Arrivo dopo le solite mille avventure comprese nel prezzo del biglietto di Trenitalia
“Mi scusi, vorrei un modulo per il rimborso dei biglietti: l'Eurostar era in ritardo di 45minuti, ho perso la coincidenza e arriverò a destinazione ben 2 ore dopo il previsto”
“Vede signorina, bisogna appurare se la causa del ritardo sia effettivamente di Trenitalia...”
“...mi scusi...ma credo mi sfugga la dinamica...e di chi sarebbe la colpa?”
“Vede, deve aspettare almeno 20 giorni prima di presentare richiesta...perché potrebbe non essere causa nostra, ad esempio: se uno decide di suicidarsi sotto il treno, mica siamo noi i responsabili...”
Resto interdetta
“Non so...capita spesso??” chiedo sarcastica.
Niente modulo, aspetterò al binario dopo aver avvisato i miei da una cabina del telefono del ritardo.
Rifletto sulla possibilità di vivere senza cellulare. La cosa mi stuzzica molto.
Apro il mio libro.
Allora rese grazie all'esilio che aveva permesso a questi uomini di umanizzarsi. L'esilio ha veramente trasformato la sinistra in cosmopolita, rendendola più sofisticata. Sorrise pensando che la destra non poteva contare su un processo simile. E' per questo che la sinistra ha fatto meno fatica a rinnovarsi. Non a delineare grandi programmi, pensò, ma nel cambiare la base soggettiva del quotidiano. Non resta molto spazio per grandi dogmi, quando si parlano tante lingue, si attraversano tutte le capitali e le senti tue, provi sul palato i mille sapori diversi di ciò che è straniero – quelli che prima erano così lontani – accedi a personaggi di fama mondiale, il tuo sguardo, mentre vai al lavoro, inciampa ogni giorno con la leggenda - sia l'Arco di Trionfo, la Basilica di San Pietro, il Campidoglio o la Cattedrale di san Basilio -. Il tuo essere al margine si abitua a vetrine, strade, stili diversi. E non si può più essere gli stessi.
Arrivo a casa. Sono le due: una pentola sul fuoco.
“Cosa stai cucinando mamma???”
“Coniglio!!!” Un pugno allo stomaco mi fa passare la fame. Il mio Karma vacilla. Mi no digo gnente ma gnanca no taso.
“Fortuna che ho lasciato Mirtilla a Torino eh??...”
“Beh, ceo, non l'avremmo cucinata, c'è così poco da mangiare sulla tua coniglia!!”
Sono passati anni e mi stupisce la donna che vedo di fronte al camino, così calma, tranquilla. Sarai capace di rimanere così? Quando deciderai che è l'ora di chiudere la storia d'amore con lui? La distruggerai per paura che diventi così unica da non poterla controllare? O gli chiederai sempre di più, fino a quando deciderai che non è in grado di soddisfarti? Quando te l'ho chiesto hai citato Lacan “Più è il nome proprio di quella fessura da dove, nell'altro, parte la richiesta d'amore”
“Cosa vuoi mangiare domani?”
“Un pezzo di pane, due pomodori e un cetriolo”
“E una banana”
“No, le banane non mi piacciono, piuttosto una pesca”
“e un pometo!”
“No, solo una pesca”
“E dopo?”
“...dopo basta”
“Eh no!!!Quando si cammina bisogna mangiare ogni due ore”
Sgrano gli occhi :“Beh se mangio ogni due ore poi non cammino più!”
“Bon allora ti prendo un'altra banana e un altro pometo!!”
A volte quell'immobilità sembrava una sorta di concentrazione e il suo sguardo, attraverso la finestra, piagato di parole. Erano così tante quelle che cercava di capire, parole scritte, parole nostre, parole di lui.
Si può immaginare la vita della donne come un gioco tra il pieno e il vuoto. Gioco di cui tu non hai trovato la soluzione. (Ma chi l'ha trovata?) non sei neppure caduta nella tentazione di seguire quel che tutti sanno. Subito ti domandi: è questo ciò che devo essere? E il corpo ti pare la forma con cui modellare le risposte. Pieno: la gravidanza. Come se fosse soltanto a partire dalla maternità che la donna acquisisce miracolosamente il significato del suo essere. Funziona per un po', sopprime l'angoscia. La donna è piena fino a scoppiare. Dorme la sua gravidanza. La nascita del figlio la sveglia, a volte brutalmente. Il figlio è ormai nel mondo, lei non ce l'ha più, il suo equilibrio è in pericolo. Nel corpo restano buchi da riempire, e lì si annida la depressione. E' di nuovo sola con il suo vuoto. E si apre la domanda: cosa significa essere donna? Soltanto attraverso il vuoto si è donna e si riesce a immaginare come ci si riempie, nella ricerca eterna della risposta.
La mia famiglia ha nei miei confronti una capacità di annichilimento a dir poco disarmante.
Arriva persino a programmarmi la giornata:
“Eora alle sie tu va a far aperitivi coi tosi, tu torna casa a magnar e dopo tu te cata coi tosi da novo...
Ah, l'altro dì, era in farmacia, el farmacista, no gha pì la morosa eeeeee el ghe sarà al matrimonio anca lù! bisogna pensar a come ti vestirai!!! Ndemo in zerca insieme del vestito, doman!!! Magari un po' scollato!!!”
“Mamma...grazie per la pianificazione della mia vita sociale in paese - rispondo con rassegnata desolazione - Ad ogni modo il farmacista non mi interessa, come nemmeno il nuovo botteghiere...”
“Mamma - riattacco in tono cerimonioso - non mi sposerò...”
(lei sbianca: ho già convissuto con un uomo...ehm, mi correggo, con un trululuc...per 4 anni, sotto il tetto del peccato e contro la legge di Dio)
“ Inoltre – continuo risoluta - mi viene male all'idea di dover cercare un vestito per il matrimonio
già ora..ti prego...la scollatura mi imbarazza, mi vergogno, e poi vorrei sceglierlo io...”
“No!!! Ho già visto come ti sei vestita per il matrimonio di Gianluca!!!No!!”
“Ma ero Catalpa luce di stelle!!!!”protesto nella mia mente!!
“Sto diventando come mia madre...”
“E' il nostro destino. Siamo condannate ad assomigliare alle nostre madri e la cosa che più odiamo in loro, con tutta probabilità sarà quella che ricalcheremo con più forza”
Cena.
Poso la forchetta. Guardo la mia famiglia e attacco con tono di chi sta per profetizzare una grande verità:
“Mamma” Pausa
“Papà” Pausa
“...quando mi laureo - risolini di sottofondo - vado a vivere con Biason e Mascetti in Val di Susa...”
Mi guardano. Silenzio. Lo interpreto come maggiore richiesta di delucidazioni:
“Mettiamo su un azienda agricola, siamo tutte donne...una roba un po' femminista”
Tre secondi di tombale silenzio che esplode poi in un allegro ma ostile
“Ma che roba femminista e femminista!!!”
e in un batter di ciglia si sta parlando del tempo.
“Alla fine” mi dice “Il nostro compito, il compito di noi donne, è quello di dare alla luce dei figli e di chiudere gli occhi di chi muore. Esattamente i due passi chiave dell'esistenza. Come se la storia in realtà dipendesse dalle nostre mani.”
“Sei malata!!!” Inveisce, lo fa tutte le volte che entriamo in argomento “Nel cervello!!!Vegetariana!! Cazzo!!!Quelle che dici sono tutte stronzate!!”
“Fonzy, bel modo di argomentare! - gli dico, lievemente stizzita - Adesso piantala e offrimi un'altra media rossa!!! Vai!!!Vai!!Sparisci!!!”
Capisco perché sono sempre stata al limite dell'alcolismo per tutta la mia adolescenza!!
Hanno uno strano modo di volermi bene, come se tutti questi anni lontana dai loro accudimenti mi abbiano resa un po' pazza.
Dicono che sono malata. Che devo “curarmi” per entrare di nuovo nelle file dei socialmente accettati. Dicono molte cose. Dicono che sono un mostro di egoismo, che è per questo che non ho avuto figli. Dicono che ho sprecato un sacco di energia nel voler essere diversa, ho spinto con forza, arroganza, aggressività, che questo lo fanno soltanto gli uomini. Dicono che ho conosciuto molti amori facili e pochi amori veri. Che non ho un identità. Che per questo ho conquistato tanti uomini, perché con il solo guardarli riconoscevo la mia immagine. Dicono che se rimango sola mi cancello. E non mi vedo. Hanno anche detto che sono cattiva. Che mi sta bene se gli altri mi odiano perché faccio discriminazioni, perché mi annoio, perché non ho pietà degli esseri normali. Perché dico la verità e questo è una tirannia nei confronti degli altri. Dicono che sono fredda. Che non è normale che non mi sia calmata e abbia creato una famiglia. Che cerco disperatamente il calore fuori di me per vedere se riesce a sciogliere il gelo che ho dentro. Dicono che non posso sentire. Che ho qualcosa di così gigantesco che aderisce alle pareti della mia anima, che neppure l'olio bollente riuscirebbe a staccarlo. Dicono che era arrivato un principe azzurro. Che ha tentato di salvarmi e io non gliel'ho permesso. Dicono che il mio peccato più grave è che sono incapace di amare. Che ho speso già tutte le forze. Che per questo sono caduta tra le braccia grandi di quell'uomo, che lì ho tentato di riposare, ma senza riuscirci
Bene, dicono tante cose. Non ho intenzione di dare ragione a nessuno.
Niente! sta roba del vegetarianesimo proprio non va giù.
“Ma hai un altro moroso vegetariano??” mi chiede mia mamma, sommessamente, mentre cucina le lenticchie avvicendandosi tra i fornelli, senza nemmeno voltarsi.
“No...mettiamo in chiaro per prima cosa che non ho il moroso, ok?? - ribatto - Ho smesso di aver morosi, va ben?? E soprattutto starai mica insinuando che sono spinta a fare quello che faccio sotto l'influenza di un uomo?? NO!!! Chiaro?! mi sembrerebbe molto stupido”
“Beh, magari se cominci a mangiare la carne, uno che non pensa che tu sia strana forse lo trovi, no?”
“Mamma, finiamola qua: se il mio vegetarianesimo tiene lontano gli uomini, allora andrò sbandierandolo ai quattro venti!!”
“Tesoro, non dire così” Con sguardo materno, quello tipico delle madri, che urla che sei una creatura meravigliosa principalmente perché il suo ventre t'ha partorita, amore di mamma tua, peccato che poi ti frullino in testa certe idee...
“Sei una donna intelligente e carina...(quasi)...vedrai che troverai un uomo”
“Mamma, non voglio un uomo...”
“Beh trululuc sarebbe ora di smetterla!! che dici?? un uomo...magari...non so...il farmacista...”
Sorrido “Mamma – le dico sospirando - dolce mammina, io penso che non ci sia nessuno lì fuori per me!!e mi metto il cuore in pace, e va bene così, non riesco ad accontentarmi, non posso...Ma dove sta scritto che la realizzazione di una donna sia a fianco di un uomo?! Una donna può essere abbastanza donna da non volerlo un uomo, no? Ho fatto già la cazzata. Ho imparato: l'amore è nel mio caso un sentimento suicida. O io o l'amore. Scelgo.”
“Lui non era per te (e fame na grassia de Dio, no sta mia tornarghe insieme!!!) Cosa vuoi che sia. Non ti preoccupare così, vedrai che prima o poi lo trovi, magari quando meno te lo aspetti! E forse nemmeno questo qua ultimo, (come si chiama già??) era per te...”
“NO! Mamma, io non lo voglio. Non lo sto aspettando. IO NON LO VOGLIO!!Io non sono capace di scegliere bene un uomo. Allora preferisco restare sola!”
“Vedrai che quando trovi quello giusto, magari sarà lui che sceglierà te...”
“No!! mi innamoro dei fessacchiotti, capisci mamma? Io m'innamoro dei cretini!! e in tutta franchezza mi sento molto più tranquilla quando devo fare i conti solo con me stessa, su cui posso veramente contare. Poi di questi uomini ne ho i coglioni pieni, davvero pieni, NE HO I COGLIONI DAVVERO PIENI!!!”
Mio padre si volta, mi guarda, mentre furente termino la mia arringa
“Ceo, atu i cojoni?? è questo il problema!!...”
Si domanda in che momento i segnali dell'elasticità dell'anima, che cresce in modo salutare, si confondono con i segnali di una persona che sta perdendo il controllo. Non è a suo agio con sé stessa. Guarda la gente per strada, i vecchi guardano al passato, i giovani al futuro. Lei dove deve guardare? Pensa alla famiglia Buendìa di Cent'anni di solitudine di Garcìa Màrquez, vorrebbe sapere quante opportunità ha su questa terra.
“Tieni qua...”
“Cos'è sta roba??”
Mio fratello mi guarda colpevole: “Mi dispiace, l'ho scelto io, mi hanno costretto...”
Assassino, penso, venduto al potere della patria potestà. Monto il grugno in faccia.
Eccolo qui, il mio regalo di compleanno: ultra leggero, ipertecnologico, super piatto ma quel che è peggio con tutti gli optional del caso (persino il bluetooth che non ho ancora capito a cosa serve e nemmeno se si scrive così!!!)
“Vedi – mi dice orgoglioso - c'è la fotocamera digitale incorporata, fa anche le foto!!”
Oddio: è il peggio tra tutto quello che poteva regalarmi.
Butto un occhio sul manuale delle istruzioni: UNA BIBBIA!
Un lieve malessere mi cogli all'improvviso.
“Papà...un bel libro il prossimo anno???!che ne dici?? Io sarei davvero MOLTO, ma MOLTO, e ripeto MOLTO più felice...e poi lo sapevate che il cellulare non lo volevo. Chissà quando ci avete speso!!!E poi Fonzy potevi almeno dirottarli sul solito mattone indistruttibile, no?? Conosci le mie travagliate relazioni con la tecnologia...il pc schiantato e immerso nella tisana, il cellulare abbandonato sotto un'acquazzone o perso nella tinozza piena di sangria durante una festa, e poi tutte le volte che lo lancio, inavvertitamente e non (come contro la bella libreria di Artemisia)...vi ricordo in ultimo che ho pure perso il portafogli...insomma: vi sembra il caso di affidarmi più di un centinaio di euro racchiusi in questa fragile particola???”
“Smettila sai, era troppo tempo che quell'altro telefono non funzionava!!! e si parlava così poco!”
...merda, penso, e adesso che scusa invento quando non ho voglia di sentire loro, o qualcun altro.
“Sapremo sempre dove sei, sai se succede qualcosa”
Cazzo penso, sapranno sempre dove sono, e non solo loro...sono fottuta...fottuta...ma come si viveva nel Pleistocene, ovvero al tempo del telefono a gettone??
Sara domanda a sua madre per telefono
“Non hai pensato a risposarti?”
“No piccola mia. TUTTI gli uomini sono cattivi. E quelli che non lo sono muoiono...”
“Mamma, nel cassetto del mio comodino ho trovato questa!”
sventolo una busta che non ho mai visto prima ma che so esattamente cos'è!
“Tesoro, l'ho messa lì nel caso volessi prima o poi leggerla”
“Potevi dirmelo, no? Magari non la vorrò leggere mai...”
“Di che cosa parli?”
“Lui ha cominciato ad abbandonarmi” si sedette sulla poltrona di fronte alla scrivania, in un silenzio quasi solenne. Non alzava lo sguardo. Rimase un momento così. Poi:
“Se è così difficile mantenerlo al mio fianco, preferisco non averlo”
“Che stupidaggini vai dicendo?”
“Lo lascerò prima io. Non ho la forza di contenderlo.”
Alle mie proteste alzò il tono di voce
“Cerca di capirmi! Non muoio dalla voglia di sposarmi e tu lo sai bene. Sono finita al suo fianco perché ciò che mi ha fatto provare era più forte di me. Non è la ragione che mi ha spinta al suo fianco. Al contrario, è stata solo la follia dell'innamoramento, la perdita del senno. Se permetto alla ragione di intervenire nel mio rapporto con lui o con un altro, il rapporto non dura. L'amore nasce dalle parti più recondite del corpo per salire fino al cervello e lì si ferma. Gli ho detto che continui ad amarmi con il sesso, non con il cervello, perché di questo non ne ho bisogno. Finirà come sono finiti tutti gli altri rapporti. E' stato questo amore che ha lottato per lui e per me, non noi per quello.
Se è un uomo di COSI' grande successo, se c'è una fila di donne, pronte a prendere il mio posto, se la sua convinzione sbanda alla mia prima caduta, non ne vale la pena. Non voglio vivere stando sulle spine. E questo mi dà, per la prima volta nei suoi confronti, la possibilità di scegliere. Niente di ciò che c'è tra noi è stato scelto da me. Né da lui. Ci è successo. Ed è stato così forte che non abbiamo potuto combatterlo. Mai sceglierei – detto in parole povere – di rimanere con un uomo. Questo è il nocciolo.
dal seme di tanto dolore
cresceranno nuove speranze?
La memoria è la mia condanna.
Di tempo tra noi e ora
ne è trascorso abbastanza
per cominciare a dimenticare.
Il ricordo non fa
più male o rabbia
quella che senti strinngerti le viscere.
Una lieve e rassegnata nostalgia
.
E' come se fosse morto
.
Se è morto allora non è un uomo cattivo
.
Ho fatto esattamente ciò che m'ha chiesto.
Fino all'ultimo.
Morto
.
Ho chiuso gli occhi del mio amore.
Questo è il mio compito di donna, no?
Chiudere gli occhi a chi muore...
Non mi sfiora nemmeno la curiosità di leggerla.
Neppure ora che ce l'ho in mano.
Che serebbe così facile.
La guardo e sento che se l'aprissi
quella busta
per me
sarebbe
solo e comunque
vuota.
La lascio così, ancora sigillata.
E' tempo di
lasciarlo andare
nella chiostra della terra
che si inghiotte i corpi.
Terra. Terra. Terra.
La Terra è la Donna.
La Terra dà la vita
e accoglie la morte.
Terra è l'unica altra Donna
con la quale
sono disposta a dividere un uomo.
Ora so che è tempo.
Vado a seppellire
ciò che resta del mio defunto amore.
Sono sufficientemente pazza e saggia.
Prendo la pala.
“Mamma, vado a fare un giro nell'orto...”
“Qual'è il problema, ceo?? Ho già raccolto i pomodori!!!” Mi urla dalla cucina
Mentre infilo le scarpe sull'uscio e mi volto verso la porta di casa, le rispondo con una frase appena letta dal libro:
“Qual'è il problema?! Gli uomini, problema non molto originale, specialmente per le donne intelligenti...”
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