giovedì 28 ottobre 2010




Vi è un momento che appartiene ancora alla notte, ma non ormai è prossimo al giorno, in cui i due fantasmi si incontrano; forse non è esatto definirli con questo nome che si associa a poveri e fattizi terrori; ma tuttavia va detto che due enormi immagini stanno per qualche tempo – nessuno sa se si tratta di schegge di secondi o di secoli – l'una di fronte all'altra. Nessuna delle due immagini ha forma definita: e tuttavia è chiaro che ciascuna vuole qualcosa che è incompatibile con ciò che vuole l'altra. Non v'è tra le due informi forme alcun conflitto, alcun atto di violenza, alcuna privata ira; e tuttavia ogni volta si tratta di uno scontro mortale, in cui senza che vi sia contatto, qualcuno uccide l'altro, o forse si uccidono entrambi. In ogni caso non è possibile dire chi mai abbia ucciso chi, giacché non appena l'uccisione immobile è stata eseguita, l'immagine omicida fa propri tutti i lineamenti, le scelte, i programmi, i progetti, le speranze dell'immagine uccisa; per cui in ogni caso i due fantasmi, pur riducendosi a uno, o anche ad un fantasma di fantasma, nel caso che la sconfitta tocchi ad entrambi, mantengono intatti la potenza, il gravame delle due scelte terribili. Veramente, poiché è impossibile sapere in che mai consistano codeste scelte, pare impossibile definirle terribili; e tuttavia la terribilità traspare dalla qualità decisiva che non si può non attribuire all'incontro delle due immagini. In verità, forse la terribilità sta tutta solo nell'incontro; e le due immagini non sono che dei prestanome, dei giochi d'ombra, delle mere allucinazioni cui è affidato il compito insondabile dell'incontro, dell'uccisione, della morte, del recupero, della ripetizione. In realtà, se non avviene quell'incontro, il giorno si rifiuta di iniziare, e la notte ha il diritto di non appartarsi; e in ogni caso la notte, accolta nello spazio apparentemente illimitato del giorno, disegna la propria presenza in innumere ombre, e pazientemente attende che l'incontro si ripeta, e si ripeta l'uccisione dall'inizio.


Centuria, cento piccoli romanzi fiume

- Giorgo Manganelli











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