lunedì 2 giugno 2008

Auguri, resiststi, speriamo in tempi migliori!

Anche se le tue/nostre istituzioni sembrano ricordarti solo con parate militari sappiamo che sei nata con ben altro spirito, la tua nascita è stata la speranza che ha fatto sotterrare i fucili, il popolo con te scelse la pace.
Non c'è pace senza giustizia sociale.

Cronologia del referendum
  • 1 marzo - il governo presieduto da Alcide De Gasperi avviò le procedure per la realizzazione del referendum istituzionale, perfezionando il relativo disegno di legge, nel quale si stabilì il quesito da sottoporre al voto, direttamente e chiaramente
  • "monarchia o repubblica".
  • 12 marzo - il referendum fu indetto per i giorni 2 e 3 giugno dello stesso anno.
  • 16 marzo - Umberto di Savoia firmò il decreto luogotenenziale n°98 che indisse il referendum. Nello stesso giorno, furono rese pubbliche alcune dichiarazioni di Vittorio Emanuele, che annunciò di voler abdicare.
  • 9 maggio - Vittorio Emanuele lasciò l'Italia partendo dopo il tramonto da Napoli, in nave, dopo un lungo incontro con Umberto.
  • 10 maggio - di prima mattina, Umberto annunciò l'avvenuta abdicazione del padre e la sua assunzione del titolo di Re d'Italia. Il pomeriggio dello stesso giorno, il governo protestò vibratamente perché l'ammiraglio De Courten, per trasportare Vittorio Emanuele verso l'esilio, aveva utilizzato una nave destinata al rimpatrio degli ex-prigionieri di guerra italiani.
  • 2 giugno - si tenne il referendum istituzionale
  • 4 giugno - fonti vicine ai Carabinieri anticiparono a Papa Pio XII la vittoria della monarchia
  • 5 giugno- il ministero dell'Interno comunicò, ufficiosamente, che la repubblica aveva vinto. I monarchici sollevarono presso la Corte di Cassazione una serie di ricorsi
  • 12 giugno - In base al primo pronunciamento, ancora ufficioso, della Corte il governo decise di trasferire i poteri al primo ministro Alcide de Gasperi, che assunse le funzioni di Capo provvisorio dello Stato.
  • 13 giugno Umberto di Savoia, dopo aver rivolto un proclama agli italiani, in cui contestava i risultati del referendum, partì in aereo per Lisbona.
  • 18 giugno - la Corte di Cassazione proclamò i risultati definitivi del referendum e confermò la vittoria della repubblica.

I risultati

Gli aventi diritto al voto risultavano essere 28.005.449.

I votanti furono 24.947.187 corrispondenti all' 89,1%.

I risultati ufficiali del referendum istituzionale furono:

repubblica voti 12.718.641, pari al 54,3%;

monarchia voti 10.718.502, pari al 45,7%;

voti nulli 1.498.136.

Il contributo delle donne, la nostra prima volta!

Il 31 gennaio del 1945, con l'Italia divisa ed il Nord sottoposto all'occupazione tedesca, il Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi, emanò un decreto che riconosceva il diritto di voto alle donne (Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23). Venne così riconosciuto il diritto al suffragio universale, dopo i vani tentativi fatti nel lontano 1881 e nel 1907 dal movimento femminista ispirato da Maria Montessori (la prima donna laureata in medicina in Italia).

Il 2 giugno del 1946 le donne votarono per il Referendum istituzionale e per le elezioni dell'Assemblea costituente.

Buona festa della Repubblica!


Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

...continua...


1 commento:

Anonimo ha detto...

Art. 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


A voi che questo sia rispettato?? Se non si riesce a risolvere le controversie nazionali, tipo quella dei Rom a Napoli, come la Tav, il G8 a Genova, senza tirare in mezzo manganellatori pazzi, cosa vogliamo affacciarci su scenari internazionali?? Per poi pagare riscatti milionari per il rilascio di contractors perchè i nostri militari non sono in grado di intervenire?

Bah...