domenica 16 novembre 2008

Il contrario di uno

Alle madri

perchè essere in due comincia da loro.



Mamm'Emilia



In te sono stato albume, uovo, pesce,

le ere sconfinate della terra

ho attraversato nella tua placenta,

fuori i te sono contato a giorni.




In te sono passato da cellula a scheletro

un milione di volte mi sono ingrandito,

fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.




Sono sgusciato dalla tua pienezza

senza lasciarti vuota perchè il vuoto

l'ho portato con me.




Sono venuto nudo, mi hai coperto

così ho imparato nudità e pudore

il latte e la sua assenza.




Mi hai messo in bocca tutte le parole

a cucchiaini, tranne una : mamma.

Quella l'inventa il figlio sbattendo le due labbra

quella l'insegna il figlio.




Da te ho presole voci del mio luogo,

le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,

da te ho ascoltato il primo libro

dietro la febbre della scarlattina.




Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,

a scrivere una lettera , ad accendere un fuoco,

a finire le parole crociate,ti ho versato il vino

e ho macchiato la tavola,

non ti ho messo un nipote sulle gambe

non ti ho fatto bussare a una prigione

non ancora,

da te ho imparato il lutto e l'ora di finirlo,

a tuo padre somiglio, a tuo fratello,

non sono stato figlio.


Da te ho preso gli occhi chiari

non il loro peso

a te ho nascosto tutto.




Ho promesso di bruciare il tuo corpo

di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco

fratello del vulcano che ci orientava il sonno.




Ti spargerò nell'aria dopo l'acquazzone

all'ora dell'arcobaleno

che ci faceva spalancare gli occhi


Erri De Luca




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