e, per una volta che riesco a leggere e riflettere sui quotidiani del giorno, perchè non condivdere?Si lo sò quando avrò postato questo pezzo sarà ormai già domani...ma le notizie veramente importanti e significative non scadono in un giorno!
Intanto: MITICO VAURO!!!Ecco la sequenza delle sue ultime vignette!
20 0tt0bre, 21 OttObre, OGGI!!!
Revelli, manifesto pag. 2-Sempre sul 20 ottobre- Manifestazione sul precariato.
Non è stata una semplice manifestazione, né una resistenza identitaria. Cerchiamo di capire cosa potrà essere
Sinistra, ricominciamo dal venti ottobre
Il meccanismo della rappresentanza politica - spina dorsale delle moderne democrazie di partito - si è inceppato. Serve una nuova «polifonia» che non si esaurisce nelle istituzioni
Indubbiamente la scommessa era alta. Riguardava la possibilità o meno della sopravvivenza di una sinistra nel nostro paese, nel quadro di una vera e propria mutazione genetica del sistema politico. Questo era il rischio annunciato dal doppio evento della «consultazione» sindacale sul protocollo sul welfare, da una parte, e delle cosiddette «primarie» del non ancor nato Partito democratico, dall'altra, col loro comune carattere di «mobilitazione dall'alto» e l'intreccio di decisionismo burocratico e di plebiscitarismo subalterno che li ha caratterizzati entrambi. E questo era il neppur molto celato desiderio dell'establishment economico e finanziario, dalla Confindustria alla proprietà dei grandi quotidiani nazionali, tutti a tifare per la sopravvivenza della legge 30 (legge Biagi) e per la nascita del partito di tutti gli italiani. Per la trsformazione del sindacato in un apparato di organizzazione del consenso.
[...] straordinaria "mobilitazione dal basso" del 20 ottobre...non si spiega altrimenti la dimensione imprevista e imprevedibile della partecipazione...
"il meccanismo della rappresentanza politica- spina dorsale delle moderne democrazie di partito- si è inceppato. Serve una nuova "polifonia" che non si esaurisce nelle istituzioni"
Manifesto pag 3-Così muore un italiano-un processo finito sul nascere, altro caso di sudditanza agli USA-
Calipari muore di nuovo
La corte d'assise di Roma annulla il processo al soldato Lozano. E lui: «Non mi scuso con la vedova, sarebbe ammettere che ho sbagliato. Ora verrò in Italia»
Sara Menafra
Roma
Non ci vuole molto a cancellare il processo per la morte del dirigente del Sismi Nicola Calipari. Basta una riga di sentenza, passati sette mesi di udienze e una camera di consiglio di due ore, per dire che c'è un «difetto di giurisdizione» e che dunque l'Italia non può processare lo specialista Mario Lozano accusato di aver ucciso volontariamente Calipari e di tentato omicidio nei confronti della nostra Giuliana Sgrena e dell'agente Andrea Carpani. [...] Già dal giorno successivo alla sparatoria avvenuta sulla Irish route il 4 marzo 2005 - mentre Calipari cercava di riportare a casa Giuliana subito dopo il rapimento - gli Stati uniti hanno detto e scritto che l'Italia non ha il diritto di processare il soldato Lozano...
La corte d'assise di Roma annulla il processo al soldato Lozano. E lui: «Non mi scuso con la vedova, sarebbe ammettere che ho sbagliato. Ora verrò in Italia»
Sara Menafra
Roma
Non ci vuole molto a cancellare il processo per la morte del dirigente del Sismi Nicola Calipari. Basta una riga di sentenza, passati sette mesi di udienze e una camera di consiglio di due ore, per dire che c'è un «difetto di giurisdizione» e che dunque l'Italia non può processare lo specialista Mario Lozano accusato di aver ucciso volontariamente Calipari e di tentato omicidio nei confronti della nostra Giuliana Sgrena e dell'agente Andrea Carpani. [...] Già dal giorno successivo alla sparatoria avvenuta sulla Irish route il 4 marzo 2005 - mentre Calipari cercava di riportare a casa Giuliana subito dopo il rapimento - gli Stati uniti hanno detto e scritto che l'Italia non ha il diritto di processare il soldato Lozano...
-commento di Giuliana Sgrena-
Oggi mi sento un po' più irachena, ho provato quel senso di impotenza che si prova di fronte all'impunità di cui godono gli Stati uniti e i loro soldati fuori dal loro paese. Mi sono sentita come quell'amico iracheno che inutilmente aveva protestato perché una raffica di mitragliatrice aveva distrutto la macchina su cui viaggiava la sorella con marito e figli ed erano rimasti tutti uccisi. Perchè? Erano passati davanti a una base americana nel momento in cui evidentemente i soldati erano nervosi. E i soldati sono sempre più nervosi, il loro comportamento incontrollabile. Devono rispondere a ordini assurdi come ci hanno raccontato negli Stati uniti molti veterani contro la guerra rientrati dall'Iraq. La sentenza della Corte di assise di ieri si è fatta garante di questa impunità - rivendicata da una lettera di Colin Powell allegata a una risoluzione delle Nazioni unite! - e ha rinunciato a cercare la verità sulla morte di Calipari, ucciso dal «fuoco amico» a Baghdad. Impotenza e indignazione per chi ha vissuto quei momenti e per chi è stato profondamente colpito negli affetti. Dovrebbero essere indignati tutti coloro - cittadini e autorità - che hanno celebrato come un eroe quel servitore dello stato tornato rinchiuso in una bara. Ucciso per aver voluto salvare la vita di una cittadina italiana e prima della mia quella di altri.Non amo la retorica e nemmeno il tricolore ma sulla bara di Nicola non c'era la bandiera a stelle e strisce di chi ha detto che «il caso Calipari è chiuso», che Lozano ha sparato perché in Iraq c'è la guerra. Una guerra che non rispetta il diritto internazionale, l'Italia si è ritirata dall'Iraq ma forse ormai è stata introiettata anche dalla giustizia italiana quella regola che vuole gli alleati come sudditi senza sovranità.Abbiamo il diritto di sapere come è stato ucciso Nicola Calipari. Tutti coloro - istituzioni e cittadini - che in questi due anni hanno dedicato a Nicola Calipari tanti riconoscimenti, non possono accettare di essere ignorati. Se invece è solo iposcrisia lo dobbiamo dire e riconoscere.Indignazione e rabbia, ma non rassegnazione. Non si può rinunciare ai propri diritti, al diritto alla giustizia, alla sovranità. Diritti che devono essere garantiti dalle nostre istituzioni.
La Stampa-pag.3-E il Senatore disse "Viva la rivoluzione"-Reportage di Ugo Magri-
Una giornata nel fortino assediato.
Non è il senato, è un saloon. Anzi è fort Apache: dentro la maggioranza assediata; fuori, le tribù del centrodestra che galoppano ululando. La metafora regge a patto di non scomadare Ombre rosse. [...] Ma la fotografia più esatta è forse quella della trincea. Basta dare un'occhiata al tabellone dove si accendono 315 lampadine, rosse a favore e verdi contro (o viceversa): votodopo voto, gli schieramenti si riproducono in fotocopia. Ai confini dell'assurdo, perchè l'opposizione spara perfino sugli emendamenti che essa stessa ha presentato, basta l'approvazione governativa per farli ripudiare. Furiosi corpo a corpo per pochi centimetri do fronte. Finchè regge Prodi è salvo. Il minimo smottamento, e addio. Sul ponte sullo stretto hanno passato le linee in cinque, tre dipietristi e due socialisti, più sette astensioni[...]
Ma in aula è accaduto di tutto.
Tra un codicillo e un sub emendamento al collegato della Finanziaria, sono andate in scena risse completamente fuori tema, un po' surreali. Sul Concordato con la Santa Sede, Angius è arrivato a definire "ostaggio dei clericali" i suoi colleghi di maggioranza, con Mastella che l'ha mandato agestualmente a quel paese. Addirittura s'è litigato sulla Rivoluzione d'Ottobre(1917). A lungo verrà ricordato il discorso di Fosco Giannini, rifondarolo, scatenato da un servizio del tg: "Vergogna! Hanno detto che la Rivoluzione è stata solamente un sanguinoso colpo di Stato...Invece va annoverata tra i più grandi eventi della Storia dell'umanità". Voce vibrante: "Ancora oggi i fascisti e la destre sono i servi del potere economico. Noi comunisti ", brusio nell'emiciclo,"siamo coi lavoratori. per cui viva la Rivoluzione, viva Gramsci, viva Di Vittorio, viva il socialismo". Urla strepiti e rimostranze anche volgari dall'altra sponda. Si apre il dibattito. Col filosofo Buttiglione che subito ne profitta per discettare di ùbris, di Solgenitzin e della madonna di Czestochowa.
Insomma che dire,
una triste barzelletta questo nostro Governo morente "in mano a Villa Arzilla" (i senatori a vita secondo Storace), che se la Montalcini và a pisciare a Prodi vengon le coliche!
C'è di che deprimersi a vita eppure,
quando senti un Senatore d'Italia, in mezzo all'agonia di Prodi e alle risse sul Concordato con la SS Urlare: "Viva la RiVoluzione d'OttObre!" e proclamare con voce vibrante "Noi comunisti siamo con i lavoratori" dopo puoi razionalizzare quanto vuoi e fare storiografia e autocritica sulla Rivoluzione russa in tutte le sue fasi....ma la prima reazione...quella del mio cervelletto primitivo ...rimane piuttosto simile a quella della vignetta centrale di Vauro...poi quando senti citare la Madonna di CzestocHoWa...
....MAI IN UNA SALA D'ATTESA OSPEDALIERA RISUONO' SGHIGNAZZATA PIU' SONORA'!!!!!
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