Impacchetto di nuovo la mia roba.
Sballottarmi da est a ovest.
Da ovest ad est.
Fare le valige.
Ormai sono bravissima.
Ovunque ho un posto dove andare,
ma non ho una terra a cui appartengo.
Non più.
Non ho persone a cui appartenere
perché mi sento una randagia,
che sa il fatto suo.
La libertà è una cosa meravigliosamente desolante.
Non hai legami, altrimenti non lo saresti.
Mi chiedono
“Cosa farai?...Tornerai?”
“Quando?”
E sono qui che vorrei piegare
con la stessa naturalezza
con cui piego i pantaloni
gli ultimi accadimenti della mia vita,
quest'inquietudine,
posarla nella valigia
con cura
per evitare stropicciamenti,
e chiuderla lì...
almeno per la durata del viaggio.
Nei miei viaggi, però
si mischiano
sogni vividi e realtà.
Sogno di baci inattesi
e persecuzioni.
Mi sveglio di scatto
con un gran male ai lombi.
Peschiera. Tanta luce nel lago.
Poi mi riaddormento.
E sto ballando.
E' un sogno bello.
Mazurka.
Sono molto brava.
Mi sveglio di soprassalto
Milano, buio, tutto grigio.
Forse dovrei finalmente
rassegnarmi serenamente
a quello che vorrei.
Ma cosa voglio?
Timbrare il biglietto del treno che ho in mano.
Biglietto
Di sola andata.
Io.
Sola.
Sola.
Sola.
Per tornare dove?
Non so
E quando?
Non so...
Vorrei capire se è solo paura
o intuizione.
Mio padre ha sempre ragione.
Lui ha sempre buoni consigli.
Vorrei essere davvero libera.
Ma è una balla...
Sono legata a molti luoghi,
a troppi occhi, bocche, sorrisi
abbracci, montagne,
fiumi, campi di fieno, l'albero di ciliegie
tradizioni, lingue, strade,
bei ricordi, brutti ricordi
che forse è un po' come essere libera,
perché a differenza di chi è sempre fermo
e sa dov'è
io non lo so.
I legami dovrebbero dare
una sicurezza
che io non sento.
Sento solo a volte che sono persa.
Perché c'è troppo tempo
e troppo spazio
tra tutte queste trame d'affetti.
Io
con un'identità che
tutto ciò che ho attorno
dovrebbe rafforzare,
ma nella quale non riesco a identificarmi
mai completamente.
Sono spaccata dentro,
leggo negli occhi delle persone
che mi amano
aspettative.
E
non so se sarò all'altezza
delle loro, delle mie,
e di ciò che pretendo da me stessa.
Tutti mi chiedono solo
“Torni?....Ma quando?”
E sono di nuovo su un treno
con Turbamento seduto al mio fianco
che è il mio compagno di viaggio
pallido, malato, insistente.
La pupa e il secchione
2 mesi fa
2 commenti:
Un sorriso.
Ti sorrido anch'io...
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