sabato 11 febbraio 2012

LE DONNE CONTANO



La sentenza TAR di Torino: le donne non hanno interesse perché né gravide né madri.
Noi siamo quelle donne che hanno deciso di far ricorso personalmente contro la “nuova”(07/2011) delibera della regione Piemonte che favorisce l’inserimento del movimento pro-life all’interno di consultori e ospedali pubblici. 
Siamo quelle donne che, insieme a  migliaia di altre, con presidi, manifestazioni, volantinaggio si sono opposte alla violenza machista delle istituzioni regionali piemontesi.
La questione però non è stata neanche esaminata nel merito poiché le ricorrenti, noi e la Casa delle Donne di Torino,  non abbiamo interesse a ricorrere in quanto nè gravide né madri.(?!)
A parte che questa sentenza decreta l’impossibilità materiale di impugnare qualsiasi provvedimento regionale in materia, perchè è evidente che i tempi previsti per l’interruzione della gravidanza sono incompatibili con quelli di impugnazione di un atto amministrativo
la questione inaccettabile è la qualificazione del nostro non interesse:  noi non contiamo in quanto donne ma solo in quanto macchine riproduttive.
Ancora una volta, le donne non si considerano pregiudicate di per sè dall’inserimento di anti-abortisti all’interno di luoghi preposti specificatamente alla loro salute, ma quella presenza può essere sanzionata solo se “le incubatrici” si trovano in quella particolare dimensione riproduttiva.
Come può lo stato gravido e lo stato di madre essere l‘unica una qualifica legittimante?
Ma come può questa caratteristica biologica scindersi dalla libera scelta sui nostri corpi e sul nostro futuro? 
Come può una donna non fertile, non madre, non gravida non sentirsi pregiudicata, attaccata, offesa da una delibera che antepone l’ideologia alla salute delle donne?
E’appena iniziata l’ennesima guerra ideologica sui corpi delle donne, portata avanti proprio da quelle istituzioni che dovrebbero tutelarci.
Questo inchino del governatore Cota alle lobbies estremiste antiabortiste/(cattoliche) avrà delle gravi conseguenze: violenze, intimidazioni, nuove limitazioni e forme di subordinazione per le donne.
Un incredibile buco nero nei principi di autodeterminazione e civiltà.
Quel che è peggio è che questa guerra si combatterà all’interno di luoghi pubblici demandati specificamente alla tutela della salute: 
luoghi di sofferenze, intimità, gioie; 
luoghi delle donne e NON dei volontari antiabortisti, non delle ideologie, né degli interessi del potere.
Siamo sgomente dell’intrinseco machismo e disprezzo per le libertà nel paese Italia … disprezzo che non tange MAI la sacralità delle le libertà economiche e che punta al controllo dei corpi e delle scelte perosnali.
Eravamo sgomente quando la Ferrero (ora in arresto per vicende di corruzione) ha depositato la delibera.
Eravamo incredule quando abbiamo visto il governatore Cota al Convegno Europeo dei movimenti pro-life
Eravamo allibite quando il 14/09/11 è stata presentata la proposta regionale (PDL) per modificare i consultori in luoghi di preparazione della coppia al matrimonio
Eravamo disgustate alla scoperta della destinazione 3 milioni di euro, a favore della proposta, quando in Piemonte “non ci sono soldi” per gli studenti/studentesse idonei alle borse di studio.
Ora siamo incazzate e incontenibili. 
Prive di fiducia verso le stesse istituzioni che dovrebbero tutelarci.
Contro quest’azione violenta che uccide, mortifica le donne dal personale al politico.
Uniamoci tutte e tutti. Portiamo la bandiera dell’auto-determinazione in ogni territorio.
Pretendiamo rispetto per le nostre scelte, per i nostri corpi, per il nostro futuro
Noi donne contiamo!

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