giovedì 31 maggio 2007

BATTAGLIA PER LE TERRE DI SONDRA-PARTE seconda-

...Antanuka vide una ragazza accovacciata in mezzo al prato che doveva attraversare ed attese ad una certa distanza. Siccome pensava che si stesse liberando non voleva invaderne l’intimità.
Dopo qualche minuto la ragazza era ancora accucciata la principessa Antanuka cominciava a dare segni di impazienza
“ Forse è stitica…” propose Dragoberto
“ forse allora potresti avvicinarti…” fece Antanuka “ così la spaventi e la aiuti a risolvere il suo problema!”. Dragoberto sollevò le ali e si avvicinò alla ragazza
“ dovresti mangiare più fibre sai?…” le disse. La ragazza alzò i suoi stralunati occhi verdi
“ tu sei blu!” affermò senza scomporsi
“ ehm…” fece Dragoberto confuso “ sì, lo so…” poi il drago notò che la ragazza era sì accucciata, ma non stava facendo i suoi bisogni
“ cosa stai facendo?” le chiese
“ parlavo a questo bruco del Principio Azzurro!”
“ oh…” fece il drago “ parlavi al bruco…”
“ sì… del Principio Azzurro… vuoi che ti spieghi cos’è?”
“ allora si può sapere che sta succedendo?” intervenne Antanuka che li aveva raggiunti spazientita
“ sta parlando ad un bruco…” spiegò Dragoberto portandosi una zampa alla tempia con aria significativa
“ …del Principio Azzurro!” completò la strana ragazza
“ cos’è il principio azzurro?” domandò Antanuka incautamente
“ il Principio Azzurro consiste nella non violenza e nella resistenza passiva…” cominciò la ragazza.
Un quarto d’ora dopo la ragazza ancora parlava, con la sua voce velata, ma Antanuka e Dragoberto non potevano più sentirla perché giacevano addormentati una contro l’altro.
Quando la principessa Antanuka riuscì ad aprire un occhio era notte fonda.
“ Guarda…” le disse la ragazza con voce sognante “ ci sono un mucchio di cagnolini che ci guardano!” Antanuka balzò in piedi. Nel buio una serie di occhi gialli erano puntati su di loro, ma a preoccupare la Prima Principessa non erano gli occhi, bensì le bocche piene di zanne che c’erano sotto…
Antanuka agì con estrema rapidità. Afferrò la ragazza e la gettò con un braccio solo sulla groppa di Dragoberto che si svegliò di soprassalto.
“ Che succede?” domandò il drago appena uscito dal sonno
“ un branco di worlok!” disse Antanuka “ prendi il volo!” la principessa stava per afferrare la zampa del drago mentre questo spiccava il volo, quando metà del branco di worlok le fu addosso costringendola a lasciare la presa.
Dragoberto si librò in aria e stava per lanciare una fiammata verso terra quando si accorse che Antanuka aveva mollato la presa.
“ Antanuka!!” urlò sputando fuoco verso l’alto per fare un po’ di luce. La fiammata si spense in fretta ed il drago aveva appena avuto il tempo di vedere Antanuka sommersa dalle belve. Poi si sentì un urlo belluino. Dragoberto fece nuovamente fuoco, appena in tempo per vedere worlok piovere da tutte le parti
“ Antanuka!!! ” gridò di nuovo mentre la notte si riempiva dei guaiti delle belve messe in fuga
“ sono qui!” rispose la principessa. Dragoberto le atterrò vicino
“ stai bene?” domandò preoccupato “ come hai fatto?”
“ oh… ho solo usato il colpo del mammut… anche se di solito si usa contro le tigri dai denti a sciabola… come sta la ragazza?! ” il drago, che si era dimenticato della sua presenza voltò la testa per guardarsi la schiena. La ragazza giaceva immobile tra le ali del drago
“ cavoli… forse è morta!” Antanuka raggiunse a tentoni un ramo e lo sollevò
“ dagli fuoco… non si vede niente!” Dragoberto ubbidì. Armata di fiaccola Antanuka si issò sulla schiena del drago
“ allora… è viva vero?” domandò questo preoccupato
“ sì… respira… forse è svenuta…” Antanuka si interruppe ed accostò l’orecchio alla bocca della ragazza “ ehi ma… sta russando!”

Come tutte le volte che aspettava una grossa partita di cocaina dagli halfling, la principessa Lolly si recò da Fatima, sua chiaroveggente di fiducia.
Bussò e dall’interno della piccola bicocca dove viveva la strega giunsero uno strillo ed il rumore di una frana di oggetti. Poco dopo la porta si aprì ed apparve la maga. Aveva gli occhi sbarrati, il cappello da strega di sbieco sulla testa ed era percorsa da uno strano tremito
“ ti… ti senti bene?” domandò Lolly
“ eh? ” chiese Fatima con un sobbalzo “ benissimo! Benissimo! Mi sento benissimo!” la principessa storse il naso
“ cazzo, non si direbbe…” fece osservando con aria critica la donna “ sembra che ti sia sparata un litro di caffè!”
“ tre!” saltò su Fatima “ tre litri! Non uno tre! Non dormo da una settimana!”
“ hai bevuto tre litri di caffè?” domandò Bianca Neve incredula “ perché?”
“ sto studiando una nuova disciplina di chiromanzia!” affermò la strega, mentre il cappello le scivolava sempre più sbilenco lasciando intravedere una chioma che più di un pettine sembrava più il risultato dell’utilizzo di un petardo “ leggo i fondi di caffè!” continuò con orgoglio
“ e il caffè devi berlo per forza? non puoi buttarlo?” domandò Neve sollevando un sopraciglio. Fatima fece un saltino
“ buttarlo? Brava te! Poi leggerei il futuro dei tubi di scarico!”
“ oh… e non potevi farlo bere a qualcun altro?” Fatima rimase un secondo interdetta, oscillando leggermente sul proprio asse
“ non ci avevo pensato!” borbottò
“ capisco…” fece Neve sollevando gli occhi al cielo “ comunque ero venuta a farmi predire il futuro… ma forse ti ho presa in un brutto momento…” Fatima sbuffò
“ per te non ho brutti momenti Neve! Entra!”
Neve entrò, per farlo dovette scavalcare una massa di tegami, pentole e pestelli, per poi non sapere ugualmente dove posare il piede. Era abituata al caos della casa di Fatima, ma questa sembrava aver raggiunto nuove vette. Sul pavimento ogni singolo centimetro era occupato da qualcosa. Carte, libri, piante in vaso lasciate nel bel mezzo del corridoio, bocce di vetro con dentro uova di rana, stranissimi alambicchi circomvoluti, pieni di pozioni secche, rune magiche, mutande, tarocchi, calzini, un sacco di sabbiolina per gatti rovesciata… Ed anche lo spazio che stava sopra il pavimento non era meno occupato. Oltre alle molte cianfrusaglie che pendevano dal soffitto, tra cui un intero tonno imbalsamato, c’erano numerosi oggetti volanti. Piccole libellule, qualche pipistrello, ed ovviamente Maria Carla, la vecchia sfera di cristallo di Fatima.
Neve aguzzò la vista cercando di abituare gli occhi alla penombra e tentò di vedere dove posava i piedi Fatima. Ma questa si allontanava schivando tutto così velocemente che sembrava avere le rotelle. La principessa scansò con l’anfibio un grosso tegame e posò il piede a terra. Passo dopo passo, scostando a pedate gli oggetti più disparati, Neve raggiunse la cucina. Lì, sospesa a una decina di centimetri da terra ci trovò Fatima.
“ okay sgombro il futuro e ti predico il tavolino!” disse tutto d’un fiato, e col braccio spazzò via dal tavolo un centinaio di tazzine da caffè di tutti i tipi e di tutte le fogge che si schiantarono sul pavimento. Poi la strega evocò dal nulla due sedie, una viola con penne di pavone e l’altra di pelle, con lo schienale ergonomico, e si sedette. Neve la imitò.
“ Maria Carla?!” chiamò Fatima con una voce così stridula da far rizzare i peli delle braccia alla principessa, che si voltò appena in tempo per evitare di farsi colpire in testa dalla sfera di cristallo che arrivava sparata in volo. Maria Carla roteò su se stessa e planò sul tavolino
“ bene…” disse Fatima strabuzzando gli occhi ancor di più “ bene…” la strega si portò le mani alle tempie e cominciò a strofinarle osservando intensamente la densa nebbiolina che vorticava dentro Maria Carla. Poi, senza preavviso, lanciò un grido terribile e balzò in piedi ribaltando il tavolino e facendo cadere Neve dalla sedia
“SCIAAAAGUUUURA!!!” gridò con i lineamenti deformati dal terrore e le braccia levate al cielo “ CATASTROOOOFE!!!! DISAAASTRO!!!! APOOOCALIIISSE!!!” ululava la strega. Neve si rimise in piedi
“ cosa vedi?” interrogò, col cuore che le batteva sul diaframma come su un tamburo. “ CATACLIIIISMA… un’ombra nera incombe sul tuo fut…” Fatima bloccò a metà il grido
“ allora?!” incalzò Neve “ porca troia! cosa mi succederà?” la strega abbassò le mani e si schiarì la voce leggermente imbarazzata. Poi prese Maria Carla tra le mani. Neve non vedeva bene, ma udì distintamente un pop, come di una bottiglia di vino che viene stappata, poi la strega cominciò a picchiare sopra la sfera con la mano. Dopo un istante da un buco sul fondo di Maria Carla uscirono uno sbuffo di fumo ed un pipistrello con un accesso di tosse
“ Sigfrid! quante volte ti ho detto di non farti la tana dentro Maria Carla!?” ammonì la strega con aria di rimprovero. Neve, col cuore che le batteva ancora a mille, osservò la chiaroveggente rimettere il tavolino in piedi
“ devi scusarlo… sai sta attraversando un’età critica…” disse Fatima mentre rimetteva il tappo a Maria Carla ed il pipistrello volava via “ cosa vuoi… l’adolescenza…Ma dove eravamo rimasti?”
Neve si sedette traendo un gran respiro per calmarsi, mentre la strega tornava ad osservare le nebbie del tempo
“ allora… cosa v…” cominciò Neve, ma il grido di Fatima la interruppe sbalzandola nuovamente giù dalla sedia
“ SCIAAAAAGUUUURA!!! CATASTROOOOFE!!!! DISAAASTRO!!!! …”

Antanuka aprì gli occhi, fece un piccolo grazioso rutto e d’istinto cercò immediatamente Aurora. Quella ragazza era un guaio ambulante. Non sapeva badare a se stessa più di un bambino di un anno. La Prima principessa aveva deciso di riportarla da dove era venuta. Non aveva lasciato il suo castello per fare da balia ad una svitata!
La cavernicola provò una stretta allo stomaco vedendo che Aurora non era lì dove si era addormentata la sera prima.
“ Sveglia! ” fece Antanuka sferrando un calcione a Dragoberto che russava acciambellato lì vicino
“ hm? ” bofonchiò il drago svegliandosi di soprassalto “ che c’è? è già pronta la colazione? ” Antanuka lo fulminò con lo sguardo
“ dov’è andata Aurora? ” domandò. Dragoberto si guardò intorno ancora impastato di sonno
“ hm… non saprei…” disse badando bene di tenere la testa a debita distanza dalle mani della principessa
“ ti avevo detto di sorvegliarla!” ringhiò questa. Dragoberto fece una smorfia
“ beh… se fossi bravo a sorvegliare le principesse ora non saremmo qui non ti pare? ” Antanuka grugnì.
“ sarà meglio andare a cercarla prima che caschi in un burrone!” disse.
La ricerca non durò a lungo. Aurora se ne stava ai margini del bosco, vicina ad una piccola carriola piena di sacchi, ed agitava la mano in segno di saluto verso le piante
“ …è stato un piacere!...”
“ chi stai salutando?” domandò Antanuka arrivando a passo svelto e guardando tra le fronde “ è cos’è questa roba?” Aurora si voltò verso Antanuka e la guardò con i suoi occhi giganteschi e persi
“ gli elfi sono simpatici ” osservò
“ elfi? ” domandò Antanuka “ c’erano degli elfi qui?” la Prima Principessa non capiva, quello non era territorio elfico, ed il Popolo Sottile non amava sconfinare
“ tanti elfi!” fece Aurora sognante
“ dove sono andati ora?” chiese Antanuka insospettita, ma Aurora si era già distratta
“ guarda c’è una farfalla!” disse “ è bianca!”
“ Aurora... dimmi degli elfi: cosa ti hanno detto! ” Aurora si schiarì la voce
“ devo consegnare lo zucchero a velo a Bianca Neve!” disse citando a memoria
“ lo zucchero a velo?” Antanuka si voltò verso la carriola piena di sacchi. Erano pacchettini trasparenti pieni di polvere bianca. La principessa ne afferrò uno, lo aprì e assaggiò una puntina di polvere; divenne di colpo pallidissima.
“ questa è… è cocaina pura per la miseria! ” balbettò, poi riprese, molto turbata “ com’erano gli elfi? ” domandò “ com’erano fatti?”
“ erano bellissimi!” disse Aurora “ elfi bellissimi!”
“ sì, ma com’erano fatti?” chiese Antanuka sempre più concitata “ quanto erano alti? Cosa indossavano? Avevano delle armi?” Aurora parve pensarci un istante, poi levò la mano a circa un metro da terra e disse
“ portavano le balestre… guarda la farfalla è volata via…” Antanuka aveva assunto un colorito grigiastro, molto malsano, e si era lasciata scivolare a terra
“ balestre…” ripeté atterrita “ gli elfi non usano le balestre… quelli erano halfling!” Aurora, che evidentemente non aveva compreso la tragicità della rivelazione, si limitò a ripetere con la sua voce persa tra le nuvole
“ halfling… bellissimi halfling!” Antanuka emise un gemito
“ bellissimi un corno! Ora se non consegniamo questa roba quelli ci fanno pentire di essere nate!” Antanuka si potrò la mano alla fronte “ probabilmente ti avranno anche detto cosa ci faranno se la cocaina non arriva a questa Bianca Neve…”
“ a me hanno detto che non faranno nulla… dicono che gli sono simpatica…” fece Aurora per nulla turbata, Antanuka sollevò lo sguardo e fissò la principessa Aurora
“ …a te non faranno nulla? ” balbettò
“sì!” Antanuka tentennò, non era convinta di voler sapere ciò che stava per chiedere
“ e a me…?” domandò con un filo di voce
“ non lo so…” rispose Aurora candida “ mentre me lo spiegavano devo essermi appisolata…”

“ Fatima… ti prego…” supplicò Neve “ vuoi dirmi cosa succede?” ma la chiaroveggente sembrava fuori di se. Correva da una parte all’altra della sua caotica casa raccogliendo da terra gli oggetti più disparati e lanciandoli in un baule. “ cosa minchia hai visto nel mio futuro?” Fatima sollevò gli occhi su Neve, sembrava totalmente sconvolta “ nel tuo futuro?” disse tornando immediatamente a raccogliere oggetti “ nulla!”
“ nulla?! Ma fammi il favore! Hai urlato catastrofe… disastro… apocalisse…” sbottò Neve tallonando arrabbiata la strega
“ mi… mi riferivo al… al disordine di questa casa…” borbottò Fatima staccando il tonno imbalsamato dal soffitto e lanciandolo nel baule che lo ingoiò come fosse una sardina. Neve era al limite di sopportazione, con un balzo felino afferrò Fatima per le spalle e la costrinse a guardarla negli occhi
“ dimmi cos’hai visto!” ringhiò. La strega si guardò in torno in cerca di salvezza, ma poi sospirò
“ non posso!”
“ come sarebbe non puoi!?” sbottò Neve lasciandola andare “ mi hai sempre detto cosa vedevi nella sfera!”
“ sì, ma si trattava di cavolate! Questa è una cosa importante!” replicò la strega
“ un motivo in più per dirmi tutto, merda!” fece Neve
“ una legge magica vieta a tutti i chiaroveggenti di svelare i grandi avvenimenti del futuro se non mediante… cito testualmente… assurde frasi sibilline o versi incomprensibili ma molto poetici… quindi non ha senso dirti qualcosa che capiresti cosa vuol dire solo quando si sarà avverata!” disse Fatima con gli occhi bassi. Neve fece un gran sospiro
“ puoi almeno dirmi perché stai facendo i bagagli?” chiese
“ devo fare una cosa importante anche per te!” fece la strega a disagio “ non c’è bisogno che tu sappia molto di più!”
“ non puoi dirmi altro?” domandò Neve che soppesava l’idea di chiedere di ascoltare l’assurda frase sibillina o il verso incomprensibile ma molto poetico…
“ beh… forse posso darti qualche indizio …” borbottò la strega “ vista la situazione… dover pagare una multa è un male minore!”
“ grazie!”
“ avrai problemi con la legge!” disse Fatima. Neve storse il naso… ancora quei bastardi della antinarcotici! “ e poi fammi pensare…” continuò la strega “ la cosa più importante che ho visto in Maria Carla è di certo…” la chiaroveggente fece una piccola pausa e Neve trattenne il fiato per la tensione “ la nebbia! ” disse con voce profonda e mistica la strega “ ho visto la nebbia!”. Neve sollevò un sopraciglio facendo tintinnare i pircing, poi ruotò la testa e guardò la sfera di cristallo al cui interno fluttuava un densissimo nebbione
“ ma non mi dire!” fece
“ dovrai andare nella nebbia!” continuò Fatima ignorando il sarcasmo della principessa, poi, con tono molto più pratico aggiunse “ è tutto quello che posso dirti! Ed anche tutto quello che ti serve sapere per il momento… Quindi se vuoi scusarmi…” e cominciò a saltare di qua e di là acciuffando libellule ed infilandosele nelle tasche
“ cosa vuol dire che devo andare nella nebbia?” domandò Neve scocciata
“ vuol dire che devi andare nella nebbia!” disse Fatima gettando gli ultimi oggetti nel bagaglio “ … comunque se fossi in te mi nasconderei! Poi vedrò di aiutarti a risolvere la situazione…” aggiunse la strega chiudendo il baule
“ nascondermi? Dall’antinarcotici? Ma se sono dei…” ma Neve non finì la frase. Ci fu un’esplosione, e quando il fumo si fu disperso Fatima ed il baule erano scomparsi.

Antanuka girava in tondo in preda all’ansia. Come avrebbe fatto a trovare questa Bianca Neve? La conosceva a malapena per sentito dire… In più le sembrava pure di ricordare che fosse morta ammazzata per ordine di una regina cattiva che aveva preteso il suo cuore su un piatto d’argento… o un’altra cosa del genere splatter. Interrogare Aurora era stato inutile, a quanto pareva aveva dormito per la maggior parte dell’incontro con gli halfling… Mentre faceva l’ennesimo giro la Prima Principessa urtò per errore la carriola di coca, ribaltandola. Mentre rimetteva a posto i sacchetti di droga Antanuka trovò un foglio ripiegato molte volte. Lo aprì. Era una dettagliatissima mappa delle Terre di Sondra. La principessa strabuzzò gli occhi non credeva che i territori del reame fossero così vasti… Lesse alcuni nomi più grossi: Catena dei Monti Tanax, Terre Terse… poi aguzzò la vista e decifrò alcuni dei nomi scritti più in piccolo: Osteria il Pabulum, Bosco delle Corte Fronde… Antanuka rilesse il nome… era proprio lì che si trovava in quel momento, ai margini del Bosco delle Corte Fronde … poi l’occhio le cadde su una piccola croce, che segnava il centro di una radura nel mezzo del bosco. Affianco alla croce, con una calligrafia tanto obliqua da essere quasi orizzontale, c’era scritto: per stanotte, quando la luna sarà ad un quarto del suo corso, la roba deve essere qui! Consegnala di persona a Bianca Neve o chi per lei.
Antanuka non seppe se sentirsi sollevata… in fondo ora sapeva dove doveva consegnare la cocaina, ma questo non significava essere fuori dai guai. Se consegnava la roba, poteva finire in gattabuia per traffico di stupefacenti, ma se non la consegnava… Dio solo sapeva cosa le avrebbero fatto gli halfling! Quelle creaturine malefiche erano in grado di braccarla fino alla fine dei tempi! E poi c’era un problema… nessuno le aveva detto nulla sul pagamento… doveva farsi pagare da Bianca Neve? E quanto? E come avrebbe fatto poi a dare i soldi agli halfling?
Antanuka si portò una mano alla testa che le faceva un gran male: basta! Decise, avrebbe portato la roba nella radura e poi avrebbe deciso in base alla situazione. Ripiegò la mappa e chiamò Dragoberto ed Aurora“ riesci a trasportare noi due più la carriola per una o due yarde?” domandò. Dragoberto annuì, e la Prima Principessa gli caricò la carriola sulla groppa, poi aiutò Aurora a montare e la seguì con un balzo. Dragoberto emise un lamento insaccando la schiena sotto il peso di Antanuka
“ dovresti metterti un po’ a dieta sai?” disse accucciandosi per prendere bene lo slancio
“ non dire cavolate!” fece Antanuka punta sul vivo “ …non sono mica grassa!” Dragoberto si slanciò nell’aria e gemette per lo sforzo
“ oh… no, certo che no!” disse con sarcasmo non’appena ebbe faticosamente acquistato un po’ di quota “ ora dimmi da che parte devo andare!”
“ dritto verso il bosco!” rispose Antanuka “ e comunque non sono grassa… è solo che ho le ossa grosse!”

3 commenti:

Mavia ha detto...

Sai, Devi, tutte le volte che pubblichi qualcosa mi viene una sincope cardiaca, perchè A ME i fantasy non MI piacciono!Ecco!
Poi però uno lo legge e gli viene un pò voglia di sapere come va a finire....

Anonimo ha detto...

Commento per M.M.
se vuoi te lo dico a voce come va a finire... altrimenti preparati... perchè sarà una lettura lunga ( lunga e dolorosa visto che odi il genere! )

p.s. giuro sul dio dei libri fantasy che questo è l'ultimo racconto del genere che pubblico sul blogg... altrimenti possano le mie interiora essere mangiate dagli orchi, la mia testa trasformata in un pallone da un mago, le mie chiappette arrostite da un drago sputafuoco ecc ecc...

firmato Devi!

Artemisia G. ha detto...

E certo, prometti, tanto sono io che pubblico!Ehehehehe!e comunque rivendico anche il copyright sull'ultima frase di Antanuka!
E. come EKKOMUNQUE non sono grassa e che ho le ossa grosse!