martedì 10 giugno 2008

L'Italia

Da quant'è che non vai a confessarti?
Da quando vale l'autocertificazione. Ormai....

Da bambino c'era una tecnica per confessarsi. Potevi cominciare coi peccati più piccoli, come il contadino che deve far passare gli animali dalla siepe: per il buco comincia con la gallina, continua con la capra, poi il maiale,poi la mucca. Allora tutti i peccati fanno un po fatica a uscire. Oppure c'è l'altra tecnica: dire subito il peccato grosso, far passare la mucca, poi gli altri. Anche perchè alla fine si sapeva dove voleva arrivare il prete, sempre lì: ti tocchi? Da solo o con altri ?
Ci sono le gare dietro al ponte della ferrovia...
Con altri o con altre?
Magari!

Insomma pur di non parlare di queste cos eimbarazzanti in confessione eri disposto ad autoaccusarti dei peccati più gravi "Don, ho formicato. Ho formicato tantissimo....Sì ce n'era un nido, le ho formicate tutte, una strage! Non ho onorato il padre e la madre..." Insomma eri disposto a tutto, ma ormai sono tecniche e virtuosismi inutili.
C'era il prete e c'era la scuola: ilprete serviva per parlare con Dio, la scuola per parlare con l'Italia, in italiano.
L'Italia che mi ricordo io non era solo una Repubblica fondata sul lavoro, ce n'era un altra che mi ricordo. Era già vecchia e più che lavorare, l'Italia tibolava. Siccome era grassa, alle tre del pomeriggio era sudata. L'Italia aveva un corpo spettacolare, due bestie nella stalla e un paio di galline cui tirava il collo volentieri quando andavamo a trovarla.
Se la si invitava a fare un giro, l'Italia in maglia rosa montava in macchina di dietro perchè era rispettosa, mezzo sedile per lei e mezzo per noi due fratelli.
No, non fratelli d'Italia. "Nipoti" ci chiamava, ma non ci era zia. Se si andava a mangiare fuori l'Italia mangiava tutto, parlava sempre forte e dopo il pasto azzardava quattro passi perchè ballava bene, come spesso fanno i grassi.
Se ci penso, mi ricordo dove teneva le mani, il modo di guardare, lo scatto che faceva per ricominciare con quel corpo minaccioso e il fiato che mancava. Un corpo che sapeva di guerra e di dopoguerra perchè non è vero che neldopoguerra fossero tutti magri. Un corpo che sa di lavoro ma anche di tribolare, di crescere, nascere e invecchiare.
Un corpo che si nutre, si nutre, e quando gode, gode.
Io me l'immagino cosa dev'essere stato quando l'Italia s'andava a confessare: uno sforzo titanico. Immaginodon Bernardo che si rimboccava le maniche nel confessionale, l'Italia che si avvicinava , si metteva in ginocchio sul confessionale, e tutto il confessionale si inclinava come una barca.
E don Bernardo che cercava di riportare in equilibrio quest'Italia peccaminosa e trasandata che con tutto il suo corpo debordante parlava, parlava, confessava.
Cosa avrà avuto mai da confessare l'Italia , questo ame non l'ha mai detto....


Album, Marco Paolini

1 commento:

Artemisia G. ha detto...

CHE GRAN PEZZO D'ITALIA!e.