lunedì 20 aprile 2009

Bisogno di serata letteraria...

Semplicemente e impossibilmente:



ALLA MIA FAMIGLIA


PROLOGO AL COMINCIAMENTO DI UN MOLTO RIGIDO VIAGGIO.

Il mio nome per la legge è Alexander Perchov. Ma tutti i miei amici mi chiamano Alex, perché è una versione del nome più flaccida da pronunciare. Mia madre mi chiama Alexi-basta-di-ammorbarmi perché sempre la ammorbo. Se volete sapere perché sempre la ammorbo, è perché sempre sono in altri posti con amici, e seminando tanta moneta e eseguendo così tante cose che possono ammorbare mia madre. Mio padre mi chiamava Shapka per il cappello di pelliccia che calzavo in testa anche nei mesi d'estate. Poi ha smesso di dirmi così perché gli ho ordinato di smettere di dire così. Mi sembrava un nome bambinoso, e io invece mi sono sempre pensato un uomo molto potente e inseminativo. Ho avuto una baldoria di ragazze, credetemi, e tutte per me hanno un nome differente. Una mi chiama Baby non perché sono bambino, ma perché mi fa le coccole.

Un'altra mi chiama Tutta-la-Notte. Volete sapere perché? Ho una ragazza che mi chiama Moneta perché attorno a lei spargo così tanta moneta. Che per questo bacia il terriccio dove metto i piedi. Ho anche un minuscolo

fratellino, che mi chiama Alii. Io non sfagiolo troppo questo nome, ma sfagiolo molto lui, e allora okay, gli permetto di darmi il nomuncolo Alii. Ah, il suo nome è Piccolo Igor, ma il Babbo lo chiama Pasticciotto, perché sta sempre a pasticciare con le cose. Solo quattro giorni sono passati che si è fatto un occhio blu per un pasticcio con il muro di mattoni. Se siete curiosi per il nome della mia cagnetta, è Sammy Davis Junior Junior. Lei porta questo nome perché Sammy Davis Junior era il cantante preferito del Nonno e la cagnetta è sua, non mia

perché non sono io quello che crede che il Nonno è cieco.

Io per me sono stato procreato nel 1977, l'anno uguale dell'eroe di questa storia. In verità, la mia vita è stata molto normale. Come ho detto già prima, faccio tante buone cose da solo e con gli altri, ma sono cose normali. Io sfagiolo i film americani. Sfagiolo i negri, soprattutto Michael Jackson. Sfagiolo di seminare molta moneta in famosi nightclub di Odessa. Le Lamborghini Countach sono bellissime cose, e anche il cappuccino. Molte ragazze vogliono essere carnali con me in tante bellissime maniere, in fattispecie il Canguro Ubriaco, la

Stalattite di Gorky e il Guardiano Severo dello Zoo. Se volete sapere perché così tante ragazze vogliono stare con me, è perché io sono una molto pregiata persona. Sono alla buona, e anche simpatico: e queste sono carte vittoriose. Però io conosco molte persone che sfagiolano le automobili veloci e le famose discoteche. Ce n'è tanti che eseguono un amoreggiamento Sputnik-polmoni - che sempre termina in viscideria - che non potrei contarli tutti sulle mie mani. Ci sono anche tanti che si chiamano Alex. (Tre solo in casa mia!) Per questo ero così effervescente per andare a Lutsk e fare l'interprete per Jonathan Safran Foer. Una cosa diversa.

Nel mio secondo anno di università di inglese ho fatto paurosamente bene. Questa era una cosa molto imponente che ho fatto, dato che il mio istruttore aveva il cervello ripieno di merda. Mamma era talmente orgogliosa di me, che ha detto: «Alexi-basta-di-ammorbarmi! Sono talmente orgogliosa di te». Io le ho chiesto di comprarmi i calzoni di pelle, ma ha detto no. «Calzoncini?» «No.» Anche il Babbo era fiero. Lui ha detto: «Shapka» e io ho risposto: «Non chiamarmi così» e lui ha detto: «Alex, tua madre è orgogliosa di te».

Mia madre è una donna umile. Molto umile, umilissima. Lei affatica in un piccolo caffè a un'ora da casa nostra. Porta il mangiare e il bere ai clienti del caffè e a me dice: «Io monto sull'autobus un'ora per andare a lavorare tutto il giorno e fare cose che odio. Vuoi sapere perché? Per te, Alexi-basta-di-ammorbarmi. Un giorno farai per me cose che hai in odio. E' questo che vuol dire essere una famiglia». Quello che lei non acchiappa è che io faccio già per lei cose che odio. La ascolto quando parla con me. Mi trattengo di lamentarmi della mia paga pigmea. E ho già menzionato che la ammorbo molto meno di quello che avrei voglia? Però non faccio queste cose perché siamo una famiglia. Le faccio perché è comune pudore. Comune pudore è un modo di dire che mi ha insegnato

l'eroe. Le faccio perché non sono uno stronzo malcagato. Questo è un altro modo di dire che mi ha insegnato l'eroe. Il Babbo lavora per un'agenzia dei viaggi che si chiama Viaggi Tradizione. E' fatta per gli ebrei come l'eroe, che ambiscono a venire via da quel nobile territorio, l'America, e visitare umili cittadine in Polonia e Ucraina. L'agenzia del Babbo ha traduttore, guida e autista per ebrei che cercano di disseppellire i posti dove esistevano le loro famiglie. Okay, io prima del viaggio mai avevo conosciuto personaggi ebrei. Ma questa era colpa loro, non colpa mia, perché lo avrei sempre voluto: che anzi potrei quasi dire che mi sconfinferavo di conoscere uno

di loro. Sarò ancora verace e dirò che prima del viaggio avevo idea che gli ebrei hanno il cervello ripieno di merda. Questo perché tutto quello che sapevo degli ebrei era che pagavano al Babbo tantissimi soldi per

venire in vacanza dall'America in Ucraina. Ma dopo ho conosciuto Jonathan Safran Foer e, io vi dico, non è ripieno di merda. Lui è un ebreo geniale.

A proposito di Pasticciotto, che io mai chiamo Pasticciotto, ma sempre Piccolo Igor, è un ragazzetto di prima classe. Adesso vedo bene che diventerà un uomo potentissimo e inseminatore, e il suo cervello avrà un

mucchio di muscoli. Noi non parliamo un'esagerazione perché lui è molto silente, ma sono certo che siamo amici e non penso di dire falsità quando scrivo che siamo amicosissimi. Io sono stato la guida del Piccolo

Igor per diventare uomo in questo mondo. Per esempio, tre giorni fa gli ho manifestato una sudicia rivista dove poteva ammirare tante posizioni della mia carnalità. «Questo è il sessantanove» gli ho spiegato mentre

aprivo la rivista davanti i suoi occhi. Ho messo le dita - due mie dita - sopra il traffico, così che non sbirciava. «Come mai lo intitolano sessantanove?» ha chiesto lui, perché è un ragazzo incendiato di

curiosità. «Perché è stato inventato nel 1969. Il mio amico Gregory conosce un amico del nipote dell'inventore.» «E prima del 1969, prima cosa faceva la gente?» «Solo pompini e biascicamento, ma mai in coro.»

Se posso mettere la mano su di lui, diventerà un vip.

E' a questo punto che comincia la storia.

Ma prima mi tocca il gravame di raccontare il mio bell'aspetto. Indubitabilmente sono di alta statura. Non conosco nessuna donna più alta di me. Le donne che conosco che sono più alte sono lesbiche, per

loro l'anno 1969 è stato fondamentale. Ho capelli stupendi che sono separati nel mezzo. Questo perché la Mamma usava farmi il rigo da una parte quando ero bambino, e io per ammorbarla mi faccio il rigo in

mezzo. «Alexi-basta-di-ammorbarmi» mi ha detto lei, «con quel rigo così sembri uno squilibrato demente.» Ma non voleva mica offendere. Tante volte la Mamma emana cose che io so che lei non intende. Io ho un

sorriso aristocratico, e sfagiolo di dare pugni alle persone. Il mio stomaco è fortissimo, anche se oggi come oggi manca una muscolatura. Il Babbo è un uomo grasso e anche la Mamma. Questo non mi inquieta, perché

il mio stomaco è foltissimo anche se a vederlo è molto grasso. Descriverò i miei occhi, e dopo comincio la storia. I miei occhi sono azzurri e luminosi. Ora comincio la storia.

Il Babbo ha avuto una chiamata telefonica dall'ufficio americano di Viaggi Tradizione. Gli domandavano un pacchetto autista-guida-interprete per un giovane uomo che arrivava a Lutsk all'alba del mese di luglio.

Qui c'era una richiesta di molto impegno, perché all'alba del mese di luglio l'Ucraina doveva celebrare il suo primo compleanno della costituzione ultramoderna che ci fa sentire molto nazionalisti e perciò

tanti sarebbero stati in vacanza per paesi stranieri. Era una situazione impossibile, come per le Olimpiadi del 1984. Ma il Babbo è un uomo di soggezione che ha sempre quello che vuole. «Shapka» mi ha detto al

telefono mentre ero in casa per guardare il più grande documentario mai fatto, The Making of «Thriller», «che lingua hai studiato quest'anno nella scuola?» «Non mi chiamare Shapka» gli ho risposto. «Alex... che

lingua hai studiato quest'anno nella scuola?» mi ha chiesto. «La lingua inglese» gli ho risposto. «E tu sei pronto e capace in inglese?» «Sono fluido» gli ho detto, sperando che questo lo emozionasse abbastanza per

comprarmi i coprisedili in pelo di zebra che sono il mio sogno. «Ottimo, Shapka» ha detto. «Non mi chiamare in questo modo» ho detto. «Ottimo, Alex. Ottimo. Tu devi maciullare qualunque progetto che hai per la prima

settimana del mese di luglio.» «Io non ho dei progetti» ho risposto. «Sì, tu ne hai.»

Ora è il momento adatto per parlare del Nonno, che è anche lui grasso, ma ancora più grasso che i miei genitori. Okay, parlo di lui. Ha i denti d'oro e si fa crescere vasti capelli sulla faccia da pettinare ogni giorno all'imbrunire. Per cinquantanni ha lavorato e ha fatto tanti mestieri, in un primo tempo in agricoltura, e dopo anche nel

manovramento macchine. Il suo ultimo mestiere è stato nei Viaggi Tradizione, dove ha iniziato a affaticare negli anni cinquanta e ha perseverato fino a tardi. Ma ora lui è in pensione e abita nella nostra via. La Nonna è morta due anni fa per il cancro al cervello, e il Nonno è diventato molto melanconico, e anche cieco, lui dice. Il Babbo non gli crede ma nondimeno gli ha comperato Sammy Davis Junior Junior perché una cagna vedente non è solo per le persone cieche ma anche per le persone che si addolorano per il negativo della solitudine. (Non avrei dovuto mettere «comperato» perché in vero il Babbo non ha comperato Sammy Davis Junior Junior, ma soltanto l'ha avuta dalla casa dei cani dimentichi. A causa di questo, lei non è una cagna veramente per ciechi, ed è anche

debosciata mentale ) Il Nonno disperde grande parte della giornata in casa nostra adocchiando la televisione. Molto spesso mi sgrida. Grida: «Sasha! Sasha, non essere così pelandrone! Non essere così inutile! Fai qualcosa! Fai qualcosa che serve!» Io mai ribatto, mai lo ammorbo di sproposito, e mai capisco che cosa vuol dire che serve. Lui non aveva l'usanza mal-mostosa di gridare contro il Piccolo Igor e contro di me prima che la nonna morisse. E' così che siamo sicuri che lui non fa apposta, ed è per questo che possiamo perdonarlo. Una volta l'ho scoperto a piangere davanti alla televisione. (Jonathan, questa parte sul Nonno deve restare in mezzo fra te e me, eh?) Emanavano le previsioni del tempo, per questo ero sicuro che non era qualcosa di melanconico nella televisione che lo faceva piangere. Io mai ho menzionato questo perché non menzionarlo è comune pudore.

Alexander è il nome anche del Nonno. Per supplemento è anche il nome del Babbo. Noi siamo tutti figli primogeniti delle nostre famiglie, questo ci dà un onore favoloso, a livello dello sport del baseball che è stato

inventato in Ucraina. Io chiamerò il mio primogenito Alexander. Se volete sapere cosa succede se il mio primo è una bambina, ve lo dirò. Lui non sarà una bambina.

Il Nonno è nato in Odessa nel 1918. Lui non è mai dipartito dall'Ucraina. Il posto più lontano dove ha viaggiato è

stato Kiev, ed è quando mio zio ha maritato La Vacca. Quando io ero bambino il Nonno insegnava che Odessa è la più bella città del mondo perché la vodka si compra a buon mercato e altrettanto le donne. Lui fabbricava panzane con la Nonna, prima che lei morisse, di essere innamorato di altre donne che non erano lei. Lei sapeva che erano solo panzane perché rideva a tutto gas. «Anna» diceva lui, «io sposerò quella con il cappellino rosa.» E lei rispondeva: «E a chi la sposerai?» «A me.» Io straridevo sul sedile di dietro e la Nonna diceva: «Ma tu non

sei un prete». E lui: «Oggi lo sono». E lei: «Oggi credi in Dio?» E lui diceva: «Oggi credo nell'amore». Il Babbo mi ha ordinato di non nominare mai Nonna a Nonno. «Diventa melanconico, Shapka» diceva il Babbo. «Non mi chiamare così.» «Lo rende melanconico, Alex, e gli farà credere che è più cieco. Fai in modo che dimentichi.» Così non nomino mai la Nonna perché io faccio sempre quello che dice il Babbo, a meno che non lo voglia. E poi, lui tira pugni di prima classe. Dopo avere parlato con me, il Babbo ha telefonato al Nonno per informarlo che sarebbe stato lui l'autista del nostro viaggio. Se volete sapere chi era la guida, la risposta è che la guida non c'era, Il Babbo dice che la guida non era necessaria, perché il Nonno sapeva un disastro di cose dopo tutti i suoi anni ai Viaggi Tradizione, Il Babbo lo intitolava un esperto. (Quando ha detto questo, sembrava una cosa molto ragionata da dire. Ma cosa ne pensi adesso, Jonathan, alla luminosità di quello che è successo?)

Quando noi tre - i tre con il nome di Alex - quella sera ci siamo adunati in casa del Babbo per conversare del viaggio, il Nonno ha detto: «Io non voglio andare. Sono a pensione, e non sono andato a pensione per dover fare queste troiate qui. Io, basta di queste cose». «Io mi fotto di quello che tu vuoi» gli ha detto il Babbo. Il Nonno ha dato un pugno nel tavolo molto violentemente e ha gridato: «Non dimenticarti con chi parli!» Ho creduto che qui fosse la fine della conversazione. Ma il Babbo ha detto una cosa molto strana: «Per piacere». E dopo ha detto una cosa ancora più strana: «Babbo». Io devo confessare che ci sono tante cose che non capisco. Il Nonno è ritornato alla sua sedia e ha detto:«Questa è l'ultima volta. Non lo farò mai più».

Così abbiamo complottato di pigliare l'eroe alla stazione di Lvov il 2 di luglio alle 15:00 di pomeriggio. Poi per due giorni rimanevamo nella zona di Lutsk. «Lutsk?» ha detto il Nonno. «Tu non hai detto che era Lutsk.» «Lutsk» ha ripetuto il Babbo. Il Nonno si è impensierito. «Sta cercando la città da dove veniva suo nonno» ha detto il Babbo «e una donna che lui chiama 'Augustine', che ha salvato suo nonno nella Guerra.Lui vuol scrivere un libro sul villaggio di suo nonno.» «Oh» ho detto io, «allora è intelligente?» Il Babbo ha negato: «No, il suo cervello è di bassa qualità. L'ufficio americano informa che telefona tutti i giorni e fabbrica richieste da tontolone che devono trovargli il cibo adatto». «Di sicuro ci saranno salsicce» ho detto io. «Di sicuro» ha detto il Babbo. «Lui è solo un babbeo.» Invece qui ripeto che l'eroe è un ebreo molto geniale. «Dove si trova la città?» ho domandato. «Il nome della città è Trachimbrod.» «Trachimbrod?» ha chiesto il Nonno. «E' vicino a Lutsk, a cinquanta chilometri» ha detto il Babbo. «Lui ha la mappa, e ha padronanza delle coordinate. Dovrebbe essere facile.» Io e il Nonno abbiamo osservato la televisione per qualche ora dopo che il Babbo è andato a coricarsi. Siamo persone che restano alzate molto tardivamente. (Ero lì lì per scrivere che godiamo tutti e due di essere

molto tardivi, ma questo non sarebbe fedele.) Abbiamo osservato un programma della televisione americana con parole in russo sottoscritte allo schermo. Parlava di un cinese musogiallo che era molto abile con il bazooka. Abbiamo anche osservato la previsione del tempo. L'uomo del tempo diceva che il tempo di domani era molto anormale ma il giorno dopo ritornava normale. Fra il Nonno e me c'era un silenzio che lo potevi tagliare con la scimitarra. L'unica volta che uno ha parlato è stato quando lui è ruotato verso di me durante una pubblicità di McDonald's McPorkburgers e ha detto: «Io non voglio guidare dieci ore verso una bruttissima città per fare il tirapiedi di un viziatissimo ebreo».



Allora,qua è ora di passare ai fatti. Propongo domenica sera, in locazione da definire

e propongo un rapido cominciamento di titoli per la serata.

Ovviamente tutte le streghe sono invitate a proporne uno o più, e a compiere una celere

scelta riguardo al tema della serata, in modo che ognuna abbia il trempo di prepararsi almeno un pezzo!!!


vostra dittatoriale Catalpa

6 commenti:

Mavia ha detto...

Ah ciò che mi autorizza a prendere tali decisioni prima di consultarvi è tendenzialmente....l'anzianità (le varie sfaccettature della demenza senile)...essendo la decana del blog...RISPETTO PER I VECCHI!!!

Propongo come titolo:
"Il contrario di uno"
così magari anche la matematica del gruppo è stuzzicata dalla serata...

Mavia ha detto...

ps: l'estratto qui sopra è tratto da "ogni cosa è illuminata" di Johnatan Foer

Babigirl ha detto...

NOOOOO VI PREGO VI PREGO NON DOMENICA SERA!!! IO NUN CE STO', E' L'UNICA SERA CHE SONO IMPEGNATA! Vi prego, possiamo fare venerdì? O sabato? O giovedì? O un qualsiasi altro giorno?! VI PPPREGGOOOO!!! In fondo la serata letteraria è stata una mia idea...

Mavia ha detto...

Giovedì c'è il sangria party al Valentino (fronte imbarchini)
Venerdì la fiaccolata della vigilia della liberazione, Sabato concerto degli Afterhours...resta domenica o la prossima settimana....

Saxifraga Florulenta ha detto...

la prossima settimana??

Babigirl ha detto...

Dannazione... scusate... ma anche voi, siete sempre in giro!!! Dunque, martedi' 28 forse ho riunione GAS, mercoledi' 29 gioco di ruolo... propongo lunedi' 27 o giovedi' 30, a Imladris oppure a casa Fattanza, proporrei anche venerdi' 31 ma qualcuno magari è già partito per lu ponte! Fatemi sapere stregacce!