venerdì 27 agosto 2010

Le mamme nonne?
Da invidiare


Per adesso è un privilegio delle ricche & famose,
delle belle & malinconiche,
in cerca di senso per le loro vite troppo narcise,
diventare mamma fuori dai tempi stretti della biologia.
Sopra i 45, sopra i 50, a ridosso dei 60.
Fanno bene?
Fanno male?
I loro bambini soffriranno di avere mamme-nonne
per età che sono mamme-sorelle per aspetto?
Sono, le mamme-nonne,
signore onnipotenti e capricciose
che non accettano il cupo rintocco del tempo?
Oppure sono la fortunata avanguardia
dell’unica vera rivoluzione femminile possibile,
quella che ci sottrarrà all’insulto della Natura,
grande limite dei corpi e dei destini delle donne?
Dopo lunga e dolorosa riflessione,
sono portata a optare per la seconda ipotesi:
sono una fortunata avanguardia.
Se faranno buon uso delle loro maternità tecnologiche,
i loro bambini non soffriranno.
L’unica, certa e terribile, sofferenza
di chi nasce è non essere amato,
o essere amato male.
Non si disimpara ad amare
quando non si è più giovani,
anzi,
a misura che l’amore per se stessi si riduce
cresce la capacità di amare altri:
figli, nipoti, amanti, mariti, amici.
La maturità è una grande risorsa emotiva.
Conosco molti padri cinquantenni e sessantenni che sono,
con i loro figli bambini,
molto affettuosi e presenti,
molto più di quanto lo fossero
con le nidiate del primo matrimonio,
ormai trentenni.
Invecchiare bene vuol dire venirsi,
dolcemente, a noia
e riconoscere la propria vulnerabilità.
Allora il bisogno di dare
diventa più importante del desiderio di ricevere.
La situazione è ottimale
per affrontare quel momento di fragilità assoluta
che è l’infanzia.
È giusto che anche le donne
possano avere una vita piena anche quando
le ovaie non sono più attive.
Una vita che duri tutta la vita…
dato che la vita si fa sempre più lunga.



26 agosto 2010
Lidia Ravera

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