venerdì 19 febbraio 2010

falce, martello e tacchi a spillo?


Ebbene si, sono io quella dei "tacchi a spillo"

Eccomi sono IO!!! Potete insultarmi personalmente sono una donna!!!
Senza faticare troppo a consultare testi specialistici di comunicazione consiglio a tutti quelli che hanno scritto, si sono scandalizzati, si sono indignati, di andare sul web al sito di wikipedia e digitare la parola comunicazione… Termine tanto abusato e di cui tutti si riempiono la bocca. Troveranno alcuni chiarimenti su come, grossolanamente, si fa comunicazione. Cliccate e leggete e poi continuate a seguire il mio ragionamento, vi metto in condizione… Ho suscitato un moto di indignazione, bene! Ho costretto quotidiani nazionali a parlare di un partito scomparso suo malgrado dai media, bene! Il mio committente con poche risorse è al centro di un dibattito nazionale, li ringrazio per il coraggio dimostrato (raro in politica), bene! Ho scoperchiato il conformismo e il moralismo di tante persone, bene! La doppia morale delle binettiane comuniste, facile la battuta “da Bertinotti a Binetti…”, bene! Ho visto maschi frustrati, e pure parecchie femminucce, per onestà, fare affermazioni pesanti che associano l’abito, in questo caso le scarpe, a categorie “moralmente deprecabili”, bene! Assistendo a questo dibattito, a volte dai toni surreali, ho avuto conferma che in questo paese la libertà di azione, di pensiero e perché no di abbigliamento per una donna , ahimè, è ancora molto lontana da essere un fatto scontato, la donna deve per forza seguire dei codici conformisti, altrimenti viene additata e giudicata. Poi se la sera gira vestita in modo da accendere le fantasie di qualche sempliciotto è lei che se l’è cercata… In questo paese scopro, ma già lo sapevo, la mancanza di libertà. La libertà di vestirsi come si vuole e di non essere “segnate” nella categoria “zoccola che ci sta”. Siamo oramai tutte vittime dei preconcetti? Della morale corrente? Dello stereotipo? Mi state forse dicendo che quando le donne per emanciparsi hanno cominciato a indossare la minigonna hanno sbagliato perchè la morale corrente associava minigonna-mignotta? E quindi secondo voi le donne avrebbero dovuto sentirsi offese dall’associazione “minigonna emancipazione”? E non mi parlate di comodità perché sinceramente la differenza di comodità tra una minigonna e una gonna al ginocchio non la vedo…. Sono stata accusata di usare la scarpa come elemento seduttivo. E allora? Non ho niente contro la seduzione, è una componente essenziale dell’animo umano, a volte è volontaria a volte è involontaria, a meno che non la si voglia condannare come accadeva al sud quando la mentalità conformista e patriarcale usava il termine “fascinazione” per additare e giudicare la diversità di donne che violavano le regole non scritte. Solidarietà alla donna Santanchè. Avrà tanti difetti, sarà lontana dal mio mondo, ma l’equazione tacchi a spillo-Santanchè-giudizi morali non mi piace. Non mi piace che la morale trasversale di tanti bigotti vieti ad una donna di indossare liberamente delle scarpe rosse con tacchi a spillo, al di là della sua idea del mondo o del colore della sua pelle. Di andare a lavorare in un ufficio e trovarsi le mani addosso di un superiore solo perché ha sbagliato codice. In questa paese di escort , trans e politici noi donne comuni veniamo depredate della libertà di vestirci liberamente. Diventiamo bersagli di un conformismo e di una rozzezza intellettuale che ricorda un paese arcaico. Sono dispiaciuta di avere constatato che le donne di sinistra, quelle dei diritti, delle lotte per l’emancipazione femminile, invece di vedere nel mio manifesto, nella mia illustrazione, una critica a un modello imperante lo hanno “letto” come offensivo. Offensivo è stato percepito pure l’accostamento tra la parola sacra “classe” e un paio di scarpe? Una bestemmia? Violata la sacralità comunista? L’ortodossia dei duri e puri? Giusto! La laicità è roba da chiedere agli altri. Copio e incollo il pezzo di una mail mandatami dalla mia cara amica Carlotta Belloni: “…I tacchi a spillo sono stati inventati da Dior nel 1940 come riscatto per le donne dopo che negli anni della guerra erano state costrette a mortificarsi in calzature goffe e pesanti. E lo sa Robecchi che in quegli stessi anni, si impiantarono a Vigevano le fabbriche che ancora li oggi producono? Dal 1940 a oggi circa mille aziende sono nate per la produzione dei mortificati tacchi a spillo in questa zona … (vai a vedere che adesso si scopre che i tacchi a spillo sono proletari, come farete o detrattori del poster??).”
Se le donne sono ancora vittime di un simbolismo arcaico, che affonda le sue radici nel profondo di una società patriarcale, quella che additava la diversità o l’eccentricità come portatrice di sovversione, di violazione della norma e del sentire dominante, quella della caccia alle streghe, per intenderci, le simpatiche femministe dei forum, dei collettivi delle poche e pure, sono le prime cacciatrici di streghe. Al rogo Laura Montelli, strega contemporanea, che però crede di avere fatto bene il suo lavoro. Viste le reazioni….

Laura Montelli, art director Ladif s.r.l.

da Liberazione, 19.02.2010

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