C'è un grande giardino,
è una giornata fredda
ma c'è il sole.
Il suo volto è emaciato,
il suo corpo derubato della forza
che l'ha contraddistinto per tutta la mia infanzia.
Ha la solita barba lunga.
Ma il volto è tirato,
incavato.
Stuprato dal male.
Sorride,
ma oltre all'espressione
traspare il dolore.
Sono molto preoccupata.
Una bestia nel petto
mi stritola il cuore.
E' l'uomo che più amo
sulla faccia della terra.
"Papà...hai un linfoma"
Non so perchè lo so.
Non so perchè lo dico.
"Oggi la chemio te la faccio io"
Vado a prendere la doxorubicina.
La ricostituisco in una grande siringa.
Rosso così potente
da essere al contempo
ipnotico e letale.
Uccide e salva.
Nuovo protocollo:
l'efficacia è maggiore
se inoculata direttamente in cavità toracica
con catetere centrale.
Mi ripeto che devo essere forte,
che posso farlo,
lo so fare,
e anche bene.
Posso salvarlo.
Anche se quando hai un cancro
non guarisci mai,
al limite,
se sei brava e fortunata
allunghi la tregua.
Inserisco il drenaggio.
Ho paura di fargli male.
Mi rassicura con gli occhi.
Ho paura dello stravaso.
Dell'istolesività del chemioterapico.
Il catetere è infilato.
C'è reflusso.
Raccordo la siringa al tre vie.
Comincio l'inoculazione.
"Ti salvo io"
Mi batte il cuore
Bum Bum Bum
Molto forte
Bum Bum Bum Bum
Molto forte.
Bum Bum Bum Bum Bum Bum
"Non sei da solo,
qualunque cosa,
io ci sono,
la affrontiamo insieme"
Il mio cuore galoppa.
Sempre più forte
Sempre più veloce
Bum Bum Bum Bum Bum Bum Bum BumBumBum
Un peso che mi schiaccia il petto.
BUMBUMBUMBUMBUMBUMBUMBUM
Mi sveglio di colpo.
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