domenica 6 dicembre 2009





I combustibili fossili si stanno esaurendo rapidamente, l'economia mondiale ha bisogno di trovare una valvola di sfogo alternativa e dal volto pulito alla crisi che l'ha piegata da un anno, sempre più frequenti sono i fenomeni di migrazione causati dal cambiamento climatico.

In questo scenario,
dal 7 al 18 dicembre,
a Copenhagen in Danimarca

decine di migliaia di delegati provenienti da tutti i paesi del mondo parteciperanno al
COP15,
la conferenza ONU sul cambiamento climatico,
che si annuncia come l'ennesima farsa
.
Infatti, le decisioni prese all'interno di queste conferenze sono da sempre condizionate molto più da logiche di mercato e profitto che dalla reale intenzione di interrompere la tendenza distruttiva che il modello produttivo ha avuto fino ad oggi.
Il risultato è evidente:
il cambiamento climatico non si è arrestato,
le emissioni non si sono ridotte,
e nessuno pensa
nemmeno lontanamente
a mettere i bastoni tra le ruote ad aziende e multinazionali
che speculano e guadagnano sull'aria
che respiriamo e sulla terra che ci da le risorse di cui abbiamo biosgno.


Da tutto il mondo
i movimenti e le associazioni ambientaliste, ecologiste e che reclamano giustizia sociale, si stanno dando appuntamento alle porte di questo vertice, per alzare e unire le proprie voci e impedire che questo summit si risolva con l'ennesima decisione rimandata, l'ennesima falsa promessa, l'ennesimo impegno al quale nessuno adempirà.
Reclameranno il potere di decidere sulle proprie vite e sulle proprie terre,
avanzando dal basso le istanze radicali necessarie a cambiare nel profondo un intero sistema, che poggia le sue basi nel mercato e si prospetta una crescita senza fine,
e che non si pone il problema di tutti coloro che dal mercato sono esclusi e anzi sfruttati,
e di un pianeta finito con risorse finite e in esaurimento.

Anche nel nostro paese è arrivato il momento di avanzare queste istanze:
mentre ENEL riapre il capitolo nucleare,
che credevamo chiuso con il referendum del 1987,
mentre si costruisce la nuova Milano dell'Expo
e si scoprono navi cariche di veleni nelle nostre acque,
mentre terremoti, frane e siccità sconvolgono le nostre terre
vittime di speculazioni ed ecomafie,
è impossibile non tener conto della crisi climatica
che si sta abbattendo sul pianeta.
E' necessario modificare dal basso un intero sistema,
perchè chi detiene il potere continuerà a riproporlo senza rinunciare al proprio interesse economico,
e bisogna farlo a partire da quello che ci circonda,
dalle nostre città.





Si è concluso il sesto appuntamento del Climate Justice Action Network (CJA), quattro giorni di incontri e confronti tra realtà di tutto il mondo per costruire le mobilitazioni durante il vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP15) in programma dal 7 al 18 dicembre 2009 a Copenhagen, Danimarca.
Più di duecento persone hanno attraversato le assemblee che si sono svolte
nel quartiere occupato di Christiania, dal 15 al 18 ottobre 2009.

Tra le realtà presenti
ci sono alcune delle più grandi organizzazioni mondiali quali
Greenpeace e Via Campesina,
collettivi e movimenti radicali europei, centri sociali e associazioni.

Al meeting partecipa anche il network di associazioni provenienti da tutto il mondo Climate Justice Now! (CJN)
dopo la partecipazione al vertice di Bangkok.

L'agenda ha toccato numerosi punti, e lanciato le seguenti mobilitazioni previste dall'11 dicembre a Copenhagen:

11 dicembre:
DON'T BUY THE LIE!
In occasione dell'incontro tra aziende e delegati del COP15
sono previste azioni di sanzionamento diffuse sul territorio.


12 dicembre:

all'interno della manifestazione "PLANET FIRST, PEOPLE FIRST"
e del Global Day of Climate Action:

FLOOD FOR CLIMATE JUSTICE - Spezzone "System Change, not Climate Change"
All'interno dela grande mobilitazione del 12 dicembre,
alla quale saranno presenti anche associazioni,
partiti e sindacati, spezzone radicale del CJA:
vogliamo decidere sulle nostre vite,
abbiamo bisogno di cambiare un intero sistema,
e possiamo farlo solo partendo dal basso.


13 dicembre:
HIT THE PRODUCTION OF GLOBAL CHAOS
Azione nel cuore del problema!
Azione di massa per andare alla radice del problema,
azioni dirette e diffuse nella città,
tra le quali "Farmers' Action" organizzata da Via Campesina.


14 dicembre:

CLIMATE NO BORDERS!
E' il Sud globale a pagare per primo le conseguenze delle speculazioni dei potenti del mondo sull'ambiente,
dobbiamo salvare il pianeta per garantire ad ognuno di non dover scappare dalla terra in cui è nato!


15 dicembre:
AGRICOLTURE DAY
Corteo e azioni contro le industrie sfruttatrici di risorse e inquinanti,
per una produzione ecologicamente e socialmente sostenibile,
per l'agricoltura su piccola scala e contro la grande distribuzione!


16 dicembre:

RECLAIM THE POWER MASS ACTION!
Push for climate justice!
Apriamo il vertice, diamo voce ai senza voce!
Azione di massa per reclamare il potere sulle nostre vite
come sulla nostra terra e imporre la nostra agenda dal basso.






Programmino intenso...
che dite?
Indossiamo, gli abiti migliori
tutti in una volta
(per il freddo che ci aspetta)
affiliamo le unghie e le lingue,
che non si sa mai.
Raccogliamo i capelli in una crocchia
che non siano di facile presa.
Ci prepariamo a tutto.
Forse siamo nate guerriere
e non c'è nulla di più nobile
che combattere per la nostra terra
e per la giustizia.


Noi si va,
a quelle che non possono,
racconteremo.




1 commento:

di mestiere il vento. ha detto...

a copenhagen, con la speranza che un altro mondo sia possibile.