martedì 30 giugno 2009

Bisogno di Himalaya, ma può andar bene anche la Sacra di San Michele...

Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand'ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l'uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell'Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure.
Continuano a venire.
L'inverno scorso davanti al mio rifugio passò un vecchio sanyasin vestito d'arancione. Era accompagnato da un discepolo, anche lui un rinunciatario.
« Dove andate, Maharaj? » gli chiesi.
« A cercare dio», rispose, come fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Io ci vengo, come questa volta, a cercare di mettere un po' d'ordine nella mia testa. Le impressioni degli ultimi mesi sono state fortissime e prima di ripartire, di « scendere in pianura » di nuovo, ho bisogno di silenzio. Solo così può capitare di sentire la voce che sa, la voce che parla dentro di noi. Forse è solo la voce del buon senso, ma è una voce vera. Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendono ancora più vivo. L'esistenza qui è semplicissima. Scrivo seduto sul pavimento di legno, uso l'acqua di una sorgente a cui si abbeverano gli animali del bosco - a volte anche un leopardo -, faccio cuocere riso e verdure su una bombola a gas, attento a non buttar via il fiammifero usato. Qui tutto è all'osso, non ci sono sprechi e presto si impara a ridare valore ad ogni piccola cosa. La semplicità è un enorme aiuto nel fare ordine. A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d'impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo in cui non si può mettere le mani, un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti. Eppure, dinanzi alla complessità di meccanismi disumani - gestiti chi sa dove, chi sa da chi - l'individuo è sempre più disorientato, si sente al perso, e finisce così per fare semplicemente il suo piccolo dovere nel lavoro, nel compito che ha dinanzi, disinteressandosi del resto e aumentando così il suo isolamento, il suo senso di inutilità. Per questo è importante, secondo me, riportare ogni problema all'essenziale. Se si pongono le domande di fondo, le risposte saranno più facili. Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l'affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l'economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile? « In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci », si dice. « Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova? » rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obbiezione. L'idea che l'uomo possa rompere col proprio passato e fare un salto evolutivo di qualità era ricorrente nel pensiero indiano del secolo scorso. L'argomento è semplice: se l'homo sapiens, quello che ora siamo, è il risultato della nostra evoluzione dalla scimmia, perché non immaginarsi che quest'uomo, con una nuova mutazione, diventi un essere più spirituale, meno attaccato alla materia, più impegnato nel suo rapporto col prossimo e meno rapace nei confronti del resto dell'universo? E poi: siccome questa evoluzione ha a che fare con la coscienza, perché non provare noi, ora, coscientemente, a fare un primo passo in quella direzione? Il momento non potrebbe essere più appropriato visto che questo homo sapiens è arrivato ora al massimo del suo potere, compreso quello di distruggere sé stesso con quelle armi che, poco sapientemente, si è creato. Guardiamoci allo specchio. Non ci sono dubbi che nel corso degli ultimi millenni abbiamo fatto enormi progessi. Siamo riusciti a volare come uccelli, a nuotare sott'acqua come pesci, andiamo sulla luna e mandiamo sonde fin su Marte. Ora siamo persino capaci di clonare la vita. Eppure, con tutto questo progresso non siamo in pace né con noi stessi né col mondo attorno. Abbiamo appestato la terra, dissacrato fiumi e laghi, tagliato intere foreste e reso infernale la vita degli animali, tranne quella di quei pochi che chiamiamo « amici » e che coccoliamo finché soddisfano la nostra necessità di un surrogato di compagnia umana. Aria, acqua, terra e fuoco, che tutte le antiche civiltà hanno visto come gli elementi base della vita - e per questo sacri - non sono più, com'erano, capaci di autorigenerarsi naturalmente da quando l'uomo è riuscito a dominarli e a manipolarne la forza ai propri fini. La loro sacra purezza è stata inquinata. L'equilibrio è stato rotto. Il grande progresso materiale non è andato di pari passo col nostro progresso spirituale. Anzi: forse da questo punto di vista l'uomo non è mai stato tanto povero da quando è diventato così ricco. Da qui l'idea che l'uomo, coscientemente, inverta questa tendenza e riprenda il controllo di quello straordinario strumento che è la sua mente. Quella mente, finora impegnata prevalentemente a conoscere e ad impossessarsi del mondo esterno, come se quello fosse la sola fonte della nostra sfuggente felicità, dovrebbe rivolgersi anche all'esplorazione del mondo interno, alla conoscenza di sé. Idee assurde di qualche fachiro seduto su un letto di chiodi? Per niente. Queste sono idee che, in una forma o in un'altra, con linguaggi diversi, circolano da qualche tempo nel mondo. Circolano nel mondo occidentale, dove il sistema contro cui queste idee teoricamente si rivolgono le ha già riassorbite, facendone i « prodotti » di un già vastissimo mercato « alternativo » che va dai corsi di yoga a quelli di meditazione, dall'aromaterapia alle « vacanze spirituali » per tutti i frustrati della corsa dietro ai conigli di plastica della felicità materiale. Queste idee circolano nel mondo islamico, dilaniato fra tradizione e modernità, dove si riscopre il significato originario di jihad, che non è solo la guerra santa contro il nemico esterno, ma innanzitutto la guerra santa interiore contro gli istinti e le passioni più basse dell'uomo. Per cui non è detto che uno sviluppo umano verso l'alto sia impossibile. Si tratta di non continuare incoscientemente nella direzione in cui siamo al momento. Questa direzione è folle, come è folle la guerra di Osama bin Laden e quella di George W. Bush. Tutti e due citano Dio, ma con questo non rendono più divini i loro massacri. Allora fermiamoci. Immaginiamoci il nostro momento di ora dalla prospettiva dei nostri pronipoti. Guardiamo all'oggi dal punto di vista del domani per non doverci rammaricare poi d'aver perso una buona occasione. L'occasione è di capire una volta per tutte che il mondo è uno, che ogni parte ha il suo senso, che è possibile rimpiazzare la logica della competitività con l'etica della coesistenza, che nessuno ha il monopolio di nulla, che l'idea di una civiltà superiore a un'altra è solo frutto di ignoranza, che l'armonia, come la bellezza, sta nell'equilibrio degli opposti e che l'idea di eliminare uno dei due è semplicemente sacrilega. Come sarebbe il giorno senza la notte? La vita senza la morte? O il Bene? Se Bush riuscisse, come ha promesso, a eliminare il Male dal mondo? Questa mania di voler ridurre tutto ad una uniformità è molto occidentale. Vivekananda, il grande mistico indiano, viaggiava alla fine dell'Ottocento negli Stati Uniti per far conoscere l'induismo. A San Francisco, alla fine di una sua conferenza, una signora americana si alzò e gli chiese: « Non pensa che il mondo sarebbe più bello se ci fosse una sola religione per tutti gli uomini? » « No », rispose Vivekananda. «Forse sarebbe ancora più bello se ci fossero tante religioni quanti sono gli uomini. » « Gli imperi crescono e gli imperi scompaiono », dice l'inizio di uno dei classici della letteratura cinese, Il Romanzo dei Tre Regni. Succederà anche a quello americano, tanto più se cercherà d'imporsi con la forza bruta delle sue armi, ora sofisticatissime, invece che con la forza dei valori spirituali e degli ideali originari dei suoi stessi Padri Fondatori. I primi ad accorgersi del mio ritorno quassù sono stati due vecchi corvi che ogni mattina, all'ora di colazione, si piazzano sul deodar, l'albero di dio, un maestoso cedro davanti a casa e gracchiano a più non posso finché non hanno avuto i resti del mio yogurt - ho imparato a farmelo - e gli ultimi chicchi di riso nella ciotola. Anche se volessi, non potrei dimenticarmi della loro presenza e di una storia che gli indiani raccontano ai bambini a proposito dei corvi. Un signore che stava, come me, sotto un albero nel suo giardino, un giorno non ne poté più di quel petulante gracchiare dei corvi. Chiamò i suoi servi e quelli con sassi e bastoni li cacciarono via. Ma il Creatore, che in quel momento si svegliava da un pisolino, si accorse subito che dal grande concerto del suo universo mancava una voce e, arrabbiatissimo, mandò di corsa un suo assistente sulla terra a rimettere i corvi sull'albero. Qui, dove si vive al ritmo della natura, il senso che la vita è una e che dalla sua totalità non si può impunemente aggiungere o togliere niente è grande. Ogni cosa è legata, ogni parte è l'insieme. Thich Nhat Hanh, il monaco vietnamita, lo dice bene a proposito di un tavolo, un tavolino piccolo e basso come quello su cui scrivo. Il tavolo è qui grazie ad una infinita catena di fatti, cose e persone: la pioggia caduta sul bosco dove è cresciuto l'albero che un boscaiolo ha tagliato per darlo a un falegname che lo ha messo assieme coi chiodi fatti da un fabbro col ferro di una miniera... Se un solo elemento di questa catena, magari il bisnonno del falegname, non fosse esistito, questo tavolino non sarebbe qui. I giapponesi, ancora quando io stavo nel loro paese, pensavano di proteggere il clima delle loro isole non tagliando le foreste giapponesi, ma andando a tagliare quelle dell'Indonesia e dell'Amazzonia. Presto si son resi conto che anche questo ricadeva su di loro: il clima della terra mutava per tutti, giapponesi compresi. Allo stesso modo, oggi non si può pensare di continuare a tenere povera una grande parte del mondo per rendere la nostra sempre più ricca. Prima o poi, in una forma o nell'altra, il conto ci verrà presentato. O dagli uomini o dalla natura stessa. Quassù, la sensazione che la natura ha una sua presenza psichica è fortissima. A volte, quando tutto imbacuccato contro il freddo mi fermo ad osservare, seduto su un grotto, il primo raggio di sole che accende le vette dei ghiacciai e lentamente solleva il velo di oscurità, facendo emergere catene e catene di altre montagne dal fondo lattiginoso delle valli, un'aria di immensa gioia pervade il mondo ed io stesso mi ci sento avvolto, assieme agli alberi, gli uccelli, le formiche: sempre la stessa vita in tante diverse, magnifiche forme. È il sentirsi separati da questo che ci rende infelici. Come il sentirci divisi dai nostri simili. « La guerra non rompe solo le ossa della gente, rompe i rapporti umani », mi diceva a Kabul quel vulcanico personaggio che è Gino Strada. Per riparare quei rapporti, nell'ospedale di Emergency, dove ripara ogni altro squarcio del corpo, Strada ha una corsia in cui dei giovani soldati talebani stanno a due passi dai loro « nemici », soldati dell'Alleanza del Nord. Gli uni sono prigionieri, gli altri no; ma Strada spera che le simili mutilazioni, le simili ferite li riavvicineranno. Il dialogo aiuta enormemente a risolvere i conflitti. L'odio crea solo altro odio. Un cecchino palestinese uccide una donna israeliana in una macchina, gli israeliani reagiscono ammazzando due palestinesi, un palestinese si imbottisce di tritolo e va a farsi saltare in aria assieme a una decina di giovani israeliani in una pizzeria; gli israeliani mandano un elicottero a bombardare un pulmino carico di palestinesi, i palestinesi... e avanti di questo passo. Fin quando? Finché son finiti tutti i palestinesi? tutti gli israeliani? tutte le bombe? Certo: ogni conflitto ha le sue cause, e queste vanno affrontate. Ma tutto sarà inutile finché gli uni non accetteranno l'esistenza degli altri ed il loro essere eguali, finché noi non accetteremo che la violenza conduce solo ad altra violenza.

« Bei discorsi. Ma che fare? » mi sento dire, anche qui nel silenzio. Ognuno di noi può fare qualcosa. Tutti assieme possiamo fare migliaia di cose. La guerra al terrorismo viene oggi usata per la militarizzazione delle nostre società, per produrre nuove armi, per spendere più soldi per la difesa. Opponiamoci, non votiamo per chi appoggia questa politica, controlliamo dove abbiamo messo i nostri risparmi e togliamoli da qualsiasi società che abbia anche lontanamente a che fare con l'industria bellica. Diciamo quello che pensiamo, quello che sentiamo essere vero: ammazzare è in ogni circostanza un assassinio. Parliamo di pace, introduciamo una cultura di pace nell'educazione dei giovani. Perché la storia deve essere insegnata soltanto come un'infinita sequenza di guerre e di massacri? Io, con tutti i miei studi occidentali, son dovuto venire in Asia per scoprire Ashoka, uno dei personaggi più straordinari dell'antichità; uno che tre secoli prima di Cristo, all'apice del suo potere, proprio dopo avere aggiunto un altro regno al suo già grande impero che si estendeva dall'India all'Asia centrale, si rende conto dell'assurdità della violenza, decide che la più grande conquista è quella del cuore dell'uomo, rinuncia alla guerra e, nelle tante lingue allora parlate nei suoi domini, fa scolpire nella pietra gli editti di questa sua etica. Una stele di Ashoka in greco ed aramaico è stata scoperta nel 1958 a Kandahar, la capitale spirituale del mullah Omar in Afghanistan, dove ora sono accampati i marines americani. Un'altra, in cui Ashoka annuncia l'apertura di un ospedale per uomini ed uno per animali, è oggi all'ingresso del Museo Nazionale di Delhi. Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Lentamente bisogna liberarcene. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e che riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi. Riprendiamo certe tradizioni di correttezza, reimpossessiamoci della lingua, in cui la parola « dio » è oggi diventata una sorta di oscenità, e torniamo a dire « fare l'amore » e non « fare sesso ». Alla lunga, anche questo fa una grossa differenza. È il momento di uscire allo scoperto, è il momento d'impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi. Soprattutto dobbiamo fermarci, prenderci tempo per riflettere, per stare in silenzio. Spesso ci sentiamo angosciati dalla vita che facciamo, come l'uomo che scappa impaurito dalla sua ombra e dal rimbombare dei suoi passi. Più corre, più vede la sua ombra stargli dietro; più corre, più il rumore dei suoi passi si fa forte e lo turba, finché non si ferma e si siede all'ombra di un albero. Facciamo lo stesso. Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ognuno per conto suo, a volte tutti assieme. Questa è una buona occasione. Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbrutimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora: Buon Viaggio! Sia fuori che dentro. Tiziano Terzani

Greenpeace diffonde un' analisi sul mediterraneo: UN MARE D' INFERNO

ROMA, 29 giugno 2009: Greenpeace lancia oggi il rapporto “Un Mare d’Inferno – il Mediterraneo e il cambiamento climatico”, che conferma che anni di ricerche scientifiche ormai dimostrano in modo inequivocabile che anche il Mediterraneo sta cambiando, Alto Adriatico, mari del sud Italia (Sicilia, Puglia e Calabria), e Alto Tirreno (soprattutto Arcipelago Toscano e mar Ligure) registrano già gravi danni a causa del cambiamento climatico.
Il rapporto è una rassegna di alcuni esempi eclatanti, e di certo non è esaustivo dell’enorme mole di dati scientifici noti.
Con una bibliografia di quasi trenta pubblicazioni scientifiche, lo scopo del rapporto è di mettere a disposizione di tutti, con un linguaggio semplice e franco, le “prove” di un fatto ormai ben noto agli scienziati: il cambiamento climatico è già tra noi.
“Non è più questione di ‘se’ o di ‘ma’. Ormai siamo dentro il cambiamento climatico e dobbiamo intervenire con urgenza per arrestare una deriva che rischia di essere incontrollata e irreversibile- spiega Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.
"Occorre immediatamente ridurre, e poi azzerare, le emissioni di gas serra e, nel frattempo, irrobustire i nostri ecosistemi, compreso il mare, per evitarne il collasso”.
Il rapporto evidenzia come il cambiamento climatico non agisce in isolamento, ma insieme a troppi altri fattori di degrado quali l’inquinamento, la distruzione delle coste e la pesca eccessiva e distruttiva.
E’ necessario gestire meglio le attività umane che operano sul mare e uno degli strumenti più utili in tal senso sono le riserve marine.
“Dobbiamo mettere al sicuro grandi aree di mare per garantire il funzionamento di questo ecosistema- aggiunge Giannì. -Un mare in salute potrà resistere meglio allo stress imposto dal riscaldamento globale, mentre un mare malato non ce la farà. E noi con lui!”.
Greenpeace ha presentato una proposta per una rete di Riserve Marine che copra il 40% del Mediterraneo, lungo le coste e in altura per proteggere specie ed habitat costieri e marini che siano più sensibili al cambiamento climatico.
La realizzazione di questa rete, al 2012, è stata decisa dalla Convenzione di Barcellona (il principale Accordo Internazionale per la protezione del Mediterraneo) con la Dichiarazione di Almeria, adottata nel gennaio 2008.Link rapporto “Un Mare d’Inferno – il Mediterraneo e il cambiamento climatico” http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/mediterraneo-clima

lunedì 29 giugno 2009

De omnibus rebus et de quibusdam aliis...



In un tempo oramai remoto,
quando l'umanità
chiamata primitiva dagli studiosi
inventava le scienze

quando le donne
raccogliendo le erbe
davano vita all'agricoltura
e alla medicina

quando intrecciando steli erbacei
ideavano la tessitura

quando uomini e donne
impastando la nuda terra
creavano l'arte:
vasi, statue, strumenti...


in quei giorni
il corpo femminile era divino

perchè generava la vita,
perchè la donna
era stata creata
ad immagine e somiglianza del divino:

come la Terra
partoriva e dava frutto;

come la Terra
accoglieva i corpi dopo la morte.

Siamo di Terra
Siamo la Terra



Punti di riferimento

A fronte di un impoverimento generalizzato grave è il disorientamento dei giovani. Scioperi studenteschi senza preavviso[...] degrado delle infrastrutture, fuga di cervelli, abbassamento del livello culturale, svalutazione dei diplomi, invecchiamento degli studenti.
[...]repressa con la violenza una manifestazione pacifica di studenti contro gli aggiustamenti strutturali nel settore dell’educazione.
[...]scontri tra gli studenti che portarono alla chiusura dei campus e delle mense universitarie [...]obbligo per gli studenti di tornare a casa.

Il senso di disorientamento pervade i giovani che, senza più punti di riferimento, o fuggono in altri paesi o si danno alla delinquenza, a forme di prostituzione e, troppo spesso, si rifugiano nell’uso dell'alcool.


Quanto agli insegnanti, la situazione non è migliore, essi vegetano in condizioni miserevoli, si rendono disponibili a ogni tipo di proposta o espediente: molti [...] cercano di diventare consiglieri di qualche ministero.

Vi sono tuttavia aspetti che rivelano vitalità e suscitano speranza. Alla povertà materiale fa riscontro una ricchezza culturale alimentata da intellettuali di grande levatura che si sono impegnati per la rinascita del loro paese.

domenica 28 giugno 2009

perchè siamo partigiani.

Chianciano - Conferenza Nazionale ANPI

un comandante partigiano che ti racconta di quando stava in montagna, di quando i fascisti hanno uscciso suo fratello, di quando non c'era da mangiare, di quando c'era tanta paura -ma anche così tanta forza-. e poi aneddoti su Pertini, su un mondo diverso, su un forte credo, su un senso di collettività che ora non c'è più.
e ho tante idee in testa. tanta voglia di organizzare una sacco di cose, di restituire ossigeno alla nostra sezione.

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta già costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'é in essa nessuno che stia dalla alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Peciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”
Antonio Gramsci,11 febbraio 1917

noi siamo partigiani, noi siamo antifascisti.


Gino Cattaneo ed il Dtt. Sola,
partigiani.

Love at the first sniff....



Puah...conigliette!!!!
Sempre le solite!!!!

TERRITORI INIMMAGINABILI


......
HIC SUNT LEONES

...


anzi, per la precisione:

sabato 27 giugno 2009

quesiti a Imladris

Oggi sono stati ritrovati nel frigorifero di Imladris i resti di un riso in bianco di una settimana fa circa.
Quali misteri cela il frigo di questa casa?
Per quale motivo alcuni chicchi si sono colorati di un rosa shocking tendente al fucsia maculato?
Ma... il mistero si infittisce! Quale rosea forza ha permesso che i chicchi si rivelassero di un colore più intenso all'interno? Aliene femministe sbarcate sulla terra con navicelle a forma di chicco di riso? Abbiamo fermato un'invasione buttandole nella spazzatura? Avremo salvato il mondo o lo abbiamo avvicinato alla sua inesorabile distruzione?
Agronome e non si interrogano perplesse sul fenomeno...

che ci fa un esperto di Chakra su Facebook?

scrive test idioti da pausa pranzo da studio...
e mentre ci sottoponiamo a delicatissime domande su l'Aura (che non può essere influenzata dalle nostre risposte, è a Chianciano!!!), scopro con orrore che la mia testa emana un coso di nube polverosa gialla... o meglio, che la mia aura è gialla, e che esce dalla mia testa quando sono concentrata...
Quindi, fate attenzione: se mi vedete studiare, allontanatevi con circospezione e se possibile con una maschera antigas... Emano fumi gialli dalla testa!!!!
Tutto ciò mentre Artemisia decide di che sfumatura di blu indossare la sua aura oggi...
Rosa vivo o rosso carminio? NON SONO SFUMATURE DI BLU!!!!
ma che vuoi...l'animo di art è rosso contro ogni bunsenso cromatico......

sulle capacità di espressione scritta degli agricoli in generale

(ispirata anche dalla rilettura di certi numeri del Tasso...ricordi Catalpa?)

...CAZZO, GIRA LA RUOTA E COMPRA UN SINONIMO!

P.S.:...ma che ci possiamo fare noi se il nostro percorso di studi azzera le già scarse facoltà lessicali???

venerdì 26 giugno 2009

Cam ooohmmmmmm....


Son tornati da Santiago....

questione d'ortaggi

mi sovviene questa perla di qualche giorno fà grazie al post vegetale della catalpa:

Art: Poids de terre!!!! Poids stà per pois non per pomme!!!!!!
(Piselli di terra???ma che coltivano questi???)

Oh cazzo!!!Ho scambiato piselli per patate!!! Ma pork!ç°§*éé***XX$%&£@Z>!!!!

Saxifraga: certo che se cominci a scambiare patate per piselli l'è grave...

loving vegetables








giovedì 25 giugno 2009

Agronomo bella professione!

Hai un capito intitolato "Confusione sessuale"??!?

Si, mi insegnano come fare i travestiti per insetti...

....in sostanza appendi il corrispettivo delle bambole gofiabili agli alberi così gli insetti si confondono eee....
..insomma non trovano il buco giusto...

(by gruppo studio interfacoltà)

mercoledì 24 giugno 2009

Primum movens??



Se solo potessi
dissezionare
il mio
e quello che sento
nello stesso modo
con cui diagnostico
le patologie cardiache
su un freddo tavolo
di sala necroscopie
forse potrei capire...
ma sarebbe troppo tardi
E' sempre troppo tardi.


vittoria!

GREENPEACE: “VITTORIA! METRO SPA DIVENTA AMICA DELLE FORESTE”
ROMA, 24 giugno 2009 - Metro S.p.A. si impegna formalmente a diventare “amica delle foreste”, a meno di tre mesi dal lancio dell’inchiesta di Greenpeace “Anatomia di un crimine” su un carico di legname tagliato illegalmente in Liberia che rischiava di essere utilizzato per la manutenzione della metropolitana di Roma.
Con una lettera inviata a Greenpeace, FSC Italia e al Ministero dell’Ambiente, l’amministratore delegato di Metro S.p.A Antonio Marzia rende noto che negli acquisti lignei (quali traverse ferroviarie e legnami di armamento, mobili ed arredi) la società richieda sistematicamente prodotti certificati FSC (Forest Stewardship Council) e che analoga certificazione FSC sarà richiesta nell’acquisto del 50% della carta per fotocopie (mentre il restante 50% sarà costituito da fibre riciclate post-consumo).
Lo scorso marzo alcuni attivisti avevano srotolato un enorme striscione alla stazione metro del Colosseo a Roma con il messaggio “African forest destruction sponsored by Metro”, mentre al porto di Ravenna un altro gruppo marchiava il legname incriminato e si incatenava ai tronchi, chiedendo l’intervento del Corpo Forestale dello Stato e dell’ente certificatore FSC.
“Siamo soddisfatti per l’impegno assunto da Metro S.p.A. Ora siamo sicuri che la nostra metropolitana non verrà costruita deforestando l'Africa e il Pianeta. - afferma Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia - “Questo è un risultato importante per la nostra campagna. Ma non finisce qui. Greenpeace continuerà a fare pressione affinchè l’Italia, che è uno dei porti più importanti per l’ingresso del legno illegale in Europa, assuma un ruolo chiave per proteggere le foreste”
Link all’inchiesta “Anatomia di un crimine”:http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/metro-crime-filewww.deforestazionezero.it

A.A.A Muse cercasi

Le muse son nove proprio come noi...

Melpomene, musa della tragedia





Tersicore,musa della danza




Thalia, musa della commedia




Clio, musa della storia



Calliope, musa della poesia epica,







Bon ragazze,

tutto nostro,

c'è solo da imparare

un paio di mossette.

Studiate la coreografia

che poi ci si vede come si consueto

tutte alle prove

nel salotto di imladris!!!!



Ti Vada o No

(I Won't Say [I'm in Love])

Megara:

-Se esiste un premio per gli ingenui,

io l'ho già vinto da tempo.

Ma nessun uomo vale tanto,

di delusioni ne ho avute troppe.

Muse:

-Cosa credi amica, non si può far finta quando

tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro

e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia.

Megara:

-Non so perché non lo ammetterò mai.

Muse:

-Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh.

Megara:

-Ma è certo che l'amo e non lo saprà.

So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno.

Io sento dentro "puoi fidarti", mentre la testa mia "non lo fare".

Muse:

-Quanto sei curiosa, tu nascondi l'evidenza.

Noi ti conosciamo, non t'arrabbieresti tanto senza una ragione,

se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!

Megara:

-Non so perché, ma è più forte di me!

Muse:

-Ammettilo, che felice sarai.

Megara:

-Scusatemi, ma non glielo dirò

Muse:

-Che storie fai? Tanto glielo dirai!

Megara:

-Non lo farò, io, piuttosto, lo so

Muse:

-Tanto lo sa già

Megara:

-Lasciatemi, tanto no..

Muse:

-Ti vada o no, l'ami e glielo dirai

Megara:

-Non cederò, ma io l'amo e lo so.

-top-






Cercasi ancora nel ruolo di:

Erato, colei che provoca desiderio, musa della poesia amorosa


Euterpe, colei che rallegra, musa delaa poesia lirica


Polimnia, dai molti inni, il mimo


Urania, la celeste, musa dell'astronomia

martedì 23 giugno 2009

Reminescenze di tecniche seduttive...

COME FUNZIONA TRA GLI ANIMALI


Diamo un'occhiata a quel che succede nel regno animale.
Certamente la vita a livelli più semplici
privilegia enormemente la femmina.
E' lei a essere regina.
E' lei il tempio verso cui tutta la vita sociale è indirizzata.
Tra gli insetti il maschio è poco più che un dispositivo fecondatorio ambulante.
Anzi in molti casi i maschi quasi non esistono,




le api allevano pochissimi fuchi
che vivono quel tanto che gli permette di concorrerre alla fecondazione dell'ape regina
(solo uno vince la gara raggiungendo la regina in volo),
conclusa questa operazione
vengono lasciati morire d'inedia fuori dall'alveare.

Famosa è la mantide religiosa



che durante la copula si mangia il maschio.
L'accoppiamento
avviene nella solita posizione animale (da dietro):
a un certo punto la femmina
(grande una volta e mezza il maschio)
si gira e comincia a divorarlo iniziando dalla testa.
Nonostante sia decapitato
il maschio porta a termine la fecondazione.
Grande esempio di abnegazione erotica.

Questa strana forma di cannibalismo
è stata notata anche in alcune specie di ragni.



In questo caso
la femmina accoglie in casa propria il maschio
per alcuni giorni durante il periodo fertile.
Dopo questo periodo
non è raro che esso diventi un succulento spuntino
(della serie "non si butta via niente").
L'abilità del ragnetto
in questo caso
sta nel legare la femmina con la propria bava
durante l'amplesso così da poter fuggire a cose fatte.

Altri insetti
(come gli empidi, simili ai moscerini)
cercano di salvare la pelle
offrendo alla femmina un lauto pasto durante l'amplesso.
Intanto che lei mangia,
lui si accoppia.
Un'altra specie di questo insetto
impacchetta il suo dono con della bava setosa
che lo rende bianco e brillante.




Troppo gentile,
direte voi,
e invece no,
si tratta anche in questo caso di prudenza.
Più tempo ci metterà la femmina
ad aprire il pacchetto
e a mangiare il dono nuzuiale
e più tempo avrà il maschio di compiere l'amplesso
e fuggire incolume.
Ci sono però le eccezioni.
Ad esempio qualche maschio
prova a tirare il tradizionale "pacco".

Alcuni moscerini furbacchiotti
portano un involucro vuoto
e calcolano i tempi
di modo che quando lei s'accorge dell'inganno
hanno già compiuto la copula e sono fuggiti.
Non ci si può fidare neanche dei moscerini.


...

Straordinaria è la storia della "Poecilia Formosa"



un pesce ovoviviparo
(le uova maturano all'interno del suo corpo
fino alla schiusa,
come in molti rettili tra cui le vipere).
Questo simpatico animaletto
partorisce solo femmine.
La sua specie non ha il maschio.
Vi chiederete come fa a riprodursi.
Bene, una volta all'anno
la nostra pseudo-amazzone
sconfina dai propri territori
in quelli di una specie affine e,
accoppiandosi con un maschio,
fa scorta di seme.
Ogni mese poi sforna
una quarantina di figlie
assolutamente identiche alla madre,
cioè morfologicamente i piccoli pesci
non hanno alcuna caratteristica paterna.


Il cavalluccio marino,
invece,
è un "ragazzo padre".



La femmina depone le uova
nel marsupio del maschio
e lui si porta in giro il suo fardello
dando proprio l'impressione di essere "incinto".
Le duecento uova si schiuderanno nel marsupio
e il cavalluccio marino partorirà con fatica e dolore.
Molte volte lo sforzo gli costa addirittura la vita.


Chi veramente se la spassa, secondo noi, è la lumaca.



Possiede entrambi gli organi genitali
e quando si accoppia
ha sia funzione di maschio
che di femmina. Il paradiso sessuale.
Il dono e la ricezione del seme.
Nessun ruolo ed entrambi i ruoli.


Da "La naturale superiorità della donna" Jacopo Fo

lunedì 22 giugno 2009

in quel di carrega.

c'è chi ha trovato la propria casa.





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tutte noi abbiamo capito che liscivia può concorrere a salvare il pianeta.


ricetta per un ottimo detersivo adatto a lavare le stoviglie:
3 limoni interi
400 ml d' acqua
100 ml di aceto bianco
200 gr di sale fino
tagliare i limoni a pezzi; frullare tutto; cuocere poi 10 min a fuoco lento la poltiglia per farla asciugare un pò in un pentolino che destinerete esclusivamente alla preparazione dei vostri detersivi naturali; far raffreddare e poi imbottigliare il detersivo, pronto all' uso.


ingredienti per ottenere uno sgrassatore da utilizzare per pulire il lavello, il gas, i servizi igienici:
40 gr bicarbonato
1/2 l d' acqua
agitare!

e ricordate cher pulire i pavimenti acqua e aceto sono più che sufficienti!
l' aceto funzione anche come ammorbidente nella lavatrice e come brillantante nella lavastoviglie.

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e io sono stata fulminata dalla wild foragy.

perchè il tarassaco depura il sangue, la piantaggine sa di fungo, la bardana si cucina saltata con le carote, l' artemisia è ottima per gli anemici, il trifoglio va fatto appena lessare, la melissa sta bene con il limone, l' ipericum non va mangiato, l' ortica con le fragole è fantastica per un risotto, il biancospino è un cardiotonico, i fiori del sambuco si fanno in pastella (ma anche nel vino, vero?!), la rosa canina è ricca di vitamina c.
e dovrei anche essere in grado di estrarre il veleno dalla cicuta. perchè non si sa mai.
(per inciso, non avrei mai offerto una tisana a socrate)

domenica 21 giugno 2009

L'insostenibile leggerezza della carne...











Lo so che sono
la solita rompiballe.
Però vi prego,
davvero,
di guardarlo fino in fondo
anche se dura tanto.

Vi prego di ragionare sulle cifre
(1 bistecca=8 pasti a cereali!!!)
e sulle conseguenze di quello che mangiamo.
Vi prego
di far partire una riflessione
sulla comparazione

tra prezzo,
costo
e valore del cibo.
(Come recita la mia maglietta preferita:
di tutto conosciamo il prezzo
di niente il valore
)
Please
quando andate al supermercato
leggete le etichette.

(E vi prego attenzione all'olio di palma!!!)

Vi supplico di non restare indifferenti.
Esistono milioni di persone
che stanno morendo di fame.
Non possiamo ignorarli,
perchè quello che mangiamo
NOI
QUI
OGGI

può fare la differenza per loro.

Vi sprono a pensare
che esistono alternative,
che forse pesano un pò di più sul portafogli
e costano più sbattimenti,



ma che se attuate in prospettive più ampie
dell'individualismo
che contraddistingue la moderna società,
allora possono fare la differenza.

Vi spingo
a guardare quello spiraglio nel sistema
che sta urlando che un altro mondo è possibile.

Se siete dei rivoluzionari,
beh allora cominciate dalla cucina.
La vostra.

Se siete degli ecologisti,
allora non potete foderarvi gli occhi di prosciutto
e nemmeno continuare a mangiarne così tanto!!!

Se siete dei salutisti
e credete che in fondo quello che mangiamo
sono i mattoni del nostro corpo,
allora badate a quello che finisce nel vostro stomaco.

Se sieta animalisti,
allora non mangiatela la carne,



oppure se non rabbrividite
nel vedere migliaia di polli ammassati in capannoni,
svuotati della loro natura,
infarciti di farmaci,
violati nella loro fisiologia



e ve ne battete le palle,
almeno abbiate la consapevolezza che
il cordon-BLEAH
che state mangiando
nutrizionalmente è uno sputo
non è proprio "sano"
e sta riempiendoci di merda fino al collo.





"Ma se vi vendiamo le nostre terre
io porrò una condizione:
L'uomo bianco
dovrà rispettare
gli animali che vivono in questa terra
come se fossero suoi fratelli.
Perchè ciò che accade agli animali
prima o poi accade anche all'uomo"


Ce n'è per tutti:
non siate ingordi.

Meglio mangiare meno
ma mangiare meglio.
Comincia a calcolare
pesando sulla bilancia
quanta carne mangi al giorno
(ragù, panini, bistecche
fettine di salame...)
è la quantità giusta?
Senza carne si vive,
guarda me, Babi e di mestiere il vento!!!

Non è vero che non ce la potete fare.
Non è vero che è facile, ma si può.
Tutto è possibile.
Non siete soli.
Anzi non siete i soli visionari.

Il divario fra Nord e Sud del Mondo
pesa come una spada di damocle sulle nostre società.
L'attuale modello di sviluppo
(industriale)
ha fallito
e sta morendo sotto i colpi dell'accetta
che disbosca di giorno in giorno i polmoni del mondo,



che avvelena l'aria che respiri tu,
la tua famiglia
e le generazioni che stanno crescendo.
Soffoca sotto i cumuli d'immondizia
che continuiamo a produrre
(BASTA IMBALLAGGI),
inaridisce e secca la terra
ventre della nostra esistenza,
intossica le nostre acque,
impoverisce la gamma di biodiversità.
Schiacciamo col libero mercato,
il dumping
e le politiche delle Corporation
(i veri giganti)
i diritti umani.
Sai cosa vuol dire bere Coca Cola?



O mangiare una barretta di Kit Kat della Nestlè?
Danone?
Mulino Bianco???

Quello che mangi non avvelena solo te,
quello che mangi ha delle coseguenza sul mondo
e soprattutto su altre persone.

Sei davanti al distributaore automatico e hai fame:
BOICOTTALI.
Anche perchè tu,
sì tu,
non hai idea di cosa sia devvero
la fame

NON COMPRARE
PRODOTTI DELLE MULTINAZIONALI!!!!

O se lo fai,
sii consapevole che sostieni
uno spietato e ingiusto
meccanismo di sfruttamento.


"Eh ma che vita di privazioni!!
Non si può mica stare attenti a tutto"


Non è vero:
conosco moltissime persone che lo stanno facendo!!

Io lo sto facendo,
e se ce la faccio io
che sono un vecchio soldo di cacio....
Inoltre credo sia doveroso
capire come il nostro modo di consumare
fa la differenza sulla pelle di altre persone.
Possiamo e dobbiamo
legare i piedi
ai giganti delle Corporation,
dal basso
cominciando dal carrello della spesa.
Ognuno con il suo ruolo,
con decisione e consapevolezza
quotidiane.

Dobbiamo farlo noi.
Con le nostre scelte anche alimentari.




I vertici del potere
sono castrati dalle economie di mercato
e hanno venduto dignità
e palle alle multinazionali
e alle speculazioni di mercato.

Belli,
nobili,
illuminanti e illuminati:
gli obiettivi del millennio.




Ma avete letto qualche statistica
sul trend verso il quale stiamo andando?
Peccato...
non li raggiungeremo
MAI
se non invertiamo rotta!!!
Questo modello di sviluppo,
agroalimentare,
di mercato,
industriale,
di potere:
HA FALLITO.

Creiamo un circuito alternativo.
Basato sui valori
di giustizia,
equità,
rispetto,
e diritti.
Per tutti!!!

IL CIBO E'UN DIRITTO,
NON SOLO NOSTRO:
DI TUTTI!!!

L'accesso al cibo
dev'essere garantito a qualunque essere umano.
E quando ti siedi a tavola,
spegni la tv e parla
con la tua famiglia,
la tua compagna,
o coi tuoi coinquilini
guardandoli negli occhi di

SOVRANITA' ALIMENTARE!

Qual'è il nostro ruolo nell'economia?
il nostro potere di voto
è piegato ormai tristemente
alla scelta del meno peggio,
se protestiamo ci manganellano,
la stampa ci scredita
MA
siamo consumatori.
Loro ci hanno resi consumatori.
Usiamo le nostre armi:
spegni la tv e accendi il cervello
IMPUGNA LA FORCHETTA
e piegala verso un mondo più giusto!
E la forchetta che porto al braccio
non è una moda passeggera nata
in quel
di Palazzo Nuovo
MA un modo per manifestare
e per ricordarci che
apparteniamo a una fetta ristretta
di privilegiati
stronzi
che hanno smesso di chiedersi
da che parte sta andando il mondo
e cosa possiamo e dobbiamo fare
per noi, per gli altri e per questo pianeta.



giovedì 18 giugno 2009

Odddiiiiiiiiiiiioooooooooooooo!!!

I pipini

Il livello saturazione di pipini è ormai al limite.
BASTA PIPINI!!!
Che siano brevi, lunghi o solo prolissi...
BASTA!!!

In sala chirurgica
mi vien voglia di
fare hara-kiri
col bisturi

Oltre si esploderà!!!
E' che questi pipini,
non si rendono conto
della loro diarrea verbale
e che...
forse certe cose non le vogliamo sapere
Ma ho elaborato una teoria:
TUTTA COLPA DEL GLOBAL WARMING!!!!

E tra una polmonite catarral purulenta,
un'atelectasia da ostruzione per corpi elmintici
mi hanno anche fottuto quel catorcio
di affetti che era la mia bici!!!

Non dormo più.

Periodo di merda.

C'ho le palle in giosta

Sempre

Mi sveglio incazzata.

Tutte le mattine

C'ho mille cose da fare

Mangio cheerios e caffè

Soffro di OCD.

Breve excursus: Il disturbo ossessivo-compulsivo o DOC (in inglese obsessive-compulsive disorder o OCD), chiamato anche sindrome ossessivo-compulsiva o SOC (in inglese obsessive-compulsive syndrome o OCS), in alcuni testi conosciuto come disturbo ossessivo-coattivo, sindrome ossessivo-coattiva o semplicemente come disturbo ossessivo e sindrome ossessiva e prima dell'uscita del DSM-III-R come (psico)nevrosi ossessivo-compulsiva, (psico)nevrosi ossessivo-coattiva o semplicemente come (psico)nevrosi ossessiva e (psico)nevrosi coatta, è un disordine PSICHIATRICO che si manifesta in una gran varietà di forme, ma è principalmente caratterizzato dall'anancasmo, una sintomatologia costituita da pensieri ossessivi associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da eseguire) che tentano di neutralizzare l'ossessione.

C'ho
l'ossessione
del PIPINO
!!!!!!!!!!!!!!!!!


Aiuto..
..ma io valgo mezzo...

SABATO SERA
RIVOLI
PIAZZA PORTICI
TERMINAL TRAGHETTI
Not the Doctor - Alanis Morrissette
I don't want to be the filler if the void is solely yours
I don't want to be your glass of single malt whiskey
Hidden in the bottom drawer
I don't want to be a bandage if the wound is not mine
Lend me some fresh air
I don't want to be adored for what I merely represent to you
I don't want to be your babysitter
You're a very big boy now
I don't want to be your mother
I didn't carry you in my womb for nine months
Show me the back door
Visiting hours are 9 to 5 and if I show up at 10 past 6
Well I already know that you'd find some way to sneak me in and oh
Mind the empty bottle with the holes along the bottom
You see it's too much to ask for and I am not the doctor
I don't want to be the sweeper of the eggshells that you walk upon
I don't want to be your other half
I believe that 1 and 1 make 2
I don't want to be your food
or the light from the fridge on your face at midnight
Hey what are you hungry for
I don't want to be the glue that holds your pieces together
I don't want to be your idol
See this pedestal is high and I'm afraid of heights
I don't want to be lived through
A vicarious occasion
Please open the window
CHORUS
I don't want to live on someday when my motto is last week
I don't want to be responsible for your fractured hearand its wounded beat
I don't want to be a substitute for the smoke you've been inhaling
What do you thank me?
What do you thank me for?