"Varda che bel, siu vegnesti catarme?"
E' sempre lui, lo conosco da venticinque anni ed è sempre lui.
Sì certo, ora è un pò più calvo, lento, i pochi fili scuri dei suoi capelli si sono fatti ora tutti bianchi, meno incisivi, ma sempre la stessa voglia di vita.
E' il mio nonno adottivo.
Ora spiego.
E' la memoria del mio vero nonno, il nonno Vittorio, che non ho potuto conoscere perchè purtroppo è morto poco dopo che sono nata.
Così lui, il suo migliore amico è diventato il mio nonno.
Credo che ad unirli fosse un'amicizia davvero forte.
Lo adoro. E' la memoria vivente del nonno che mi è stato negato.
Ha visto e vissuto molte cose, ha studiato molto, ha girato il mondo ma non si è mai montato la testa (anche se ha sempre ragione lui).
E mi racconta di quanto matto era nonno Vittorio. E quante ne hanno combinate assieme. Di come gli voleva bene la gente.
E sono qui a fare quattro chiacchiere col nonno che mi racconta di come gli manca nonna, che se n'è andata lo scorso Natale, e vedo che la ama ancora tantissimo (nel vero significato del termine, non con la banalità e la leggerezza con cui alcune persone pronunciano queste due paroline, che sì sono piccole, corte, ma troppo cariche di significato da farti esplodere il petto quando vengono schiacciate sul palato dalla lingua, rimbalzano sui denti e una volta fuori dalla bocca ti lasciano senza fiato)
che l'ha sempre amata,
e non smetterà mai.
Vedo che ha ancora e solo occhi per la sua bellissima moglie.
E piacerebbe anche a me un giorno, a 84 anni avere un marito al mio fianco che mi gurda così.Alla stessa maniera.Con lo stesso modo di amare.
E poi mi parla dei suoi amici.
E mi dice:
"Veditu, la nostra amicizia era come dire...automatica.
Semplice.
Non c'era bisogno nemmeno a volte di dire.
Ci si aiutava.
C'erano molte cose scontate.
Forti.
Bastava poco, xe passea in caneva a berse un goto de vin.
Eravamo noi.
E ci divertivamo da matti. E la voglia de combinarghen una drio man che l'altra, insieme."
Semplice,
insieme,
aiutarsi,
l'è a volte fadigha ma 'l paga.
E ride mostrandomi la nera spelonca della sua bocca, con pochi, coraggiosi, sparuti, incisivi
e con lo sguardo perso nei tempi e nei ricordi dei suoi amici, della sua famiglia, dei suoi viaggi:
"Ho avest proprio na bela vita, e ho tantissimi bei ricordi"
E' sempre lui, lo conosco da venticinque anni ed è sempre lui.
Sì certo, ora è un pò più calvo, lento, i pochi fili scuri dei suoi capelli si sono fatti ora tutti bianchi, meno incisivi, ma sempre la stessa voglia di vita.
E' il mio nonno adottivo.
Ora spiego.
E' la memoria del mio vero nonno, il nonno Vittorio, che non ho potuto conoscere perchè purtroppo è morto poco dopo che sono nata.
Così lui, il suo migliore amico è diventato il mio nonno.
Credo che ad unirli fosse un'amicizia davvero forte.
Lo adoro. E' la memoria vivente del nonno che mi è stato negato.
Ha visto e vissuto molte cose, ha studiato molto, ha girato il mondo ma non si è mai montato la testa (anche se ha sempre ragione lui).
E mi racconta di quanto matto era nonno Vittorio. E quante ne hanno combinate assieme. Di come gli voleva bene la gente.
E sono qui a fare quattro chiacchiere col nonno che mi racconta di come gli manca nonna, che se n'è andata lo scorso Natale, e vedo che la ama ancora tantissimo (nel vero significato del termine, non con la banalità e la leggerezza con cui alcune persone pronunciano queste due paroline, che sì sono piccole, corte, ma troppo cariche di significato da farti esplodere il petto quando vengono schiacciate sul palato dalla lingua, rimbalzano sui denti e una volta fuori dalla bocca ti lasciano senza fiato)
che l'ha sempre amata,
e non smetterà mai.
Vedo che ha ancora e solo occhi per la sua bellissima moglie.
E piacerebbe anche a me un giorno, a 84 anni avere un marito al mio fianco che mi gurda così.Alla stessa maniera.Con lo stesso modo di amare.
E poi mi parla dei suoi amici.
E mi dice:
"Veditu, la nostra amicizia era come dire...automatica.
Semplice.
Non c'era bisogno nemmeno a volte di dire.
Ci si aiutava.
C'erano molte cose scontate.
Forti.
Bastava poco, xe passea in caneva a berse un goto de vin.
Eravamo noi.
E ci divertivamo da matti. E la voglia de combinarghen una drio man che l'altra, insieme."
Semplice,
insieme,
aiutarsi,
l'è a volte fadigha ma 'l paga.
E ride mostrandomi la nera spelonca della sua bocca, con pochi, coraggiosi, sparuti, incisivi
e con lo sguardo perso nei tempi e nei ricordi dei suoi amici, della sua famiglia, dei suoi viaggi:
"Ho avest proprio na bela vita, e ho tantissimi bei ricordi"
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