giovedì 15 marzo 2007

Rischi di nascere sotto il regno di Enrico IV

Vorrei, amiche, condividere con voi, non dico un intero capitolo, ma quasi, di un libro che mi ha turbata e appassionata tantissimo. E’ il primo libro che Lui mi ha prestato dopo che ci eravamo amati per la prima volta. Non a caso ho scelto questa parte, infatti le premesse tra di noi erano le stesse, e mi auguro che presto ritornino ad essere nuovamente così. Buona lettura.

Da “La danza immobile” di Manuel Scorza
(quello degli orsetti e vacca sacra)

Rischi di nascere sotto il regno di Enrico IV

"Non uscimmo dalla stanza per diversi giorni. Ci nutrimmo di niente e di tutto,di prosciutto di pomodori e di alcune uova che Marie Claire trasformava in delizie. Un indurito formaggio di capra e rinsecchiti tozzi di baguette: solo questo mangiammo il quinto giorno Di tutto e di niente. Soprattutto di niente. I nostri corpi pensavano, sapevano, semplici come l’acqua, che le loro carni, le nostre carni, non avevano bisogno, non potevano avere bisogno di altro nutrimento che il loro piacere.
Verso mezzogiorno, Marie Claire si alzò agile dal letto:
- Qui manca qualcosa.
La sua nudità protetta appena da un pullover blu scuro, ondeggiò nella stanza, andò verso il tavolo, apri un cassetto e ne estrasse un foglio di carta e pennarelli colorati che mostrò vittoriosamente:
- Lo sai che Balzac, in circostanze come le nostre, ma che per lui non erano le nostre perché lui non era felice, il grande Balzac una volta si vide costretto ad avere per cena solo un pane?E sai cos’ha fatto? Intorno al suo unico pane, sulla tavola, ha disegnato col gesso i raffinati piatti di un banchetto immaginario:squisitezze inventate che gli permisero di trasformare il suo solitario pane di bisognoso nel compagno dei banchetti del trionfante Rastignac…
Marie Claire scelse un pennarello e spruzzò la tovaglia di puntini gialli. Sorrise di nuovo:
- Ed ecco le costellazioni. Ogni puntino dorato è un sole. Avrebbe potuto succedere che tu e io Santiago e Marie Claire, esistessimo su costellazioni diverse, separati da milioni di anni luce.
Un altro pennarello sbozzò una sfera rossa.
- Ma abbiamo avuto la fortuna di nascere sullo stesso pianeta. Questa è la terra.
Un altro pennarello riempì di numeri azzurri i bordi della tovaglia.
- In questi numeri è contenuto tutto il tempo. Questi numeri sono tutti gli anni, tutti i secoli. Perché pur ritrovandoci entrambi sulla terra, io avrei potuto nascere in India sotto il regno Asoka, e tu a Parigi,qui, sotto Enrico IV. E invece no. La fortuna ha voluto che, entrambi sulla terra , nascessimo in questo secolo, ci conoscessimo in quest’anno, vivessimo quest’istante…
E adesso con tutti i colori nella mano destra, nascondendo con arcobaleni le costellazioni, le comete, le stelle che cadevano, la Terra, le epoche, Marie Claire ricoprì interamente il tavolo di rose , di magnolie, di gerani, di campanule, di orchidee impossibili. Mi abbracciò e con gli occhi in lacrime:
- Questa è la mia gratitudine perché tu e io siamo vivi, e siamo qui, adesso tu e io, qui tu e io….
Gettò in aria i pennarelli e mi baciò. Più volte rotolammo nei precipizi del nostro godimento. Dopo mesi di labbra, anni di fianchi, secoli di seni, millenni di gemiti, che erano istanti, ci avviluppammo in un lungo sonno. Ma i nostri corpi non dormirono. Mentre io sognavo che avevo trovato a Parigi una donna meravigliosa e sognavo che dormivo con lei, e dormivo con lei, il mio corpo e il suo corpo insonni non si rassegnavano al riposo, seguitavano a cercarsi, a trovarsi, a nascere, a morire. E di nuovo morivivevamo, odiamavamo, dormivegliavamo, svanivestivamo. E di nuovo litigadormipacificasvegliavamo, svergognatamente felici."




Suonano alla porta è Lui. Spero di svegliarmi domattina svergognatamente felice come un tempo. Buonanotte a tutti

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