giovedì 30 aprile 2009

aveva quasi funzionato..

..e invece no, niente da fare.

insulti e parolacce.
parolacce e insulti.
una valanga di insulti e parolacce,
un sacco di parolacce ed insulti,
ad essere precisi.

non rivolti o indirizzati,
farebbe un gran bene
avere un bersaglio facile.
me stessa?
..magari troppo facile.

e invece no.
insulti e parolacce,
a caterve, a bizzeffe.
anche i perchè sono confusi,
si accumulano e si associano
a delinquere contro di me.

vorrei smettere,
ma mi rendo conto
che è liberatorio.
e allora ancora:
parolacce e insulti.

"Verremo ancora alle vostre porte,
e grideremo ancora più forte.."

Rompisassi

mercoledì 29 aprile 2009

perchè ho scelto di mestiere il vento.

Il viaggio non è l'emozione di attimi pericolosi
il viaggio è la gioia del tempo
pericolo è stare rinchiusi

Direzione casuale, non prevede sosta
chi viaggia detesta l'estate
l'estate appartiene al turista

Il viaggiatore viaggia solo
e non lo fa per tornare contento
lui viaggia perchè di mestiere ha scelto il mestiere di vento.


Mischiare presente e ricordi, le strade possibili fatte
fu forse salsedine o neve
fu forse ponente o levante

L'amore lasciato sospeso, qualcuno ne approfitterà
ma questo riguarda il ritorno
remota possibilità

Il viaggiatore viaggia solo
e non lo fa per tornare contento
lui viaggia perchè di mestiere ha scelto il mestiere di vento.

Se impari la strada a memoria di certo non trovi granchè
se invece smarrisci la rotta
il mondo è lì tutto per te

Paese significa storia e storia significa lingua
impara la tua direzione
da gente che non ti somiglia

Il viaggiatore viaggia solo
e non lo fa per tornare contento
lui viaggia perchè di mestiere ha scelto il mestiere di vento.



Il Viaggiatore - Mercanti di Liquore

martedì 28 aprile 2009

Non roviniamo una parola bella



Forse

troppo spesso

accade

che usiamo le parole di sproposito.

Allora è meglio tacere.



A volte capita

che tacere sia fuori luogo,

allora forse avremmo dovuto parlare.



Forse abbiamo perso la consapevolezza

e il valore delle parole stesse,

e lasciamo che vengono usate a vanvera.



O forse è proprio nella nostra natura

non riuscire a capirci,

o pensare di esserci riusciti

benissimo

con tutti i puntini sulle i

al posto giusto




Ma invece...


'Notte





" E Grazie al cazzo"
(detto in altri modi)
risulta essere quanto segue


...Non penso sia il caso di ringraziare...








a volte sembra tutto facile
ma invece è solo una roba che sembra.
Comunque a volte è difficile,
e a volte è anche difficile avere una persona che ti sia vicina in un momento difficile,
come è anche difficile essere una persona che sta vicina ad un'altra,
mettendo in questo stare vicini un valore.

Un significato.
(Che significato?)

In fondo,
ognuno ci vede il significato che vuole,
e forse ci si vede il valore che ognuno dà alla tal' persona.
Il valore che dai al significato di una domanda imbarazzante posta in un modo imbarazzante,
il valore che dai al gesto di chi ti chiude uno zaino con gentilezza mentre sei sulla bici,
il valore di chi aspetta
e di chi aspetti.
Il valore di chi non conosci ma ti sembra
troppe cose,
sempre troppo
o troppo poco (?)
tempo
e parole
e ripensando ad un discorso di un po' di tempo fa, su quale potesse essere tra le parole, la parola più bella,
forse è
"grazie".

Ma è anche una parola difficile da usare
e difficile anche da accettare, in alcune situazioni.
' Notte

domenica 26 aprile 2009

ubriaca di pioggia

Piove.
è una bella sensazione.. all'inizio è freddo, ma poi non ci fai più caso. anzi, ti sembra che si possa stare solo così al mondo, con l'acqua che ti sgocciola dai capelli e dai vestiti.
fradicia e felice, come i bambini che aspettano la pioggia per mettersi la mantellina e gli stivali di gomma e saltare nelle pozzanghere.
matta, come innamorati colti da un temporale senza un ombrello, che anzichè cercare riparo nel primo portone corrono in mezzo alla strada e giocano con l'acqua caduta e con quella che verrà.
ubriaca, come chi non si rende conto di cosa sta facendo, con la pioggia nella testa e negli occhi, che sfoca le immagini e confonde le idee...
Non corro ai ripari, non apro l'ombrello.
"E rimane lì, a bagnarsi ancora un po',
e il tram di mezzanotte se ne va,
ma tutto questo Alice non lo sa..."

sabato 25 aprile 2009

Voce del verbo Resistere


A chi molti anni fa ha resistito al fascismo per regalarci un oggi


per chi oggi continua a resistere per regalare a qualcun altro un domani migliore



A chi resiste in una corsia d'ospedale



A chi resiste alle crudeltà della guerra

A chi resiste in nome dei valori e degli ideali

A chi resiste contro lo sporco potere dell'ingiustizia e dell'egemonia di pochi e ha il coraggio di denunciarlo


A chi resiste da millenni e ci guarda distruggere il nostro pianeta


A chi resiste ai regimi oppressivi




A chi resiste in nome di un idea e ha il coraggio di pagarne le conseguenze



A chi resiste alle torture inflitte, alla violazione dei diritti umani, e all'orrore della prigionia


A chi resiste alla fame e alla sete



A chi resiste a torture inutili "nel nome della scienza"



A chi resiste al delirio da febbre


Buona resistenza a tutti e buon 25 Aprile
soprattutto a tutti coloro che resistono
e mi sono dimenticata di citare!!


Narrar LiberAzione

testo di I. Calvino

O ragazza dalle guance di pesca,

O ragazza dalle guance d'aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all'età che tu hai ora.
Coprifuoco: la truppa tedesca
La città dominava. Siam pronti.
Chi non vuole chinare la testa
Con noi prenda la strada dei monti.


Silenziosi sugli aghi di pino,
Su spinosi ricci di castagna,
Una squadra nel buio mattino
Discendeva l'oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
Ad assaltar caposaldi nemici
Conquistandoci l'armi in battaglia
Scalzi e laceri eppure felici.

Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.


Non è detto che fossimo santi,
L'eroismo non è sovrumano,
Corri, abbassati, dài, balza avanti,
Ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano,
Dietro il tronco, il cespuglio, il canneto,
L'avvenire d'un mondo più umano
E più giusto, più libero e lieto.


Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.

Ormai tutti han famiglia, hanno figli,
Che non sanno la storia di ieri.
lo son solo e passeggio tra i tigli
Con te, cara, che allora non c'eri.
E vorrei che quei nostri pensieri,
Quelle nostre speranze d'allora,
Rivivessero in quel che tu speri,
O ragazza color dell'aurora.

Avevamo vent'anni e oltre il ponte
Oltre il ponte che è in mano nemica
Vedevam l'altra riva, la vita,
Tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte,
Tutto il bene avevamo nel cuore,
A vent'anni la vita è oltre il ponte,
Oltre il fuoco comincia l'amore.........

giovedì 23 aprile 2009


"Peli...a me fanno schifo i maschi con troppi peli!!!"


E CARDI:
"Tu sei pazza, il maschio è bello di peluche...."



Giovani menti circuite dalla multinazionale dei cartoni animati



Perchè ci son cose che ti segnano nella vita,

fin da quando sei una pargoletta.
E certe cose non le capisci subito,
ma le sai già
e sei inconsapevolmente consapevole
del fatto che appena ti sarà dato deliberare
per la tua medesima persona,
allora,
allora sì
potrai finalmente essere vegetariana.
Ma fin dall'infanzia mi ribellavo
come potevo
alla violenza del cibo
e non mandavo giù il boccone di carne che avevo
in bocca da ore.
Avevo addirittura portato a casa cani e gatti
nella speranza che passeggiassero sotto il tavolo della cucina.
Ma mamma intransigente:
"Le bestie dento casa NO!"
Allora a volte fingevo attacchi di diarrea per sputare tutto nel water
oppure nel tovagliolo di carta.




Una delle scene che più m'aveva fatto riflettere,
è proprio uno spezzone de "La Sirenetta"...
con che coraggio si può mangiare Sebastian?
E da allora nella mia mente
tutti i crostacei che saltavano nelle padelle di mia madre,
grazie alla mia fervida fantasia
mi cantavano "in fondo al mar.."
e io presa dalla disperazione
dall'orrore della crudeltà
dal magone che mi saliva all'idea
del dover far sciempio del suo piccolo cadavere
piangevo nel piatto...





Dall'autorevole voce di nonciclopedia...



I vegani sono un gruppo di alieni del pianeta vega provenienti dalla provincia di las.
Non si sa molto sul perché siano venuti sulla terra... ma si sà, l'erba del vicino è sempre più buona!


I vegani appartengono al ceppo batterico BSE, meglio noto come morbo della mucca pazza. Pertanto si presentano come dei bovini di colore verde ricoperti da radici.

Sono famosi per il loro originale masochismo nel condurre una dieta assolutamente squilibrata e autolesionistica. Infatti, nonostante la natura li abbia fatti onnivori, questi si ostinano a mangiare solo e SOLTANTO vegetali. Questo li ha messi in cattiva luce di fronte alla chiesa e al resto del mondo, tanto che sono stati bollati come eretici fin dal medioevo.

I vegani sono tristemente noti per le loro fissazioni e perché ostentano la loro superiorità fisica e intellettuale. Del resto si profetizzano come gli esseri del futuro, ovvero si ritengono più belli e profumati dato che non mangiano carne. La loro ossessione pricipale è il nauseabondo odore della trippa, che comunque non ha nulla a che vedere con le scorre che fanno loro dopo un kg di broccoli.

Attualmente si stanno impegnando in una crociata contro la carne volta a far estinguere onnivori e carnivori, nonché a salvare un pianeta da una corretta alimentazione.


Curiosità sui vegani


* Possiedono una ossessione per la razza pura vegana pari a quella che aveva Hitler per quella ariana. Pertanto si ricombinano sessualmente solo tra di loro. È curioso sapere che durante lo svolgimento di questi atti impuri usino vezzeggiativi vegetali per i rispettivi organi genitali: mentre nel gergo popolare si usa dire salsiccia e farfallina, in quello vegano si parla di carota e fiorellino.


* Hanno la tendenza a portare avanti la tradizione vegana di generazione in generazione. Fin dalla nascita negano alla prole qualsiasi alimento necessario al suo sviluppo, latte materno incluso. Pertanto pochi bambini vegani sopravvivono oltre i primi mesi di vita. I pochi che ce la fanno vengono su deboli e con cervello sottosviluppato.

* Odiano vestire pelli animali. Tuttavia non sanno spiegare come mai passano tutto il loro tempo con la loro pelle addosso. Inoltre detestano qualsiasi cosa che sia un derivato animale...

* Rompono le scatole a chiunque stia mangiando qualcosa a base di carne. Gli si avvicinano quatti quatti e gli chiedono: Ma lo sai cosa stai mangiando?!

* Sono ottimi come contorno per la tagliata di vitello.

* Non mangiano la pasta al sugo perché ha il colore del sangue.

* Non sanno che l'uomo è uscito dalla preistoria grazie all'agricolura E all'allevamento.

* Di norma vomitano in giro per strada.

* Sono dei pessimi chimici.

* Hanno l'antro anale dilatato a causa delle innumerevoli cagate dovute alle troppe fibre.

Come uccidere un vegano

* Mangiare un Hamburger.

* Preparare la pasta al tonno.

* Dirgli che il grano della pasta che stanno mangiando è cresciuto su una carcassa di bisonte.

* Regalargli un biglietto per il concerto dei Cannibal Corpse.

* Farlo passare nel reparto macelleria del supermarket.

* Uccidere una mosca.

* Portarlo in un ristorante bavarese.

* Inserire una forma di grana padano nel suo frigorifero.

* Mostrargli un animale impagliato in un museo.

* Rivelargli che le gelatine dei suoi chewing-gum sono di origine animale.

* Ricordargli che il principio fondamentale del sesso orale va contro il loro dogma di "non assumere per bocca prodotti animali"

mercoledì 22 aprile 2009

martedì 21 aprile 2009

Forse tra noi c'è troppa semantica...

Proposta di modifica

C'è il verbo snaturare, ci dev'essere pure innaturare,
con cui sostituisco il verbo innamorare
perchè succede questo: che risento il corpo,
mi commuove una musica, passa corrente sotto i polpastrelli,
un odore mi pizzica una lacrima, sudo, arrossisco,
in fondo all'osso sacro scodinzola una coda che s'è persa.
Mi sono innaturato è più leale.
Mi innaturo di Te quando t'abbraccio.


"L'ospite incallito" Erri

Perché Saxifraga Florulenta?

è una pianta RESISTENTE!
ha superato indenne l'era Cenozoica. Forse perchè ha scelto la zona geografica giusta, quella dei partigiani di Boves..
spunta negli anfratti tra le rocce granitiche, sulle pareti verticali oltre i 2000 metri, e ha bisogno di pochissimo terreno per vivere.. le condizioni avverse non la spaventano..
aspetta con pazienza di mostrarsi in tutto il suo splendore. a volte non bastano 30 anni!
per questi motivi l'ho scelta.
vostra
Rompisassi o Fior di Roccia




lunedì 20 aprile 2009

Pensieri lapini in mezzo ai cuscini...













That's ammmmmorrrre!!!

Bisogno di serata letteraria...

Semplicemente e impossibilmente:



ALLA MIA FAMIGLIA


PROLOGO AL COMINCIAMENTO DI UN MOLTO RIGIDO VIAGGIO.

Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo. Se volete sapere perché sempre la ammorbo, è perché sempre sono in altri posti con amici, e seminando tanta moneta e eseguendo così tante cose che possono ammorbare mia madre. Mio padre mi chiamava Shapka per il cappello di pelliccia che calzavo in testa anche nei mesi d'estate. Poi ha smesso di dirmi così perché gli ho ordinato di smettere di dire così. Mi sembrava un nome bambinoso, e io invece mi sono sempre pensato un uomo molto potente e inseminativo. Ho avuto una baldoria di ragazze, credetemi, e tutte per me hanno un nome differente. Una mi chiama Baby non perché sono bambino, ma perché mi fa le coccole.

Un'altra mi chiama Tutta-la-Notte. Volete sapere perché? Ho una ragazza che mi chiama Moneta perché attorno a lei spargo così tanta moneta. Che per questo bacia il terriccio dove metto i piedi. Ho anche un minuscolo

fratellino, che mi chiama Alii. Io non sfagiolo troppo questo nome, ma sfagiolo molto lui, e allora okay, gli permetto di darmi il nomuncolo Alii. Ah, il suo nome è Piccolo Igor, ma il Babbo lo chiama Pasticciotto, perché sta sempre a pasticciare con le cose. Solo quattro giorni sono passati che si è fatto un occhio blu per un pasticcio con il muro di mattoni. Se siete curiosi per il nome della mia cagnetta, è Sammy Davis Junior Junior. Lei porta questo nome perché Sammy Davis Junior era il cantante preferito del Nonno e la cagnetta è sua, non mia

perché non sono io quello che crede che il Nonno è cieco.

Io per me sono stato procreato nel 1977, l'anno uguale dell'eroe di questa storia. In verità, la mia vita è stata molto normale. Come ho detto già prima, faccio tante buone cose da solo e con gli altri, ma sono cose normali. Io sfagiolo i film americani. Sfagiolo i negri, soprattutto Michael Jackson. Sfagiolo di seminare molta moneta in famosi nightclub di Odessa. Le Lamborghini Countach sono bellissime cose, e anche il cappuccino. Molte ragazze vogliono essere carnali con me in tante bellissime maniere, in fattispecie il Canguro Ubriaco, la

Stalattite di Gorky e il Guardiano Severo dello Zoo. Se volete sapere perché così tante ragazze vogliono stare con me, è perché io sono una molto pregiata persona. Sono alla buona, e anche simpatico: e queste sono carte vittoriose. Però io conosco molte persone che sfagiolano le automobili veloci e le famose discoteche. Ce n'è tanti che eseguono un amoreggiamento Sputnik-polmoni - che sempre termina in viscideria - che non potrei contarli tutti sulle mie mani. Ci sono anche tanti che si chiamano Alex. (Tre solo in casa mia!) Per questo ero così effervescente per andare a Lutsk e fare l'interprete per Jonathan Safran Foer. Una cosa diversa.

Nel mio secondo anno di università di inglese ho fatto paurosamente bene. Questa era una cosa molto imponente che ho fatto, dato che il mio istruttore aveva il cervello ripieno di merda. Mamma era talmente orgogliosa di me, che ha detto: «Alexi-basta-di-ammorbarmi! Sono talmente orgogliosa di te». Io le ho chiesto di comprarmi i calzoni di pelle, ma ha detto no. «Calzoncini?» «No.» Anche il Babbo era fiero. Lui ha detto: «Shapka» e io ho risposto: «Non chiamarmi così» e lui ha detto: «Alex, tua madre è orgogliosa di te».

Mia madre è una donna umile. Molto umile, umilissima. Lei affatica in un piccolo caffè a un'ora da casa nostra. Porta il mangiare e il bere ai clienti del caffè e a me dice: «Io monto sull'autobus un'ora per andare a lavorare tutto il giorno e fare cose che odio. Vuoi sapere perché? Per te, Alexi-basta-di-ammorbarmi. Un giorno farai per me cose che hai in odio. E' questo che vuol dire essere una famiglia». Quello che lei non acchiappa è che io faccio già per lei cose che odio. La ascolto quando parla con me. Mi trattengo di lamentarmi della mia paga pigmea. E ho già menzionato che la ammorbo molto meno di quello che avrei voglia? Però non faccio queste cose perché siamo una famiglia. Le faccio perché è comune pudore. Comune pudore è un modo di dire che mi ha insegnato

l'eroe. Le faccio perché non sono uno stronzo malcagato. Questo è un altro modo di dire che mi ha insegnato l'eroe. Il Babbo lavora per un'agenzia dei viaggi che si chiama Viaggi Tradizione. E' fatta per gli ebrei come l'eroe, che ambiscono a venire via da quel nobile territorio, l'America, e visitare umili cittadine in Polonia e Ucraina. L'agenzia del Babbo ha traduttore, guida e autista per ebrei che cercano di disseppellire i posti dove esistevano le loro famiglie. Okay, io prima del viaggio mai avevo conosciuto personaggi ebrei. Ma questa era colpa loro, non colpa mia, perché lo avrei sempre voluto: che anzi potrei quasi dire che mi sconfinferavo di conoscere uno

di loro. Sarò ancora verace e dirò che prima del viaggio avevo idea che gli ebrei hanno il cervello ripieno di merda. Questo perché tutto quello che sapevo degli ebrei era che pagavano al Babbo tantissimi soldi per

venire in vacanza dall'America in Ucraina. Ma dopo ho conosciuto Jonathan Safran Foer e, io vi dico, non è ripieno di merda. Lui è un ebreo geniale.

A proposito di Pasticciotto, che io mai chiamo Pasticciotto, ma sempre Piccolo Igor, è un ragazzetto di prima classe. Adesso vedo bene che diventerà un uomo potentissimo e inseminatore, e il suo cervello avrà un

mucchio di muscoli. Noi non parliamo un'esagerazione perché lui è molto silente, ma sono certo che siamo amici e non penso di dire falsità quando scrivo che siamo amicosissimi. Io sono stato la guida del Piccolo

Igor per diventare uomo in questo mondo. Per esempio, tre giorni fa gli ho manifestato una sudicia rivista dove poteva ammirare tante posizioni della mia carnalità. «Questo è il sessantanove» gli ho spiegato mentre

aprivo la rivista davanti i suoi occhi. Ho messo le dita - due mie dita - sopra il traffico, così che non sbirciava. «Come mai lo intitolano sessantanove?» ha chiesto lui, perché è un ragazzo incendiato di

curiosità. «Perché è stato inventato nel 1969. Il mio amico Gregory conosce un amico del nipote dell'inventore.» «E prima del 1969, prima cosa faceva la gente?» «Solo pompini e biascicamento, ma mai in coro.»

Se posso mettere la mano su di lui, diventerà un vip.

E' a questo punto che comincia la storia.

Ma prima mi tocca il gravame di raccontare il mio bell'aspetto. Indubitabilmente sono di alta statura. Non conosco nessuna donna più alta di me. Le donne che conosco che sono più alte sono lesbiche, per

loro l'anno 1969 è stato fondamentale. Ho capelli stupendi che sono separati nel mezzo. Questo perché la Mamma usava farmi il rigo da una parte quando ero bambino, e io per ammorbarla mi faccio il rigo in

mezzo. «Alexi-basta-di-ammorbarmi» mi ha detto lei, «con quel rigo così sembri uno squilibrato demente.» Ma non voleva mica offendere. Tante volte la Mamma emana cose che io so che lei non intende. Io ho un

sorriso aristocratico, e sfagiolo di dare pugni alle persone. Il mio stomaco è fortissimo, anche se oggi come oggi manca una muscolatura. Il Babbo è un uomo grasso e anche la Mamma. Questo non mi inquieta, perché

il mio stomaco è foltissimo anche se a vederlo è molto grasso. Descriverò i miei occhi, e dopo comincio la storia. I miei occhi sono azzurri e luminosi. Ora comincio la storia.

Il Babbo ha avuto una chiamata telefonica dall'ufficio americano di Viaggi Tradizione. Gli domandavano un pacchetto autista-guida-interprete per un giovane uomo che arrivava a Lutsk all'alba del mese di luglio.

Qui c'era una richiesta di molto impegno, perché all'alba del mese di luglio l'Ucraina doveva celebrare il suo primo compleanno della costituzione ultramoderna che ci fa sentire molto nazionalisti e perciò

tanti sarebbero stati in vacanza per paesi stranieri. Era una situazione impossibile, come per le Olimpiadi del 1984. Ma il Babbo è un uomo di soggezione che ha sempre quello che vuole. «Shapka» mi ha detto al

telefono mentre ero in casa per guardare il più grande documentario mai fatto, The Making of «Thriller», «che lingua hai studiato quest'anno nella scuola?» «Non mi chiamare Shapka» gli ho risposto. «Alex... che

lingua hai studiato quest'anno nella scuola?» mi ha chiesto. «La lingua inglese» gli ho risposto. «E tu sei pronto e capace in inglese?» «Sono fluido» gli ho detto, sperando che questo lo emozionasse abbastanza per

comprarmi i coprisedili in pelo di zebra che sono il mio sogno. «Ottimo, Shapka» ha detto. «Non mi chiamare in questo modo» ho detto. «Ottimo, Alex. Ottimo. Tu devi maciullare qualunque progetto che hai per la prima

settimana del mese di luglio.» «Io non ho dei progetti» ho risposto. «Sì, tu ne hai.»

Ora è il momento adatto per parlare del Nonno, che è anche lui grasso, ma ancora più grasso che i miei genitori. Okay, parlo di lui. Ha i denti d'oro e si fa crescere vasti capelli sulla faccia da pettinare ogni giorno all'imbrunire. Per cinquantanni ha lavorato e ha fatto tanti mestieri, in un primo tempo in agricoltura, e dopo anche nel

manovramento macchine. Il suo ultimo mestiere è stato nei Viaggi Tradizione, dove ha iniziato a affaticare negli anni cinquanta e ha perseverato fino a tardi. Ma ora lui è in pensione e abita nella nostra via. La Nonna è morta due anni fa per il cancro al cervello, e il Nonno è diventato molto melanconico, e anche cieco, lui dice. Il Babbo non gli crede ma nondimeno gli ha comperato Sammy Davis Junior Junior perché una cagna vedente non è solo per le persone cieche ma anche per le persone che si addolorano per il negativo della solitudine. (Non avrei dovuto mettere «comperato» perché in vero il Babbo non ha comperato Sammy Davis Junior Junior, ma soltanto l'ha avuta dalla casa dei cani dimentichi. A causa di questo, lei non è una cagna veramente per ciechi, ed è anche

debosciata mentale ) Il Nonno disperde grande parte della giornata in casa nostra adocchiando la televisione. Molto spesso mi sgrida. Grida: «Sasha! Sasha, non essere così pelandrone! Non essere così inutile! Fai qualcosa! Fai qualcosa che serve!» Io mai ribatto, mai lo ammorbo di sproposito, e mai capisco che cosa vuol dire che serve. Lui non aveva l'usanza mal-mostosa di gridare contro il Piccolo Igor e contro di me prima che la nonna morisse. E' così che siamo sicuri che lui non fa apposta, ed è per questo che possiamo perdonarlo. Una volta l'ho scoperto a piangere davanti alla televisione. (Jonathan, questa parte sul Nonno deve restare in mezzo fra te e me, eh?) Emanavano le previsioni del tempo, per questo ero sicuro che non era qualcosa di melanconico nella televisione che lo faceva piangere. Io mai ho menzionato questo perché non menzionarlo è comune pudore.

Alexander è il nome anche del Nonno. Per supplemento è anche il nome del Babbo. Noi siamo tutti figli primogeniti delle nostre famiglie, questo ci dà un onore favoloso, a livello dello sport del baseball che è stato

inventato in Ucraina. Io chiamerò il mio primogenito Alexander. Se volete sapere cosa succede se il mio primo è una bambina, ve lo dirò. Lui non sarà una bambina.

Il Nonno è nato in Odessa nel 1918. Lui non è mai dipartito dall'Ucraina. Il posto più lontano dove ha viaggiato è

stato Kiev, ed è quando mio zio ha maritato La Vacca. Quando io ero bambino il Nonno insegnava che Odessa è la più bella città del mondo perché la vodka si compra a buon mercato e altrettanto le donne. Lui fabbricava panzane con la Nonna, prima che lei morisse, di essere innamorato di altre donne che non erano lei. Lei sapeva che erano solo panzane perché rideva a tutto gas. «Anna» diceva lui, «io sposerò quella con il cappellino rosa.» E lei rispondeva: «E a chi la sposerai?» «A me.» Io straridevo sul sedile di dietro e la Nonna diceva: «Ma tu non

sei un prete». E lui: «Oggi lo sono». E lei: «Oggi credi in Dio?» E lui diceva: «Oggi credo nell'amore». Il Babbo mi ha ordinato di non nominare mai Nonna a Nonno. «Diventa melanconico, Shapka» diceva il Babbo. «Non mi chiamare così.» «Lo rende melanconico, Alex, e gli farà credere che è più cieco. Fai in modo che dimentichi.» Così non nomino mai la Nonna perché io faccio sempre quello che dice il Babbo, a meno che non lo voglia. E poi, lui tira pugni di prima classe. Dopo avere parlato con me, il Babbo ha telefonato al Nonno per informarlo che sarebbe stato lui l'autista del nostro viaggio. Se volete sapere chi era la guida, la risposta è che la guida non c'era, Il Babbo dice che la guida non era necessaria, perché il Nonno sapeva un disastro di cose dopo tutti i suoi anni ai Viaggi Tradizione, Il Babbo lo intitolava un esperto. (Quando ha detto questo, sembrava una cosa molto ragionata da dire. Ma cosa ne pensi adesso, Jonathan, alla luminosità di quello che è successo?)

Quando noi tre - i tre con il nome di Alex - quella sera ci siamo adunati in casa del Babbo per conversare del viaggio, il Nonno ha detto: «Io non voglio andare. Sono a pensione, e non sono andato a pensione per dover fare queste troiate qui. Io, basta di queste cose». «Io mi fotto di quello che tu vuoi» gli ha detto il Babbo. Il Nonno ha dato un pugno nel tavolo molto violentemente e ha gridato: «Non dimenticarti con chi parli!» Ho creduto che qui fosse la fine della conversazione. Ma il Babbo ha detto una cosa molto strana: «Per piacere». E dopo ha detto una cosa ancora più strana: «Babbo». Io devo confessare che ci sono tante cose che non capisco. Il Nonno è ritornato alla sua sedia e ha detto:«Questa è l'ultima volta. Non lo farò mai più».

Così abbiamo complottato di pigliare l'eroe alla stazione di Lvov il 2 di luglio alle 15:00 di pomeriggio. Poi per due giorni rimanevamo nella zona di Lutsk. «Lutsk?» ha detto il Nonno. «Tu non hai detto che era Lutsk.» «Lutsk» ha ripetuto il Babbo. Il Nonno si è impensierito. «Sta cercando la città da dove veniva suo nonno» ha detto il Babbo «e una donna che lui chiama 'Augustine', che ha salvato suo nonno nella Guerra.Lui vuol scrivere un libro sul villaggio di suo nonno.» «Oh» ho detto io, «allora è intelligente?» Il Babbo ha negato: «No, il suo cervello è di bassa qualità. L'ufficio americano informa che telefona tutti i giorni e fabbrica richieste da tontolone che devono trovargli il cibo adatto». «Di sicuro ci saranno salsicce» ho detto io. «Di sicuro» ha detto il Babbo. «Lui è solo un babbeo.» Invece qui ripeto che l'eroe è un ebreo molto geniale. «Dove si trova la città?» ho domandato. «Il nome della città è Trachimbrod.» «Trachimbrod?» ha chiesto il Nonno. «E' vicino a Lutsk, a cinquanta chilometri» ha detto il Babbo. «Lui ha la mappa, e ha padronanza delle coordinate. Dovrebbe essere facile.» Io e il Nonno abbiamo osservato la televisione per qualche ora dopo che il Babbo è andato a coricarsi. Siamo persone che restano alzate molto tardivamente. (Ero lì lì per scrivere che godiamo tutti e due di essere

molto tardivi, ma questo non sarebbe fedele.) Abbiamo osservato un programma della televisione americana con parole in russo sottoscritte allo schermo. Parlava di un cinese musogiallo che era molto abile con il bazooka. Abbiamo anche osservato la previsione del tempo. L'uomo del tempo diceva che il tempo di domani era molto anormale ma il giorno dopo ritornava normale. Fra il Nonno e me c'era un silenzio che lo potevi tagliare con la scimitarra. L'unica volta che uno ha parlato è stato quando lui è ruotato verso di me durante una pubblicità di McDonald's McPorkburgers e ha detto: «Io non voglio guidare dieci ore verso una bruttissima città per fare il tirapiedi di un viziatissimo ebreo».



Allora,qua è ora di passare ai fatti. Propongo domenica sera, in locazione da definire

e propongo un rapido cominciamento di titoli per la serata.

Ovviamente tutte le streghe sono invitate a proporne uno o più, e a compiere una celere

scelta riguardo al tema della serata, in modo che ognuna abbia il trempo di prepararsi almeno un pezzo!!!


vostra dittatoriale Catalpa

domenica 19 aprile 2009

E' così.
A volte le cose sono così e non ci si può fare nulla.
E io sento un feeling incredibile,
infatti quando andiamo in giro assieme
spesso la gente insinua che noi due...

specialmente quando siamo mano nella mano,
magari perchè ho preso molta pioggia
e ho molto freddo.

E' così, a volte l'apparenze ingannano.






Taluni sono pure convinti che siamo una coppia!!!
Ma pensa!
Chi ci guarda da fuori a volte si stupisce di noi,
questo lo sai,
e a volte ci fanno anche qualche imbarazzante domanda.
Ma noi ci ridiamo su.

Di quell'immediatezza nel sentire le cose
ancor prima che vengano dette.
Quei piccoli gesti d'affetto sincero,
abbracci,
carezze,
prendersi per i fianchi...
E sono sempre più sicura che ci completiamo,
perchè se io tendo molto di più verso l'uomo
beh tu mi compensi con tutta la dolcezza e comprensione
persino quando ti picchio
su in palafitta
o in cucina o sul divano.
Non so bene, cosa gli uomini abbiano per la testa
soprattutto quando viene primavera
forse sentono solo indistinti ronzii...
e smettono di pensare.
(E si credono uomini potenti, carnali e inseminativi,
come direbbe Jhosfen)
Ma noi ci capiamo al volo.







Perchè ci sei.
Esattamente come vorrei che tu ci fossi.

Nè più nè meno.
E le cose non te le devo chiedere.

Mi comprendi fino in fondo,
e con me hai tanta pazienza.


Perchè ci piace ballare.
E tu sei da Pizzica.

Io da Tamurriata.

E ci buttiamo,

anzi, tu mi trascini in pista

e io spesso mi vergogno

perchè non ho tutta la capacità di mettermi in gioco che hai tu

e se non so bene i passi

io non ballo.


Perchè sono caustica, cinica e disillusa

e tu invece sai sempre farmi vedere anche l'altro lato


Perchè tu sei una curva,
e hai capito molte cose

e io sono una retta,
che va sempre dritta

perchè a volte è più facile
e sicuramente è

il modo più veloce per unire due punti.

Perchè mi piace credere che
sono una dura e non mi piego.

E tu sei l'esempio lampante che

le curve sono molto più belle.

Tu mi salvi.

Tu mi ascolti.

Tu sei qui.

Sempre
(e sarebbe anche ora che ti levassi dagli zebedei ogni tanto)

Tu sei la mia rete,
insieme alle altre streghe

perchè so che se sbaglio

(e ho sbagliato tante volte ormai, che lo so già... )

E se cado

perchè chi mi tiene sul trapezio volante

non ha la presa salda,
la convinzione, la forza
e il cporaggio

per riuscire a tenermi
e mi molla giù

non sbatterò

non mi farò male,

perchè so che siete lì

pronte a prendermi

e so che tu sei sempre la prima
a tendere le mani per farlo.

Perchè qualunque cosa si metta fra di noi

io ti voglio troppo bene...