sabato 6 settembre 2008

Tciù is meglio che uan ????




Agli amici che vogliono presentarci altri amici coi quali (……?)

Tranquilli! Ce la caviamo benissimo DA SOLE.

DUE? Ma perché proprio due? di numeri ce ne sono tantissimi!!!

A me essere il numero UNO non dispiace affatto. Poi quando troverò un altro UNO come me ci sommeremo... non siamo un fenomeno da debellare, non stiamo male senza un compagno, e non ne abbiamo bisogno a tutti i costi, come di ossigeno per respirare! Va bene così! Grazie per averci pensato, ma se c’è una cosa che ho imparato è che non sempre un DUE è meglio di un UNO ( contraddicendo ampiamente lo slogan del Maxibon)

Agli uomini che non capiscono le donne, e ahimè hanno il vizio di “interpretare” anche quando siamo di una chiarezza disarmante. L’estratto qui sotto ne è la lampante prova.




“…Dalla sera alla mattina, e senz’averlo sollecitato, ero divenuto l’Esperto Sentimentale e il Pilota Maggiore di chi, in parole di Vacca Sacra, navigava attraverso i “procellosi mari dell’indifferenza femminile”. La mia gloria aveva varcato le frontiere della facoltà di lettere, signoreggiato nelle aule di legge, sfiorato altre facoltà. D’improvviso mi ero visto assediato da amici e nemici che richiedevano miei consigli. Trattandosi di pranzi o di cene, soprattutto, non avevo mai rifiutato la mia disinteressata collaborazione. Vacca Sacra mi aveva tolto il saluto, ma il suo invidioso silenzio era durato poco. I suoi fallimenti, la ritirata di Russia che era il suo amore per Lola Salcedo, l’avevano costretto a umiliarsi.

- Posso offrirti un caffè? - mi disse un pomeriggio, con ostentazione che nascondeva il suo abbandono.

- Che cosa ti capita, Feliciano? - risposi- E’ roba gratis, non temere, confidati.

- Oggi ho incontrato Lola ed è successa una cosa che mi ha sconcertato - si confessò.- Io ero per strada. Lola mi ha visto e si è fermata ad aspettarmi. Figurati: si è fermata ad aspettarmi! Ti rendi conto? Il cuore mi scoppiava. Mi sono affrettato. Lola mi ha detto: “Feliciano, è da diverse settimane che voglio parlarti” Io tremavo neanche avessi la terzana. “Feliciano, vorrei chiederti un grande favore, una cortesia che non ti costerà niente, ed è questa: con tutto l’affetto che io provo per gente come te, ti chiedo che a partire da questo momento tu non mi venga più vicino, non mi saluti più, non mi telefoni, non attraversi più la mia strada. Esci da qualsiasi posto io entri o entra in qualsiasi posto, ma dopo. A partire da questo momento per te io non esisto”

Vacca Sacra si angosciò:

- Tu che conosci come nessun altro le donne, spiegami. Cos’ha voluto dirmi?

- Feliciano, in una guerra la cosa essenziale è conoscere le intenzioni del nemico. Prima di esprimere un parere, devo documentarmi. Come e in che modo te l’ha detto? Con quali gesti? In queste contese contano la sfumatura della voce, il sorriso, il dettaglio più minuto…

- Me l’ha chiesto dolcemente; sorrideva, sembrava implorarmi.

- Ahhhh…? Sicchè era emozionata, no?

- Il suo sorriso mi sconcertava.

- Anche quando ha detto che non voleva vederti più, sorrideva?

Il collo di Vacca Sacra, che comincia dove finiscono le orecchie e termina dove iniziano le spalle, quel cono di carne che comprende la sua pappagorgia come se fosse un’unica natica, tremolò:

- Sorrideva come una Madonna di Raffaello, così, proprio così, te lo giuro…

- Sorrideva?

- Sì.

- Humm… E quando ha detto “per te non esisto più”, è cambiata la sua voce…?

- Sorrideva sempre. Mi parlava con affetto, come se la sua voce stesse per spezzarsi…

- Logico! E’ tutto chiaro come il sole! Lola pensa esattamente il contrario. Tipico delle donne innamorate! Ma adesso scusami Feliciano, mi aspetta un altro consulto…

- Amico- pregò, Vacca Sacra, - scegli tu. In quale ristorante ci vediamo?

Restammo d’accordo per il giorno dopo alla Media Luna. Solo in seguito a tre pranzi e due cene, riuscimmo a scorgere una soluzione. Durante il primo consulto, e malgrado io fossi lievemente obnubilato dall’eccesso di frutti di mare, feci capire a Vacca Sacra che Lola, come tutte le lole del mondo, mentiva. Durante il secondo consulto Vacca Sacra capì che Lola , dicendo che non voleva vederlo più, supplicava in realtà, l’indulgenza di vederlo permanentemente. Durante il terzo consulto, degustando aragoste e granchi alle Brujas, esaminammo minuziosamente come Vacca Sacra avrebbe soddisfatto l’anelito inconscio di Lola: stare insieme a lui, sempre.

- Bisogna trovare – gli dissi – la formula esatta che ti permetta di essere presente e assente, che al tempo stesso soddisfi i suoi apparenti desideri di non incontrarti e i suoi autentici aneliti di vederti.

Ne discutemmo durante la dilatata colazione che Vacca Sacra mi offrì da Samborn’s: succhi tropicali, uova strapazzate con fagiolini, fette di tacchino, di pollo in salsa piccante, pane tostato, formaggi di Oaxaca, latte con miele e via dicendo. Assillato dalla sua angoscia Vacca Sacra mi esortò a proseguire il consulto quello stesso mezzogiorno alle Delicias, ma io avevo l’ora di pranzo impegnata con un altro paziente.

- E questa sera?

- Neppure, Feliciano.

- E domani …? Che ne dici di una bella mangiata agli Ambassadeurs?

- Impossibile!

Non fingevo. Non avrei ripetuto la follia dei paesi monoproduttori: i miei introiti stomacali non sarebbero provenuti da un'unica fonte, inaccettabile errore che ha condotto le nostre povere patrie latinoamericane allo stato di dipendenza in cui si trovava Vacca Sacra. Gli concessi un appuntamento per la settimana dopo, e per riprendere le fila inconsce della trama in cui si dibatteva, decisi di incontrarlo alla Media Luna. Lì gli rivelai:

- Un regalo …. la soluzione è un regalo!

E ancora agli Ambassadeurs.

- Ma quale regalo?

E poi ancore, al Rincon Yucateco:

- Fiori, assolutamente no! Offenderesti Lola! Mandare fiori è la prima idea di qualsiasi impiegato di banca.

Di lì a qualche giorno al Rendez-Vous:

- Caramelle neppure, Feliciano. Le caramelle, a causa della loro associazione con la dolcezza, ridurrebbero all’ossequio quella violenza che ogni donna spera di trovare nel maschio, quell’impeto che Lola brama di trovare in te …

Infine, al culmine di una serata che, coincidendo col mio compleanno, era iniziata con il regalo di una penna ed di un accendino d’oro, dopo che tutti i miei amici ebbero lasciato, a uno a uno o in coppia, la memorabile festa che Vacca Sacra mi aveva offerto a Xochimilco, soli su una barca, percorrendo i canali, salutati dai mariachi che mi avevano impedito di consigliare Vacca Sacra durante il pousse cafè, verso l’imbrunire, riassunsi.

- Un orsetto di peluche!




E’ l’unico regalo adatto e possibile. Perché? La risposta è implicita. Dove metterà il tuo orsetto di peluche, Lola? Nel salotto? Assolutamente no! Nella sala da pranzo? Inimmaginabile! Nella biblioteca? Che cazzo ci farebbe un orsetto strizzato fra l’Enciclopedia Britannica? In cucina in mezzo alle pentole? Neanche parlarne …!Dove allora? Il tuo orsetto, caro mio, farà la fine di tutti gli orsetti di peluche del mondo, nel suo letto. Immaginatelo! Lola mentre si spoglia nella sua intimità, che suppone inviolabile, e l’orsetto lì a guardarla! Lola mentre sia accarezza i seni, mentre si spalma creme nuda prima e dopo il bagno, e l’orsetto lì a guardarla! Lola mentre si rigira nel letto, spinge via le coperte, fa cadere le lenzuola a terra, si sveglia e l’orsetto è lì a guardarla! E chi da quel momento e per sempre, sarà l’innocente testimone della sua nudità? L’orsetto…! E attraverso l’orsetto, chi…? Tu…! Perché tuoi saranno i suoi maliziosi occhi di vetro, tuoi saranno…

- Carissimo…!

- Di più, Feliciano. Seppure piccolo e grazioso, l’orsetto è il classico simbolo della forza, del vigore, della potenza … Ricordi la pietà, ma io direi la tenerezza con cui la ragazza guarda per l’ultima volta King Kong…? Così nascosto nell’apparente ingenuità dello sguardo dell’orsetto, quale spada fallica, il tuo sguardo penetrerà in ogni istante Lola … E’ tua, Feliciano!

Vacca Sacra tartagliò che per affrontare le spese del suo fidanzamento con Lola e delle inevitabili nozze (immaginai con pena la sua inverosimile marsina accanto a qual ruscello trasparente che era la mia fugace cugina), aveva richiesto un considerevole prestito al suo nonno materno, il vescovo del Cusco. Il venerabile pastore gliel’aveva concesso a patto che la cerimonia venisse celebrata nella sua Diocesi. Rimpinguato, dunque, dalle elemosine dei fedeli del Cusco, Vacca Sacra comperò l’orsetto. Il giorno dopo, un fattorino consegnò nella lussuosa dimora di Lola Salcedo la scatola che conteneva il dono. Lola non diede cenno di vita. Seguendo i miei consigli Vacca Sacra non le rivolgeva una parola. “Per sbloccare l’autentico desiderio della donna, bisogna fingere di accettare il suo falso desiderio”

- Non credi - mi disse a cena - non credi che il silenzio di Lola sia un cattivo sintomo?

- Al contrario! - lo incoraggiai gustando il fondo del tonificante brodo di granchi - Da quando in qua una fortezza cade al primo assalto? Bisogna continuare l’offensiva. Ma questa volta la stupiremo con qualche cosa che neppure immagina: un altro orsetto di peluche, sì, ma più grande. Così dimostrerai che il tuo amore, lungi dal diminuire dinanzi al suo simulato sprezzo, cresce e si trasforma in qualcosa di sempre più possente.

Le settimane successive inviammo orsetti di volta in volta più corpulenti. Fu difficile trovare il settimo. Non era un orsetto, era un orso. “Il prossimo cercatelo nella nostra succursale al Polo Nord” ci salutò, ormai infastidito, il commesso di Sears. Non ci fu bisogno di andare così lontano. In casa di un tassidermista trovammo il dono ad hoc: una bestia disseccata che mi superava in altezza e quasi sfiorava la spalla di Vacca Sacra.

- Non avrebbe un orso più grosso? – indagai.

- Credi che ne avremo bisogno? – si allarmò Vacca Sacra.

- Un orso più grosso di questo, impossibile – disse il tassidermista; - ma se cercate orsi posso darvi un’informazione: hanno appena inaugurato un negozio di giocattoli specializzato in orsi di peluche, al numero 11 di Insurgentes … Potete andarci da parte mia.

Ci aveva dato il suo biglietto da visita. Non avevamo avuto il tempo di consegnarlo. Sulla soglia della Casa degli Orsi, Vacca Sacra era stramazzato in deliquio. In effetti c’erano orsi… ma erano i nostri! Nicolasito, il fratellino di Lola, aveva vilmente barattato in quel negozio gli orsi che Lola disprezzava…”

La danza immobile, Manuel Scorza

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