica di cavalleria con l'ariete. Uno può anche fare una cosa più impiegatizia, rateale, una spallata oggi, una spallata domani...
COSÌ L'IMENE VA GIÙ SENZA EMORRAGIA.
E manco ti dicono che il 20% delle ragazze o non ha l'imene dalla nascita o è così impalpabile che crolla appena ci soffi sopra. Figuratevi cento anni fa quando, dopo la prima notte di nozze, bisognava esporre il lenzuolo insanguinato al balcone per dimostrare che si era vergini e queste ragazze non riuscivano a sanguinare. Delle vite rovinate! «Puttana! Disgraziata! Chi è stato?!?...»
Avevo diciassette anni e giravo per la mia scuola dicendo: «Sono diciassette anni che non faccio l'amore, sono diciassette anni che non faccio l'amore ...» Pensavo che questa fosse una raffinatissima tecnica di corteggiamento e invece, se alle ragazze gli dici che sono diciassette anni che non fai l'amore, ti dicono: «Bene, bravo, continua così. Ci sarà qualche motivo. Io cosa c'entro?»

E tu piangi, solo nella notte, bramando distese di pelle rosea da abbracciare.

Riesci a sentire il calore del suo corpo con un'intensità tale che rischi che ti saltino i fusibili e il cervello ti frigge come un uovo strapazzato.
C'è chi dice che la Rivoluzione Comunista degli anni '70, in Italia sia fallita. Per me è andata benissimo perchè, se non ci fosse stata la rivoluzione comunista, io sarei vergine ancora adesso. Infatti, fu una compagna dell'Arci di Torino che, vedendo che il mio cervello di giovane rivoluzionario stava per implodere a causa della pressione erotica, ebbe pietà di me e decise di iniziarmi al sesso.
Quando penetrai nel paradiso dei desideri... che ero proprio lì... urlai dentro di me: «Evviva, finalmente dopo 17 anni! Io! Sto diventando un uomo! Ecco ci sono!!!»

F I N I T O!

Avrei potuto battere dei record. Che se ci fosse stato qualcuno con un cronometro sarei apparso nel Guinnes dei primati. Invece eravamo soli e fu solo una brutta figura. Oggi come oggi, uno che è un eiaculatore precoce è nella merda. Nel 1972 la situazione era tragica.
L'unico posto dove si poteva parlare di sesso era il bar.
Andai al bar, esposi il mio problema e mi beccai 23 minuti di pernacchie e battute sui conigli. Poi uno ebbe pietà di me e mi disse: «Guarda, un sistema c'è: la matematica. Praticamente, appena cominci a far l'amore, nella tua testa inizi a calcolare:
3 X 7 = 21 X 4 -17 X 22: 6...
Questo sforzo aritmetico ti distrae dall'eccitazione e ti rallenta. Impiegai sei mesi per trovare un'altra ragazza, visto visto che la compagna dell'Arci di Torino non era più disponibile perchè una volta si poteva farlo per la causa comunista ma due no perchè ero stato troppo veloce.
Nel frattempo ne approfittai per esercitarmi in matematica per via che ero un po' debole nei calcoli.
Quando finalmente fui lì iniziai: 3 x 7 = 21... Track! Finito. Niente, con me la matematica proprio non funziona. Che mi restò un trauma. Ogni volta che a scuola mi interrogavano rivivevo quella situazione orribile e mi bloccavo facendo scena muta. Dovetti abbandonare gli studi. Voi credete che lo dica per farvi ridere ma andata proprio così.

ERO DISPERATO.
Questa storia dell'eiaculazione precoce mi tirava scemo. Non sapendo che altro fare, andai a parlare con il più grande playboy del quartiere. Girava sempre con delle ragazze munite di misure inverosimili. Credo che le facessero a Taiwan perchè avevano il sedere che partiva da sotto le ascelle.
Lo fermai per strada e gli esposi il mio problema. Lui mi disse: «Non ti preoccupare, ci sono passato anch'io. La soluzione c'è: il tamponamento a catena sull'autostrada del sole in agosto. Praticamente quando inizi a far l'amore immagini di essere lì tra le lamiere contorte, con le urla dei feriti, le sirene dei pompieri, la puzza di benzina, i principi d'incendio e la portiera accartocciata che ti sta sfondando il costato. E tutto questo schifo ti rallenta l'eccitazione.» Provai.
Il tamponamento a catena funziona da bestia. Lei venne una volta, due volte, cinque volte, dieci volte, quindici volte... A un certo punto capii che se non riuscivo a smettere mi veniva l'infarto. Ero entrato in una sindrome parossistica.
Mi ero sintonizzato col martello pneumatico dei pompieri che stavano cercando di liberare un povero camionista che era nell'abitacolo del suo camion tutto rovesciato e non riuscivo più a smettere.
Cosa faccio? Faccio arrivare un pullman di ballerine delle Folies Brgres, che erano in ritardo per uno spettacolo che dovevano fare a Modena, e così si erano già messe quei reggiseni inesistenti e quei tanga fatti col filo interdentale. Scendono dal pullman e con le loro unghie laccate di rosso, mi tirano fuori dalle lamiere contorte e mi fanno la respirazione bocca a bocca. E poi cominciano delle cose che non si vedono neanche nei film porno (le fanno solo le ballerine delle Folies Bèrgères che sono in ritardo per uno spettacolo che devono fare a Modena e sono già in tanga). Così riesco ad arrivare all'acme del piacere.

Per ero innamorato della ragazza con la quale facevo l'amore. Ma mi accoppiavo con un tamponamento a catena e con il corpo di ballo delle Folies Bèrgères. Tra me e lei non c'era niente. Passavamo soltanto nella stessa stanza. Ero ancora più disperato. Mio papà mi aveva detto: «Se hai dei problemi cerca sui libri, troverai le soluzioni.» E infatti trovo un libro cinese fantastico: Il Tao dell'Amore.

I cinesi sono tipi precisissimi, coi loro occhi a mandorla hanno esplorato tutto nei minimi dettagli spiegando come si fa ogni cosa. E hanno anche trovato il sistema per guarire l'eiaculazione precoce. Ed è geniale. è una questione di ritmo.
Bisogna fare tre penetrazioni profonde e una superficiale. Perchè? Si è scoperto 3500 anni dopo che l'hanno detto i cinesi, quando gli americani hanno inventato il famoso metodo Master e Johnson contro l'eiaculazione precoce: quando il maschio sente che si sta eccitando troppo tira fuori il membro e la ragazza traak! Gli strizza il glande con la punta delle dita. Lui lancia un urlo disumano: «Aaaaahrg!» Un male cane e si dà una sbollita. I cinesi, che sono più raffinati, hanno detto:
«MA SIAMO MATTI?»
Loro hanno scoperto che la passera all'ingresso è più stretta e così fanno tre penetrazioni profonde e poi una superficiale. Si ha così una schiacciatina naturale. Che aiuta! Ma, siccome il maschio è una bestia, si eccita lo stesso. Allora, quando sente che l'eccitazione sale, passa al sistema numero due e cioè deve:

Inspirare col diaframma a fondo.
Tirare indietro la pancia moltissimo.
Contrarre le natiche selvaggiamente.
Espirare profondamente per buttare fuori Ki, emettendo un suono tremendo:
K i a i a i a i a i i i i h h !

Ovviamente devi aver avvisato la ragazza perchè sennò si spaventa! Ma se le hai detto che una tecnica erotica cinese allora guadagni dei punti. Questo sistema è pazzesco. Andavo avanti per mezz'ora, tre quarti d'ora, un'ora!

Solo che, nella fretta di mettere in pratica questo metodo, non avevo letto il capitolo successivo del libro dove spiegava che, dopo aver fatto l'amore in questo modo, devi poi stare sei ore al giorno nella posizione del pitone impazzito per rilassarti i muscoli del basso ventre. Sennò, dopo due mesi ti scoppia la prostata. Infatti, nel giro di due mesi, mi venne una prostatite cistitica spiraloide lancinante che quando facevo pipì ululavo come un indemoniato emettendo il famoso urlo del cistitico: «Aaaaaaaahhh!», che mia madre, fuori dal bagno gridava: «Jacopo! Cosa ti succede?!»

«Niente mamma, sto facendo pipiiii! Fa malissimo!»
«Basta con questa storia, domani andiamo dal dottore!!!» Così andiamo dal dottore. Mi dà un cofanetto di antibiotici, antistaminici, ansiolitici, antidepressivi, anticrittogamici. Mangio tutte queste pasticchette: nessun risultato, non mi passava. Alla fine, dei professoroni fanno un consulto e uno mi dice:
«MI DISPIACE, MA LEI CON LE RAGAZZE NON PUÒ ANDARE NEANCHE AL CINEMA CHE SENNÒ SI ECCITA TROPPO E LE FA MALE!»
Insomma, ero torturato dalla vita.

domenica 27 maggio 2007

Repetita iuvant

Vi faccio presente mie care (anche se lo so che lo sapete già ma "repetita iuvant"...) che quest'anno il VegFestival si svolgerà proprio a Grugliasco (sì,sì proprio in quella parte del globo terracqueo in cui solitamente non succede mai un belino!!!)
E vi invito a dare un occhiata al programma e vi segnalo gli eventi ai quali credo sarò presente (studio permettendo)



Venerdì 15 giugno ore 18.00

Conferenza:" Per una decrescita consapevole: la scelta ecologica dell'alimentazione vegetariana"
Con Marinella Correggia (Il Manifesto) e Enrico Moriconi (Associazione Veterinari per i Diritti degli Animali)


Sabato 16 Giugno ore 15.00

Laboratorio
"come preparare detersivi ecologici"...scienza poi da tramandare al nostro Gas

Domenica 17 Giugno ore 16.00

Danze Occitane (gruppo ArciZeta)!!!!!!!

Ci si vede streghe!!

sabato 26 maggio 2007

RIP



Qui ricordiamo .G. Abbandonata dagli amici (che sono andati prima ad abbuffarsi e poi in montagna!!!!) è stata ritrovata questa mattina presto, crudelmente sopraffatta dai caratteri cinesi. Ella aveva sopportato tutto, fedelmente dedita allo studio. Un cane temebondo delle correnti d'aria che le sbanfava sul braccio, innumerevoli gatti che le saltavano sui libri strappandole i fogli, assalti di insetti, frigoriferi vuoti! Mentre la vita splendeva all'esterno in tutto il suo fulgore estivo, ella ricopiava caratteri su caratteri, scriveva regole grammaticali, mentre di ora in ora appassiva. Ormai i suoi genitori non la capivano quasi più, continuava a ripetere singulti come "cin ciong bu", e nient'altro. Le ultime parole le ha rivolte all'amata sorella, "ciu cing tuan"; "'azz dici?!" è stata la risposta. Il cinese ormai l'aveva contaminata, era entrato in circolo, e nonostante la strenua lotta oggi, alle 5 del mattino, quando ha aperto il libro e ha guardato il primo carattere, il povero corpo martoriato ha ceduto. Il mondo la piange.

venerdì 25 maggio 2007

Giovane donna di venti circa anni sparisce nel nulla...

Dopo che ieri a Casa Wiwa io e le mie fide compagne abbiamo riflettutto su cosucce come

  • l'economia Mondiale,
  • il commercio Equo e Solidale,
  • cosa significa far parte di un GAS,
  • consumare Biologico e\o Vegano\Vegetariano
  • ....e scrivere qualcosa sul blog che è fermo da troppo tempo!

mi sono alzata di buona lena ho acceso il Pc,per poter fare l'unica cosa delle sopraelencate che sia attuabile entro tempi brevi: Postare qualcosa di nuovo nel blog e....

Giovane Donna di Venti circa anni scompare nel nulla senza lasciare traccia di sè!


Ad ogni modo scrivo qui ora per rassicuravi...sto bene....
Sono stata rapita circa una settimana fa, sono sparita e sono irrintracciabile, ma non preoccupatevi, qui mi trattano bene.
Non avendo il quotidiano di oggi, faranno fede le pagine bianche del 2007 mangiucchiate da Mirtilla che attestano che non sono ancora deceduta, sì sono un pò emaciata, non si può dire che io sia in forma.
Sono ostaggio dello studio, vi prego liberatemi, fatemi finire questa maledetta Università, non ce la faccio più....non so quanto potrò resistere ancora...

Gulp

Maionese

giovedì 24 maggio 2007

domenica 13 maggio 2007

E se fosse “ PAPA GALLO”?


Pare se non altro anomalo che una come me parli di un “omo di chiesa”, ma ieri ho conosciuto un prete, che mi ha letteralmente conquistata. Sono andata alla presentazione del libro “io cammino con gli ultimi” e ovviamente a presentarlo c’era l’autore Don Andrea Gallo

Già l’impatto visivo fa sospettare che sotto quella tonaca si nasconda in realtà un vispo vecchietto dagli occhi vivaci e dall’intelligenza non soggiogata al potere ecclesiastico. Ebbene è proprio così!

Una mina vagante per la chiesa, un uomo che mai avrebbe potuto far carriera e così è stato:è rimasto tra gli ultimi anche perché ve lo immaginate “Papa Gallo”, va beh che ora abbiamo il Pastore tedesco...

Ci ha fatto scompisciare con aneddoti divertentissimi e ci ha commossi con le sue ideologie di giustizia sociale e di uguaglianza tra tutti gli uomini!

Un prete che ha proposto al suo vescovo di introdurre una preghiera che prevedesse i primi 12 articoli della costituzione, un sacerdote che ieri ha letteralmente affermato ”ma certo che io dico ai miei ragazzi di usare il preservativo, cazzo c’è l’AIDS, e poi cosa credete che quando i vescovi vanno a puttane non li mettano???”

Grande amico di De Andrè, tacciato di essere un fomentatore di folle (e lui ha risposto che se fosse davvero così a quest’ora avrebbe marciato su Roma!).

Un tipo che sa il fatto suo, che è stato partigiano, che non ha problemi ad ammettere che chi discrimina gay e lesbiche a causa delle loro preferenze sessuali è secondo lui un RAZZISTA e che si è rifiutato di andare al family day a Roma.

Un prete da marciapiede, come si definisce lui,uno che sta con le puttane, gli emarginati(drogati, tossicodipendenti, immigrati, gay e lesbiche) insomma proprio come faceva Gesù, giusto?

A me è questa la chiesa che potrebbe piacere!


giovedì 10 maggio 2007

In fondo si sa siamo tutte un pò lesbiche

E' vero, no?
Non vi è mai capitato almeno una volta nella vita di innamoravi di una donna?
No, non negatelo, è così!


E ora ve lo spiego, avendo oltettutto avuto modo di approfondire tale discussione con la mamma del mio "uomo"
Confessate: lo so, perchè è così!
Siete state almeno per un secondo innamorate della vostra parrucchiera!
Ed è per questo che le donne ci vanno così spesso!
E perchè innamorarsi proprio di una personalità generalmente così frivola (non mi rivolgo alla totalità della parrucchiere ovviamente!)?
Ma che ce ne frega a noi della personalità, quando possiamo avere quelle sue mani massaggiatrici esperte di cranio!
Confessatelo...apppena comincia a farvi lo shampoo vi sciogliete come delle giuggiole, brodolose e tutti i bla bla bla su Julia Roberts e dei nuovi flirt di Brad Pitt



svanisono e bam...non si sente che piacere, carezzevole mas
saggio circolare sul cranio, ed è una libidine pazzesca!
E lì allora sentite di amare profondamente l'essere che vi sta elargendo sì tanto godimento e sareste disposte a qualunque cosa purchè non la smetta!
E poi tutto d'un tratto appena comincia a sciacquarvi rinsavite e...vi accorgete di essere ritornate alla realtà, che Brad Pitt si è sposato e che la splendida creatura di cui eravate innamorate non è affatto splendida e sta per potarvi drasticamente i capelli!
Ma quelle mani, palpeggianti sì tanto esperte (da sfiorare i massimi apici della frenologia!!!) non le si trova che appunto in una donna.
Provateci, spiegatelo ai vostri partners come fare un massaggio libidinoso alla nuca!
Loro poveretti non lo sanno proprio (il mio si impegna anche, ma non raggiunge così alti picchi) ed ho capito perchè: non sono mai andati dalla parrucchiera, e non avendone esperienza non lo sanno riprodurre!!!
Ora però sono combattuta: esortare i maschietti ad andare dalla parrucchiera e condividere con loro un segreto libidinoso che da generazioni è monpolio delle femmine o starmene zitta?!
Inopinabilmente oramai è troppo tardi per porsi tale quesito per cui miei cari maschietti, la prossima volta che dovete tosarvi, non andate dal barbiere: provate la parrucchiera e ricordate che più sono lunghi i capelli più è lungo il massaggio!Io però non assicuro sugli effetti che potrebbero conseguire a tale pratica



Un Baset
Manoiacalmente Maionese (o Magna Mater)