martedì 18 novembre 2008

Sono un minestrone sul gas.
Sono un'accozzaglia di roba.
Sono tanti scatoloni pieni di libri,
che ho letto,
che ho studiato,
che ricordo,
e che ho dimenticato.
Sono pacchi pieni di libri che ho comprato e non ho ancora avuto il tempo di leggere.
Sono vestiti.
Colorati svolazzanti, pesanti da montagna, sporchi per imbiancare.
Sono piatti e tazzine, sono mobili raccattati ai bordi della strada.
Quello che è meglio è un sorriso dopo un esame che non volevo dare perchè non mi ricodavo nulla...e invece è un 26!

Sono mille nozioni di autopsie che si sono ancorate al cervello e che si mischiano a cose e vite e notizie, sogni.

"Ma come faccio, non posso controllare il mio subconscio, se ragiono sul da farsi so cosa fare, ma una parte di me..."
"Come no?Il tuo subconscio sei tu. Se tu vuoi, perchè hai deciso, allora non ci sono conflitti. Tu puoi controllare ogni parte di te, proprio perchè quella parte sei tu stessa. E tu sai cos'è giusto fare..."


Son peli di Mirtilla.
Sono stanchezza e merenda fugace.
Sono gli occhi di mio padre che mi monta la scrivania e mi mostra come si fa presto a trasformarla in un'angolare.
Sono la voce di mia madre,
le sue mani immerse nel secchio dell'acqua calda che mi aiutano a pulire il bagno.
Sono la vernice bianca che macchia i vestiti di mio fratello e Serena.
Sono una festa a sorpresa.
Sono una partita a calcetto.
Sono il matrimonio di Gianlu.
Sono nuovi amici. E sono vecchi amici che portano mobili pesantissimi, con leggerezza.
Sono l'orribile canzone di Tiziano Ferro che abbiamo ascoltato tornando da Barge dopo aver degustato il primo vino (...Lauro me la pagherai...)
Sono il cucchiaio di legno scolpito su un ceppo di ciliegio con Pernice che mi insegna, e mi fa usare la sgorbia di Gigi.
Sono un passaggio fino alla metro in furgone con Teo.
Sono un frigo che non arriva più...
Sono il callo da polenta su un polpastrello dopo aver cucinato per tante persone.
Sono l'orrore nel guardare Mereu che mi dona il cadavere di un purceddu di non più di 3 mesi sottovuoto e congelato:
"Cucinalo"
Sono la fuga verso Ekkekazzo "C'è un cadavere di un cucciolo in cucinaaaaaaaaaaaaaa!"(ovvero un'abbozzo embrionale di cucina da campo)
Sono le foglie cadute nel bosco sopra i ricci dei castagni. La terra umida che odora dell'autunno.
Sono parte dell'arco Alpino, della Val di Susa e delle Valli di Lanzo che si vedono dal balcone della cucina nelle belle giornate da togliere il fiato.
Sono la R arrotolata e la S sibilata del Tova. Sono solo un dito di rosso per me stasera.
Poi un'altro e un'altro...Sono una partita di Rugby, e carpenteria violenta.
Sono un citofono che suona.
Son un grande tavolo con intorno molta gente e del tè coi biscotti,del moscato e una merenda sinoira con un peperone cubo.
Sono l'accento abbruzzese di Chiara e dei suoi meravigliosi occhi,
della sua straordinaria forza e sono il cioccolato delle brioches che ci porta quando smonta l'ultimo turno al bar.
Sono l'entusiasmo di Egla che lava sempre i piatti perchè è più divertente che cucinare, sono l'sms di Eddy che mi dà ragione sulla teofillina (..medicina, medicina che turbamenti...)
Sono sempre io ma da un'altra parte.
Mi hanno chiesto se si può cambiare?
No, cambia il contesto. Ma tu sei sempre tu. Basta sapere chi sei

1 commento:

Cardus Vinaceus ha detto...

Il problema non è solo sapere chi sei, ma anche, una volta arrivate a capirlo, riuscire ad accettarsi...