venerdì 22 maggio 2009

Verbale del sabba...



«Abbiate il coraggio di amare il vostro corpo. Smettete di aggiustarlo. Non è mai stato rotto»





Il nostro corpo è portatore delle storie
Del mondo
Della terra
Della madre.
Il nostro corpo è la madre.
Il nostro corpo è la nostra casa.
Piangiamo qui.
Ci siamo trovate.
Siamo donne.
Siamo troppo.
Siamo vuote.
Siamo piene.
Viviamo in un corpo giusto.
Viviamo nel corpo giusto.
Corpo giusto. Corpo giusto. Corpo giusto.




"
Immagini, immagini, e poi ancora immagini. Sui manifesti pubblicitari, sulle prime pagine dei giornali, negli spot televisivi, nei trailers cinematografici. Corpi, corpi e poi ancora corpi. Corpi di donna. Corpi filmati, corpi fotografati, corpi velati,corpi svelati, corpi suggeriti, corpi intravisti, corpi sfiorati, corpi toccati,corpi in vetrina. Ma soprattutto corpi perfetti. Assolutamente ed artificiosamente perfetti perché altrimenti mai e poi mai potrebbero essere svelati suggeriti intravisti sfiorati toccati , mai e poi mai potrebbero essere in vetrina piuttosto che filmati piuttosto che fotografati. Corpi che se non fossero perfetti mai e poi mai potrebbero apparire. Mai e poi mai potrebbero risultare vincenti in un tessuto sociale che ama e premia i vittoriosi vessando gli sconfitti. Tutto ciò costruisce in ogni donna il desiderio di avere un corpo “giusto”. Desiderio che nasce esiste e mai muore al di là di qualunque arbitrio, perché tenuto costantemente in vita da un martellamento mediatico che suggerisce/ impone un corpo senza rughe , senza cellulite, senza pancia, con seni vigorosi, labbra carnose, fianchi invisibili. Bisogna essere perfetti. Anzi giusti come “Il corpo giusto” che ispira la piece. Mi piacerebbe che “Volevo diventare Brava !” diventasse una fotografia in cui identificarsi per tutte quelle donne e non(anche i maschi sono sempre più spesso costretti a vergognarsi di “maniglie dell’amore” che fanno capolino sulla cintura dei pantaloni) che hanno in cima ai propri pensieri l’emulazione di modelle perfette perché possano intravedere nel percorso della protagonista la possibilità di rinunciare a quel desiderio semplicemente perché tuttaltro che necessario. Perché, come ci insegnavano quando eravamo bambini, “piccolina, l’unica cosa importante nella vita è che tu diventi brava!”.

La violenza è un fatto quotidianamente accettato che lei, insieme al movimento V-Days, contesta con una straordinaria forza rivoluzionaria, chiedendo di sprigionare e liberare l’energia di corpi oppressi in gabbie di pensiero e comportamenti (auto) punitivi.
“Non ho mai capito – ci racconta – come sia possibile non essere femministi. È come essere contro la felicità”. Un principio così elementare che risulta incomprensibile e di cui l’artista newyorkese ha saputo mostrare a tutti la semplicità attraverso racconti di diete e tapis roulant. Eve Ensler ha subito e compreso appieno la banalità del male, quella che si incontra nei processi per crimini contro l’umanità, quella dei padri di famiglia o dei ragazzotti un po’ annoiati che sono diventati torturatori professionisti macchiandosi dei più efferati crimini di guerra, o quella della ragazzina obesa che odia le Stronze Magrissime o della modella che lascia che il suo carnefice-chirurgo la mutili all’infinito per ‘amore’
...

“Non penso – scrive nel suo libro più noto - di essere estremista. Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo ad essere piegato, sterile e domato”. Eve Ensler è una newyorkese con un “corpo politico” che sembra fatto apposta per contraddire i dettami del sogno a stelle e strisce. Pioniera nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili, ama le frasi ad effetto, quelle che stordiscono e fanno pensare, sa entrare nel linguaggio comune e far passare idee di libertà anche sui più insospettabili mezzi di comunicazione. È un’artista straordinaria, una grande comunicatrice ma anche una ‘cattiva ragazza’ determinata, forte, un po’ sfacciata. Il suo nome è associato ai Monologhi della Vagina, un testo letto, recitato e raccontato da migliaia di persone in tutti gli angoli del pianeta. Attrici e personalità di tutto il mondo hanno dato voce ai corpi di cui parla nei suoi scritti e incontrandola non si può fare a meno di immedesimarsi con lei. Eve è una donna normale, libera, che ha subito violenze e si è spesa nel mondo “affinché – ci spiega – altre donne non debbano passare attraverso lo stesso inferno”.


http://www.vday.org/



"Dite ai creatori di immagine, ai venditori di riviste femminili e ai chirurghi plastici che non avete più paura di essere voi stesse. E che quello che più temete è la perdita delle differenze, la morte dell'immaginazione e dell'originalità".
Dobbiamo restituire spessore e morbidezza a questo Mondo così piatto in cui regna l'omologazione. Ricordiamo che c'è stato un tempo in cui la bellezza femminile era associata alla carne, all'abbondanza...Le donne più sexy sono quelle che vivono bene il loro corpo, che lo apprezzano, lo curano come un preziosissimo tesoro, quelle che si sentono a loro agio nella propria pelle...Allora le dimensioni non contano più.




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