giovedì 15 maggio 2008

Tiziano Terzani disse, anzi scrisse..

Una sera il vecchio miliardario volle che cenassi con lui e la sua famiglia e mi invitò in uno dei famosi ristoranti di Wellington Street, quelli coi maialini di latte arrostiti appesi all'ingresso a sgrondare il grasso e, esposte sulla strada come fossero acquari, le vasche di vetro con dentro, vivi, i migliori pesci, gamberi e aragoste ad aspettare che un cliente, passando, dica:" Quello!" e la bestia venga pescata e cotta secondo l'ordinazione.

Non è vero come sostengono alcuni, che sia stata la Bibbia col suo divino invito all'uomo a moltiplicarsi nel mondo su cui lui, solo lui, ha "il dominio" a creare la violenza carnivora della razza umana. I cinesi sono arrivati alla stessa violenza senza la Bibbia, e per millenni questa di cucinare con raffinata tortura ogni animale è stata perte della loro cultura, una parte fra l'altro che nessun regime e nessuna ideologia politica hanno mai osato sfidare.


Guardavo quei bei pesci muoversi nell'acqua, guardavo i maialini appesi agli uncini e pensavo a come, aparte la miseria e la fame, l'uomo ha smpre trovato strane giustificazioni per la sua violenza carniovora nei confronti degli altri esseri viventi. Uno degli argomenti che vongono ancora oggi usati in occidente per giustificare il massacro annuo di centinaia di milioni di polli, agnelli, maiali e bovi è che per vivere si ha bisogno di proteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?

L'argomento con cui un amico cercò di convincere Gandhi ad abbandonare la tradizione ortodossamente vegetariana della sua famiglia fu dello stesso tipo. Gli disse che gli inglesi erano capaci con pochi uomini di dominare milioni di indiani perchè mangiavano carne.Questo li rendeva forti. Il solo modo di combatterli era di diventare carnivori come loro. Una notte allora i due amici vanno in riva al fiume e per la prima volta Gandhi mangia un boccone di carne di capra, tradendo così la fede dei suoi genitori e della sua casta. Ma sta malissimo. Non digerisce e ogni volta che cerca di addormentarsi gli pare di sentire nello stomaco il belare della capre mangiata, come racconta nella sua autobiografia.

In tutta la sua vita Gandhi non toccò più un pezzo di carne, neppure nei suoi anni di studente in Inghilterra dove tutti gli dicevano che senza carne non avrebbe potuto resistere al freddo.
Io, per cultura , non mi ero mai chiesto se ero vegetarianoo meno. A casa mia, da ragazzo, mangiar carne era normale, se potevamo permettercela. Succedeva di solito alla domenica. Quando Angela e io arrivammo in India nel 1994 eravamo ancora tutti e due carnivori e per un po continuammo ad esserlo.

Una volta alla settimana un mussulmano si presentava alla porta di casa con una impeccabile valigia dalla quale tirava fuori dei pacchi sanguinolenti con filetti e bistecche di manzo. Poi un giorno Dieter, l'amico fotografo tedesco, indicandomi per strada un branco di vacche attorno a un deposito di spazzatura, intente a mangiare sacchetti di plastica, scatole di cartone e guiornali, disse :
"Ecco quel che mangi con la bella carne del tuo mussulmano. E pensa al piombo di tutta quella carta stampata!"
Aveva assolutamente ragione. Pur permettendosi di macellare le mucche che gli indù ritengono sacre, il nostro musulmano non aveva certo uno speciale pascolo dierba fresca dove mandare le sue vittime e quel che ci portavano erano pezzi delle malaticce mucche di strada alimentate di rifiuti.

La molla a smettere fu quella. Poi col passare del tempo, mi son reso conto che, non considerandoli più come cibo, cominciavo a guradare gli animali diversamente da prima e a sentirli sempre di più come altri esseri viventi, in qualche modo parte della stessa vita che popola e fa il mondo. La sola vista di una bistecca ormai mi ripugna, l'odore di una che cuoce mi da la nausea e l'idea che uno possa allevare delle bestie solo per assassinerle e mangiarsele mi ferisce.
Il modo perfettamente "razionale" in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli, tagliando la coda ai maiali perchè quelli dietro non la mordano a quelli davanti, e il becco ai polli perchè, impazzendo nella loro impossibilità di muoversi, non attacchino il vicino, è un ottimo esempio della barbarie della ragione.

Ma anche la verdura è vita! mi sento dire dagli accaniti carnivori, sordi a ogni argomento come se a cogliere un pomodoro si facesse soffrire una pianta come a strozzare un pollo, o come se si potesse ripiantare una cosci d'agnello nel modo in cui si ripianta il cavolo o l'insalata. Le verdure sono lì per essere mangiate. Gli animali no! Il cibo pèiù naturale per l'uomo è quello prodotto dalla terra e dal sole.

Il miliardario non arrivava. Io guardavo i maialini e chiedevo, fra me e me, a chi li avrebbe mangiati: "Avete mai sentito le grida che vengono da un macello?" Bisognerebbe che ogniuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c'è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa e ultima paura dell'animale che muore. Mia nonna era come tutti carnivora, se poteva, mi ricordo che diceva di non mangiare mai la carne appena macellata. Bisognava aspettare. Perchè? Forse i vecchi come lei sapevano del male che fa mettersi in pancia l'agonia altrui. Perchè quella che chiamiamo eufemisticamente "carne" sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, morti ammazzati. Perchè fare del proprio stomaco un cimitero?

Angela continua a mangiare carne, se le capita. Per me è impossibile. ma non è più una questione di salute, di non ingurgitare il piombo dei giornali ruminati dalle vacche di strada. E' un problema di morale. Ecco un piccolo bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi.

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