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sabato 17 aprile 2010

IL COLMO...




il colmo per una strega???il COLPO della strega!!

stavolta a rimanerci sotto è stata proprio la strega...eh, scherzi del destino...o del karma???chi lo sa.

la strega rossa di casa fattanza ha avuto un brusco risveglio ieri mattina...ha insomma potuto constatare come la mobilità perpetua del cosmo non si estendesse alla sua persona.ha anche chiamato aiuto, ma il suo fedele cane ha coperto abilmente le sue urla abbaiando...
non vi preoccupate,ora sta meglio...insomma, ci guarda un po' storto, un po' di tre quarti, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine...
meno male che l'oroscopo l'ha tirata un po' su di morale..."oggi sarete duttili e saprete volgere al meglio tutto ciò che vorrete..."...tutto tranne il collo, insomma...
ora le facciamo da infermiere io e cardus, si sta rapidamente riprendendo,anzi, per l'età che ha il miglioramento è piuttosto rapido!
la cura? tanto affetto,
massaggi e reiki,
tanto cibo
e un goccetto di liquore Strega


per conciliare il sonno...
non vi preoccupate, tornerà alla ribalta!
in fondo sappiamo tutti che è una donna di un certo rigore, ma speriamo che lo mostri un po' meno spesso.

martedì 13 marzo 2007

L'oscura creatura-quinta e ULTIMA parte-

Enorg le veniva inutilmente in contro lanciato al galoppo. Ormai solo cinquecento metri dividevano i due eserciti in avanzata.
Poi si udì una voce.
Era una voce potentissima, soprannaturale, che spazzò il campo di battaglia come una tempesta di sabbia… era la voce di Sonera.
Lauta si voltò. A due o trecento metri c’era l’esercito avversario che avanzava determinato. Cercò Sonera tra le sue file… non c’era, poi si accorse che la voce veniva da più in alto. La mezz’elfa era in cima allo scheletro di un albero secco, proprio in mezzo al campo di battaglia. In mano reggeva un barattolo vuoto... Lauta capì all’istante che era il barattolo di Magia Mille Usi, e che ora Sonera la stava utilizzando per amplificare la propria voce… ma a che scopo?
I due eserciti si erano fatti vicinissimi
“ FERMATEVI!” urlò Sonera. La sua portentosa voce percorse le file dei soldati vibrandogli fin dentro le ossa. I due eserciti, si fermarono, le mani sugli elmi, atterriti
“ VOI NON DOVETE COMBATTERE! “ continuò Sonera con la stessa intensità “ AVETE LETTO LE PROFEZIE, E SIETE VENUTI QUI A LOTTARE CONTRO IL MALE. MA NON AVETE CAPITO CHI E’ IL MALE REALMENTE! ” Sonera inspirò profondamente, tutti gli occhi erano puntati su di lei “ LA PROFEZIA DICE CHE IL MALE RAGGIUNGERA’ ELFOIHR! E’ VERO! SE QUESTA GUERRA SARA’ COMBATTUTA, SE IL VOSTRO SANGUE SI SPARGERA’ SU QUESTE TERRE… IL MALE SARA’ ARRIVATO! IL MALE NON VIENE DA EST O DA OVEST! NON E’ UN ESERCITO… NON ESISTONO UN ESERCITO DEL MALE ED UNO DEL BENE!.... “ Sonera deglutì e prese fiato “ SE COMBATTERETE, ENTRAMBI SARETE ESERCITI DEL MALE!” Sonera si interruppe un istante, poi riprese, forte come prima “ VI DIMOSTRO CHE CIO’ CHE DICO E’ VERO! CHI CREDE DI FAR PARTE DEL MALE ALZI LA MANO! CHI E’ CONVINTO DI COMBATTERE PER LE TENEBRE LO DICA! FORZA, CHI E’ QUI PER SCONFIGGERE IL BENE?!” Nessuno si mosse, erano tutti immobili, atterriti, Sonera aprì nuovamente la bocca “ SE QUI NESSUNO FA PARTE DELL’OMBRA, CONTRO CHI AVETE INTENZIONE DI COMBATTERE? CHI VOLETE UCCIDERE? DI CHI SARA’ IL SANGUE CHE…” Sonera si interruppe di colpo, lasciò cadere il barattolo vuoto “ ANDREW!” Urlò facendo tremare anche la terra. Poi saltò giù dall’albero. L’eco del suo urlo risuonava ancora. La mezz’elfa atterrò come un gatto, e, davanti agli occhi allibiti dei due eserciti, corse facendosi largo tra le file di cavalieri verso un uomo che montava un cavallo baio.
“ Andrew!” ripetè, la voce le era tornata normale, la magia si era esaurita, abbracciò la testa scura dell’animale “ sei qui, stai bene!” le ci volle un po’ per riprendersi dall’emozione, poi si voltò verso l’uomo a cavallo, che la stava guardando sbigottito, si trattava di Risicato “ Tu! scendi subito dal mio cavallo!” disse afferrandogli una gamba e sbattendolo a terra.
La situazione era così paranormale, che nessuno reagì. Sonera montò in sella, e si avviò dritta verso est, decisa a lasciarsi tutto alle spalle. Siccome almeno un milione di sguardi la stava seguendo si sentì tuttavia in dovere di aggiungere “ em… Scusate il disturbo… adesso potete pure scannarvi…”. Gli sguardi di tutti la seguirono fino a che non sparì dietro una collina.
Un mormorio si sparse tra i due eserciti. I comandanti non riuscivano a farsi ascoltare, tutti erano intenti a scambiarsi opinioni
“ E’ VERO CHE VOI NON SIETE L’ESERCITO DEL MALE?” domandò una delle creature pelose togliendosi l’elmo per vederci meglio
“ NO E VOI?” gli fu risposto
“ NO! MA QUESTO VUOL DIRE CHE LA MEZZ’ELFA DICEVA LA VERITA’?”
“ bhe… si direbbe che c’e l’abbiamo fatta…” urlò Lauta per sovrastare il clamore del dibattito
“ già… si direbbe…” replicò Enorg voltando il cavallo ed incamminandosi lungo il corridoio libero tra i due eserciti sconvolti “ e sai una cosa… dopo il discorso di Sonera credo di aver capito a che Oscura Creatura si riferiva Golpat… “ Lauta sorrise
“ sì…” disse seguendolo “ l’ho capito anch’io… parlava della guerra…”
“ già!” sospirò Enorg “ mi resta solo un dubbio… come diavolo ha fatto quella mercenaria… Sonera… a fare quel discorso? Come ha potuto parlare con tanto cuore di un argomento che crede essere un’idiozia?” Lauta sorrise nuovamente
“ oh…” disse “ lo ha fatto pensando ad Andrew!” Enorg guardò l’amica, alle loro spalle il tumulto dei due eserciti andava allontanandosi
“ bhe…” disse “ che ne diresti allora di andare a fare un brindisi…
a Andrew: il cavallo che ha fermato la guerra!”

lunedì 12 marzo 2007

L'oscura creatura-quarta parte-

“ dovremmo fermare la guerra…” buttò lì Enorg, ben sapendo quanto fosse impensabile tentare di farlo
“ … sì, ma come?” domandò Lauta, senza per altro aspettarsi una risposta
“ non ne ho la minima idea!” replicò Enorg
“ forse io posso aiutarvi!” intervenne nuovamente la badante prendendoli alla sprovvista
“ e come?” domandarono i due amici all’unisono
“ bhe… poco prima che veniste voi è stata qui una mezz’elfa… voleva che Golpat la aiutasse a fare non so che… mi ha fatto un sacco di domande e poi è andata via con un barattolo di Magia Mille Usi, insomma, niente di eccezionale, solo un po’ di magia debole per le piccole evenienze… e anche lei voleva fermare la guerra… e sembrava avere un piano ben preciso su come fare…” Enorg e Lauta fissavano la governante con gli occhi sbarrati “ è andata verso est… era a piedi, se avete dei cavalli potreste raggiungerla ed unirvi a lei…”

Lauta ed Enorg cavalcarono così velocemente che raggiunsero la mezz’elfa poco prima di mezzanotte.
Sentendo i cavalli che si avvicinavano la creatura scattò in piedi. Alla luce della luna i due amici poterono vedere i suoi lunghi capelli biondi raccolti in code ed intrecciati con del metallo. Aveva due occhi attenti dal taglio obliquo, socchiusi in un’espressione ostile. Lauta notò che su entrambi gli avambracci portava il tatuaggio della consociazione dei mercenari.
Enorg iniziò a parlare… ma sembrava che la mezz’elfa non prestasse la minima attenzione a quel che stava dicendo. Al contrario si avvicinò silenziosamente, e scrutò con attenzione i due cavalli montati da Lauta ed Enorg. Fatto questo indietreggiò nuovamente, inspirò e parlò
“ Bene… “ disse con voce sicura e fredda “ volete battervi insieme o separatamente? Per me non ha molta importanza!” fece cenno di avanzare con la mano ed estrasse la propria spada. Enorg fece arretrare il cavallo di qualche passo
“ non hai ascoltato quello che dicevo? “ domandò “ noi non siamo qui per attaccarti!”
“ okey, allora sparite prima che mi penta della mia indulgenza!” replicò la strana creatura
“ senti… “ fece Lauta “ noi siamo qui per aiutarti! Sappiamo che vuoi fermare la guerra di Elfohir!” la mezz’elfa socchiuse gli occhi ancora di più
“ e… vorreste aiutarmi…” domandò con sospetto “ perché?”
“ perché sappiamo la verità sulla profezia!” fece Enorg. La mezz’elfa sbuffò
“ quale verità?” chiese con scarsissimo interesse. Lauta ed Enorg restarono perplessi, poi Enorg spiegò
“ la consociazione degli armieri ha dato due interpretazioni diverse di un’antica profezia di Golpat… che non parlava affatto di un esercito del bene ed uno del male… e questo solo per scatenare una guerra ed armare entrambe le parti!”
“ ah…” fece la mezz’elfa “ e con ciò?” Lauta ed Enorg guardarono quella strana creatura senza capire
“ bhe… è per questo che la guerra va fermata!” disse Enorg “ perché sarebbe un inutile massacro!”
“ bhe, che grande scoperta… è una guerra…” sbuffò la mezz’elfa
“ ma… non capisci? Si ammazzeranno senza motivo!”
“ come in tutte le guerre, per quanto mi riguarda…” sospirò la ragazza “ ma del resto non mi importa perché c’è una guerra… l’importante è che ci sia… così non resto disoccupata!” fece un sorriso molto esplicativo batté il piatto della spada su uno dei tatuaggi. Lauta ed Enorg erano stupefatti
“ ma…” cominciò Enorg incredulo “ non ti importa perché combatti? da che parte stai?... non ti importa del bene e del male?”
“ il colore della divisa è l’unico particolare che cambia… il colore dei soldi è sempre lo stesso… e pure quello del sangue!” Lauta si scosse lo stupore di dosso, in fondo anche per lei, come disertrice, un esercito valeva l’altro, tuttavia domandò “ …e … perché vuoi fermare questa guerra?”
“ oh… non voglio che succeda qualcosa ad Andrew!” rispose la mercenaria, i suoi occhi si erano fatti improvvisamente più grandi, e la sua voce sembrava meno gelida, quasi malinconica.
“ …chi è Andrew?” domandò Lauta, mentre il suo pensiero correva a Risicato
“ Andrew è il mio cavallo…” rispose la mezz’elfa “ due notti fa c’è stato un terribile temporale… lui si è spaventato per i tuoni ed è scappato… ho perso le sue tracce…” ora i suoi occhi erano enormi e pieni di tristezza. Lauta ed Enorg rimasero in silenzio, senza capire “ sono andata da Golpat per chiedergli come ritrovarlo… ma quel vecchio pazzo non faceva che farneticare… così mi sono fatta dare un po’ di Magia Mille Usi dalla sua governante e ho deciso di fermare la guerra! ”
“ … perché?... perché fermare la guerra? ” domandò Enorg incredulo.
“ perché? “ domandò la mercenaria con voce accorata, quasi folle “ perché da qualsiasi parte sia andato Andrew si imbatterà in uno dei due eserciti!... e finirà arruolato! Lo sapete quanti cavalli da guerra muoiono in una battaglia?” aspettò un istante che uno dei due dicesse qualcosa poi rispose “Almeno il quaranta percento! E poi lui non è nemmeno più tanto giovane… ha quindici anni… la vita media di un cavallo da combattimento è di sette! Capito? sette anni!”
“ ma…” borbottò Enorg “ ma… anche tu lo portavi in guerra… il cavallo dico…”
“ bhe, certo che lo portavo in guerra!” si rivoltò la mercenaria “ è il mio lavoro… ma ci stavo attenta! Non mi buttavo mica a capofitto nella mischia come fate voialtri invasati… potrebbe capitare tra le mani di uno di quei folli con la somma aspirazione dell’eroe che fanno di tutto per farsi ammazzare…” la mercenaria si voltò dando le spalle ai due amici. Si asciugò le lacrime. Quando si voltò il suo aspetto era quello di prima, i suoi occhi erano completamente asciutti e nuovamente stretti nell’indifferenza.
“ ed ora, se non vi dispiace, vorrei dormire: domani mi aspetta un lungo cammino!”
“ assurdo…” borbottò Enorg rivolto a Lauta “ vuole fermare la guerra per un cavallo!”
“ bhe…” replicò questa leggermente imbarazzata “ non poi così tanto… io più che altro voglio fermarla per mio fratello… e come intelligenza forse il suo cavallo lo batte pure…“ Enorg fissò l’amica un istante, poi le sorrise
“ em…” visto che… per motivi diversi… vogliamo tutti la stessa cosa…” cominciò rivolto alla mezz’elfa
“ …non potremmo collaborare?” completò Lauta. La mercenaria non disse nulla, ma dal suo sguardo si capiva che non trovava la proposta particolarmente allettante.
“ con i cavalli potremmo raggiungere il campo più in fretta…” aggiunse Lauta “ e qualunque piano tu abbia in mente in tre saremo più efficaci che non tu da sola!”
“ bhe… immagino che tu abbia ragione…” fece la mezz’elfa soppesando l’idea “ potreste essermi utili voi due…”
“ bene!” fece Enorg “ hai già un piano?” la mercenaria lo guardò con aria divertita
“ … un piano…” sbuffò rinfoderando la spada “ siamo in tre, dobbiamo fermare un esercito… non è che ci siano molte alternative sul da farsi! Comunque ora è tempo di dormire… domani bisognerà essere in forma!“ ciò detto si coricò sul mantello “ sogni d’oro!”

Il giorno seguente, mentre si dirigevano verso ovest, Lauta e Enorg furono costretti a chiedere nuovamente di quale piano si trattava. La mezz’elfa rimase sconcertata
“ Davvero non avete idea di come fermare un esercito in tre?” chiese
“ bhe… no” rispose Enorg leggermente scocciato “ il giorno che l’hanno spiegato a scuola dovevo essere malato!” la mezz’elfa rise
“ bhe… c’è una sola cosa da tentare!” fece “ decapitarlo!”
“ decapitare l’esercito?”
“ certo! Un corpo senza testa non funziona e se un esercito non scende in campo l’altro ha poco da combattere!” quest’affermazione fu seguita da un breve silenzio, poi, vedendo che nessuno dei suoi due compagni aveva afferrato il concetto, la mercenaria aggiunse “ insomma… dobbiamo intrufolarci ed accoppare generale, ufficiali, comandanti… i capi insomma… un esercito senza comandanti è un esercito decapitato… sbandato…” Lauta fermò il cavallo che montava insieme ad Enorg “ …sarebbe meglio ammazzare gli eletti, ma quelli non crepano neanche se li butti in un tritacarne!... Ovviamente sarà meglio che agiamo solo io e te…” indicò Lauta “ nessuno ti sospetterà: a giudicare dalla divisa sei un loro soldato… e quanto a me, bhe, i mercenari di solito non si mettono ad ammazzare chi li paga o chi fa sì che qualcun altro li paghi… tu invece… potresti coprirci la ritirata!” la mezz’elfa si interruppe “ ma che avete? … non siamo ancora arrivati e gia vi manca il coraggio?” Lauta si schiarì la voce a disagio
“ em… vedi mezz’elfa…”
“ piantala di chiamarmi mezz’elfa, mi chiamo Sonera!”
“… vedi … Sonera…” riprese Lauta “ io… io non vorrei evitare di ammazzare i soldati dell’esercito dell’est… loro non sanno delle profezie… non c’entrano niente…” Sonera rimase in silenzio, senza capire
“ e… come intendevate fermare la guerra, senza ammazzare nessuno?” domandò
“ bhe…” borbottò Lauta “ non saprei… potremmo rapire i capi… tentare di farli ragionare…”
“ oh ” fece la mercenaria sarcastica “ capisco… volete farli ragionare… o rapirli nel loro stesso accampamento… un giochetto da ragazzi…” fece una risatina poi si rabbuiò “ credevo che sareste serviti a qualcosa voi due…” disse pensierosa “ ma se le cose stanno così sarà meglio che faccia da sola… chi fa da se fa per tre!” ciò detto, spronò il proprio cavallo verso Enorg e Lauta disarcionandoli “ vi prendo i cavalli in prestito…” disse “ non vorrei mai che vi venisse in mente di mettermi i bastoni tra le ruote…” prese le redini del cavallo che poco prima portava i due amici e partì al piccolo galoppo.
“ Fermati! ” urlò Enorg rimettendosi in piedi “ Sonera fermati! ”
“ da sola non ce la farai mai! “ Sonera si fermò. Per qualche istante Lauta pensò che lo avesse fatto grazie a ciò che aveva detto, ma presto capì che non era così.
Sonera si era fermata perché in lontananza, davanti a lei si scorgeva una sorta di massa luccicante, formicolante, che pareva avanzare lentamente. Sonera, Lauta ed Enorg si voltarono verso Ovest. Anche lì, tra la bruma del mattino si scorgeva in lontananza una grande folla in avanzata.
“ è troppo tardi!” urlò Sonera “ gli eserciti sono già partiti!” la mezz’elfa sembrò non impiegare neanche un secondo a riflettere, fece voltare i cavalli e tornò al galoppo da Lauta ed Enorg
“ dovete raggiungere i vostri comandanti e cercare di fermarli!” disse smontando da cavallo. Enorg scosse la testa, aveva gli occhi pieni di terrore
“ tu non capisci! Nessuno ci ascolterà! Tutti credono alla profezia!” Lauta gli mise una mano sulla spalla, un’espressione di decisione sul volto
“ Enorg… dobbiamo fare il contrario! Io andrò dal tuo esercito, tu dal mio… ci spacceremo per ambasciatori e cercheremo di negoziare la pace… è un suicidio, ma non vedo cos’altro…” Sonera la interruppe
“ bene, perfetto ottima idea!” disse spingendo Enorg verso uno dei cavalli “ movetevi!” Lauta ed Enorg montarono in sella, si guardarono
“ buona fortuna! ” disse Enorg
“ buona fortuna…” disse Lauta volgendo nervosamente lo sguardo all’esercito di creature pelose e maledicendo l’imbecillità di Risicato
“ piantatela con i convenevoli e muovetevi!” urlò la mezz’elfa.
I due amici si voltarono e partirono in direzione opposta, senza sapere se si sarebbero rivisti. Sonera rimase in piedi, nella polvere: ma non era sua intenzione rimanere con le mani in mano.

Lauta raggiunse per prima l’esercito nemico. Si fermò a trenta metri dalle loro fila. Il suo cavallo era irrequieto, perché percepiva il suo terrore. Osservò per qualche secondo lo schieramento di creature da pelo folto e dallo sguardo ostile… le pareva impossibile che appartenessero alla stessa specie di Enorg: erano orribili. La ragazza fece appello a tutta la sua capacità di cavarsela e si costrinse a parlare
“ io…” cominciò con la voce che le tremava “ IO SONO L’AMBASCIATRICE DELL’ESERCITO DELL’OVEST!” annunciò urlando perché la sua voce arrivasse forte e chiara “ CHIEDO DI PARLARE COL VOSTRO COMANDANTE!” ci fu un lugubre mormorio tra i ranghi delle creature pelose, poi una voce profonda le rispose
“ PARLA!” Lauta tremò: era sempre stata molto brava ad arrangiare i discorsi più assurdi e bugiardi, ma questa volta presagì che tutta l’abilità del mondo non sarebbe stata sufficiente. “ NOI DELL’OVEST SIAMO DISPOSTI AD INTERROMPERE LE OSTILITA’! “ urlò “ SIAMO DISPOSTI A FARE IL PRIMO PASSO VERSO LA PACE! CI RITIREREMO!” Lauta avrebbe voluto dire qualcosa di più, convincerli, ma per quanto fosse abile nell’arte dell’inganno non le venne in mente nessuna illuminazione “ SPERO CHE SIATE SAGGI ABBASTANZA DA FARLO ANCHE VOI!” la voce le si spense nella gola e la stupidità di quanto aveva chiesto la colpì con violenza: come poteva un esercito intero ritirarsi dopo mesi di preparativi solo per quelle sue quattro parole? Lauta serrò le redini nelle mani, il suo cavallo era sempre più irrequieto, le mancò terribilmente il flaccido sacchetto di interiora da stringere. Nonostante tutto osò sperare. Se Enorg fosse riuscito ad arrestare l’esercito dell’ovest forse, le sue parole sarebbero state credute…
Ad Enorg tuttavia non era andata meglio. Non era nemmeno riuscito ad aprire bocca.
“LO CONOSCO QUELLO!” aveva urlato Risicato dalle retrovie “ E’ UN INGANNO… NON E’ UN AMBASCIATORE! “
Lauta vide il comandante dell’ex esercito di Enorg aprire la bocca, trattenne il respiro
“ VEDO CHE IL MALE NON HA ALCUN RITEGNO NELLA RICERCA DELLA VITTORIA!” urlò il comandante “ INVIA AMBASCIATORI CON FALSE NOTIZIE… TUTTAVIA AVREI L’AVREI CREDUTO PIU’ ABILE NELLO SVIARCI!”
Lauta stava per replicare qualcosa, ma l’inconfondibile rumore di un esercito che attacca la raggiunse alle spalle: Enorg aveva fallito.
Tutto era perduto.
Mentre voltava il cavallo e si lanciava al galoppo, una catena di pensieri si srotolò nella sua mente: una ridda di soldati di entrambe le parti sarebbe morta, Sonera sarebbe morta, Risicato sarebbe morto, Enorg sarebbe morto, lei sarebbe morta… per cosa?

domenica 11 marzo 2007

L'oscura creatura-terza parte-

L’accampamento dell’esercito del male era diverso da come Lauta se lo era immaginato. Non c’erano cumuli di immondizia, non c’era gente che urlava, i prigionieri non venivano torturati per le strade, non c’erano orde di Creature che si aggiravano sbandate per il campo alla ricerca di qualcosa da ammazzare. In pratica non c’era quel maligno caos che ci si aspetta regnare tra le fila dell’esercito del Male.
Le tende erano montate piuttosto ordinatamente, le strade abbastanza pulite, e le Creature Oscure sembravano intente in quelli che sono i normali impegni di un soldato: manutenere le armi e le corazze, giocare a carte, spulciarsi a vicenda, fare un po’ di buon vecchio nonnismo…
I due ragazzi furono condotti in una serie di grosse gabbie di bambù tutte assolutamente vuote. Furono spinti in due gabbie vicine ed abbandonati a loro stessi, senza che nessuno si preoccupasse di slegarli.

Lauta aveva tentato di liberarsi le mani in tutti i modi, tentando di ignorare il fratello che si gettava urlando contro le sbarre. Alla fine era crollata, forse profondamente addormentata per la stanchezza o forse svenuta per il dolore alla mano ferita.
Quando riaprì gli occhi soffocò a stento un urlo. Era notte, e nella prigione non era più sola.
Una Creatura Oscura la osservava immobile dal lato opposto della prigione di bambù. Era ovvio che era lì per ucciderla.
Lauta si chiese se anche Risicato fosse nella sua stessa situazione. Voltò tremante la testa. Il fratello giaceva sul fondo della gabbia, addormentato e completamente solo. Lauta era troppo terrorizzata per farsi domande: tornò a guardare la nera Creatura…

Ora, in una tale situazione, possono accadere due sole cose. Se siamo di fronte ad un individuo qualunque, questo verrà dilaniato senza pietà. Se al contrario ci troviamo al cospetto di un eroe sarà lui ad avere la meglio. In entrambi i casi comunque la Creatura Oscura salterà addosso a chi si trova davanti, bramosa di uccidere.
Non sono previsti altri scenari. E Lauta, era a conoscenza di questa ineluttabilità.
Quando la Creatura, al posto di saltarle addosso, parlò, Lauta restò pertanto assolutamente attonita.
“ Spero vivamente che tu sia una persona dalla mente aperta!” disse la Creatura. Lauta rimase immobile, incredula. Non solo la Creatura aveva trasgredito il protocollo, non gettandosi su di lei, ma aveva anche parlato… e per di più con una certa proprietà di linguaggio! Tutto ciò era inconcepibile!
Lauta deglutì… per quanto fosse difficile confondere la frase che aveva appena udito con un ringhio belluino, dovette chiedere di ripetere.
“ Sci… scusa… cos’hai detto?”
“ Ho detto…” ripeté l’essere con voce chiara e tranquilla “ che mi auguro che tu sia in grado di capire cosa ti dirò! E soprattutto che tu sia in grado di accettarlo!” Lauta si fece scappare uno sbuffo: la conversazione le sembrava completamente surreale “ io mi chiamo Enorg…” continuò la Creatura.
“ Bhe…” borbottò Lauta, mentre quasi le veniva da ridere “ io sono Lauta… em… piacere…” era assurdo come mettersi a fare due chiacchiere con un pescecane.
“ Piacere mio!” fece la creatura
“ Posso… posso chiederti come mai sei entrato nella mia gabbia… em… Enorg?” chiese Lauta tentando di capirci qualcosa.
“ Non ci sono entrato di mia volontà!” disse l’essere “ sono agli arresti…” così dicendo ruotò il torso e mostrò le mani legate dietro la schiena.
“ Oh…” borbottò la ragazza, rimase in silenzio qualche secondo, poi aggiunse “ e… come mai ti hanno messo agli arresti nella gabbia dei prigionieri nemici?”
“ Probabilmente perché sperano che tu mi uccida” spiegò con calma Enorg, Lauta trasecolò.
“ Che io, uccida te?”
“ Sì…”
“ guarda che se mai, forse sperano il contrario!” replicò Lauta.
“ Non credo proprio…” disse Enorg con tono pacato e convincente “ altrimenti mi avrebbero sciolto le mani!”
Lauta scosse il capo, nel tentativo di snebbiarsi la mente.
“ Bhe, guarda che hanno lasciato legata anche me!”
“ Sì ” ammise l’essere “ ma è diverso…” poi rimase in silenzio, come se cercasse le parole adatte per dire qualcosa. In fine sollevò lo sguardo su Lauta e disse “ ora ti dirò qualcosa che ti sconvolgerà!” il suo tono era calmo ma deciso “ le nostre vite dipendono dalla tua capacità di accettare o meno le mie parole.” Lauta rimase in silenzio, in attesa, la creatura parlò nuovamente “ noi non siamo le Creature Oscure della profezia!” ci fu un lungo silenzio.
“ Senti Enorg…” fece Lauta “ non so cosa tu abbia in mente di fare… ma se vuoi convincermi ad aiutarti a scappare non c’è bisogno che ti arrampichi sui vetri… a me non importa se sei dell’Esercito del Male… se mi dai una mano a salvare la pellaccia mia e di mio fratello ti aiuto comunque…” Enorg la fissò per un istante, poi ripeté:
“ Io non faccio parte dell’esercito del Male… perché non esiste nessun Esercito del Male!” Lauta scosse la testa sconfortata da tanta ostinazione nel mentire.
“ Sì,” disse “ certo, e dimmi un po’, se non siete l’Esercito del Male, come mai ci attaccate?”
“ Per via della Profezia!” rispose Enorg “ vi attacchiamo perché la Profezia dice che l’Esercito del Male arriverà ad Elfohir da Est! E voi… voi venite da Est!”
“ Da ovest!” corresse Lauta “ …la Profezia dice che le Creature Oscure giungeranno da ovest!”
“ La vostra Profezia dice così! ma la nostra dice che arriveranno da Est!” Lauta scosse la testa.
“ Mi stai dicendo…” fece scettica “ che voi ci attaccate perché pensate che siamo l’Esercito del Male?”
“ Esatto!”
“Ma è ridicolo!” sbottò la ragazza “ come potremmo essere l’esercito del Male!?”
“ Dimmi perché no?” domandò Enorg con lo stesso tono che potrebbe usare un insegnante che cerca di far ragionare un alunno in difficoltà…
“ Bhe, ma ci hai visti? Noi non corrispondiamo a nessuno dei requisiti di un Esercito del Male!” Enorg sorrise
“ Bhe, a dire la verità corrispondete a delle Creature Oscure tanto quanto noi!”
“ Non farmi ridere!” sbottò Lauta “ senza offesa, ma voi siete cattivi, sporchi ed attaccate in grandi orde, urlando come indemoniati…” Enorg sospirò:“ in battaglia non mi è sembrato che voi foste gentili, puliti e pettinati… non vi ho visti avvicinarvi in fila per due spargendo petali di rosa e cantando soavi melodie …” Lauta ci rifletté un secondo… ripensandoci il suo esercito, come del resto tutti gli eserciti in cui aveva militato fino a quel momento, era composto di rozzi soldatacci e quanto alla loro tattica, se di tattica si poteva parlare, consisteva nel gettarsi contro gli avversari come una mandria di bisonti.
“ Bhe…” borbottò “ ma noi… ciòè, voglio dire… le Creature Oscure sono brutte… e noi…”
“ Senza offesa…” disse Enorg imitando il tono di voce che Lauta aveva usato poco prima “ ma per quanto mi riguarda voi siete orribili… tutti glabri, senza un pelo, la pelle scura come l’ebano… i labbroni enormi… ” l’essere si fermò a guardare l’effetto delle proprie parole, poi aggiunse “ immagino che voi ci troviate altrettanto disgustosi!” Lauta tentennò… forse la creatura diceva la verità… osò pensare, poi si riscosse: “ bhe, se sapete che tutta la guerra è un errore… come mai continuate ad attaccarci?”
Enorg sospirò: “ … sono l’unico che lo sa…” disse come se si sentisse un po’ in colpa
“ l’unico che lo sa?” sbottò Lauta “ e cos’aspetti a spargere la voce?” per la prima volta Enorg parve alterarsi
“ secondo te perché mi hanno sbattuto qui?” domandò con voce tagliente. Lauta lo osservò senza parlare, e lui riacquistò l’aria afflitta di poco prima “ non mi credono…” spiegò “ non mi crede nessuno… e non mi crederai neanche tu!” ci fu un lungo silenzio. Lauta scrutò Enorg: Poteva quell’orribile creatura dire la verità? Poteva essere tutto un enorme errore? Più la ragazza osservava Enorg, meno questa le incuteva terrore… in fondo aveva una bella pelliccia, lucida e morbida… e due enormi occhi scuri, che sembravano sinceri… e poi, forse, bello e brutto erano davvero una questione di ottica…
“ io ti credo…” disse
“ davvero?” chiese Enorg stupito
“ sì… come l’hai scoperto?” Enorg fece un respiro profondo
“ ho trovato una delle vostre profezie sul campo, a battaglia finita… e tu mi hai dato la conferma… i miei commilitoni pensano che sia tutto un vostro trucco per trarci in inganno!” Lauta annuì
“ girati” disse
“ girarmi…?” domandò Enorg improvvisamente preoccupato
“ sì, ti sciolgo le mani… poi tu sciogli me e ce la battiamo!” Enorg la guardò sospettoso per un istante poi le voltò le spalle.

“ E il tuo commilitone lì?” domandò Enorg in un bisbiglio
“ è mio fratello…” disse Lauta forzando la gabbia di Risicato facendo più piano possibile. Una volta che fu dentro premette la mano sulla bocca del fratello che si svegliò emettendo un suono soffocato
“ Ris… non gridare, sono io, stiamo scappando…” spiegò Lauta. Risicato annuì cercando di alzarsi, ma la sorella lo trattenne a terra “ senti… una delle creature scapperà con noi… è dalla nostra parte…” Risicato sbarrò gli occhi
“ cosa?!! Una Creatura Oscura?!”
“ bhe… senti ne discutiamo una volta fuori… ma ora stai zitto! ” Risicato tacque, ma lanciò uno sguardo di fuoco ad Enorg.
Con molta lentezza i tre riuscirono a strisciare verso la scuderia.
“ Ris, ti avevo detto di prenderne tre di selle!” sibilò Lauta
“ lui non verrà con noi!” disse Risicato in tono irrevocabile
“ Ris, non fare il cretino! “ replicò Lauta “ se siamo liberi è grazie ad Enorg!”
“ Enorg?!” sbottò il ragazzo “ non mi dirai che questi bestioni pelosi hanno dei nomi!” Lauta perse la pazienza, con uno scatto afferrò il fratello per il bavero e lo torse fino a mozzargli il fiato
“ ora, tu la pianti di fare il cretino!” sibilò “ non è il momento! C’è un buon motivo perché venga con noi! Ti spiegheremo tutto una volta fuori da qui!...” Lauta lasciò andare il colletto di Risicato, che si massaggiò la gola fissandola risentito, ma non fece obbiezioni.

“ Ris senti…” fece Lauta una volta che furono sufficientemente lontani “quello che dice Enorg ha senso! Che motivo avrebbe per mentirci?” Risicato guardò la sorella pieno di rabbia
“ è una Creatura Oscura! Non gli serve certo un motivo per mentire!!” urlò
“ ascoltami…” ripeté Lauta nel disperato tentativo di farlo ragionare “ se fosse…” ma il fratello non la lasciò terminare
“ io me ne torno dai nostri!” disse “ dai buoni! Se tu vuoi continuare a familiarizzare col nemico fa pure: dirò che sei morta in battaglia… così non disonorerai la famiglia!” Lauta imprecò
“ sai una cosa?” chiese urlando ardente di rabbia “ non capisco se sei davvero convinto di combattere contro il male o se in fondo hai solo voglia di ammazzare qualcuno… chiunque esso sia!” Risicato le rivolse uno sguardo indignato
“ io lotterò con onore contro il Male!” annunciò ergendosi in tutta la sua altezza “ vinceremo noi! ” Enorg che era stato per tutta la discussione in disparte, silenzioso, tossicchiò
“ cosa ti rende così sicuro?” domandò in tono di educata curiosità. Risicato fece uno sbuffo sprezzante
“ il Bene vince sempre!” rispose. Enorg sospirò
“ certo…” disse “ il bene vince sempre… non c’è libro di storia in cui una guerra sia stata vinta dai cattivi…” Risicato suo malgrado emise un suono di approvazione
“ esatto!” Enorg lo osservò con i suoi grandi occhi scuri
“ sì… ma i libri di storia non li scrive chi perde le guerre…” Enorg lasciò che ci fosse un breve silenzio, perché Risicato potesse riflettere su questo aspetto della storiografia, poi aggiunse “… tu davvero pensi che se vincessimo noi, sui libri di storia figureremmo come cattivi?” Risicato parve vacillare per un istante, ma poi si riprese. Urlò qualche frase incomprensibile alla volta di Enorg e della sorella, poi montò a cavallo e partì al galoppo verso est.
“ bel tentativo…” disse Lauta osservando tristemente la polvere che Risicato, sempre più lontano si stava lasciando dietro. “ Cosa hai intenzione di fare ora?” domandò poi
“ bhe… questa guerra va fermata!” rispose Enorg
“ cosa? Sei matto? Non possiamo fermare la guerra!” fece Lauta voltandosi verso l’amico “ non li convinceremo mai!... non siamo neanche riusciti a fermare mio fratello… e ti assicuro che quanto a stupidità è nella media!”
“ ma non possiamo lasciare che si massacrino inutilmente!” proruppe Enorg
“ bhè… se hai un’idea… sarò la prima a seguirti!” replicò Lauta in tono piatto, fissando il fratello ormai lontano. Enorg parve in difficoltà, ma poi l’ombra di un’idea attraversò il suo sguardo
“ potremmo andare a parlare a Golpat, il vecchio stregone che ha emanato le profezie…” disse “ quanto meno potrebbe spiegarci perché le ha fatte contraddittorie!”
“ bhe… potrebbe non essere stato lui a farle… potrebbe averle inventate un pirla qualsiasi!” obbiettò Lauta
“ penso che le profezie possano essere fatte solo da Stregoni… deve esserci una specie di protezione magica contro le false profezie… è per questo che tutti ci credono così tanto!”
“ bhe… ma allora come è possibile che si contraddicano a vicenda? Se non sono fasulle dovrebbero essere vere entrambe! ”
“ sì… non saprei… è quello che mi piacerebbe chiedere a Golpat!”

Golpat era un vecchio. Ma non quel tipo di vecchio che ci si aspetterebbe da uno stregone. Prima di tutto non aveva ne barba bianca ne cappello a punta. Poi non era affatto grosso ed imponente come si conviene ad un vecchio stregone. In fine non si poteva proprio paragonarlo ad una vetusta quercia o ad un’atavica roccia, come è da contratto.
Golpat aveva infatti un mento ispido e pieno di croste, una coppola di lana marrone a coprire la testa glabra. Era magro e ricurvo, e più che ad un solido albero faceva pensare ad un krecher rimasto troppo tempo in un luogo umido.
“ Sei sicuro che sia lui?” chiese Lauta osservando il vecchietto che dormiva pericolosamente inclinato da un lato e con la bocca spalancata
“ la direttrice della casa di riposo ha detto che è lui…” borbottò Enorg titubante “ e poi guarda… c’è scritto sulla targhetta… Golpat Gallfert. In caso di ritrovamento riportare a Villa Camomilla, la casa di riposo del mago festoso… cavoli… mi sembra messo maluccio…”
“ già… secondo te…” Lauta non finì la frase perché un’inserviente aveva preso a passarle uno straccio sui piedi “ scusi…” le chiese Lauta indicando Golpat “ possiamo svegliarlo?”
“ se vi riesce…” rispose la donna facendo spallucce e smettendo di passare lo straccio “ ha il sonno un po’ pesante… fidatevi, io lo so, sono la sua badante personale… quando morirà passeranno giorni prima che qualcuno se ne accorga…”
“ ah…” fece Lauta “ scusi signor Golpat…” chiese toccando leggermente il mago che come unica risposta cominciò a colare bava da un lato della bocca “ signor Golpat?!”
Lo stregone si svegliò solo dopo vari tentativi, sembrava molto confuso. La badante gli infilò in bocca la dentiera senza tante smancerie
“ chi… chi sei tu? sei Sara?”
“ Sara è sua figlia…” spiegò la badante senza preoccuparsi di abbassare la voce “ non viene a trovarlo da un anno ormai…”
“ em… no io sono qui per farle una domanda a proposito di una sua profezia…” disse Lauta tutto d’un fiato, desiderosa di uscire dall’imbarazzante situazione al più presto
“ devi alzare la voce…” disse la badante “ è un po’ duro d’orecchi…” poi si voltò verso Golpat e cominciò ad urlare a squarcia gola “ LA SIGNORINA QUI- VUOLE CHIEDERTI QUALCOSA- SU UNA TUA PROFEZIA!”
“ prozia? ” domandò Golpat “ quale prozia? io non ho nessuna prozia!”
“ PROFEZIA!” ripetè la badante
“ ah… prozia… sì, ho una prozia… Prozia Ester…” fece Golpat lasciando Lauta ed Enorg alquanto interdetti
“ PRO-FE-ZIA!” sillabò la badante, con le labbra ad un centimetro dall’orecchio di Golpat. Il vecchio parve capire
“ una mia… profezia…?” ripetè “ quale mia profezia?”
“ QUESTA!” urlò Lauta spingendogli rapidamente una delle due pergamene sotto il naso.
“ oh…” fece Golpat esaminandola “ oh… questa non è mia ” detto questo si addormentò di colpo, e qualche secondo dopo la saliva gli stava già tracimando oltre la dentiera, come acqua che scavalca una diga
“ ma…” borbottò Lauta
“ ma questa deve essere sua!” protestò Enorg rivolto disperatamente alla badante
“ oh… Golpat sarà anche un vecchio rincoglionito… ma non si sbaglia mai sul lavoro!” rispose questa
“ ma… io sono sicuro che sia sua…” ripetè Enorg “ è importantissimo sapere di chi sia…”
“ bhe…” borbottò la badante “ se è così importante per voi… forse posso darvi una mano…” ciò detto si guardò in torno con aria circospetta, come se si aspettasse di essere spiata, ed afferrò la mano inerte di Golpat “ dammi la profezia…”
“ em… veramente… sarebbero due vorremmo sapere se…”
“ dammele…” insistette la badante con una certa premura, Lauta le diede la propria profezia ed Enorg si affettò ad imitarla. La badante vi adagiò sopra la mano del vecchio stregone, poi assunse un’aria concentrata. Si unì un lieve sfrigolio, come di un tocco di burro che frigge in una padella, ed alcune scintille rosse schizzarono dalle pergamene… La badante riaprì gli occhi ed abbandonò la mano di Golpat
“ non ditelo in giro che ho usato la sua magia… sarebbe vietato…” fece la donna visibilmente sovreccitata “ ma sapete com’è… quando serve… e poi questi vecchi maghi la magia non sanno più trattenerla… sono incontinenti… fargliela uscire è facilissimo… figuratevi che alcuni se la perdono da soli… è per questo che abbiamo smesso di dargli da mangiare i fagioli… certi peti magici che comparivano draghi e unicorni per ore… scusate se parlo così tanto… ma mi fa quest’effetto se uso la magia più di due volte al giorno… sapete… prima Odeon aveva vomitato è non avevo affatto voglia di pulire col metodo classico… poi quella mezz’elfa…” la donna si scosse, e parve riprendere il controllo di se, Lauta ed Enorg ancora travolti dal flusso di parole rimasero imbambolati
“ comunque…” riprese la badante con un po’ più di calma porgendo indietro le profezie “…sono due diverse versioni della stessa profezia... in effetti non sono propriamente di Golpat ne l’una ne l’altra… sono interpretazioni di una sua profezia… emanate tutte e due lo stesso giorno dalla consociazione degli armigeri… strano che si contraddicano se sono state emanate entrambe dalla stessa consociazione…” Lauta ed Enorg si scossero
“ ma…” Lauta stava per dire che era una cosa priva di senso, quando l’orribile verità si delineò con chiarezza nella sua mente “ non… non può essere!” balbettò
“ hanno… dato due interpretazioni diverse apposta per scatenare una guerra…” fece Enorg altrettanto sconvolto
“ … e vendere armi ad entrambi gli eserciti…” completò Lauta
“ probabile…” aggiunse la badante, incapace di restare in silenzio “ la vera profezia diceva:
Nell’anno del corvo
il male giungerà ad Elfohir
due eserciti cercheranno lo scontro
Morte e distruzione si spanderanno sulla terra
Che si arresti l’incedere del male
Che si fermi la creatura oscura!”
Lauta ed Enorg si grattarono entrambi la testa
“ cosa vuol dire? ” domandò Lauta “ non è molto chiara… di che creatura oscura parla? ”
“ ovvio che non è chiara!” fece la badante “ è una profezia… le profezie devono essere nebulose e criptiche, lo stabilisce l’articolo nove della legge dei maghi… comma tre mi pare… ” Enorg e Lauta si guardarono
“ ed ora cosa facciamo?” domandò Lauta

venerdì 9 marzo 2007

L'oscura creatura-seconda parte-






[....] la ragazza prese fiato “ ma lo sai quante guerre ci sono contro il Male?
Miliardi… e lo sai come funzionano?
Bhe, te lo dico io: qualsiasi cosa accada il Bene trionfa sempre!
Gli Eletti, i Predestinati, gli Eroi, le fidanzate degli Eroi si salvano, si coprono di gloria e finiscono sui libri di storia…”
Lauta fece una pausa osservando il fratello minore “ e lascia che te lo dica…”- fece -“ tu non sei un Eletto, non sei un Predestinato, non sei un Eroe… e, a meno che i tuoi gusti sessuali non siano più fantasiosi di quanto penso, non sei nemmeno la fidanzata dell’eroe!”.
Risicato cercò di replicare, ma Lauta lo precedette con furia “ lascia che telo dica! Tu sei lo sfigato figlio di puttana che crepa sul campo senza che nessuno se ne accorga! Servi solo per la coreografia, ecco a cosa servi!” il giovane soldato rimase in piedi barcollando leggermente:
“ bhe…” disse “ almeno… almeno avrò dato il mio contributo!” ed aggiunse, mentre il fuoco di poco prima tornava a scintillargli negli occhi “ mentre tu te la sarai data a gambe!”
“ perfetto…” sbuffò Lauta “ verrò a portarti i fiori sulla tomba…
...anzi sulla fossa comune… perché gli sfigati figli di puttana non sono abbastanza importanti per avere una tomba!”.
Nei giorni seguenti Lauta ce la mise tutta per convincere il fratello. Ma non ci fu nulla che poté smuovere il giovane militare. Infine Lauta era stata costretta a desistere. In un primo momento aveva deciso di andarsene e lasciare lo stolto fratello al suo destino ma poi ci aveva ripensato. Non poteva abbandonarlo a morte certa… non poteva permetterlo. A convincerla fu più che altro il pensiero di sua madre. Lola era una prostituta che credeva profondamente nei valori della famiglia, e a sapere che i suoi figli si disinteressavano l’una dell’altro sarebbe morta di crepacuore.
Così Lauta rimase nell’esercito al fianco del fratello fino alla prima battaglia.
Vi è una vasta gamma di Oscure Creature del Male. Ma si può dire che esse corrispondano pressappoco tutte allo stesso schema. Sono grosse, brutte, cattive, sporche, nere e in linea di massima mediamente stupide. Parlano a grugniti ed attaccano in grandi orde urlando come indemoniate.
Per quanto riguardava Lauta, quelle che in lontananza si stavano lanciando verso di lei e il suo esercito corrispondevano a tale cliché. In più erano coperte da una folta pelliccia e dotate di zanne.
Lauta, con una mano strinse l’impugnatura della spada cercando di farsi forza. Il contatto con la spada non la rassicurò per nulla, la mollò ed afferrò il sacchetto di interiora di pecora che le pendeva dalla cintura. Il debole –ploch- che si udì ebbe un potere calmante su di lei… ma non era ancora giunto il momento di usarle.
Lauta lanciò l’ennesima occhiata al fratello, che stava a qualche metro di distanza da lei, impaziente di farsi ammazzare, poi tornò a guardare l’orda di nemici in avvicinamento. Ormai le creature Oscure non distavano che qualche centinaio di metri. Lauta udì il comandante che urlava di andare alla carica e cercando di restare vicina al fratello si lanciò in avanti.
A Lauta sembrava che non fosse passato più di un secondo da quando aveva cominciato a correre a quando aveva raggiunto i nemici. Sembrava di essere in un incubo: Creature Oscure le piombavano contro da ogni parte. Lei le schivava e si faceva piccola cercando di strisciare verso Risicato. D’un tratto una delle bestie la aggredì con un’ascia, e lei dovette gettarsi a terra per evitarla. Atterrò in una pozza di fango e sangue in cui galleggiavano interiora che probabilmente non erano di pecora. Scivolò di lato e si rialzò guardandosi intorno: Non vedeva più il fratello! Nella battaglia che infuriava lo aveva perso di vista. Presa dal panico si mosse di lato evitando un nuovo fendente sbucato dal nulla: non sarebbe resistita ancora a lungo. Doveva trovare il fratello. D’un tratto lo vide. Troneggiante su una massa di cadaveri, con la spada insanguinata che riprendeva fiato. Lauta si mise a correre verso di lui, doveva raggiungerlo prima che ingaggiasse un nuovo combattimento. La ragazza correva tirando gomitate a destra e a manca, incurante di colpire gli amici o i nemici. Finalmente lo raggiunse alle spalle. Con rapidità sfoderò la spada, la sollevò sopra la testa. Poi con tutta la forza che aveva la abbatté di piatto sull’elmo del fratello.
Risicato, rimase immobile, mentre il suo elmo risuonava come una campana. Poi crollò a terra.
Lauta lanciò una rapida occhiata in giro, sperando che la scena fosse passata inosservata nel trambusto. Poi si sdraiò accanto al fratello e sparpagliò il contenuto del sacchetto sulle loro armature.
Fingersi morta fu molto più dura del solito. Siccome aveva dovuto raggiungere il fratello non aveva potuto indossare un’armatura molto robusta, che le avrebbe impedito i movimenti. Ed ora, ogni qual volta qualcosa le cadeva addosso o la urtava, le pareva di sentire le proprie ossa spezzarsi. Quando una delle creature oscure le pestò la mano fu lì lì per lasciarsi sfuggire un grido, ma resistette. Fu davvero terribile. Ma anche le cose più terribili finiscono.

Lauta, udì i corvi gracchiare. Di solito questo era il segno che tutto era finito, che il campo di battaglia era ormai popolato solo di cadaveri e mangiatori dei medesimi. Questa volta tuttavia la ragazza esitava a tirarsi su. In fine lo fece. Si sentiva come se ogni singolo membro dei due eserciti le fosse passato sopra saltando. Aveva una lunga ferita sul costato, dove l’armatura troppo leggera aveva ceduto, e la mano che le avevano pestato era gonfia e pulsante, il resto del corpo era maculato di lividi ed ematomi di ogni forma e dimensione. Ma era viva, si disse. Ed anche suo fratello, se bene malconcio e ancora privo di sensi respirava ancora.
Lauta si alzò: il pericolo non era ancora finito. Ora doveva allontanarsi da lì il più in fretta possibile, per di più trasportando il corpo inanimato del fratello. Si guardò in torno alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarla nell’impresa.
Ora se Lauta fosse stata un’eroina, un’eletta o qualcosa di simile, il destino le avrebbe prestato soccorso. Sarebbero arrivati una gigantesca aquila, un cavallo alato, una fenice o un unicorno che avrebbero raccolto lei ed il fratello e li avrebbero portati in salvo. Oppure, una qualche buonanima, che passava proprio di lì per caso, li avrebbe portati via senza fare domande. Alla peggio, un cavallo bianco sbandato sarebbe trottato verso di loro con leggiadria, pronto a farsi carico delle loro chiappe.
I due giovani però erano figli di puttana qualunque e per quanto aguzzasse la vista Lauta vedeva solo avvoltoi così bolsi di cibo da non poter più spiccare il volo. Così si rimboccò le maniche e si mise in cerca del materiale necessario a costruire una lettiga.
Ben presto si procurò due resistenti alabarde cui tolse la lama. Poi sottrasse a tre ex commilitoni i rudi maglioni che portavano sotto l’armatura. Rivoltò all’interno le maniche dei maglioni e vi infilò dentro il manico delle alabarde. Certo non era poetico come un cavallo alato, o pratico come l’aiuto di una buonanima, ma i disertori figli di puttana sanno adattarsi.
La ragazza caricò il fratello sulla lettiga e trascinandosela dietro si avviò lentamente verso sud.

Lauta camminava ormai da moltissimo tempo e aveva però percorsa pochissima strada, facendo una fatica tremenda a trascinare la lettiga sul terreno accidentato e coperto di cadaveri. Ed ora che si trovava su una pista liscia e compatta le sembrava un sogno. Certo era vagamente cosciente che rimanere su una strada era pericoloso, ma del resto era troppo stanca per stare a rimuginarci sopra.
Quando la pattuglia di Creature Oscure le si parò davanti i suoi riflessi erano così appannati dalla fatica che non riuscì nemmeno a pensare di fuggire.
L’individuo che sembrava il capo intimò di fermarsi. Lauta sentì un’ondata di adrenalina che spazzava via parte della stanchezza. Si guardò intorno, ma era cosciente di non avere vie di fuga. Rimase immobile, paralizzata.
“ Prendetela!” ordinò la creatura. Lauta ebbe il folle istinto di scappare a gambe levate, ma per farlo avrebbe dovuto abbandonare il fratello.
La lettiga dovette mollarla comunque mentre due delle creature pelose le piombavano addosso. Sentì il –dong- dell’elmo di Risicato che batteva per terra. Tentò di divincolarsi con poca convinzione e ben presto si trovò con mani e piedi legati. Poi fu caricata di peso su un carretto insieme al fratello ancora svenuto, che era stato comunque legato.
Il carretto partì. Lauta schiacciò la faccia contro le assi del carretto per non mettersi a piangere. Non solo Risicato sarebbe morto comunque, ma sarebbe morto per colpa sua! E poi sarebbe morta pure lei…
Le pareva di sentire il proprio cuore gonfiarsi furiosamente come se avesse voluto spaccarle il petto. La mano ferita, stretta dalla corda, le faceva un male intollerabile. Sentiva che il proprio stomaco si sarebbe presto rivoltato come un calzino. Stava per vomitare dalla disperazione, ma reagì. Diede una testata contro le assi: non era il momento di farsi prendere dal panico! Cosa avrebbe detto sua madre a vederla così?
– C’è sempre un modo di cavarsela!- le aveva detto Lola quando una volta da piccola si era messa nei guai – l’unica cosa che bisogna fare è aspettare con calma che arrivi il momento giusto per riuscirci… e non farsi prendere dal panico perché se uno ha il panico non vede le occasioni che gli si presentano!- questo le aveva detto sua madre attraverso le sbarre della prigione di Esinlud quando era stata condannata all’impiccagione per aver rubato un asino. Lauta l’aveva ascoltata e la sera stessa era riuscita a scappare attraverso il canale di scolo.
Lauta respirò profondamente, sebbene la mano le facesse ancora furiosamente male, lo stomaco si era placato ed il cuore sembrava tornato delle dimensioni originarie.
“ Mmm…” fece Risicato al suo fianco, aprendo un occhio “ ma che è successo?”
“ siamo stati catturati dalle Creature Oscure…” rispose Lauta con tono piatto.
“ ora ricordo!” fece Risicato cercando di sollevarsi “ quei codardi mi hanno preso alle spalle! Brutte carogne! Se solo mi avessero affrontato a viso aperto…” Lauta evitò di contraddire il fratello “ …assassini a sangue freddo! Io vi ammazzo tutti!”
“ calmati… non è il caso di farli incavolare…” gli fece notare lei “ vedrai che troviamo un modo per tagliare la corda prima che ci scannino…”
“ io li ammazzo tutti, brutti bastardi figli di puttana!” urlava il ragazzo “ MI SENTITE? VI AMMAZZERO’ UNO PER UNO!” rotolò da un lato tentando di divincolarsi “ UNO PER UNO CAPITO!?”
“ vuoi calmarti?” ripetè Lauta con maggiore insistenza “ questi ci linciano!” ma Risicato non ne voleva sapere.
“ Slegatemi e vi faccio vedere io! Vi sbudello tutti quanti!” Lauta decise di ricorrere alle maniere forti per calmare il fratello. A piedi uniti gli sferrò un calcio nello stomaco
“ non so tu…” gli disse mentre lui boccheggiava senza fiato “ ma io vorrei ancora provare a cavarmela… e ti sarei enormemente grata se cercassi di aiutarmi: ci serve un piano!” Lauta attese che il fratello dicesse qualcosa, ma evidentemente non era ancora in grado di farlo, quindi proseguì “ tanto per cominciare vorrei proprio sapere come mai non ci hanno già fatti fuori…”
“ pr…sa.. gh..” esalò Risicato
“ come scusa?”
“ per… il …sangue…” rispose il ragazzo cercando di tornare a respirare normalmente
“ per il sangue? Che sangue?”
“ per… il nostro sangue! … non ci uccidono perché una volta all’accampamento vogliono bere il nostro sangue!” il ragazzo prese una boccata d’aria come se uscisse da sott’acqua.
“ oh…bhè…” fece Lauta “… piuttosto macabro, ma direi che questo ci avvantaggia!…”
“ ci avvantaggia?!” urlò Risicato “ hanno colpito in testa anche te?”
“ se vogliono bere il nostro sangue è difficile che lo facciano appena arrivati…” spiegò Lauta “ probabilmente dovranno preparare una qualche cerimonia, magari un festino… e questo ci assicurerà abbastanza tempo da escogitare un piano di fuga!”.

lunedì 5 marzo 2007

L'oscura creatura-prima parte-





Lo scontro era terminato da diverse ore. Tutto era ormai passato. Le uniche fonti di movimento erano i numerosi focolai di incendio e qualche avvoltoio satollo.
Il campo di battaglia era disseminato di corpi.
Tra questi, riversa su un fianco, con le budella che fuoriuscivano dall’armatura, palesemente morta, c’era una ragazza di colore: Lauta.
Lauta non era discendente di qualche casata estinta. Non era un’orfana misteriosa trovata in un bosco ed allevata da generosi sconosciuti. Non aveva voglie a forma di corona o misteriosi tatuaggi. Non possedeva amuleti, medaglioni, anelli, ne qualsivoglia altra patacca del tipo. Lauta non era un’eroina, né un’eletta.
Lauta non faceva insomma parte di quel genere di individui che dopo una sciabolata in pancia si rialzano magicamente per salvare le sorti di una guerra.
Lauta era figlia di una prostituta di Esinlud e di un suo cliente, generoso con le mance ( da qui il nome Lauta ). Nessun mistero aveva avvolto la sua esistenza. Tranne forse quello relativo alla sua nascita: - perché la pozione abortiva assunta dalla madre con lei non aveva funzionato?- Ma si trattava di poca cosa: l’infuso funzionava di rado, come dimostravano i suoi quindici fratelli.
Per farla breve, Lauta rientrava in quella classe di individui che se vengono sventrati non risorgono magicamente e si limitano a crepare senza creare troppo scompiglio.
Quindi il fatto che la ragazza aprì gli occhi, si alzò e dopo essersi data una rozza ripulita, se ne andò scavalcando cadaveri, può lasciare davvero sconcertati.
Tuttavia questo strano evento, che lasciò profondamente turbati un paio di uccelli necrofagi, ha una spiegazione semplice.
Lauta infatti, era cresciuta nel peggior quartiere di Esinlud, con quindici fratelli. Questo l’ aveva resa ricca di inventiva e molto abile nel trovare fantasiose soluzioni ai problemi della vita. Questa sua abilità la aveva portata, in età adulta, a trovarsi un lavoro poco convenzionale ma remunerativo: la disertrice.
In poche parole la ragazza si arruolava in qualcuno dei numerosi eserciti che calcavano le terre del Regno, ritirava la prima paga e poi tagliava la corda alla vigilia della battaglia.
Ovviamente si trattava di un lavoro piuttosto complesso, che comportava numerosi rischi. Tra cui, primo, essere rintracciata e passata a fil di spada.
Un altro dei rischi del mestiere era quello di non avere la possibilità di defilarsi prima dello scontro. In questi casi Lauta non si scoraggiava. Indossava un’armatura robusta, si procurava un po’ di interiora di pecora, e alla prima occasione si sdraiava in terra fingendosi morta.
Questo tipo di comportamento, che può sembrare un atto di codardia, richiede invece una grande dose di sangue freddo e autocontrollo. Rimanere immobili per ore, mentre intorno a te impazza la battaglia, mentre ti calpestano, mentre ti schiacciano, non è affatto facile. Se si è abili tuttavia è un modo abbastanza sicuro per evitare di farsi ammazzare.

Appena fu sufficientemente distante dal campo di battaglia Lauta si sfilò la corazza. Era molto pesante, e le impediva praticamente tutti i movimenti. In più puzzava di interiora di pecora.
La ragazza si sciacquò in un rigagnolo. Una volta rinfrescata decise di fare il punto della situazione. Doveva allontanarsi da lì evitando accuratamente di passare troppo vicino ai nemici quanto agli amici. Fece un rapido calcolo su dove dovevano trovarsi le truppe sopravvissute allo scontro, poi si diresse verso ovest, dove il sole stava già tramontando. Se avesse camminato di buon passo al mattino sarebbe stata in zona sicura.
Alle prime luci dell’alba Lauta si sedette ai piedi di un faggio, esausta. Aveva camminato tutta la notte, senza sosta, ma ora poteva star certa di essere fuori dalla portata dei due eserciti. Si sdraiò sul letto di foglie pronta a farsi un bel sonno: al risveglio si sarebbe messa alla ricerca di un esercito nuovo.

Di solito ci volevano dai sette ai venti giorni per trovare qualche armata bisognosa di carne fresca. Questa volta a Lauta ce ne vollero solo cinque.
“ Questo è l’Esercito della Luce!” le disse il mezzelfo addetto agli arruolamenti “ la profezia ci guiderà alla vittoria e…” Lauta sospirò e lo interruppe
“ sì… okey…” disse “ la paga a quanto ammonta?” il soldato la guardò storto, poi rispose
“ sei pezzi d’argento al mese, più tre pezzi di rame per ogni nemico ucciso…”
“ mm… bella miseria per rischiare il collo!” replicò Lauta. Il soldato fece una smorfia
“ noi non combattiamo per i soldi, ma perché il Bene trionfi sul Male… perché la Luce sconfigga il Buio e…”
“ sì… okay…” fece Lauta “ e la prima paga quando la date?”
“ all’atto dell’arruolamento…” rispose il soldato guardandola con crescente disprezzo
“ bene…” fece Lauta, che meditava di sparire la sera stessa “ dove devo firmare?”
“ qui!” Lauta firmò: Enrietta Finnigan
“ bene… quando è il rancio?” il mezz’elfo la guardò di nuovo male
“ tra mezz’ora… ma prima dovresti ritirare la divisa e presentarti al…“
“ sì, lo faccio a stomaco pieno! ” Lauta si allontanò, avrebbe fatto un pasto caldo e poi se la sarebbe svignata subito. Per sei pezzi d’argento non valeva la pena di aspettare il secondo mese di paga, rischiando di finire di nuovo in battaglia. Raggiunse una grande tenda sotto la quale cerano quattro lunghe tavolate di legno. Si sedette su una panca. Doveva essere un esercito ben sbandato se ti davano i soldi subito dopo la firma, pensò. Se fossero stati tutti così il suo lavoro sarebbe stato decisamente più semplice.
Poco dopo una tromba suonò e le quattro tavolate si riempirono ad una velocità sorprendente.
Lauta guardò il ragazzo mulatto dall’aria emaciata che le si era seduto davanti
“ Non ci posso credere!” disse “ fratellino!” il ragazzo sollevò gli occhi
“ Lauta! Anche tu qui!?” la ragazza sorrise, malgrado trovasse più prudente evitare di far conoscere il suo vero nome “ ti sei arruolata?”
“ sì…” rispose lei iniziando a mangiare la zuppa “ anche tu vedo!” gli fece l’occhiolino. Suo fratello Risicato, era il più giovane della cucciolata e aveva sempre destato preoccupazioni nella madre. Tra tutti i figli era quello che se la sapeva cavare di meno. Si ficcava in un sacco di guai e non era capace di uscirne da solo.
Lauta sorrise. L’idea che ora il fratellino facesse anche lui il disertore la riempiva di orgoglio: voleva dire che aveva imparato ad autogestirsi.
“ questa è mia sorella Lauta!” disse Risicato ai soldati seduti al suo fianco. Lauta tossicchiò a disagio. Era improbabile che qualcuno la smascherasse a partire dal suo nome ma avrebbe preferito non rischiare.
Il pasto finì ed i due fratelli si allontanarono insieme per fare due chiacchiere.
“ Sei qui da molto?” domandò Lauta
“ sei mesi!” rispose il fratello
“ sei mesi!? Fanno trentasei pezzi d’argento!” Risicato annuì
“ sì, all’incirca…”
“ e in sei mesi non ci sono stati scontri?”
“ no… solo qualche incursione…” Lauta era colpita. Di solito lei se ne andava subito, per non rischiare troppo, e non rimaneva mai nello stesso esercito dopo essersi finta morta in una battaglia. Questo per evitare di essere smascherata: gli eserciti del regno erano così numerosi che non aveva senso rischiare. Tuttavia il modus operandi del fratello, se gestito con attenzione, poteva dimostrarsi di certo più remunerativo.
“ e bravo Risicato!” fece Lauta scompigliandogli i capelli ricci “ non ti facevo così in gamba!” il ragazzino sorrise orgoglioso, poi voltò la testa: qualcuno lo stava chiamando
“ Risicato! Ricordati che oggi c’è l’ispezione!” gli disse un ragazzo all’incirca della sua età
“ sì, arrivo tra un minuto…”
“ ma hai dato il tuo vero nome?” chiese Lauta interdetta
“ certo… ora scusami ma devo correre… ci vediamo sta sera!”
Lauta sospirò: dare il proprio nome era un errore da pivellini!
La ragazza si diresse verso la tenda dove distribuivano le uniformi: aveva cambiato idea. Sarebbe rimasta per un po’ a vedere come se la cavava il fratello.
Mentre avanzava verso la tenda sospirò nuovamente, preoccupata. Rimanere così a lungo nello stesso esercito era davvero troppo pericoloso. Non solo si rischiava di essere scoperti, ma si era anche costretti ad obbedire ai comandi, cosa che a lungo andare poteva anche creare assuefazione. In più era inevitabile affezionarsi ai commilitoni, cosa altamente sconsigliabile.
Raggiunta la tenda cercò di rassicurarsi: in fondo Risicato era grande, sapeva di certo come cavarsela. Quanto a lei sarebbe rimasta solo il tempo necessario ad accertarsi che tutto andava bene.

Una volta indossata la nuova divisa si accinse a presentarsi al proprio comandante.
“ Come mai non si è presentata subito dopo l’arruolamento?” domandò imperioso il comandante
“ mi perdoni Signore, ma non volevo presentarmi prima di aver indossato l’uniforme e nella tenda della distribuzione non c’era nessuno” disse Lauta, contando sull’altissima probabilità che effettivamente chi consegnava le uniformi poco prima del rancio non ci fosse.
“ Lei è stata assegnata alla mia pattuglia, la numero quindici…” proseguì il comandante senza indagare oltre “ sostituirà un soldato morto in ricognizione… qual è la sua arma?”
“ la spada signore ” rispose Lauta, che era solita utilizzarla per far legna
“ bene… può unirsi al resto della pattuglia… la tenda è sul lato ovest, i suoi commilitoni risponderanno alle sue domande se ne ha”
“ sì signore!” rispose Lauta girando sui tacchi. Questo tipo di dialoghi le era estremamente familiare.
Al posto di andare alla tenda della pattuglia quindici Lauta andò in cerca del fratello. Lo trovò che lucidava un’armatura
“ Si può sapere perché hai dato il tuo nome?” chiese a bruciapelo “ è la prima cosa da evitare!” il fratello la guardò con aria interrogativa
“ e perché?” Lauta scosse la testa incredula
“ perché?! Ma perché così sei rintracciabile!” sbottò “ e poi i nomi dei disertori fanno presto a viaggiare da un esercito all’altro… vuoi bruciarti la carriera?” Risicato guardava la sorella senza capire
“ disertori?” domandò “ io non sono mica un disertore!”
“ lo diventerai quando taglierai la corda no!?” insistette Lauta, il fratello pareva sinceramente sorpreso
“ perché dovrei tagliare la corda?” per Lauta fu come ricevere uno schiaffo in piena faccia: si sentì avvampare
“ tu… tu…” iniziò a balbettare “ tu ti sei arruolato sul serio… cioè tu hai hai… hai intenzione di combattere?”
“ certo!” replicò Risicato. Lauta boccheggiò
“ ma ti ha dato di volta il cervello? Vuoi farti ammazzare?”
“ non se posso evitarlo “ le rispose tranquillamente il ragazzo. Lauta faticava a credere alle sue orecchie
“ non se puoi evitarlo? Ma cosa credi che la guerra sia un gioco? Non ci vuole niente a beccarsi una randellata in testa!”
“ è un rischio che sono disposto ad accettare!”
“ per cosa? Per sei miseri pezzi d’argento?” urlò Lauta. Risicato si fece scappare un risolino
“ tu credi che io combatta per i soldi?” chiese divertito “ io combatto perché il Bene trionfi sul Male, perché la Luce…” Lauta assunse un colorito grigiastro: suo fratello era più stupido di quanto si aspettasse
“ perché il Bene trionfi sul Male? “
“ esatto!” rispose il fratello gonfio di orgoglio
“ e si può sapere cosa c’entri tu?” gli chiese Lauta “ Se la mamma sapesse le prenderebbe un colpo!” Risicato guardò la sorella, quasi con commiserazione
“ la mamma non potrebbe capire…” disse “ e neanche tu… non pensate altro che a voi stesse… non vi frega niente del Bene o del Male, ma io sono diverso, io voglio combattere per ciò che è giusto, voglio difendere il mondo dall’Oscurità… voglio che la Luce trionfi!” Lauta sbuffò
“ allora, quando ti farai ammazzare, ti devo far seppellire con una scatola di fiammiferi?”
“ come puoi essere così cieca?!” domandò il ragazzo esasperato, poi fece un lungo respiro “ tu hai letto la profezia?” chiese nuovamente placato
“ no, non l’ho letta” replicò Lauta cercando di non guardarlo in faccia, perché se lo avesse fatto era certa che lo avrebbe preso a ceffoni. Risicato sospirò, come a dire -ecco! Così si spiega tutto-
“ quindi davvero non sai perché questa guerra si sta combattendo?”
“ no, ne mi interessa!”
“ leggi la profezia!” fece il ragazzo sfilandosi un pezzo di pergamena dalla divisa, e porgendolo alla sorella “ leggila, allora sono certo che capirai perché ho scelto di combattere”
La ragazza prese il foglio, scettica e lesse.

Nell’anno del corvo, da ovest
L’esercito del male giungerà ad Elfohir
Morte e distruzione si spanderanno sulla terra
Che presto sia creata una forza rivale
Che sorga l’esercito del bene
Che si arresti l’orda nera
Che si fermino le orribili creature della notte!

Lauta restò in silenzio. Una folata di vento la fece rabbrividire. Aveva la bocca asciutta, e quando parlò la sua voce era appena percettibile
“ …è tremendo! ” disse. Risicato sospirò soddisfatto
“ visto, cosa ti dicevo… ci credi anche tu ora?” Lauta aveva gli occhi puntati sul foglio
“ …è tremendo!” ripetè “ … che tu combatta per una cosa così idiota!!”