martedì 11 settembre 2007

Battaglia per le terre di Sondra-Pardon...ormai la fò e la disfo come la tela di Penelope!

Fu solo constatando che Aurora era fresca come una rosa che le principesse trovarono il coraggio di avvicinarsi all’accampamento.
La notte era calata da un pezzo, ma l’accampamento che circondava Lacshmy sembrava ancora pieno di vita.
Pareva che ogni singola creatura delle Terre di Sondra si fosse riunita lì. C’erano elfi, che cantavano struggenti melodie dalle loro tende aeree attaccate agli alberi come nidi. C’erano nani che sbucavano da buchi nel terreno reggendo grandi boccali di birra nana. C’erano halfling che giocavano a poker davanti a piccoli fuochi. C’erano orchi che arrostivano quarti di bue. C’erano driadi che si aggiravano eteree e trasparenti senza una meta apparente. C’erano fatine che svolazzavano qua e la giocano a rincorrersi.
Tutti smisero di colpo di fare ciò che stavano facendo. Restarono immobili con gli occhi puntati sulle principesse. Sembrò durare un’eternità, le cinque amiche restarono immobili, sotto gli sguardi di tutti quegli esseri, come sotto un gigantesco riflettore. Poi scoppiò un boato. Sulle prime Antanuka pensò che le stessero attaccando, tanto è vero che brandì la mazza pronta ad opporre una fiera resistenza, ma poi si rese conto che erano urla di giubilo.
La massa di gente fu loro addosso, e le cinque principesse si trovarono quasi soffocate da abbracci e grandi pacche, fino a che non vennero sollevate di peso (anche Antanuka) e portate in trionfo, verso le mura di Lacshmy.
Al loro arrivo l’enorme ponte levatoio dell’ingresso principale della città fu calato tra grida di giubilo.
Il corteo non si fermò fino a che non giunse ad un imponente edificio di marmo bianco, tutto illuminato. Qui le principesse vennero fatte scendere, e spinte all’interno.
Le accolse una grandissima sala, decorata da imponenti arazzi e percorsa da un chilometrico tappeto rosso. Davanti a loro, affiancato da due nani in armatura argentea, seduto su un magnifico scranno d’oro massiccio, stava un ometto in pigiama blu.
“ Inchinatevi al cospetto del grande re…” cominciò il primo nano con voce altisonante “ Hhimhhaelhhekherlhrhchhhhhasfhhuhljjjhhhhhxkjdfqjuhfujyyyhhhhhhh
hhhhhhh…” il nano continuò a declamare l’incredibile nome del re fino ad raggiungere un colorito cianotico, poi crollò a terra di schianto
“…haaldrihhilllhahahhhehdhfhdhdhchdhshshshhshshshshshhshshshshhshshshshsh!” terminò l’altro nano con evidente sforzo. Ci fu un breve silenzio, in cui non successe nulla, poi Neve si scosse
“ non mi dirai che tua madre ti chiamava così per sgridarti!?” disse osservando scettica l’omino
“ figurati!” fece questo, per nulla risentito della mancanza di rispetto mostrata dalla principessa “ era asmatica… lei mi chiamava Ugo… potete chiamarmi così anche voi!”
“ bene… ehm… re Ugo…” cominciò Eleonora “ perché ci avete fatte portare qui?”
“ non vi ci ho fatte portare io!” fece Ugo “ è stata la folla!”
“ okay… ma perché!?” chiese Sikandra
“ ma perché siete delle eroine!” fece re Ugo
“ eroine?” chiese Antanuka, forse più stupita del fatto che qualcuno si fosse riferito a lei con un diminutivo che non per altro “ e cosa avremmo fatto di eroico?”
“ questo non lo so!” replicò cristallino re Ugo “ ce lo ha detto la strega Fatima!”
“ Fatima?” saltò su Neve “ Fatima è qui?”
“ non più!” rispose Ugo, mentre le principesse si voltavano a guardare Neve che sembrava sapere qualcosa di questa Fatima “ è andata via dicendo che aveva un impegno urgente giusto un paio di giorni fa… ma ci aveva avvertiti che sareste arrivate… e che vi servivano vestiti e munizioni!” ciò detto Ugo batté le mani ed entrarono un paio di paggi con abiti nuovi su misura e faretre piene di frecce.
“ perché fai questo per noi?” chiese Sikandra osservando con desiderio uno splendido vestito rosso fuoco in braccio ad uno dei paggi. Ugo fece spallucce
“ le Terre di Sondra stanno cambiando… e stanno cambiando in peggio!” disse “ Fatima dice che voi siete l’unica speranza… se fallirete la resistenza cadrà con voi!” Le principesse si guardarono l’un l’altra a disagio
“ la resistenza… quale resistenza?” borbottò Antanuka
“ beh… noi siamo la resistenza…” fece Ugo con semplicità “ noi combatteremo l’Esercito del Male e facciamo quelle cose lì che si fanno di solito!” le principesse erano sempre più disorientare
“ c’è un Esercito del Male?” domandò Neve
“ Ugo ha il pigiama blu! ” disse Aurora, il re la guardò un istante senza capire, poi tornò a concentrasi su Neve
“ beh… da qualche parte ci sarà pure un Esercito del Male no? Voglio dire, si sa che queste cose vanno così!”
“ ma…” Antanuka si sentiva scoppiare la testa. Le centinaia di domande che aveva si affollarono tentando di uscire tutte insieme, si spintonarono e crearono un ingorgo tale che la povera cavernicola finì col emettere una sorta di strano gargarismo senza senso
“ quello che voleva chiedere Antanuka…” cominciò Eleonora “ è cosa diavolo sta succedendo?” Antanuka emise un grugnito di ringraziamento, ed Ugo fece nuovamente spallucce
“ non è che Fatima sia stata chiarissima… “ borbottò il re “ però in tutte le Terre di Sondra si avverte qualcosa di strano, gli animali diventano aggressivi, molte persone sono state arrestate senza un valido motivo, altri sembrano completamente rincoglioniti…”
“ sì ma…” fece Sikandra stordita “ noi cosa c’entriamo?”
“ beh… “ fece Ugo “ di tutti i nuovi ricercati delle terre di Sondra voi siete le uniche inseguite personalmente da quegli strani esseri trasparenti, quelle Creature… insomma sembra… che siate in qualche modo importanti… che possiate fare la differenza…”
Per l’ennesima volta le principesse si scambiarono sguardi preoccupati e confusi
“ Ma Fatima…” domandò Neve “ non vi ha detto cosa dobbiamo fare?” Ugo scosse la testa
“ no… ha detto che la principessa Bianca Neve sapeva già tutto…” Neve sbuffò
“ tutto un cazzo!” disse tra i denti “ mi ha solo detto di andare nella nebbia…”
“ e tu… voi…” si corresse Ugo “ … ci andrete?”
“ era quello che stavamo tentando di fare…” fece Sikandra “ andare nella Terra delle Nebbie!” Ugo fece un gran sorriso e si voltò verso i paggi che trasportavano vestiti ed altri oggetti
“ perfetto!” disse “ concedetemi allora di offrirvi questi doni!” ciò dicendo sollevò dal mucchio dei vestiti uno splendido vestito rosso fuoco. Aveva l’allacciatura laterale, alla cinese, recava il superbo ricamo nero di un drago, ed era corredato di un paio di pantaloni scuri
“ per Sikandra, principessa dalla curiosità inestinguibile ed ardente come il fuoco!” la principessa si fece avanti con gli occhi che le luccicavano di desiderio e prese il vestito. Poi si ritirò accarezzando il morbido tessuto con le dita.
“ per Antanuka, principessa dalla potenza micidiale e dal cuore gentile!” disse Ugo porgendo un gigantesco abito di pelle di drago con bottoni d’osso intagliato. Antanuka arrossì e si affrettò ad accogliere il dono con un piccolo sgraziatissimo inchino
“ per Aurora, principessa dal cuore e dalla mente libere come l’aria!” Aurora si avvicinò
“ hai il pigiama blu!” ripeté ad Ugo prendendogli dalle mani un delicato vestito azzurro cielo, corredato da una coroncina di nontiscordardimé
“ per Eleonora, principessa dalla fantasia culinaria inestinguibile!” continuò Ugo prendendo dal paggio un bel sari blu con ricami azzurri dalle forme arzigogolate
“ ed in fine per Lolly, detta Neve, principessa dal grande coraggio e grande spacciatrice di cocaina!” il re porse a Neve, che era molto lusingata, un gilet di cuoio nero, irto di spuntoni d'argento, una T-short verde acido con un bel teschione nero ricamato ed un paio di guanti a mezze dita di pelle di drago “ vedo che i jeans strappati già li hai!” fece Ugo strizzandole l’occhio, poi si schiarì la voce ed aggiunse
“ inoltre mi sono permesso di fornirvi altra roba… la troverete nelle bisacce dei cavalli!”
“ cavalli?!” domandò Neve incredula
“ certo…” fece re Ugo ergendosi in tutta la sua modesta statura “ è il minimo che potessi fare!” re Ugo stava per aggiungere qualcos’altro ma un fatina entrò frullando le ali e planò su di lui. Il re si sporse in avanti e la fatina gli disse qualche parola all’orecchio. Ugo si rabbuiò
“ i miei informatori mi dicono che il nemico è alle porte!” disse “ si trova sulla strada maestra e punta dritto su Lacshmy!…” il re schioccò le dita e subito comparve un gruppo di guardie armate “ presto scortate le principesse alle stalle e fatele portare fuori da Driad… fate chiamare il generale… dobbiamo organizzare la difesa il più in fretta possibile!”
Nella concitazione che seguì le principesse non ebbero nemmeno il tempo di ringraziare Ugo. Furono spinte fuori dalla stanza e scortate nelle scuderie mentre nel palazzo del re si scatenava una febbrile confusione.
“ presto!” incitò una delle guardie aiutando Aurora a montare su un cavallino dall’insolito mantello color malva. Le principesse non se lo fecero ripetere, Sikandra salì in sella ad un cavallo arabo dall’aria piuttosto nevrile, Antanuka si issò su un cavallo da tiro dal aspetto elefantiaco, Eleonora su un bel quorter baio e Neve su un superbo cavallo nero da battaglia.
Non appena toccò la sella Aurora si accasciò con un lieve russare
“ ma che…” fece la guardia sorreggendo la principessa perché non cadesse
“ merda!” ringhiò Neve voltando la sua cavalcatura e raggiungendo Aurora “ bisogna legarla!” disse alla guardia piuttosto perplessa, che tuttavia andò a prendere una corda. Neve assicurò Aurora con la corda poi afferrò le redini del suo cavallo “ via,via via…” disse spronando la propria cavalcatura
“ ferme!” intimò la guardia “ se vi allontanate a cavallo non ci metteranno trenta secondi a trovare la vostra pista e a raggiungervi!” Neve lo fulminò con lo sguardo tirando con forza le redini per fermarsi
“ hai un’idea migliore?” chiese
“ Driad vi manderà sull’altura con la magia… da lì proseguirete a cavallo!” disse l’uomo guardandosi in torno, poi si rivolse al compagno “ dov’è Driad?”
“ il re le ha ordinato di scendere…” borbottò la seconda guardia “ ma non la vedo…”
“ Che volete questa volta?” domandò una vocetta acuta, proveniente da una minuscola bimbetta dai capelli biondi in camicia da notte “ stavo facendo un sogno bellissimo!” la guardia fu subito dalla bambina e le spiegò cosa volevano da lei. La piccola divenne improvvisamente pensierosa
“ se lo faccio cosa avrò in cambio?” domandò gingillandosi sulla punta dei piedi. Neve emise un ringhio e le puntò contro la balestra
“ posso dirti cosa avrai in cambio se non lo fai!” minacciò. La bimba non si scompose, fece un piccolo sbuffo e la freccia di Neve si trasformò in un bel gladiolo
“ ma che…?” borbottò Neve, mentre la bambina tornava a rivolgersi alla guardia
“ allora? ” insistette “ cosa avrò in cambio?” la guardia parve riflettere
“ cosa vorresti?” domandò
“ voglio poter scegliere io cosa mangiare a pranzo e a cena!” disse la bambina decisa. La guardia tentennò
“ beh… e cosa ti piacerebbe?”
“ panna montata e meringhe!” rispose con sicurezza Driad
“ sia a pranzo che a cena?” chiese la guardia
“ sia a pranzo che a cena!” replicò la streghetta
“ credo si possa fare…” disse la guardia che grondava sudore per la tensione. Antanuka, Neve e Sikandra tirarono un sospiro di sollievo, ma Eleonora si schiarì la voce con aria contrariatissima
“ panna e meringhe? Ma siete matti? Una bambina non può mangiare sempre panna e meringhe!! Ha bisogno di un’alimentazione variata!” Neve fissò l’amica truce
“ ci voleva solo più l’alimentazione variata!” fece portandosi una mano alla fronte
“ guarda un po’!” continuò Eleonora rivolgendosi alla bambina che la guardava con un broncio mortifero “ assaggia questo pezzo di torta al fumo di viole…” disse porgendo una fetta di dolce estratto chi sa da dove. La bimba tentennò, scrutando con aria diffidente la torta, poi la prese e ne assaggiò un pezzetto. Non appena le papille gustative della bambina si trovano a confronto con l'opera di Eleonora, i suoi occhi stretti nel sospetto si spalancarono per l’estasi
” è buonissima!” fece la piccola maga stupita
“ sono contenta che ti piaccia!” disse Eleonora soddisfatta “ se ci aiuti a fuggire ti prometto che avrai altre torte del genere!” Driad, che ora aveva gli occhi grossi come dobloni, annuì come sotto ipnosi, poi schioccò le dita.
Le cinque amiche ed i rispettivi cavalli si trovarono d’improvviso sull’altura da cui erano scese verso Lacshmy, con un voltastomaco terribile ad unico ricordo del viaggio appena compiuto.
“ Sarà meglio allontanarci…” borbottò Antanuka verde in volto, con una mano sullo stomaco
“ aspetta…” borbottò Sikandra che ondeggiava leggermente sul suo cavallo, come se fosse sul ponte di una nave in mezzo ad una burrasca “ voglio vedere cosa succede a Lacshmy!” Antanuka stava per recriminare che era pericoloso, ma in quel momento Aurora emise un lamento e si svegliò, segno che non c’era pericolo immediato.
Sikandra frugò nella bisaccia della sua cavalcatura e ne estrasse un lungo cannocchiale d’ottone. Lo allungò e lo puntò sulla città fortificata. Le amiche fecero lo stesso.
Le parole di Re Ugo le avevano molto influenzate, e tutte e cinque si aspettavano di vedere un Esercito del Male marciare sulla piccola città. Si aspettavano orde su orde di mostroidi, orchetti, orribiletti, urgali, bestiosauri, fammin, elefanti assassini, dracul, cloni, borg, nazcul e via così. Si aspettavano uno scontro epico, sangue ed eroismo, insomma quelle cose così, che dall’alto e da lontano sono molto pittoresche.
Ma nella valle sottostante non successe nulla del genere.
Il nemico era sì alle porte, ma si trattava dei soliti poliziottoli e della trollizia. Più che ad uno scontro epico sembrava di assistere all’assalto della polizia ad una comune hippy… qualcuno fuggiva, qualcuno si beccava randellate in testa, qualcuno mostrava i documenti con aria colpevole… la resistenza pareva piuttosto blanda, quasi assente, e poi… c’era dell’altro…
Fu Sikandra a notarlo per prima
“ Non vi pare che ci sia qualcosa di strano?” domandò senza togliere l’occhio dal cannocchiale
“ sì!” rispose Aurora, che puntava il suo cannocchiale diritto nel cielo “ ci sono le stelle cadenti!” Sikandra la ignorò
“ ma non dovevano organizzare una difesa?” domandò Neve irritata
“ già…” fece Sikandra “ ma non è quello… c’è qualcosa di strano… nell’aria…” le principesse strinsero gli occhi per capire a cosa si riferiva l’amica. Effettivamente c’era qualcosa di strano nell’aria… tremolava… come quella sopra l’asfalto quando fa molto caldo…
“ guardate vicino alle tende degli elfi…” disse Eleonora con uno strano tono nella voce. Proprio affianco alle tende aeree degli elfi, si notava uno stano addensamento, come se l’aria in quel punto avesse una consistenza, come se si fosse in qualche modo coagulata, come se ci fosse qualcosa di fluttuante, pulsante, senza una forma precisa… e le principesse ricordarono le parole della badante di Golpat…
Analgesia… niente sangue, niente cadaveri… solo menti piegate…
“ che sia una delle Creature…?” si chiese Eleonora ad alta voce, mentre un brivido le percorreva la schiena. Come al solito fu Neve a mettere fine alle chiacchiere
“ non so voi, ma io non ho intenzione di scoprirlo!” disse voltando il cavallo “ farei che levare le tende!” aggiunse.

Per l’ennesima volta le principesse si trovarono chine sulla mappa delle Terre di Sondra per decidere quale fosse la direzione migliore da seguire. Eliminate le Terre Ursine, ed i dintorni di Lacshmy rimanevano due alternative. Una era il Canion del Cane Stanco, lungo, e disabitato. L’altra era attraversare le Tornelle, un territorio pianeggiante densamente popolato.
Se da un lato viaggiare attraverso le Tornelle significava farsi vedere da molta gente, decidere per il Canion del Cane Stanco voleva dire esporsi ad imboscate di ogni genere e negarsi qualsiasi via di fuga.
Le principesse erano in disaccordo. Antanuka e Neve preferivano rischiare un imboscata che non esporsi agli occhi di centinaia di potenziali spie. Sikandra ed Eleonora optavano invece per le Tornelle, la prima perché trovava più interessante visitare queste che non un lungo canalone di roccia uguale a tanti altri. La seconda perché riponeva molta fiducia nella gente.
Aurora, interpellata nella speranza che il suo voto facesse la differenza, disse che a lei avrebbe fatto piacere andare in un bar dove servissero tisane al lampone, e non risolse nulla.
Fu Neve, come al solito, a tagliare la testa al toro
“ a poche yarde da qui è segnata la Casa Del Mago Melvin!” disse indicando il punto sulla mappa “ potremmo interpellare lui… è sulla strada, e non ci costringerebbe a fare nessuna deviazione!” Così fu deciso, e le principesse ripresero il cammino.

La casa di Melvin si trovava in un bel boschetto di betulle. Era un edificio grigio, squadrato, ed aveva tutte le finestre sbarrate
“ Forse è scappato come Fatima…” disse Neve osservando le assi inchiodate sulle finestre
“ tentar non nuoce…” disse Sikandra bussando comunque alla porta. Per qualche istante non successe nulla, poi qualcuno infilò un paio di banconote sotto la porta
“ La-lasciala sullo zerbi-bino!” disse una voce roca dall’interno della casa “ e ti-tieni il resto” Sikandra si allontanò dalla porta presa alla sprovvista
“ ehm…” disse “ noi cerchiamo Mago Melvin…”
“ n-non sei quello che po-porta le pizze?” chiese la voce con una certa preoccupazione
“ no…” rispose Sikandra “ …vorremmo parlare con mago Melvin…” ripeté la principessa sempre più dubbiosa, poi aggiunse “ …sei tu?”
“ co-cosa volete da lui?” domandò la voce piuttosto elettrica
“ chiedergli se…” ma Sikandra non riuscì a finire la frase, perché la porta si dischiuse appena. Da dentro la casa proveniva una strana soffusa luce verdognola, e la faccia brufolosa di un ragazzo spiava le cinque amiche da dietro un paio di occhiali spessissimi. Un’espressione di stupore misto a spavento si dipinse sul volto del giovane quando mise a fuoco le cinque principesse
“ v-voi… voi sie-siete fe-femmine!” disse come se fosse un’assurdità, e poi richiuse la porta di colpo. Le principesse si guardarono confuse, Neve stava per aprire la bocca quando la porta si dischiuse di nuovo
“ po-potete entrare…” balbettò il ragazzo osservandole con un’espressione di assoluto stupore.
L’interno della casa del mago era buia, eccetto per la luce verdognola che pareva provenire da numerosi schermi disposti un po’ ovunque. Eleonora inciampò e finì lunga e distesa per terra.
“ Cosa sono tutti questi fili?” chiese la principessa rimettendosi in piedi e massaggiandosi un ginocchio.
“ i ca-cavi di c-collegamento…” rispose il ragazzo che si spostava nell’oscurità con le stesse movenze di un topo nella sua tana.
Quando i loro occhi si abituarono alla penombra le cinque amiche cominciarono a distinguere qualche particolare in più. Il pavimento era un groviglio di fili, tutte le superfici orizzontali erano occupate da schermi su cui scorrevano le immagini più varie: piccole astronavi sparanti, parole, pagine web e così via. In mezzo a quel caos si potevano vedere avanzi di pizza e di pasti cinesi
“ dov’è Melvin?” domandò Neve. Il ragazzo si girò, era pallido e secco, come una pianta cresciuta al buio, cosa che probabilmente era
“ io s-sono Melvin!” rispose. Neve lo osservò con aria scettica
“ non sembri proprio un mago!” disse.
“ lo s-sono…” borbottò Melvin “ so-sono un m-mago dei computer!” Neve sollevò un sopraciglio, sempre più scettica
“ allora potresti aiutarci a risolvere un piccolo problema?” domandò Sikandra
“ ce-certo!” disse Melvin con entusiasmo “ vi serve una co-connessione rapida ad i-nternet? Volete aprire u-un blog? Avete un vi-virus? Volete c-creare un virus? Volete v-violare il sistema di si-sicurezza del P-pentagono?” Antanuka guardava Melvin con la bocca leggermente aperta, attonita, poi si voltò verso le amiche
“ questo è pazzo!” bisbigliò.
“ veramente…” borbottò Sikandra “ vorremmo sapere che strada è meglio prendere per andare nella Terra delle Nebbie…” Melvin si portò una mano al mento e si stuzzicò un brufolo con aria pensosa
“ no-non saprei… ” disse “ vi s-servirebbe un GPS”
“ cos’è un GPS?” chiese Eleonora che non ci si raccapezzava più
“ è un na-navigatore s-satellitare!” spiegò Melvin. Antanuka si portò l’indice alla tempia in un gesto molto esplicativo
“ senti Melvin… non so cosa sia un navigatore satellitare… ma a noi serve semplicemente che tu ci faccia una piccola previsione del futuro…” disse Eleonora cercando di semplificare le cose. Melvin si crucciò
“ volete g-giocare in borsa?” domandò
“ n…no…” borbottò Eleonora che non sapeva più che pesci pigliare, cercando di respingere Antanuka che aveva preso a tirarle il vestito per convincerla a lasciar perdere “ interpretare gli spiriti… leggere nelle sabbie del tempo… insomma quelle cose che fate voi maghi!” Melvin si grattò la nuca
“ no-non i maghi del computer!” disse, poi parve rifletterci per un secondo “ però forse un mo-modo c’è…” borbottò fra se e se “ potreste po-provare col S-solitario Divinatorio… ve-venite con me!”
Le principesse seguirono il mago dei computer in un’altra stanza, fino ad uno degli ennesimi schermi. In questo nuotavano un sacco di piccoli pesci. Melvin toccò un aggeggio grigio che stava sul tavolo ed i pesci scomparvero lasciando sullo schermo l’immagine di due verdi colline ed un cielo azzurro
“ wow! ” fecero le principesse in coro, meravigliate dalla potenza di quel sortilegio. Melvin le ignorò e continuò a muovere il piccolo oggetto grigio. Sullo schermo comparvero delle carte da gioco disposte in modo particolare
“ ecco q-qui!” disse Melvin “ voi po-ponete il q-quesito, poi fate il so-solitario… se vi riesce la r-risposta è sì, se non vi vi-viene, la risposta è no!”
“ e come si fa a fare il solitario?” chiese Eleonora. Melvin spiegò rapidamente le regole, poi si congedò
“ ora s-scusate ma di là sto s-scaricando della roba!” disse filando via nell’ombra
“ bene…” disse Sikandra “ poniamo questo quesito!”
“ okay…” fece Neve riflettendoci “ che ne dite di… dobbiamo attraversare il canion?”
“ per ma va bene!” disse Sikandra “ ora proviamo a fare il gioco…” come Melvin le aveva istruite le principesse presero a muovere il piccolo aggeggio grigio, schiacciandone i piccoli tasti e spostando le carte sullo schermo
“ mi sa che abbiamo perso!” disse Sikandra, Mentre Neve cercava istericamente di mettere una regina di picche su un re di fiori “ la regina nera va su un re rosso!” Neve sbuffò
“ che regola del cazzo!” disse lasciando perdere “ e poi qualcuna mi spieghi perché la donna non può stare negli spazi vuoti ed il re sì… questo è maschilismo bello e buono!” Sikandra fece spallucce
“ comunque sia, quelle erano le regole e tu hai perso… quindi si passerà per le Tornelle!” Antanuka sospirò
“ i patti erano i patti!” ammise mentre Neve metteva su un’aria piccata “ direi che possiamo andarcene… questo posto mi fa sentire a disagio…” continuò la cavernicola
“ okay…” rispose Sikandra “ avvertiamo Melvin “
“ forse dovremmo dargli una mano a scaricare…” fece Antanuka “ mi sembra un tipo piuttosto debolino…”
Ma quando trovarono Melvin nella stanza affianco questo non stava spostando nessun oggetto, ed era incollato ad uno degli schermi
“ noi…” cominciò Sikandra “ andremmo via…” Melvin non rispose, ne diede segno di aver notato la loro presenza. Le principesse fecero spallucce ed infilarono la porta… I maghi dei computer erano proprio tipi strani.

Nonostante i dubbi sulla validità della fonte dell’informazione le principesse si diressero verso le Tornelle, come indicato dal Solitario Divinatorio.
Il primo dei piccoli villaggi che incontrarono appariva disabitato. Le strade erano deserte e polverose. Le case avevano l’intonaco scrostato, e diverse tegole mancavano dai tetti. Le piante nelle aiuole erano secche, e solo le erbacce più tenaci resistevano ai bordi delle strade. Gli zoccoli dei cavalli che calpestavano il terreno arido erano l’unico suono che si udiva oltre al vento.
Le cinque amiche non parlavano. Una stana sensazione di desolazione le aveva colpite.
Lasciato alle spalle il villaggio abbandonato, il morale delle principesse parve risollevarsi, ma non durò a lungo.
Anche il secondo villaggio in cui entrarono era completamente deserto. Le cinque amiche trattenevano il fiato prima di voltare ogni angolo. Pur senza volerlo ammettere, credevano a re Ugo. E dietro ogni svolta della strada, si aspettavano di trovare mucchi di cadaveri accatastati, o scie di sangue lasciate alle spalle dal fantomatico Esercito del Male.
Quando lasciarono il secondo villaggio, senza aver trovato nessuna traccia degli abitanti, ne vivi, ne morti, i loro nervi erano tesissimi.
“ Beh… effettivamente se va avanti così non dobbiamo temere nessuna spia…“ tentò di scherzare Neve, ma la sua ironia era permeata di tensione
“ ma che fine avranno fatto tutti?” si chiese Eleonora con un filo di voce
“ che sia davvero passato un Esercito?” domandò Sikandra. Antanuka grugnì a disagio
“ avrebbero lasciato qualche traccia…” borbottò la cavernicola osservando il terreno dalla vertiginosa altezza del suo destriero
“ già…” rispose Eleonora “ ma allora cosa può aver costretto gli abitanti ad andarsene?” nessuna delle amiche le rispose, e la sua domanda si perse nel vento insieme alla polvere.

Nel pomeriggio le principesse si accamparono, poco fuori dall’ennesimo villaggio abbandonato. Il morale era a terra, e le amiche si concessero una sosta piuttosto lunga.
Re Ugo aveva fornito loro un sacco di roba utile, corde, armi, cannocchiali. Ma non aveva tralasciato qualche dono meno indispensabile ma altrettanto gradito. Neve aveva trovato nella sua bisaccia un bel libro intitolato Piccoli spacciatori crescono. Antanuka un grosso volume: i dieci segreti della la caccia al mammut. Aurora un piccolo libro di poesie con splendide illustrazioni ad acquarello. Sikandra un volumone dal titolo Guida alla sperimentazione in tutte le sue forme. Ed Eleonora una trilogia: Divorzio, come ottenerlo: relazione sulle peripezie di uno che c’è riuscito.
Tutte e cinque le amiche si immersero profondamente nelle proprie letture.
Fu Eleonora ad alzare la testa per prima.
“ Anty… mi daresti un secondo la mappa…” disse con aria crucciata “ vorrei controllare una cosa…” Antanuka si sfilò la mappa dal vestito senza alzare gli occhi dal libro e la porse all’amica. Eleonora la prese e la dispiegò. Se le principesse non fossero state così prese dalla lettura avrebbero notato il volto di Eleonora farsi pallido
“ dobbiamo tornare indietro!” disse la principessa con tono preoccupato ma deciso. Neve sollevò lo sguardo dal paragrafo che stava leggendo
“ eh?” domandò distrattamente
“ dobbiamo tornare indietro!” ripeté Eleonora. Si sollevarono anche le teste di Sikandra ed Antanuka, mentre Aurora rimase china sul suo libro.
“ tornare indietro? Ma ormai siamo quasi ad un quarto del tragitto!” borbottò Antanuka “ e poi sei stata tu a dire che…” ma Eleonora non la fece finire
“ so perché i villaggi sono abbandonati!” disse. Le tre amiche la guardarono senza parlare “ è colpa di Sauron!” continuò lei, con la voce vibrante di preoccupazione
“ e chi cazzo è Sauron?” domandò Neve. Eleonora portò la cartina alle amiche ed indicò un punto in centro alle Tornelle
“ quello è Sauron!” disse. Antanuka, Neve e Sikandra aguzzarono la vista per capire di cosa si trattasse. Il sottile indice di Eleonora indicava il minuscolo disegno di un occhio, raffigurato in cima ad una specie di torre
“ un occhio?” domandò Antanuka senza capire
“ esatto!!” fece Eleonora “ è l’Occhio del Male! L’occhio di Sauron! Re Ugo diceva la verità: c’è un Esercito del Male, e Sauron ne è il capo supremo!” le tre principesse guardavano l’amica piuttosto preoccupate
“ e come sai queste cose?” chiese Sikandra
“ è scritto in questi libri!” disse Eleonora porgendo i libri donatele da re Ugo “ raccontano le vicende dell’unica persona al mondo che sia riuscita ad ottenere il divorzio legalmente e…” Eleonora stava per continuare ma Neve la interruppe
“ ehi… non sapevo che divorziare fosse così complicato da queste parti!”
“ lo è!” disse Eleonora con calore “ le pratiche sono lunghe e difficili, figuratevi che bisogna gettare l’anello nuziale giù in un vulcano attivo… è l’unico modo per distruggerlo, e con lui il vincolo coniugale…”
“ non capisco come tutto questo c’entri con la nostra situazione…” borbottò Antanuka alla quale il divorzio interessava ben poco. Eleonora si voltò verso di lei
“ in questi libri sono citati Sauron e il suo esercito…” spiegò lei “ e c’è anche la descrizione di Sauron stesso: un gigantesco occhio senza palpebre che domina sui territori circostanti, che sono ridotti a lande desolate!” Ci fu un breve silenzio, durante il quale Antanuka e Neve osservarono meglio il piccolo occhio disegnato nel centro delle Tornelle, mentre Sikandra leggeva qualche pezzo del primo libro di Eleonora: La compagnia dell’anello
“ questa storia è proprio interessante!” disse la ragazza “ è chi sarebbe questo Gandalf?” Eleonora si riscosse dalle proprie riflessioni
“ eh? Oh, sì, Gandalf è l’avvocato divorzista!” spiegò, poi si rivolse alle amiche con una cera serietà “ secondo voi cosa dobbiamo fare?” Antanuka fece spallucce
“ ormai siamo qui… tornare indietro ci costerebbe un sacco di tempo…”
“ sono d’accordo con lei!” disse Neve “ e poi non sono convita che l’occhio sulla cartina sia proprio questo Sauron di cui parli… la didascalia dice G.F.!” Eleonora controllò la mappa e parve calmarsi un pochino
“ tu cosa ne pensi Sik?” domandò all’amica che si era immersa nella lettura della compagnia dell’anello
“ penso che se si trattasse di Sauron sarebbe davvero interessante!” disse. Eleonora sollevò gli occhi al cielo
“ tre contro una… proseguiamo…” disse rassegnata “ spero solo di essermi sbagliata!”.

3 commenti:

Mavia ha detto...

Hey questo pezzo lo avevi già postato!!!!

Anonimo ha detto...

M.M. vista la tua grande dedizione all'opera, ti informo che hai appena vinto una copia stampata omaggio! questo sgraverà la povera E. dall'ingrato compito di postare qualcosa che leggi solo tu... e darà a te la possibilità di finire questo dannato racconto una volta per tutte! così mi dici cosa ne pensi...
p.s. se c'è qualche altro masochista che sta leggendo questa roba ( non credo proprio )è pregato di informarmi... vincerà anche lui una copia omaggio... le foreste del globo non ne risentiranno troppo credetemi!

devi!

Artemisia G. ha detto...

Ennò non esiste proprio!!!!!Io 'sta roba ho iniziato a postarla e finirò di farlo!!!!!!e anche l'autrice fermerà la mia follia editoriale!!!!UHAAAAAuhauuhauahauhauha!
E. Editore!