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martedì 30 marzo 2010

resistere resistere resistere

Noi,
IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA.

"No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perchè non ne avete più voluto sapere."
(Giacomo Ulivi, partigiano fucilato a Modena durante la Resistenza)

mercoledì 14 ottobre 2009

sell the Vatican, feed the world

Video di Sarah Silverman, comica americana, su un' idea per terminare la fame nel mondo.
Se provasse a dire queste cose da noi probabilmente la farebbero fuori. Pensiamo solo quanto si sono impegnati a far terra bruciata intorno ad Andrea Rivera.

http://www.youtube.com/watch?v=bfm6hh7e-Yg&feature=player_embedded#

sabato 5 settembre 2009

consiglio cinematografico

faccio pubblicità ad un film appena uscito per fare un favore ad una mia amica (il regista è suo cugino), e anche perchè credo ne valga davvero la pena =)
http://www.mymovies.it/film/2009/lamoreebasta/trailer/

giovedì 9 luglio 2009

GREENPEACE: G8 INCAPACE DI AGIRE. IL CAOS CLIMATICO SI AVVICINA

L’AQUILA, 08.07.09. “I leader agiscono e i politici parlano. Incapaci ad agire in modo deciso contro i cambiamenti climatici, i leader delle nazioni più ricche del pianeta hanno fallito, e portato tutti noi verso il fallimento”. È questo il commento di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, al documento sul clima approvato al G8. “I politici riuniti all’Aquila rischiano di mettere il pianeta sulla strada di rapidi cambiamenti climatici, con costi sociali e ambientali devastanti”.Il G8 si chiude senza nessun impegno concreto a una riduzione delle emissioni nel medio periodo, e senza alcun impegno a investire la cifra di 106 milioni di dollari che serve, annualmente, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare gli impatti del cambiamento climatico e a fermare la deforestazione. I grandi del mondo hanno così fallito nel posare la prima pietra di uno storico accordo per salvare il clima al summit di Copenhagen, che è solo tra 150 giorni.“Riferendosi a un generico accordo per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2 gradi, senza un piano chiaro, senza investimenti e senza obiettivi”, continua il direttore di Greenpeace Italia, “il G8 non aiuterà a uscire dal vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Anzi”.È vero che è la prima volta che i leader del G8 si mettono d’accordo per contenere l’aumento delle temperature entro i 2 gradi, rispetto ai livelli dell’era pre-industriale. Ma se questo rappresenta un passo in avanti per USA, Canada, Russia e Giappone, altri 124 Paesi in tutto il mondo sostengono già questi obiettivi, o addirittura altri ancora più rigidi.Oggi il G8 ha fallito, ma individualmente i leader possono ancora sbloccare il negoziato, con impegni concreti e pubblici prima della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite che si occuperà del clima il prossimo 22 settembre. Tutti i leader e tutti i Paesi sono importanti, e ogni impegno per obiettivi efficaci entro il 2020 prima, ed entro il 2050 dopo, ci avvicinerebbe a un accordo vero, per salvare il clima, a Copenhagen. Le conseguenze di radicali cambiamenti climatici, d’altra parte, sarebbero così catastrofiche che tutti devono darsi da fare per chiedere in modo compatto ai leader del mondo di agire.Il tempo sta passando per il clima, per le persone e per i negoziati. Il punto è che fissare degli obiettivi senza strumenti per realizzarli è semplicemente velleitario: “È come darsi appuntamento sulla cima dell’Everest senza avere nemmeno comprato corda, scarponi e ossigeno”, conclude Giuseppe Onufrio.MESSAGGIO A OBAMA DAL MONTE RUSHMORENel frattempo, negli Stati Uniti, alcuni attivisti di Greenpeace hanno appeso un banner sul Monte Rushmore (la storica montagna con le immagini scolpite dei più famosi presidenti americani), che sfida il presidente Barack Obama a mostrare una vera leadership sui cambiamenti climatici. Il messaggio del banner è “L’America onora i leader, non i politici: ferma il riscaldamento globale”.AGGIORNAMENTO SULLE AZIONI IN ITALIAGli attivisti di Greenpeace rimangono in cima a quattro centrali a carbone (o in via di trasformazione) – Brindisi, Porto Tolle, Fusina/Marghera, Vado Ligure – che occupano da questa mattina. Gli attivisti e membri dello staff fermati a Porto Tolle sono stati quasi tutti rilasciati, o dovrebbero esserlo a breve. All’impianto di Marghera, il nastro trasportatore di carbone è stato inizialmente fermato dall’azienda, Enel, e poi riattivato. Greenpeace ha discusso la situazione con i lavoratori, ma tutto resta calmo per il momento. A Porto Tolle e Vado Ligure, comitati locali di cittadini hanno portato la loro solidarietà agli attivisti in azione.

Care, segnalo un facile passo per chiedere direttamente al nostro presidente del consiglio di prendere parte alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici a Copenhagen a dicembre 2009. Cliccate e diffondete http://www.greenpeace.org/italy/copenhagen/silvio-a-copenhagen

mercoledì 8 luglio 2009

PIù DI CENTO ATTIVISTI DI GREENPEACE BLOCCANO QUATTRO CENTRALI A CARBONE

ROMA, 08.07.09. Oltre cento attivisti di Greenpeace da tutto il mondo hanno> occupato quattro centrali elettriche a carbone sparse sul territorio> italiano, chiedendo ai Capi di Stato del G8 di assumere un ruolo di> leadership contro i cambiamenti climatici.>> Nelle prime ore del giorno, gli attivisti – provenienti da quattordici> differenti nazioni – hanno occupato i nastri di trasporto e scalato le> ciminiere e le gru delle centrali a carbone di Brindisi, di Fusina a> Marghera (presso Venezia), Vado Ligure (Savona) e dell’impianto che il> Governo italiano vuole riconvertire a carbone, a Porto Tolle, nel Parco> regionale del Delta del Po. Il carbone è in assoluto il combustibile con le> maggiori emissioni di gas serra.>> Nel dettaglio, gli attivisti di Greenpeace hanno occupato il nastro> trasportatore e la ciminiera di Brindisi, nastro trasportatore, ciminiera e> due gru sul porto a Marghera, la ciminiera di Porto Tolle e le due ciminiere> di Vado Ligure.>> Alcuni problemi, finora, solo nella centrale di Brindisi, dove i> responsabili della centrale Enel hanno più volte riacceso il nastro,> nonostante la presenza degli attivisti di Greenpeace, mettendo a rischio la> loro sicurezza. La centrale di Brindisi, recentemente al centro di una> sporca storia di traffici di rifiuti tossici, è la maggiore singola fonte di> emissioni di CO2 in Italia e Greenpeace intende ridurre queste emissioni.>> In arrivo, nuovi dettagli delle azioni, fotografie, video e altro materiale> informativo a proposito delle richieste di Greenpeace al G8 dell’Aquila.

martedì 30 giugno 2009

Greenpeace diffonde un' analisi sul mediterraneo: UN MARE D' INFERNO

ROMA, 29 giugno 2009: Greenpeace lancia oggi il rapporto “Un Mare d’Inferno – il Mediterraneo e il cambiamento climatico”, che conferma che anni di ricerche scientifiche ormai dimostrano in modo inequivocabile che anche il Mediterraneo sta cambiando, Alto Adriatico, mari del sud Italia (Sicilia, Puglia e Calabria), e Alto Tirreno (soprattutto Arcipelago Toscano e mar Ligure) registrano già gravi danni a causa del cambiamento climatico.
Il rapporto è una rassegna di alcuni esempi eclatanti, e di certo non è esaustivo dell’enorme mole di dati scientifici noti.
Con una bibliografia di quasi trenta pubblicazioni scientifiche, lo scopo del rapporto è di mettere a disposizione di tutti, con un linguaggio semplice e franco, le “prove” di un fatto ormai ben noto agli scienziati: il cambiamento climatico è già tra noi.
“Non è più questione di ‘se’ o di ‘ma’. Ormai siamo dentro il cambiamento climatico e dobbiamo intervenire con urgenza per arrestare una deriva che rischia di essere incontrollata e irreversibile- spiega Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.
"Occorre immediatamente ridurre, e poi azzerare, le emissioni di gas serra e, nel frattempo, irrobustire i nostri ecosistemi, compreso il mare, per evitarne il collasso”.
Il rapporto evidenzia come il cambiamento climatico non agisce in isolamento, ma insieme a troppi altri fattori di degrado quali l’inquinamento, la distruzione delle coste e la pesca eccessiva e distruttiva.
E’ necessario gestire meglio le attività umane che operano sul mare e uno degli strumenti più utili in tal senso sono le riserve marine.
“Dobbiamo mettere al sicuro grandi aree di mare per garantire il funzionamento di questo ecosistema- aggiunge Giannì. -Un mare in salute potrà resistere meglio allo stress imposto dal riscaldamento globale, mentre un mare malato non ce la farà. E noi con lui!”.
Greenpeace ha presentato una proposta per una rete di Riserve Marine che copra il 40% del Mediterraneo, lungo le coste e in altura per proteggere specie ed habitat costieri e marini che siano più sensibili al cambiamento climatico.
La realizzazione di questa rete, al 2012, è stata decisa dalla Convenzione di Barcellona (il principale Accordo Internazionale per la protezione del Mediterraneo) con la Dichiarazione di Almeria, adottata nel gennaio 2008.Link rapporto “Un Mare d’Inferno – il Mediterraneo e il cambiamento climatico” http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/mediterraneo-clima

mercoledì 24 giugno 2009

vittoria!

GREENPEACE: “VITTORIA! METRO SPA DIVENTA AMICA DELLE FORESTE”
ROMA, 24 giugno 2009 - Metro S.p.A. si impegna formalmente a diventare “amica delle foreste”, a meno di tre mesi dal lancio dell’inchiesta di Greenpeace “Anatomia di un crimine” su un carico di legname tagliato illegalmente in Liberia che rischiava di essere utilizzato per la manutenzione della metropolitana di Roma.
Con una lettera inviata a Greenpeace, FSC Italia e al Ministero dell’Ambiente, l’amministratore delegato di Metro S.p.A Antonio Marzia rende noto che negli acquisti lignei (quali traverse ferroviarie e legnami di armamento, mobili ed arredi) la società richieda sistematicamente prodotti certificati FSC (Forest Stewardship Council) e che analoga certificazione FSC sarà richiesta nell’acquisto del 50% della carta per fotocopie (mentre il restante 50% sarà costituito da fibre riciclate post-consumo).
Lo scorso marzo alcuni attivisti avevano srotolato un enorme striscione alla stazione metro del Colosseo a Roma con il messaggio “African forest destruction sponsored by Metro”, mentre al porto di Ravenna un altro gruppo marchiava il legname incriminato e si incatenava ai tronchi, chiedendo l’intervento del Corpo Forestale dello Stato e dell’ente certificatore FSC.
“Siamo soddisfatti per l’impegno assunto da Metro S.p.A. Ora siamo sicuri che la nostra metropolitana non verrà costruita deforestando l'Africa e il Pianeta. - afferma Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia - “Questo è un risultato importante per la nostra campagna. Ma non finisce qui. Greenpeace continuerà a fare pressione affinchè l’Italia, che è uno dei porti più importanti per l’ingresso del legno illegale in Europa, assuma un ruolo chiave per proteggere le foreste”
Link all’inchiesta “Anatomia di un crimine”:http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/metro-crime-filewww.deforestazionezero.it

venerdì 1 maggio 2009

dono per un' amica.

perchè a volte è così.
ma, a volte...


è così!!

ps: ho dei seri problemi ad inserire le immagini al posto giusto con i commenti scritti al posto giusto...

domenica 28 ottobre 2007

Lo dice La Stampa...





...e mia madre arriva da me con sorriso sornione e fà:




"Vedi che non è vero che non troverai mai un lavoro decente?" guarda lo dice La Stampa!




Dice che i laureati torinesi trovano lavoro subito e sono i meglio pagati!




Hanno intervistato proprio un laureato in Agraria!




Si è laureato in Scienze Forestali e ora è ha messo su una cooperativa!"




Io: "Intervistato?Scienze Forestali?Coop?...Scommetti che lo conosco?"






venerdì 26 ottobre 2007

Sala D'attesa

Ovvero: quando hai tutto il tempo di fare una rassegna stampa, leggerti un libro di Follet ecc...eccc...ecccc...

e, per una volta che riesco a leggere e riflettere sui quotidiani del giorno, perchè non condivdere?Si lo sò quando avrò postato questo pezzo sarà ormai già domani...ma le notizie veramente importanti e significative non scadono in un giorno!

Intanto: MITICO VAURO!!!Ecco la sequenza delle sue ultime vignette!
20 0tt0bre, 21 OttObre, OGGI!!!









Revelli, manifesto pag. 2-Sempre sul 20 ottobre- Manifestazione sul precariato.

Non è stata una semplice manifestazione, né una resistenza identitaria. Cerchiamo di capire cosa potrà essere
Sinistra, ricominciamo dal venti ottobre
Il meccanismo della rappresentanza politica - spina dorsale delle moderne democrazie di partito - si è inceppato. Serve una nuova «polifonia» che non si esaurisce nelle istituzioni

Indubbiamente la scommessa era alta. Riguardava la possibilità o meno della sopravvivenza di una sinistra nel nostro paese, nel quadro di una vera e propria mutazione genetica del sistema politico. Questo era il rischio annunciato dal doppio evento della «consultazione» sindacale sul protocollo sul welfare, da una parte, e delle cosiddette «primarie» del non ancor nato Partito democratico, dall'altra, col loro comune carattere di «mobilitazione dall'alto» e l'intreccio di decisionismo burocratico e di plebiscitarismo subalterno che li ha caratterizzati entrambi. E questo era il neppur molto celato desiderio dell'establishment economico e finanziario, dalla Confindustria alla proprietà dei grandi quotidiani nazionali, tutti a tifare per la sopravvivenza della legge 30 (legge Biagi) e per la nascita del partito di tutti gli italiani. Per la trsformazione del sindacato in un apparato di organizzazione del consenso.
[...] straordinaria "mobilitazione dal basso" del 20 ottobre...non si spiega altrimenti la dimensione imprevista e imprevedibile della partecipazione...

"il meccanismo della rappresentanza politica- spina dorsale delle moderne democrazie di partito- si è inceppato. Serve una nuova "polifonia" che non si esaurisce nelle istituzioni"
Manifesto pag 3-Così muore un italiano-un processo finito sul nascere, altro caso di sudditanza agli USA-
Calipari muore di nuovo
La corte d'assise di Roma annulla il processo al soldato Lozano. E lui: «Non mi scuso con la vedova, sarebbe ammettere che ho sbagliato. Ora verrò in Italia»
Sara Menafra
Roma
Non ci vuole molto a cancellare il processo per la morte del dirigente del Sismi Nicola Calipari. Basta una riga di sentenza, passati sette mesi di udienze e una camera di consiglio di due ore, per dire che c'è un «difetto di giurisdizione» e che dunque l'Italia non può processare lo specialista Mario Lozano accusato di aver ucciso volontariamente Calipari e di tentato omicidio nei confronti della nostra Giuliana Sgrena e dell'agente Andrea Carpani. [...] Già dal giorno successivo alla sparatoria avvenuta sulla Irish route il 4 marzo 2005 - mentre Calipari cercava di riportare a casa Giuliana subito dopo il rapimento - gli Stati uniti hanno detto e scritto che l'Italia non ha il diritto di processare il soldato Lozano...
-commento di Giuliana Sgrena-
Oggi mi sento un po' più irachena, ho provato quel senso di impotenza che si prova di fronte all'impunità di cui godono gli Stati uniti e i loro soldati fuori dal loro paese. Mi sono sentita come quell'amico iracheno che inutilmente aveva protestato perché una raffica di mitragliatrice aveva distrutto la macchina su cui viaggiava la sorella con marito e figli ed erano rimasti tutti uccisi. Perchè? Erano passati davanti a una base americana nel momento in cui evidentemente i soldati erano nervosi. E i soldati sono sempre più nervosi, il loro comportamento incontrollabile. Devono rispondere a ordini assurdi come ci hanno raccontato negli Stati uniti molti veterani contro la guerra rientrati dall'Iraq. La sentenza della Corte di assise di ieri si è fatta garante di questa impunità - rivendicata da una lettera di Colin Powell allegata a una risoluzione delle Nazioni unite! - e ha rinunciato a cercare la verità sulla morte di Calipari, ucciso dal «fuoco amico» a Baghdad. Impotenza e indignazione per chi ha vissuto quei momenti e per chi è stato profondamente colpito negli affetti. Dovrebbero essere indignati tutti coloro - cittadini e autorità - che hanno celebrato come un eroe quel servitore dello stato tornato rinchiuso in una bara. Ucciso per aver voluto salvare la vita di una cittadina italiana e prima della mia quella di altri.Non amo la retorica e nemmeno il tricolore ma sulla bara di Nicola non c'era la bandiera a stelle e strisce di chi ha detto che «il caso Calipari è chiuso», che Lozano ha sparato perché in Iraq c'è la guerra. Una guerra che non rispetta il diritto internazionale, l'Italia si è ritirata dall'Iraq ma forse ormai è stata introiettata anche dalla giustizia italiana quella regola che vuole gli alleati come sudditi senza sovranità.Abbiamo il diritto di sapere come è stato ucciso Nicola Calipari. Tutti coloro - istituzioni e cittadini - che in questi due anni hanno dedicato a Nicola Calipari tanti riconoscimenti, non possono accettare di essere ignorati. Se invece è solo iposcrisia lo dobbiamo dire e riconoscere.Indignazione e rabbia, ma non rassegnazione. Non si può rinunciare ai propri diritti, al diritto alla giustizia, alla sovranità. Diritti che devono essere garantiti dalle nostre istituzioni.
La Stampa-pag.3-E il Senatore disse "Viva la rivoluzione"-Reportage di Ugo Magri-
Una giornata nel fortino assediato.
Non è il senato, è un saloon. Anzi è fort Apache: dentro la maggioranza assediata; fuori, le tribù del centrodestra che galoppano ululando. La metafora regge a patto di non scomadare Ombre rosse. [...] Ma la fotografia più esatta è forse quella della trincea. Basta dare un'occhiata al tabellone dove si accendono 315 lampadine, rosse a favore e verdi contro (o viceversa): votodopo voto, gli schieramenti si riproducono in fotocopia. Ai confini dell'assurdo, perchè l'opposizione spara perfino sugli emendamenti che essa stessa ha presentato, basta l'approvazione governativa per farli ripudiare. Furiosi corpo a corpo per pochi centimetri do fronte. Finchè regge Prodi è salvo. Il minimo smottamento, e addio. Sul ponte sullo stretto hanno passato le linee in cinque, tre dipietristi e due socialisti, più sette astensioni[...]
Ma in aula è accaduto di tutto.
Tra un codicillo e un sub emendamento al collegato della Finanziaria, sono andate in scena risse completamente fuori tema, un po' surreali. Sul Concordato con la Santa Sede, Angius è arrivato a definire "ostaggio dei clericali" i suoi colleghi di maggioranza, con Mastella che l'ha mandato agestualmente a quel paese. Addirittura s'è litigato sulla Rivoluzione d'Ottobre(1917). A lungo verrà ricordato il discorso di Fosco Giannini, rifondarolo, scatenato da un servizio del tg: "Vergogna! Hanno detto che la Rivoluzione è stata solamente un sanguinoso colpo di Stato...Invece va annoverata tra i più grandi eventi della Storia dell'umanità". Voce vibrante: "Ancora oggi i fascisti e la destre sono i servi del potere economico. Noi comunisti ", brusio nell'emiciclo,"siamo coi lavoratori. per cui viva la Rivoluzione, viva Gramsci, viva Di Vittorio, viva il socialismo". Urla strepiti e rimostranze anche volgari dall'altra sponda. Si apre il dibattito. Col filosofo Buttiglione che subito ne profitta per discettare di ùbris, di Solgenitzin e della madonna di Czestochowa.
Insomma che dire,
una triste barzelletta questo nostro Governo morente "in mano a Villa Arzilla" (i senatori a vita secondo Storace), che se la Montalcini và a pisciare a Prodi vengon le coliche!
C'è di che deprimersi a vita eppure,
quando senti un Senatore d'Italia, in mezzo all'agonia di Prodi e alle risse sul Concordato con la SS Urlare: "Viva la RiVoluzione d'OttObre!" e proclamare con voce vibrante "Noi comunisti siamo con i lavoratori" dopo puoi razionalizzare quanto vuoi e fare storiografia e autocritica sulla Rivoluzione russa in tutte le sue fasi....ma la prima reazione...quella del mio cervelletto primitivo ...rimane piuttosto simile a quella della vignetta centrale di Vauro...poi quando senti citare la Madonna di CzestocHoWa...
....MAI IN UNA SALA D'ATTESA OSPEDALIERA RISUONO' SGHIGNAZZATA PIU' SONORA'!!!!!